E’ il terzo anno che mi capita di avere delle lunghe pause al ritorno da una Fiera fumettistica. Da ritorno da Napoli Comicon, lo scorso 2 maggio, ho messo su uno scaffale i vari volumi acquistati e, complici una serie di impegni lavorativi, non ne ho potuto leggerne nessuno. Come se non bastasse, si sono accumulati anche gli albi da edicola (Marvel-Panini e DC-RWLion). Ora mi ritrovo ad avere una montagna di fumetti che attende di essere letta, meno male che siamo ad agosto e recupererò molte letture.
Il mese scorso ho ricominciato a leggere qualcosa, gli albi spillati Marvel–Panini e DC-RWLion, ed alcuni volumi iniziando da tre proposte italiane acquistate/ricevute al Comicon che ho trovato davvero carine anche se molto differenti tra loro.
Il sogno del Minotauro
Il sogno del Minotauro, di Sakka, edita Centro Fumetto Andrea Pazienza, è uno spillato formato 17×23,5 cm, dalla copertina rossa molto semplice che nasconde un’interno tosto, anzi tostissimo, un vero ” pugno nello stomaco”, con storie brevi drammatiche, anche crudeli, ma molto realistiche. La stile dell’autrice è avvolgente, volutamente deformato, graffiato, con l’uso dei colori in sintonia con la storia che si sta leggendo, e i neri delle storie “gli sciacalli” e “la sottile linea gialla ” veramente angoscianti che non dimentichi tanto presto.
Sakka (Roberta Sacchi) è un’autrice da seguire, che spero potrà continuare il suo percorso formativo trovando degli spazi editoriale dove potersi esprimere.
Calleo e i gatti di Venezia
Altro libro, altro genere. Calleo e i gatti di Venezia di Ilaria Ferramosca e Letizia Rizzo (brossurato, formato 165,x23,5 cm), invece, è una bella favola pubblicata dalle edizioni Voilier, tratta da un racconto di Silvia Dubravka Cikron Corbellini. Il racconto, per bambini e adolescenti (ma che un adulto come me ha potuto apprezzare), abbina segno grafico e colori per raccontare un problema serio che molte città italiana e affrontano e lo fa dal punto di vista dei gatti. Calleo, e i suoi amici gatti di Venezia, di fronte ad una situazione complicata, l’essere banditi dalla città lagunare, si inventano un modo affascinante per sopravvivere.
Queste giovani autrici, spero potranno continuare a raccontare storie così carine in un mercato quello fumetto per bambini e adolescenti veramente difficile.
“Basta una firma“
Terzo libro, si cambia ancora genere.
“Basta una firma“, Primiceri Editore, è un libro (formato 17×24 cm, brossurato, a colori), scritto da Antonio Recupero, disegnato da Salvatore Amedei, colorato da Massimo Travaglini. Antonio è alla seconda prova dopo “Non c’è trucco” (Tunuè), così come Amedei, mentre Massimo ha maggiore esperienza a livello di colorazioni di volumi (“Grand Galop, edizioni Delcourt, Francia); Antonio inoltre è barcellonese come me, per cui quando pubblica qualcosa scatta un meccanismo ibrido un po’ partigiano un po’ ipercritico nei confronto del suo lavoro.
Il libro, realizzato da questi tre autori giovani, è troppo carino ed esilarante, con storie brevi, quasi dei sipareietti teatrali, nelle quali il protagonista chiamato Salsicca (più italiano di così …:-) recita la parte dell’uomo senza scrupoli, del commerciante furbetto, che anche dopo la morte continua la sua attività di venditore stavolta alle dipendenze del Diavolo. Il libro si legge d’un fiato, punta ad essere leggero, si muove tra i luoghi comuni della nostra vita moderna, ed è disegnato ottimamente, con uno stile molto caricaturale e morbido, i colori digitali infine sono ottimi.
Sinceramente non mi dispiacerebbe leggere altre storie di Salsiccia.