In questa nuova stagione, 2021-22, uno dei punti di forza di questo sito web-magazine sarà costituto dalle belle interviste di Filippo Marzo.
L’Autore che oggi è ai microfoni di Filippo è un grande disegnatore amato dal pubblico italiano, che predilige il chiaroscuro e il buio ed i genere western e post-apocalittico.
Abbiamo il piacere di ospitare nelle nostre pagine Mike Deodato Jr.
Buona lettura da Mario Benenati,
curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
DAL NOSTRO INVIATO DA MONTERREY (MESSICO)
Quattro chiacchiere con ...
(di Filippo Marzo & Vanessa Molina)
Filippo Marzo: Salve amici di Comics Reporter e Fumettomania, un nuovo ospite risponderà oggi alle nostre domande, si tratta dell’artista brasiliano Mike Deodato Jr. Benvenuto ai nostri microfoni.
Cominciamo con una domanda riguardo la tua collaborazione con la AWA Studios, per la quale hai lavorato alle serie Redemption, e alla nuovissima All Not Robots, parlaci dei tuoi progetti in questo senso se non sono confidenziali.
Mike Deodato Jr.: Di Redemption è da poco uscito il numero conclusivo, il numero 5.
Riguarda un futuro distopico, è una via di mezzo tra il film Unforgiven (Gli Spietati, NdR) di Clint Eastwood e Mad Max, ma invece di Eastwood, immagina di avere Linda Hamilton nel ruolo principale come personaggio protagonista. E’ come un western ma con l’uso della tecnologia, è molto interessante.
Sono i due tipi di generi che amo di più: il western e il genere post-apocalittico. La scrittura è perfetta, si tratta della stessa scrittrice (Christa Faust, NdR con cui ho lavorato su Bad Mother, un altro titolo della AWA (https://awastudios.net/). Ed è fantastico mi sono divertito molto nel lavorare con Christa.
Bad Mother invece parla di una mamma la cui figlia viene rapita e deve trovarla. Non ha poteri nessun addestramento della polizia nient’altro che le sue capacità di mamma. Ha circa 50 anni, è un po’ sovrappeso, il suo unico potere è essere “invisibile” alla sua famiglia e ai suoi vicini, così lei approfitta di questo vantaggio per sorprendere i rapitori. Una storia molto bella.
La mia prossima miniserie che uscirà ad agosto (il numero 1 il 4 agosto 2021 Ndr) Not all robot è scritta da Mark Russell, che è lo stesso ragazzo che ha scritto O Retorno do Messias, è molto interessante, è in realtà uno degli script più intelligenti e originali che abbia mai letto, e questo dice molto, perché ho lavorato con la migliore crema della crema tra tutti gli scrittori del settore.
Questa storia è molto intelligente, troviamo molta critica sociale. In un mondo che è dominato da robot, loro ottengono il controllo di tutti i soldi, quindi sono al potere, mentre noi siamo come animali domestici per loro. Ogni famiglia è designata ad avere un robot che si prenda cura della famiglia stessa.
Quindi il messaggio è in realtà quello di fare una critica sulla tossicità della mascolinità. E così gli uomini come me, possono vedere il contrario della situazione classica, qui c’è un robot che si prende cura di tutto in casa, e tu non fai niente, il robot ti critica in tutto, è di cattivo umore. Così gli uomini possono vedere …questo cambio di ruolo con le donne, in questo modo possono vedere come vengono maltrattate. Il soggetto è molto buono e in realtà il nome dovrebbe essere: sì, tutti i robot perché non ho mai disegnato così tanti robot in vita mia, ma è fantastico.
All’inizio avevo il dubbio se il mio stile si adattasse al tipo di storia, perché c’è molta satira e umorismo, che sono cose che non sono abituato a disegnare, ed ero in dubbio se fossi riuscito a farlo funzionare.
Ma il mio Editor: Axel Alonso: (Editor della AWA Studios, NdR) “No, te la caverai bene, perché metterai il giusto umorismo”. Quindi non è istrionico, non esageratamente. Aveva ragione. Amo la storia l’ho già finita e sto già lavorando al mio prossimo progetto ma è non è stato ancora annunciato, posso dire che riguarda una storia in stile poliziesco sul genere del film Fargo.
Ed è anche fantastico quindi mi sto divertendo molto in questa nuova fase della mia carriera perché, non fraintendetemi, adoro i supereroi tanto che li disegno da quasi 30 anni ma ora sono in un’altra fase della mia vita e voglio disegnare altro genere di cose di genere poliziesco, horror, fantascienza, quindi mi sto divertendo molto questa nuova fase della mia carriera.
FM: Nel 2020 torni a lavorare insieme a J.Michael Straczynski su The Resistance, una storia che parte da una pandemia. Che effetto ti ha fatto vedere che tutto è diventato tristemente reale?
MD: Sì, è stata una coincidenza così strana… e non so, sospetto che Straczynski abbia avuto qualcosa a che fare con la pandemia (risate Ndr), perché molte cose che ha inserito nella sceneggiatura stanno accadendo ora o sono accadute, anche quando parla dei governi fascisti, abbiamo visto succedere un sacco di queste cose, è stato davvero strano ma è stata una coincidenza ovviamente.
Abbiamo avuto la sfortuna di averlo lanciato nello stesso mese in cui è iniziata la quarantena, quindi ha influito sulle vendite perché anche la compagnia che distribuisce i fumetti è stata colpita dagli eventi, e penso che abbia chiuso le porte, ed erano gli unici a distribuire i nostri titoli in quel momento. Ora è tutto diverso perché le aziende hanno deciso di seguire altre strade, ma quindi la situazione ha creato sicuramente dei problemi al nostro pubblico, ma abbiamo sperimentato il lancio dei titoli in forma digitale, in modo da creare consapevolezza tra i lettori…qualche volta potevano leggere gratuitamente con questa versione digitale.
Alla fine la pandemia non ha influenzato molto la diffusione dei fumetti, come temevamo, immagino perché le persone avevano bisogno di intrattenimento a casa, tutti erano rinchiusi, così in alla fine non ha danneggiato affatto le vendite, solo all’inizio, sì è stato strano. Questa storia pazzesca, Straczynski è un costruttore di mondi, la sua immaginazione è fantastica.
E’ stato un onore e un piacere lavorare con lui, abbiamo avuto l’onore di creare l’intero universo AWA da zero, ed è fantastico. Un’altra cosa è perché AWA tratta i creatori in modo diverso, rispetto alle due grandi case editrici, se il fumetto diventasse un film, avremmo diritto sui ricavi. Sono più equi nel trattare e tutelare l’autore. Sono molto felice di lavorare alla AWA.
FM: Il tuo stile è molto oscuro, e spesso questa oscurità è funzionale alle storie che racconti, ma ti abbiamo visto in un’altra veste in The Cartoon Art of Mike Deodato Jr. in cui con uno stile molto “cartoon” caricaturale, racconti le storie della tua famiglia. Puoi raccontarci qualcosa di questo volume e della sua realizzazione?
MD: Qualcosa che ho fatto anni fa, ho cercato di creare e regalare a mia figlia, alle mie figlie a mia moglie piccoli cartoni animati come regalo di carta.
A volte quando litigo con mia moglie e mi scuso facendo un cartone divertente in modo che possa perdonarmi, ed è tutto su alcune situazioni a casa molto, molto particolari. La nostra famiglia e non ho mai pensato di pubblicarlo e avevamo tutto sui muri come incorniciato e uno dei nostri amici è un musicista li ha visti e ha detto: “Ehi Mike dovresti pubblicarlo, tutti lo adoreranno, non è molto privato, o troppo personale, si tratta di situazioni comuni, piacerà a tutti quindi.” Pensai: “Seguirò il suo consiglio e lo pubblicherò…” E aveva ragione.
Tutti si identificavano con alcune delle situazioni e io ero felice di saperlo. E’ qualcosa che faccio di più per relazionarmi, più che altro. Non avevo nei miei piani di realizzare altri disegni del genere, ma ne ho fatti di nuovi, quindi a breve dovrei pubblicare un altro un altro volume.
FM: Durante le nostre interviste abbiamo spesso parlato della “chimica” tra disegnatore e scrittore (Vedi l’intervista a JM DeMatteis). A proposito del tuo tratto, così fortemente realistico, sicuramente influenzato dai chiaroscuri e da un taglio cinematografico quasi.
Come si coniuga nel rapporto con lo sceneggiatore? Quanto la sceneggiatura influenza il disegno? E quanto la tua arte influenza il modo di raccontare dello sceneggiatore? Questa è la domanda del nostro collaboratore Fabio Butera.
MD: Cerco di adattare un po’ il mio stile al tipo di sceneggiatura, ho avuto ad esempio quando ho disegnato Spider-Man per la Marvel con Straczynsky, ho cercato di renderlo meno scuro e più alla luce del giorno, ma le mie radici sono nel chiaroscuro, nel buio, e nessuno stile è meglio di un altro.
Provo a scegliere storie che possano adattarsi a ciò che mi piace disegnare, tranne quando stavo lavorando per altro per la Marvel o per la DC, perché non avevo molta scelta. L’ho fatto, ma ero dentro, ero sotto contratto quindi ho pensato che avrei dovuto prendermela comoda.
Ma ora che sono indipendente mi piace scegliere le storie che mi piace disegnare, in modo che siano più simili allo stile crime e noir e ovviamente a seconda di cosa succede nella storia non posso renderlo buio tutto il tempo, se all’esterno, renderlo luminoso. Non c’è un modo esatto, ma trovo sempre una maniera per realizzarli contro sole o qualcosa del genere, ma sì, è più come se scegliessi storie che si adattino al mio stile.
FM: Crisis in Comics ti chiede: Che ricordo hai della tua collaborazione con lo scrittore William Messner-Loebs?
MD: In quel momento non parlavo affatto inglese, quindi avevo poco o nessun contatto con l’esterno o con gli scrittori e ho incontrato Messner-Loebs solo circa 10 o 15 anni dopo in una convention. Un ragazzo molto simpatico, amavo disegnare le sue storie, Wonder Woman sarà sempre parte di me perché quello è stato il titolo che mi ha dato notorietà con il grande pubblico, ci sarà sempre questa connessione tra me e il personaggio.
Non ho mai letto la Wonder Woman dopo il mio periodo da disegnatore, non lo so, sarò diventato geloso… non lo so ma era fantastico. Allora ero pieno di energia e volevo mostrare i miei disegni al mondo, volevo davvero che Wonder Woman assomigli alle storie della Image Comics che stavo leggendo da Jim Lee e Marc Silvestri, volevo quell’energia, quella sensualità delle donne, sembravano forti e sexy e perché dopo i fondatori della Image lasciarono la Marvel, la DC e la casa delle idee avevano uno stile di disegni, secondo me, poco dinamico.
Guardando tutta quell’energia nell’immagine volevo portarla a Wonder Woman. La gente l’ha adorata, e tre numeri dopo il mio arrivo, il titolo vendeva cinque volte di più, quindi è stato un ottimo momento per farsi notare.
FM: Dal tuo cognome possiamo evincere delle origini italiane. Qual’è il tuo rapporto con il nostro paese?
MD: In realtà Deodato non è il mio cognome, il mio nome completo è: Deodato Taumaturgo Borges Filho, e non so, forse ho qualche connessione con l’Italia spero così. Amo l’Italia, sono stato a Lucca invitato da Panini, ed è stato un grande momento,una bella manifestazione, una bella città, la adoro e spero di tornare un giorno.
Amo anche gli artisti italiani, amo lo stile europeo dei fumetti, e sai che amo i western (Deodato è appassionato di Tex, NdR, mi piace tutto dell’Italia quindi anche la pizza ed il gelato.
FM: Che ricordi della realizzazione di Original Sin?
MD: In realtà c’erano due Original Sin, una era una storia sulle origini di Wolverine e poi c’è stato Original Sin su alcuni eventi della Marvel, scritto, se non sbaglio, da Jason Aaron e mi è piaciuto molto realizzarlo, nonostante non mi piace lavorare su storie di eventi, perché ci sono troppi personaggi, di solito, a seconda dello scrittore, i personaggi perdono un po’ di caratterizzazione, è quasi impossibile dare una personalità a ogni personaggio o abbastanza spazio, ma questo era diverso, era un evento più contenuto, era una storia di un crimine che accadeva durante la storia, in questo caso la morte dell’Osservatore.
Era una storia di mistero che ha creato conseguenze in tutto l’universo Marvel. L’ho adorato, era come se fosse stato creato per me, potevo usare un sacco di bianco e nero e c’era il mistero del crimine, tutto ciò che amavo. E’ stato divertente.
FM: Ti vedremo ospite in qualche fiera del fumetto prossimamente?
MD: ho in programma di andare in Portogallo a dicembre, ma non so, tutto dipenderà da come sarà la situazione covid in Brasile. Ho fatto dei piani ma sono in standby.
Non sappiamo se sarò in grado di viaggiare, non sappiamo se i paesi accetteranno cittadini brasiliani, perché il nostro governo sta gestendo molto male la situazione qui. Dunque non lo so, ma mi mancano così tanto queste manifestazioni, che vorrei tornare presto, magari a Lucca in realtà.
FM: Grazie Mike, per il tempo che ci hai dedicato. Ciao e alla prossima, “obrigado”
MD: Grazie a voi.
IL VIDEO DELL’INTERVISTA a Mike Deodato Jr
In inglese con i sottotitoli in italiano
Nel caso non appaia l’anteprima del video, ecco il link da digitare e/o cliccare per vederlo sul canale YouTube di Comics Reporter:
https://youtu.be/2bUr6PCzvA4
BIOGRAFIA di MIKE DEODATO JR.
Mike Deodato, noto anche come Mike Deodato Jr., è lo pseudonimo professionale del fumettista brasiliano Deodato Taumaturgo Borges Filho.
Uno dei primi lavori di Deodato è stato un adattamento fotografico a fumetti della serie televisiva La Bella e la Bestia, edito da Innovation Publishing. Deodato è diventato famoso nell’industria dei fumetti americana per il suo lavoro con lo sceneggiatore William Messner-Loebs in Wonder Woman. In seguito a questo progetto, ha lavorato brevemente come artista in The Migthy Thor, dove ha lavorato con lo sceneggiatore Warren Ellis, e in seguito ha illustrato Glory per gli Extreme Studios di Rob Liefeld presso Image Comics e Maximum Press.
A metà degli anni ’90, il suo stile era molto simile a quello di Jim Lee, ma in seguito si trasformò in uno più semplice, realistico e a volte taciturno. Il suo primo lavoro sotto la sua nuova identità artistica è stato The Incredible Hulk Vol. 2, scritto da Bruce Jones. Da quel momento in poi, ha lavorato allo spin-off di Doctor Strange intitolato Witches ed è diventato l’artista principale di The Amazing Spider-Man e The New Avengers.
Successivamente, Deodato ha illustrato il fumetto Marvel Thunderbolts, sempre in collaborazione con Warren Ellis. Negli anni successivi, è stato selezionato come artista regolare per la serie Dark Avengers, che è emersa a seguito degli eventi accaduti in Secret Invasion.
Insieme allo sceneggiatore Ed Brubaker, ha lanciato la serie Secret Avengers nel maggio 2010, prima di continuare in The New Avengers Vol. 2. Nel 2014 ha disegnato la miniserie Original Sin. Ha disegnato Iron Man, scritto da Brian Michael Bendis, e la sua partecipazione a Star Wars Vol. 2.
Passato in pianta stabile alla etichetta indipendente AWA Studios, di Axel Alonso, suo connazionale, ha realizzato diverse miniserie di ottima fattura, da ricordare The Resistance, Redempition, Bad Mother ed il nuovissimo Not All Robots. Tra i suoi hobby ci sono le arti marziali. https://awastudios.net/
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ANNO 2020
Ventunesima intervista CHRIS CLAREMONT
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Le altre interviste le trovate accedendo alla “stanza-pagina”
QUATTRO CHIACCHIERE DI FILIPPO CON….“
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BIOGRAFIA DI FILIPPO MARZO
Filippo Marzo nasce nel 1975, grande appassionato fin da piccolo di cartoni animati e fumetti, da Topolino a Sturmtruppen fino a Beetle Bailey. Crescendo i suoi gusti si spostano verso i super eroi e il connubio durerà per moltissimi anni.
Collaboratore con fanzine locali, diverse fan page e siti con contenuti cinematografici, visto che il cinema è un’altra sua passione. Piccolo collezionista di opere originali è curatore di due mostre di sketchbook di disegnatori di comics negli anni ’90, sposta ancora una volta i suoi interessi verso il fumetto maturo e dai contenuti artistici sopraffini, con un occhio di riguardo alle case editrici indipendenti, come Eclipse, Tundra, Fantagraphics e Dark Horse.
Fan delle opere di Bill Sienkiewicz, Mike Mignola e John Byrne.
Da qualche anno reporter e corrispondente dall’estero per quanto riguarda Comic Convention che hanno luogo in Messico e negli Stati Uniti.