Temposlitta: Dottor Strange, Ant-Man, Guardiani della Galassia, Dottor Solar, Supergirl e tanti altri personaggi da festeggiare e ricordare.

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Il nostro amico Dario Janese, super esperto di fumetti USA, insieme agli impegni familiari (dopo un 2023 non proprio facile), di tanto in tanto riesce a scrivere dei pezzi molto interessanti che pubblica sui gruppi social che amministra: Comicart e Raro in particolare.

Dopo quelle del 18 giugno, anche le sue ‘pillole’ di maggio (la maggior parte delle quali pubblicate sotto il titolo TEMPOSLITTA), trovano oggi nuova vita e nuova visibilità in questo articolo impaginato dal sottoscritto.

Si inizia con lo stesso testo con il quale si era concluso l’articolo precedente, e cioè con STRANGE TALES 115, che racconta le origini del Dottor Strange, poi ci sono: Ant-Man, i Guardiani della Galassia, Dottor Solar, Supergirl, Iron Fist, le tartarughe ninja e tanti altri personaggi dei fumetti da festeggiare e/o ricordare. Il prossimo mese ci sarà spazio anche per le sue pillole di luglio.

Siamo felici e grati di avere Dario ‘a bordo’, tutte le volte che è possibile.

mario benenati, Responsabile del sito Fumettomania Factory Magazine on line


TEMPOSLITTA, Gli anniversari fumettistici in ‘pillole”

di Dario Janese

(i post originari sono estratti dai gruppo social COMICART e RARO)

30 maggio 2024

STRANGE TALES 115_cover

L’Autunno del 1963 ci porta la storia delle origini del Dottor Strange su STRANGE TALES 115, il quarto episodio della serie di rincalzo a quella della Torcia Umana, subito ben accolta dal grande pubblico. Dopo anni di tentativi a vuoto – su tutti le 6 storie del Dr.Droom su AMAZING ADVENTURES di due anni prima -, una figura di mistico aveva fatto breccia nell’attenzione, e Stan Lee la connotò subito con i tratti caratteristici della nuova scrittura Marvel.

Stephen Strange è un uomo che risale dopo una caduta, e che da un passato gretto e fatuo trova in sè lo slancio per un insospettabile eroismo. Straordinaria la costruzione della tavola da parte di Steve Ditko, che adotta quasi sempre una scansione di ben 9 riquadri in stile britannico senza diminuire di nulla l’intensità e la tensione del racconto grazie a una variazione continua di scena. Questa è la versione integrale dalla prima edizione.

29 maggio 2024

tales-to-Astonish-antman-cover

Nell’estate del 1962, con data editoriale Settembre, Marvel lancia il suo secondo titolo supereroico solista dopo HULK, ripescando uno dei tanti personaggi dei racconti fantastici delle varie serie, per la precisione di TALES TO ASTONISH 27: Hank Pym, uno scienziato che aveva inventato un siero in grado di rimpicciolire gli esseri viventi. In questo numero 35, aggredito dalle solite spie comuniste, si dota di un costume dandosi il curioso nome di Ant-Man. Lee/Kirby, l’incipit dalla mia copia di collezione.

TEMPOSLITTA: MAGGIO 1984 – ADDIO A AL HUBBARD

AL HUBBARD-vignette con paperino

Al Hubbard è stato uno dei grandi nomi dell’Età d’Argento Disney, da noi amato pochissimo per il suo tratto schematico e spigoloso, ma in sincrono con lo stile dell’animazione dei ’50-’60, che infatti lo vide titolare delle principali versioni a fumetti dei film più famosi di quell’epoca: Peter Pan, Il Libro della Jungla, Gli Aristogatti e Lilli e il Vagabondo.

Ma, soprattutto, in compagnia di Dick Kinney è stato il padre di Paperoga, lanciato dagli Studios in un test su TOPOLINO 453 in Italia, il cui pubblico era considerato dagli USA il parametro per gli studi di qualità di storie e personaggi. Il duo firmerà anche la nascita del gatto di Paperino, Malachia (primo hater di Paperoga), e di altri comprimari meno noti come 01 Paperbond e Mata Harrier, parodie della voga di 007. Classe 1913, Hubbard ha lavorato per tutti gli studi primari americani, da Warner a Hanna & Barbera a Walter Lantz. Curiosamente, di lui è nota la data di nascita (26 Maggio) ma non il luogo, nello stato della California, e il luogo di morte, Fallbrook sempre in California, ma non la data, uno degli ultimi giorni di Maggio del 1984, per cui non è dato di sapere se avesse già compiuto i 71 anni o meno.

TEMPOSLITTA: TUROK, IL CACCIATORE DI DINOSAURI

Turok_gold key

Sul numero 596 della serie ammiraglia della Dell Comics, FOUR COLOR, nell’Aprile di 70 anni fa esordiva il guerriero Mandan all’incrocio tra western e fantascienza: disegnato da Rex Maxon, il suo creatore non è mai stato chiaramente individuato e il merito resta incerto tra Paul Newman (futuro padre di SOLAR), Gaylord DuBois e Matt Murphy.

Dopo due numeri one-shot, Turok ebbe il suo titolo dal numero 3 nel 1956, passando poi al marchio erede Gold Key e ricominciando dal numero 1 nel 1966 (foto sopra, NdR). Il suo è stato poi il terzo e ultimo nome a venire acquisito dalla Valiant di Jim Shooter e inserito, con alcune modifiche, in quell’universo, facendone un nativo delle Terre Perdute teatro del crossover UNITY, e lanciandone una serie di notevole successo che ne accentuava il versante sci-fi con venature lovecraftiane; Turok 1 avrà l’onore di superare in vendite ogni albo Marvel del Giugno 1993, doppiato solo dai numeri di esordio del grande ciclo DC “Il Regno dei Supermen”. La cessione ad Acclaim farà del fumetto una promozione per il relativo videogioco, di grande popolarità. Il personaggio attualmente è proprietà della Dynamite Entertainment.

Lo sviluppo dei Guardiani della Galassia.

MARVEL SUPER-HEROES 18-cover

Nati nel 1968 su MARVEL SUPER-HEROES 18 dalla fantasia di Arnold Drake e Gene Colan, nell’onda della creazione su impulso di Stan Lee di una diramazione fantascientifica a partire dai numeri 64-65 di FANTASTIC FOUR, che allargavano la prospettiva Marvel al livello cosmico.

La storia, molto interessante, rimase però senza sbocco sino al 1974, quando un lungimirante Steve Gerber riprese il gruppo variandone l’aspetto e chiudendo su Marvel TWO IN ONE, la serie della Cosa, la guerra di liberazione terrestre contro i Badoon. L’anno successivo, il contrattacco rettiliano verrà narrato dal dinamico duo in un ampio arco da DEFENDERS 26 a 29, con il debutto dell’enigmatico Starhawk. Le vendite lusinghiere faranno il resto, convincendo la redazione ad affidare ai due il primo corso solista del gruppo a inizio 1976, dal terzo numero di MARVEL PRESENTS 3.

the defenders 28_con i guardiani della galassia
pagina tratta da MARVEL PRESENTS 3

25 maggio 2024

Questa è la leggendaria storia d’esordio del primo Cavaliere Nero in BLACK KNIGHT 1 della Atlas del 1955, dove assistiamo al debutto del Mago Merlino e della Spada d’Ebano, affidata al vendicativo Sir Percy di Scandia, al servizio di Re Artù e contro il perfido Modred e la strega Morgana Le Fay. Testi di Stan Lee e arte del grande John Maneely, di cui invito ad ammirare il cambio continuo di scenario e prospettive, anche nella pagina 4 che conterebbe soltanto uno scambio di dialoghi tra Percy e Merlino.

Prima metà del racconto.

TEMPOSLITTA: 70 ANNI FA, il Capitan America maccartista

Cortesia di RARO, una delle famigerate e introvabili storie Atlas del Cap maccartista primi anni ’50, lo “spaccacomunisti” che la Marvel di un ventennio dopo dichiarerà un sostituto temporaneo all’eroe scomparso nel 1945. Nella realtà editoriale, il pubblico accolse la ripresa in veste reazionaria del Capitano con tale freddezza da far ripiegare l’idea in un cassetto nel giro di un anno.

Questa “Uccidete Cap” è del 1954 e ambientata nella Corea post-conflitto, dove un rilascio di prigionieri di guerra americani – tra ingenuità e qualche uscita becera, tipo insinuare che un dosaggio massiccio di droghe possa rendere comunisti – è l’occasione in una faida all’ultimo sangue con una banda di rossi brutti e cattivi. Sceneggiatura di Don Rico (padre della Vedova Nera e di Lorna la Regina della Jungla) e disegni del giovane John Romita.

Sotto la Versione completa della storia

Dagli Archivi di Solar, l’Uomo dell’Atomo:

doctor solar_cover

In questo numero 15 di fine 1965 di Dick Wood e Frank Bolle (con splendida copertina pittorica di George Wilson), il sabotaggio suicida di uno scienziato causa un’esplosione atomica che innesca una cataclismica serie di terremoti sino a cancellare la civiltà. Il solo modo per Solar di riparare all’accaduto è tornare indietro nel tempo per impedire la manomissione dell’impianto fatale; ma nel processo l’eroe è costretto a rivivere gli eventi e l’incidente che lo hanno trasformato in una creatura di energia vivente, senza poterli alterare. Il mondo viene salvato, ma Solar dovrà convivere con il ricordo del sacrificio di una vita normale con la donna che ama. Il meccanismo verrà in parte riutilizzato da Jim Shooter nel ciclo di apertura della serie Valiant, “Second Death”.

TEMPOSLITTA: MAGGIO 1974 – IL SEGRETO IMPERO

captain america 173 - cover

50 anni fa Steve Englehart portava verso il climax la propria opera più ambiziosa, una sorta di destrutturazione politica del contesto supereroico precedente: l’America ideale è scissa dal suo aspetto di istituzione e di Stato, mostrato infiltrato da forze corruttrici che lavorano per pochi e contro la libertà dei cittadini.

Il suo simbolo, Capitan America, è ricercato e incastrato per omicidio e trova i suoi soli alleati in Falcon – minoranza ed eroe critico per eccellenza – e negli emarginati per definizione, i mutanti di Xavier. Lo scontro sta per arrivare alle porte della Casa Bianca, dove avrà il suo celebre e drammatico epilogo.

PIETRE MILIARI: IL DEBUTTO DI SUPERGIRL

action comics 285-debutto di supergirl

ACTION COMICS 285 nel Febbraio 1962 è ricordato come la presentazione ufficiale al mondo di Supergirl, sin lì una sorta di eroina clandestina. Creata da Otto Binder e Al Plastino in due riprese (un prototipo su SUPERMAN 123 del 1958 e poi la versione definitiva su ACTION COMICS 252 del 1959), rappresentò una sorta di raddoppiamento della narrzione, o meglio triplicazione, dato che già Superboy procurava storie sulla versione adolescenziale dell’Uomo d’Acciaio.

Popolarissima ma mai amata da una discreta parte del pubblico, ha avuto sicuramente il suo apice di visibilità nella morte provvisoria sul settimo capitolo di CRISIS ON INFINITE EARTHS. Questo numero 285 rimane uno degli albi più noti e ricercati della Silver Age DC.

(NOTA A MARGINE: proprio domani troverete una doppia recensione di una miniserie recentissima dedicata proprio Supergirl, in , NdR)

TEMPOSLITTA: MAGGIO 1974 – MARVEL PREMIERE 15

Iron Fist fu un’idea di Roy Thomas, che pensò a una serie nella scia del successo di Bruce Lee al cinema e coinvolse Gil Kane, che dal primo Amazing Man di bill Everett del 1939 trasse l’ìspirazione per l’aspetto del personaggio. Danny Rand era un occidentale dedito alla pratica orientale di un kung-fu mistico, la cui energia veniva da un altro piano di realtà. k’un Lun era naturalmente la Shangri-La del celebre “Orizzonti Perduti”, archetipo delle città mistiche tibetane.

Malgrado l’incostanza della titolarità, passata da Thomas a Wein a Isabella fino a Chris Claremont, Fist ottenne grande riscontro e la sua serie solista, gestita nientemeno che da Claremont e Byrne, che fecero esordire Sabretooth sul n. 14 e composero con Danny e la detective di colore Misty Knight la prima coppia interetnica Marvel di lungo corso, andò bene per vari anni.

Il declino di vendite porterà poi all’appaiamento con Luke Cage – nato a sua volta dallo sfruttamento di un nuovo filone mediatico, la cosiddetta blaxploitation simboleggiata dalla serie di film “Shaft” -, che dal numero 50 manterrà un discreto seguito sino alla metà degli anni ’80, quando Fist verrà provvisoriamente tolto dalle scene sino alla fine del 1991, quando verrà rilanciato proprio da Byrne sulla serie del Principe Namor.


GLI EROI DEL PUBBLICO DOMINIO: THE TARGET (1940)

Nell’autunno del 1940 la nuova moda erano i super-vigilantes, e anche la Curtis Publishing (editrice del celebre Saturday Evening post) volle inserirvisi tramite la sua divisione a fumetti, la Novelty Press. Il progetto fu curato dallo scrittore Richard Briefer sotto il nome Dick Hamilton, e affidato all’artista dell’agenzia Chesler, Bob Wood (co-creatore con Charles Biro dell’archetipale serie noir “Crime Does Not Pay“), con chinatori Jerry Robinson e George Roussos.

La copertina d’esordio fu eseguita da Joe Simon, a quei tempi ancora attivo anche come disegnatore. Nella finzione, Niles Reed era un esperto in lavorazione di metalli – e segretamente anche spia per il governo americano -, che per vendicare la fine del fratello ingiustamente incastrato per omicidio, creava un costume indistruttibile con un bersaglio come pettorale (un motivo che poi ritornerà più volte nella storia Marvel).

Target successivamente prese due assistenti, con varianti rossa e blu del suo stesso costume. La squadra si arruolerà poi nell’esercito dopo l’ingresso in guerra degli USA, e scomparirà nell’estate 1949 per rivedere la luce, con molti altri eroi dell’età andata, in “Project Superpowers” di Alex Ross e Jim Krueger nel 2008.

TEMPOSLITTA: MAGGIO 2004 – ADDIO A JACK BRADBURY

immagini di lavori di JACK BRADBURY

20 anni fa ci lasciava uno dei grandi artisti storici della vecchia Disney, da noi pochissimo noto, ma per lui parla il lavoro svolto sui cartoon PINOCCHIO, BAMBI e la leggendaria sequenza della Pastorale di Beethoven in FANTASIA.

Nato John Morin Bradbury a Seattle nel 1914, passò nel 1947 al settore fumetto per le storie Disney della Western Publishing, a cui Walt Disney in persona premise che per i lavori di Jack non sarebbe mai servita un’approvazione degli Studios (onore mai riservato nemmeno a Carl Barks, che ebbe diverse storie tagliate e censurate). Nonostante dichiarò di preferire di gran lunga disegnare Topolino e Pippo, negli anni aggiunse ben 5 personaggi di apparizione unica all’albero genealogico dei Paperi.

Curiosamente gli capitò anche di disegnare per Walter Lantz il Coniglio Oswald, il primo personaggio Disney, poi scippato all’autore per una clausola contratturale dagli Universal Studios.

TEMPOSLITTA: MAGGIO 1964 – DETECTIVE COMICS 327: Il “NUOVO” BATMAN

60 anni fa John Broome e Carmine Infantino, su mandato del mitico editor Julius Schwartz, davano una sterzata ai titoli in declino di Batman, restaurandone l’originale narrazione in prevalente chiave noir.

Dopo diversi anni di auge di narrazioni fantastiche – a volte spinte a eccessi kitsch -, l’aria era cambiata e il nuovo clima di un’America scossa dal caso Kennedy imponeva il ritorno a toni più realistici e seri. Il cosiddetto “New Look” eliminò gli elementi weird come Bat-Mito e il Bat-Segugio, e indirizzò i titoli in un contesto di azione metropolitana contro avversari pittoreschi ma comunque plausibili, stilema che la celebre serie televisiva consacrò e consegnò ai posteri, in particolare al dinamico duo O’Neil-Adams, che (sempre promossi da Schwartz) doveva succedere a Broome e Infantino introducendo, oltre a un dinamismo grafico inedito, antagonisti come il ritrovato Two-Face, Man-Bat e la famiglia di Ras Al Ghul.

Immagine: l'edizione italiana sugli Albi del Falco Mondadori

8 maggio 2024

TIM HOLT è stata la più popolare serie di una casa editrice a fumetti della Golden Age di nome Magazine Enterprises, per poi cedere il titolo a una testata lanciata dal proprio numero 11: il suo nome era Ghost Rider.

Tim Holt n. 14_cover

LA MAGAZINE ENTERPRISES (1943-1958)

Il marchio MG fu fondato dall’ex editor della National Comics (la futura DC), Vin Sullivan, con l’aiuto della leggendaria coppia Siegel & Shuster, fuoriusciti con causa legale sulla proprietà artistica di Superman. Il Duo cercò di lanciare il suo Funnyman, una stravagante versione eroico-comica del Joker, che però cadde nel vuoto.

A loro subentrò un altro nome di peso, Gardner Fox, che contribuì con l’eroina della jungla Cave Girl, insieme a Bob Powell, la cowgirl mascherata Black Phantom e poi con uno dei pochissimi supereroi in costumi che videro la luce tra il 1950 e il 1956 – quindi prima della Silver Age -, The Avenger, formato in team con Dick Ayers. Ma i profitti della Casa vennero soprattutto da versioni disegnate di serie TV, tra cui il popolare eroe western Tim Holt, la cui serie fu varata nel 1948 e che dal numero 11 ospitò il più famoso apporto MG alla storia del Fumetto: GHOST RIDER, uno sceriffo di nome Rex Fury, ucciso e resuscitato come fantasmatico cavaliere della notte del West.

Creato dal direttore Ray Krank con lo stesso Dick Ayers, dal 1950 ebbe una fortunata serie i cui contenuti violenti e fetish cadderò però vittima del sorgere del Comics Code nel 1954, non prima di aver dato il via ad altre serie western dal piglio ruvido e realistico, “Red Mask”, “Straight Arrow” e “Red Hawk”.

Con la chiusura di MG e il mancato rinnovo dei diritti da parte di Krank, Ghost Rider venne poi esportato da Ayers e offerto alla nuova Marvel di Stan Lee, dove ebbe nel 1967 una breve serie – poi ristampata col nome Night Rider nel 1974 – e venire alla fine ripreso e aggiornato da Friedrich e Ploog come il motociclista infernale che tutti conosciamo.

TEMPOSLITTA: MAGGIO 1954 – GLI ALBI DEL FALCO

Nembo Kid n. 1_maggio 1954

70 anni fa i supereroi conoscevano il primo grande lancio di massa, dopo svariate apparizioni brevi o saltuarie tra il 1939 e il 1948. Capolista della testata Mondadori è Superman, chiamato sino a metà 1966 NEMBO KID per il tacito bando di un termine associato alla cultura nazifascista. Interpolate e soggette a continui tagli e censure (non per iniziative ministeriali, ma per il rigido codice di autodisciplina dell’editore di tempra severamente cattolica, che aveva mandato al macero pochi mesi prima il numero 35 di UraniaL’Era di Satana” di Fritz Leiber, sostituito all’ultimo momento con un altro romanzo), a volte prodotte localmente con esiti raramente interessanti, le storie fecero comunque breccia nell’interesse del grande pubblico, grazie anche al formato tascabile molto economico.

Cronologia nulla, traduzioni fantasia, eppure questa edizione mantiene il suo fascino ingenuo e artigianale, ed è qui che sono apparsi per la prima volta in Italia Flash, Green Lantern, Wonder Woman, Supergirl, Atom, Hawkman, JLA, Martian Manhunter e tanti altri.

TEMPOSLITTA: MAGGIO 1984 – T.N.M.T.

T.N.M.T. 01_1984

40 anni fa esordiva questo codice fiscale diventato quasi dal giorno alla notte uno dei grandi culti della pop culture a cavallo tra i due secoli: quattro tartarughe bipedi dai nomi di artisti rinascimentali e dalle pose ninja, ideate da due amici svitati di nome Laird e Eastman. Apparse su un annuncio a tergo di GOBBLEDYGOOK, un fumetto ciclostilato in b/n autoprodotto dai due in un centinaio di copie, trovarono il lancio e il primo numero a una convention nel Maggio 1984 e da lì non ci fu più modo di liberarsene.

Cartoon, action figures e ogni sorta di gadget hanno delineato un volume d’affari incredibile per quello che nasceva come un atto unico parodia del DAREDEVIL di Miller – tanto che nel numero 1 le creaturine derivano la loro mutazione da un cilindro di sostanze radioattive colate da un tombino dopo aver colpito un ragazzo in seguito alla frenata di un autocarro. Il design antropomorfizzato veniva invece da un altro grande serial indipendente, CEREBUS di Dave Sim. La prima tiratura del n.1 di Maggio (una seconda seguì a Giugno) gira attualmente sui 20-30.000$.

AARN MUNRO, IL PRIMO SUPEREROE

Aarn Munro nasce nell’Autunno del 1935 dalla fantasia di John W. Campbell Jr, uno dei nomi leggendari del periodo di affermazione della fantascienza nella cultura popolare americana. A differenza di Phantom e Flash Gordon, Aarn non è un atletico avventuriero dal grande coraggio pari alla fortuna: è un superuomo. Un terreste nato e cresciuto su Giove, temprato dalla gravità in un corpo erculeo e dall’intelletto superiore.

Questo figlio dell’ottimismo della nuova scienza astronautica è il protagonista di una celebre trilogia apparsa per la prima volta su ASTOUNDING SCIENCE FICTION di fine anno 1935, la rivista che Campbell stesso dirigeva con enorme successo, e su cui lanciò giganti del genere come Heinlein, Sturgeon, De Camp e tanti altri. “The Mightiest Machine” inaugurò un trittico di romanzi dallo schietto sapore pulp, di pura azione, superscienza e nessuno studio psicologico. Ma lo stesso Arn, che era ispirato dagli eroi cosmici de “La Legione dello Spazio” di Jack Williamson dell’anno prima, si impose come l’archetipo scultoreo dell’Uomo del Futuro.

Una trasposizione a fumetti arrivò nel 1940 come “Iron Munro“, disegnata da E. Stoner e scritta nientemeno che da Otto Binder, ma senza esiti di nota, anche perché nel frattempo un altro marcantonio in blu con un mantello rosso si era preso la scena.

La DC Comics molti anni più tardi ne inserì una versione teenager su YOUNG ALL STARS 1, nel 1987, sotto gli auspici di Roy Thomas e Michael Bair, ma anche questa finì nel nulla. Curioso destino per l’autentico precursore di un’intera letteratura popolare, che un pò come Mosè tracciò la strada verso un nuovo territorio ma senza entrarvi mai.


BIOGRAFIA DELL’AUTORE

DARIO JANESE

Dario Janese, torinese, 1964, sociologo e storico americanista, dall’infanzia cultore del Fantastico in tutte le sue forme espressive. Scrittore, saggista e curatore di laboratori letterari e di informazione civile, ha tenuto cicli di divulgazione dell’opera di Lovecraft, Ballard e Pasolini e di lettura storica delle Scritture. Per vari anni ha condotto un blog (Lone Ranger) di storia critica del fumetto e vari gruppi Facebook sulle espressioni del Fantastico nella cultura popolare.


NOTE EXTRA

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La prima stagione di Lone Ranger (articoli di approfondimenti scritti da Dario) la potete approfondire in questa pagina del web magazine:

mentre la seconda stagione la potete rileggere in questaltra pagina del web magazine:



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