Trent’anni fa, ad ottobre, usciva il n. 4 della Pro-zine Fumettomania, uno dei più bei numeri della nostra pubblicazione! I contenuti di quel ricco numero erano un dossier sull’DyD Horror Fest, un nuovo dossier su Angoulême 1992 e tante interviste, articoli e recensioni di fumetti USA e Italiani.
Dopo alcuni articoli sul fumetto USA, di case editrici indipendenti (Dark Horse su tutte), della settimana scorsa, stiamo continuando da fino a domani con altri articoli pubblicati nel n. 4 nella rubrica Obiettivo su … (pagina 38). Si ringrazia il socio Antonio Barreca per la trascrizione degli articoli.
Per i ricordi legati al Salone di Lucca del 1991, invece, bisognerà aspettare qualche altra settimana.
Mario Benenati, responsabile del Web Magazine Fumettomania.
… Continua Fumettomania da 0 a 30, Trent’anni straordinari!
OBIETTIVO SU … Fumetto U.S.A
(APRILE – SETTEMBRE 1992)
Testo estratto dalla rivista cartacea fumettomania:
<<Eccoci alla nostra solita rubrica di recensioni dedicata ai fumetti italiani e americani.
In questo numero sono sotto esame le mini serie della DARK HORSE: La cosa da un altro mondo, Terminator Secondary Objective; da Legend of the Dark Knight: Venom e Faces (pubblicati sul sito ieri, NdR), Batman Year Two e Full Circle, la miniserie della DC Kid Eternity, gli independents USA; gli X-Men orfani di Claremont e le riviste Heavy Metal, Kappa Magazine, Ken Parker Magazine.>>
GOTHAM GAZETTE:
Year Two e Full Circle: il Batman di Mike Barr e Alan Davis
di Salvatore Bonanzinga
L’uscita, nel 1991, del brossurato “Batman: Full Circle” non può che indurre il lettore a rileggere la saga di Year Two, apparsa originariamente su Detective Comics ##575/578 e raccolta in paperback nel ’90.
L’ideatore della storia, nonché autore dei testi, è quel Mike Barr di cui si è già parlato su FM nella veste di scrittore di “Whodunit?” sulla testata attualmente sospesa The Maze Agency; leggiamo proprio dalla sua introduzione al volume Batman : Year Two che la genesi di buona parte della vicenda risale al 1984, quando aveva proposto la pubblicazione di questa storia retrospettiva con il titolo Batman 1980; non erano ancora di moda storie di questo tipo e il buon Mike dovette tenerla nel cassetto per qualche anno.
Al momento opportuno ne ha fatto una classica, solida storia del Cavaliere Oscuro, introducendo il personaggio di Reaper (il Mietitore) e riproponendo altri punti fermi del mito batmaniano come Joe Chili e Leslie Thompkins e affrontando il tema del rapporto del protagonista con le armi da fuoco.
Nelle quattro parti della storia si possono notare spesso dei piani paralleli su cui agiscono di volta in volta le coppie di personaggi: è il caso dell’onnipresente notte dell’assassinio dei coniugi Wayne e della morte della madre di Rachel Caspian; mentre il padre, sopravvissuto all’agguato, era divenuto il Mietitore, primo vigilante di Ghotam City, lanciato in una lotta al crimine senza esclusione di colpi, al tempo stesso Rachel cresceva preoccupata del Male e della sua influenza sul mondo, e convinta che l’unica via per combatterlo è la conoscenza dell’animo umano e di come esso possa attecchire e crescere il Male stesso: da queste convinzioni la scelta di indossare l’abito ecclesiastico, di natura ben lontana da quello scelto da Bruce Wayne nella sua lotta contro il male, pur se esperienze analoghe avevano condotto i due ragazzi a scegliere una crociata come ragione di vita.
Il parallelismo è anche nella costruzione delle tavole con la vestizione e l’entrata in azione di Batman e del Mietitore, specie nei capitoli illustrati da McFarlene.
Lo stesso rapporto con l’assassino dei suoi genitori è l’estremizzazione del suo senso del dovere: non solo giunge ad accettare di usare un’arma (e quale!) per affrontare la minaccia del Mietitore ma deve lottare al fianco di Chili per la giustizia (“la politica porta strani compagni di letto”, dice il killer); ciò è confermato al momento della resa dei conti tra i due: la sua non è mai stata una vendetta e la violenza omicida di quella notte in Crime Alley lo ha spinto, innocente e ignaro, ad assegnarsi il compito di combattere il male, così che la vendetta portata a termine sarebbe un atto egoistico assolutamente incompatibile con la sua “missione”.
Ho già accennato al parallelismo con Rachel Caspian, che viene inserita nel ristretto ma importante numero delle partner del protagonista al pari di Selina Kyle e Talia, ed è curioso che i due si trovino a parlare della Thompkins come di una crociata, quando entrambi si sono fatti carico di un fardello troppo pesante che li allontanerà (cinicamente diciamo che non potrebbe essere altrimenti ai fini della continuità).
In Full Circle si compie la vicenda che lega i protagonisti di Year Two e l’inedita “famiglia” di Joe Chili, un artificio narrativo che ha precedenti illustri in personaggi come il Barone Zemo e Mefisto (quello di Tex) i cui figli hanno raccolto l’eredità criminosa divenendo avversari di questi eroi che erano stati le nemesi dei rispettivi padri.
Oltre a questo, l’albo propone la figura del primo Robin, un Dick Grayson dinamico, giovanissimo e incosciente che fa da contraltare al tetro protagonista come nelle storie che leggevamo tanti anni fa.
Il motivo che però rende la storia davvero interessante è il ritorno alle matite di una storia di Barman di Alan Davis, che aveva lasciato il personaggio dopo il primo episodio di Year Two producendo un salto stilistico in quella miniserie nella serie, dato che gli era subentrato. come già accennato, un buon Mcfarlane che stava subendo il processo di maturazione che lo avrebbe condotto alle vette poi raggiunte su Amazing Spiderman, ancora inchiostrato, nei capitoli centrali della vicenda, da Alfredo Alcala.
Nelle pagine illustrate da Davis ritroviamo quel tratto apprezzato anche in Italia su Excalibur, con in più i segni evidenti dell’influsso di Neal Adams, il maestro che ha fatto grandi cose su Batman, Demon e Green Lantern/Green Arrow.
Possiamo concludere attendendoci una nuova ondata di marketing per “Batman Returns”, sperando che ci sia qualcosa di buono da proporre sul prossimo numero di Gotham Gazette. Sarà forse Shadow of the Bat? Only time will tell.
L’INTERO NUMERO QUATTRO DI FUMETTOMANIA
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