
Nuova recensione su un manga di Hiroshi Takahashi che tratta la delinquenza giovanile a cura di BUSAN85.
Mario Benenati
LA STORIA
Hana Tsukishima, un ragazzo di campagna si trasferisce a Tokyo e si iscrive alla Suzuran All-Boys High School, detta “scuola dei corvi“, famosa non per il livello scolastico degli studenti, ma bensì per essere un liceo che raggruppa i giovani sbandati della città.
Da generazioni, la scuola è famosa per la violenza che circonda l’istituto governato da gruppi di bande che ne fanno da padroni. Hana è un sempliciotto, ma dotato di buon cuore e di un eccezionale abilità combattiva, affascinato dall’insolita scuola, partecipa alla “guerra dei primini” , una particolare manifestazione in stile “fight club“, in cui le giovani matricole devono dimostrare la propria forza affrontando in scontri uno ad uno i loro coetanei, sotto lo sguardo attento degli alunni più grandi.
Lo scopo di questa storica e singolare attività, porta il vincitore alla possibilità di poter essere scelto da uno dei capi delle varie bande che dominano la scuola, per aumentare le proprie file di uomini validi e di cercare di dominarne completamente l’istituto, cosa mai accaduta prima.
Tra scontri con altri licei della zona e bande di motociclisti, Hana dovrà dimostrare di essere la matricola più forte dell’istituto e di avere i requisiti per diventarne il capo indiscusso dell’istituto.
APPUNTI DI CRITICA
Il tratto di Hiroshi Takahashi è sempre riconoscibile, sia nel disegno che nel tipo di storie che ci pone.
La delinquenza giovanile è un argomento che Takahashi ci propone sempre nelle sue opere e non a caso lo stesso autore ha più volte affermato di avere avuto un adolescenza da teppista e che adora riproporre il suo “passato” ai suoi lettori.
Il Giappone è un paese dove ogni singolo individuo è alla continua ricerca di un ruolo specifico, realizzandosi già durante il percorso scolastico. La società corre infatti su dei binari ben designati, con pochissime fermate e senza alcuna deviazione, ma ogni tanto, da questo “conformismo”, si fa spazio qualche ribelle, pronto a scatenare il panico nella perfetta e noiosa routine giornaliera. E Worst ci offre proprio questo, la storia di giovani teppisti che passano le giornate nel dimostrare la loro forza e autorità verso i loro coetanei ma con un pensiero costante sul loro futuro, fatto di sacrifici e con la speranza di poter un giorno crearsi una famiglia.
Anche se la storia è su degli adolescenti, essi sono troppo maturi per esserlo, tra discorsi e pensieri degni di uno yakuza, i personaggi sono tutt’altro che dei diciottenni. Cicatrici sul corpo, sfregi di vario tipo sul viso, l’autore ha voluto nuovamente (una delle caratteristiche dell’autore nelle sue opere, è sempre arricchire i personaggi con enormi e svariate cicatrici), portare il problema della mafia e sul fascino del potere che seduce gli adolescenti.
Tra risse, confronti di vario genere, i personaggi analizzano sempre il loro futuro in maniera tutt’altro che ingenua o banale, si domandano continuamente se quello è il futuro che vorrebbero per i loro figli.
Se il disegno di Takahashi può sembrare più delle volte ripetitivo, non si può non apprezzare la sua maniacale ossessione per i piccoli dettagli, come gli orecchini o i gadget che indossano i personaggi nel corso della storia. E una cosa che rende l’opera ulteriormente godibile nel disegno, è il potere vedere di tavola in tavola, il continuo cambio di abiti dei personaggi; cosa che si vede raramente nei manga e negli american comics. I personaggi non indossano praticamente mai gli stessi vestiti (salvo il protagonista, cosa voluta dell’autore per esaltare la semplicità del personaggio), è difficile persino vedere la stessa pettinatura nei personaggi, l’autore si sbizzarrisce nel creare sempre più capigliature diverse tra loro, dando al personaggio una vera e propria personalità fatta anche dalle piccole cose.
Worst non è un capolavoro, parlare delle opere di Takahashi come capolavori è folle, ma il suo lavoro lo fa egregiamente, diverte sotto ogni punto di vista, se le storie sono surreali e gli scontri lo sono ulteriormente, l’opera non annoia mai, è apprezzabile sia per quelli che amano il genere “botte da orbi” che per quelli che vogliono godersi un manga godibile e per nulla banale. Ovviamente, non mancano tematiche importanti come la lotta alla tossicodipendenza, la perdita di un amico o un familiare e la lotta alle gravi malattie, che danno all’opera quello spiccato senso di nostalgia classico dei manga degli anni ’80/’90.
DATI ESSENZIALI DELL’OPERA
(fonte Wikipedia.it, che si ringrazia)
Autore | Hiroshi Takahashi |
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Editore | Akita Shoten |
Rivista | Shonen Champion |
Target | shōnen |
1ª edizione | 30 maggio 2002 – 6 luglio 2013 |
Periodicità | irregolare |
Tankōbon | 33 (completa) |
Editore it. | Panini Comics – Planet Manga |
Collana 1ª ed. it. | Manga Mix |
1ª edizione it. | 30 giugno 2005 – 10 maggio 2014 |
Periodicità it. | irregolare |
Volumi it. | 33 (completa) |