X-MEN: DAYS OF FUTURE PAST

2021/06/07

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immagine disegnata da Hugo Pratt — **Ranger**: Appunti di Storia del Fumetto dalle Origini a Oggi.
Disney, Marvel, DC, Bonelli e i grandi autori e personaggi indipendenti nell’Arte Grafica Sequenziale.

Questo mese di giugno sarà ricco di articoli, di Dario Janese, dal taglio storico.

Oggi però facciamo una pausa e ci dedichiamo un testo di recensione su un film di qualche anno fa degli X-Men: “Giorni di un futuro passato“. Perchè, mi potreste dire?
Vi risponderei: è un bel film, innanzitutto, perché l’ho rivisto sabato scorso; perché si fa un gran parlare, da parecchi mesi ,della quarta fase dell’MCU, dei prossimi film Marvel in uscita, ma non c’è nessun commento su come saranno inseriti i Mutanti e se saranno sviliti i concetti così ben espressi nei film precedenti a favore del “facciamo film che piacciono a tutti”.

Buona lettura, Mario Benenati, curatore di Fumettomania Web Magazine

Lone Ranger: Seconda stagione

X-MEN: DAYS OF FUTURE PAST

di Dario Janese

(post originario del 23-05-2014 dalla pagina social Lone Ranger)

manifesto del film X-MEN: DAYS OF FUTURE PAST

DFP, la saga votata al 2° posto tra le storie a fumetti sui mutanti di sempre (dopo l’immortale DARK PHOENIX SAGA), è finalmente approdata al cinema (l’Articolo è stato scritto e pubblicato nel maggio del 2014, da allora sono passati ben 7 anni, NdR).

Il ritorno in grande stile di Brian Synger, regista-fan rimpianto al tempo di X-MEN: LAST STAND, con la solita eccellente realizzazione tecnica, lo script con tempi e artifici di schietto stampo fumettistico – magistrale la battaglia incrociata finale – e la solita fedeltà borderline al testo del 1981.

Wolverine prende il centro di una scena non sua accanto allo Xavier e al Magneto di FIRST CLASS: una triade fontana di fascino per il pubblico femminile e gay, mentre altri si devono accontentare dell’appeal ad alto rischio della mutaforma Mystica.

Il nemico sullo sfondo non sono tanto le terrificanti Sentinelle – magnificamente rese in versione tecnorganica, abbastanza comiche nell’1.0 meccanico -, quanto l’umana paura del diverso che attraversa gli opposti schieramenti, e in nome di una pace da imporre traghetta il mondo dell’Uomo, Sapiens o Superior che sia, direttamente verso la Guerra Finale.

Magneto e il villain Bolivar Trask ne sono i vettori principali: la vittima dei lager nazisti divenuta carnefice, e la vittima dell’ingiustizia di Natura (Trask è un nano) divenuta come in una tetra canzone di De Andrè, “arbitro in Terra del bene e del male”. In entrambi i casi, le buone intenzioni lastricano l’inferno di un nuovo, prossimo Olocausto globale.

Gran resa, ottima presa: nessuna caduta di tensione, Fassbender e McAvoy largheggiano nei loro cliché e Jackman fa ciò che tutti gli chiedono, cioè se stesso. I fans godono nel vedere per la prima volta su schermo Bishop, Blink e Warpath, mentre la povera Kitty Pryde passa pressoché tutto il film china a mani protese sulle tempie di quasi tutti quelli che passano.

Straordinario il fuori-onda finale, dove alla prima inquadratura della sabbia del deserto il vero fan vede l’orgasmo nella figura ammantata di schiena di fronte a una piramide in via di costruzione.
Pronti o no, sappiatelo: AGE OF APOCALYPSE è qui (Ne riparleremo presto anche di AGE OF APOCALYPSE, NdR)

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24- FINE

BREVE BIOGRAFIA

Dario Janese, torinese, 1964, sociologo e storico americanista, dall’infanzia cultore del Fantastico in tutte le sue forme espressive. Scrittore, saggista e curatore di laboratori letterari e di informazione civile, ha tenuto cicli di divulgazione dell’opera di Lovecraft, Ballard e Pasolini e di lettura storica delle Scritture. Da vari anni conduce un blog (Lone Ranger) di storia critica del fumetto e vari gruppi Facebook sulle espressioni del Fantastico nella cultura popolare.

NOTE EXTRA

Precisazione:

TUTTI gli articoli sono estratti dalla pagina FB chiamata Lone Ranger (Appunti di Storia del Fumetto dalle Origini a Oggi. Disney, Marvel, DC, Bonelli e i grandi autori e personaggi indipendenti nell’Arte Grafica Sequenziale), e vengono ri-pubblicati, a distanza di oltre sei-cinque anni, nel nostro web magazine con alcune piccole modifiche, impaginati diversamente, e completati con l’aggiunta di immagini.