Nel corso del 40° giorno del crowdfunding di Fumettomania Factory – APS, il cui obiettivo (giusto per ricordarlo a chi ci legge per la prima volta) è quello di completare l’acquisto delle scaffalature per i locali della Biblioteca-Archivio del Fumetto che apriremo nella nostra città, torna nel nostro magazine l’amico Dario Janese, super esperto di fumetto USA (ma non solo).
Dario impreziosisce questo sito, con i suoi articoli, dal 18 novembre 2019, prima con 39 articoli tratti dal blog Lone Ranger, di storia critica del fumetto e poi con altri 61 articoli rimontati e ri-impaginati da Lone Ranger la PAGINA SOCIAL su FACEBOOK DI STORIA CRITICA DEL FUMETTO.
L’anno scorso abbiamo potuto pubblicare solo 6 articoli di Dario, quest’anno faremo meglio. Oggi, riprendiamo alcuni post brevi che Dario ha pubblicato sul gruppo facebook COMICART che lui chiama Temposlitta. Sono delle piccole “finestre” su ricorrenze e su avvenimenti fumettosi, accaduti nel mese di gennaio e di febbraio di qualche anno fa.
Buona lettura, ed un ben tornato a Dario
Mario Benenati, Responsabile del sito Fumettomania Factory Magazine
Per Dario i Temposlitta, sono delle piccole “finestre” su ricorrenze e su avvenimenti fumettosi, che per tutto l’anno vengono evidenziati nel gruppo COMICART.
Come scrive lo stesso autore:
<< COMICART è un Forum. Cioè una condivisione di opinioni in comune dibattito. Qui NON si fa mercato, NON si fa tifo da stadio e NON si fanno lezioni – quindi non c’è spazio per canali YouTube. La pubblicità di altri Gruppi e siti è ammessa con molta discrezione, chi abusa verrà diffidatoTutto il resto, nel rispetto reciproco e nel desiderio di condivisione, è lecito. >>
TEMPOSLITTA
di Dario Janese
1983 – LA FIRST COMICS
La Casa di Evanstown, Illinois, nacque per sfruttare la nuova realtà del circuito fumetteria (il “direct market”), e il bacino di artisti delle major desiderosi di mantenere la proprietà artistica delle loro creazioni, sulla scia della Eclipse di Gerber, Siegel e Aragones.
I fondatori Levin e Gold iniziarono rilevando dalla Capital le serie BADGER e NEXUS di Baron e Rude, e quindi accolsero nomi come Jim Starlin, Howard Chaykin, Mike Grell, Frank Brunner, Joe Staton e altri. Il titolo più famoso e significativo fu sicuramente AMERICAN FLAGG, capolavoro all’incrocio e noir e sci-fi che anticipava in gran parte la successiva scuola hard-boiled alla Frank Miller.
Del 1985 fu SHATTER di Gillis & Saenz, il primo fumetto interamente digitale (3 anni dopo Saenz si ripetè in Marvel con “Iron Man: Crash”). La First pubblicò anche l’adattamento a fumetti di “Eternal Champion” di Moorcock, e la versione inglese del manga LONE WOLF AND CUB di Koike e Kojima. La Casa cessò le pubblicazioni nel 1991.
FEBBRAIO 1973: ALAN FORD 44
50 anni fa Secchi & Raviola, all’apice del loro percorso creativo su quello che è per me il più bel serial italiano di sempre (opero lo stralcio di CORTO MALTESE, non trattandosi di lavoro seriale), si danno ai bagordi ideando una storia dove i due appaiono divertirsi come dei matti, e che vede tutti contro tutti in una grottesca guerra tra poveri che rende evidente come mai il debito con l’imperitura saga “L’Armata Brancaleone” di Monicelli. Una sarabanda di trovate vaudeville che muove al riso solo sino a che non si considera lo scenario di amara dissociazione dei valori che la permea.
FEBBRAIO 1963: IDEFIX
60 anni fa, in “Asterix e il Giro di Gallia” debuttava per le strade di Lutezia un minuscolo cagnolino affamato, adottato dal gigantesco ma quasi del tutto gentile Obelix: diverrà una mascotte fissa, ma talvolta anche un elemento risolutivo (sarà lui a salvare il gruppo dai labirinti delle piramidi). Il suo nome risulterà da un concorso sulla rivista PILOT, e in America verrà trasposto in Dogmatix, gioco di parole tra “dog” e “dogmatic”.
FEBBRAIO 1963 : MAGNUS, ROBOT FIGHTER
60 anni fa debuttava per la Gold Key erede della Western Publishing, partner storico di Dell passato alla produzione di fumetti in proprio. Dopo SOLAR, MAN OF THE ATOM l’editore confermò la linea narrativa fantascientifica allora prevalente in DC e nella nuova Marvel, lanciando le avventure del distruttore di robot in un futuro distopico dominato dalle macchine, creato da Russ Manning, poi tra i più famosi disegnatori di Tarzan, dal tratto limpido e classico degno erede di Alex Raymond. Il personaggio verrà poi recuperato a inizi anni ’90 dalla Valiant di Jim Shooter.
10 febbraio 2023: STRANGE TALES #135
STRANGE TALES #135, l’inizio di una nuova era, non soltanto per Nick Fury – resettato da ruvido veterano del Secondo Conflitto a superspia iperteconologica sulla scia del successo mondiale dello 007 cinematico- , ma per l’intero Marvel Universe. Della serie degli Howlin’ Commandos verranno mantenuti Dum Dum Dugan e Gabe Jones (primo eroe di colore della nuova Marvel), e aggiunti Sitwell, Quartermain – evidente omaggio di Jim Steranko all’aventuriero Quatermain di Rider Haggard – , la Contessa Valentina De Fontaine, Gaffer (l’equivalente del Q di Bond), e recuperati dal periodo Atlas l’agente orientale Jimmy woo e il villan Yellow Claw del grande Joe Maneely.
FEBBRAIO 1973: FOOM 1
FOOM (sigla di Friends Of Old Marvel) è stata la fanzine interna della Casa delle Idee, voluta da Stan Lee come erede della Merry Marvel Marching Society e di Marvelmania, rivista appaltata ad altri ma di scarso successo e breve durata.
Fu Jim Steranko, appena riappacificatosi con Lee, a rilevare tutti i ruoli esecutivi e parte di quelli creativi per l’intero primo anno, in cambio della possibilità di promuovere la propria attività di storico del Fumetto. Oggi FOOM è ricordata quasi soltanto per il prototipo di Wolverine apparso sul numero 2 (splendida copertina con Hulk di J.S.) come candidato di tal Andy Olsen al concorso per un nuovo personaggio Marvel.
Ma, mentre il cyborg rigenerativo di Olsen entrò senza alcun dubbio nel processo di definizione del venturo mutante canadese, l’effettivo vincitore – il villain “Humus Sapiens”, di Mike Barreiro, non vide mai una pagina di pubblicazione sino a 28 anni dopo, quando ne apparve una versione mutante sulla rampante serie THUNDERBOLTS, numeri 54-55 del 2001. Barreiro non trovò un avvenire nel fumetto, ma in compenso i numeri 1 e 5 videro le fan art di giovani lettori di nome Steve Rude e John Byrne. FOOM chiuse i battenti nel 1978.
SPECIALE 1889
Con i recenti ingressi nel gruppo che hanno spostato ancora più su la nostra media, riposto questo contenuto, a suo tempo sfuggito a tanti.
“Si pensava comunemente che la prima comparsa dei testi all’interno dei disegni in Italia risalisse alla testata JUMBO, che per Lotario Vecchi editore nel 1932 portò l’uso delle pipe dalle riviste britanniche anni ’10, irritando puristi e accademici introducendo la “barbarie” di sovrapporre scritte e spazi bianchi alla grafica, mentre sino ad allora i testi erano sempre stati relegati a piè di riquadro, e possibilmente in rima, come nel classico “Corriere dei Piccoli” (1908). Ma non è così.
Se il primato del balloon rimane comunque a JUMBO, l’inserimento del testo nel riquadro – che configura la matrice del fumetto – è di molto precedente e si deve al NOVELLINO di Calzone e Villa di Roma, all’esordio nel 1899. Non solo la rivista, curata dal genio di Enrico Novelli detto YAMBO – autore nel 1910 del primo corto di fantascienza italiano e nel 1935 del primo fumetto di fantascienza italiano -, introdusse l’impianto narrativo a pagina intera con una breve storia narrata in 4/6/8 riquadri, ma già allora Yambo mise le frasi in evidenza in pieno riquadro, come potete seguire nella gag horror in prima pagina del numero 22 di Giugno in prima annata.
Il NOVELLINO arrivava quindi di soli 5 anni dopo lo Yellow Kid di Outcault, che fu anche primo e solo a pubblicare in una quarta di copertina nel 1901, per quanto ricolorato e privato dei testi – il che fa di questo numero introvabile uno dei Graal del fumetto italiano.
Febbraio 1973: T H A N O S
50 anni fa Jim Starlin si inseriva in un copione di Mike Friedrich per presentare il futuro supervillain che dal mese successivo avrebbe fatto da polo ostile alla saga che inaugurava la sua gestione di un redivivo Capitan Marvel, dal numero 25.
Come noto, Thanos nacque dal plagio di Darkseid istigato dalla redazione Marvel, ma il lato estetico fu preso superato da una inquietante interpretazione nihilista: il titano folle era tale non per la solita brama di dominio assoluto, ma perchè il dominio era per lui solo un mezzo per lo scopo finale di conquistare la sua amata. E la sua amata non era una modella aliena o una nobile saturniana, ma la Morte in persona – sempre al suo fianco, incappucciata e di aspetto cangiante da beltà azzurrina a classico teschio dell’iconografia popolare.
Questo bizzarro rapporto sarà il tema portante di mezzo secolo di vicende spesso barocche e freudianamente ritorte, e il motivo occulto della vulnerabilità di Thanos a Warlock, il solo personaggio per cui dall’inizio la morte sia stata un dettaglio, una porta girevole in un’esistenza segnata da un’evoluzione costante e inarrestabile, ma apparentemente priva di scopo.
1923: LE ALICE COMEDIES
Un secolo fa, un
senza mezzi e senza dimora (abitava dal fratello Roy dopo il fallimento dello studio Laugh-o-Gram),dopo vari tentativi capitò al posto giusto al momento giusto: i Winkler Studios avevano bisogno urgente di un rimpiazzo dopo la rottura con Pat Sullivan, che si era portato via il suo Felix. Disney aveva pronto il pilota di quella che sarà la serie di ALICE’S WONDERLAND, il primo caso di interazione tra attori e cartoon, dove la piccola Virginia Davis si aggirava in un mondo onirico popolato di esseri bizzarri, in un’atmosfera di giocosa follia. La prima locandina usava ancora l’immagine del popolarissimo Felix, su cui dopo che il filone si esaurirà nel 1927 lo stesso Disney baserà il suo Oswald Coniglio Fortunato. In 5 anni furono girati ben 57 cortometraggi con 3 attrici diverse. 16 risultano essere andati persi.
GENNAIO 1963: SERGIO ARAGONES
Il luogo è il numero 76 della rivista-culto della satira a fumetti, MAD.
Il debutto è di Sergio Aragones Domenech, anche detto “l’uomo più amato del Fumetto”: valenciano classe 1937, fuggito dalla guerra civile con la famiglia in Messico, diventa architetto e allievo di mimo sotto Alejandro Jodorowsky.
Nel 1962 arriva a New York, dove sarà uno degli autori cardinali di MAD e il primo detentore dei pieni diritti del creatore, per il celeberrimo GROO, i cui testi affiderà dall’inizio a Mark Evanier. Il suo stordito mercenario vagabondo esordirà sul n.1 di DESTROYER DUCK, titolo di satira di Steve Gerber e Jack Kirby lanciato per finanziare la causa con Marvel per la proprietà artistica di Howard the Duck, insieme a Jerry Siegel e altri. Il medioevo amaro e fantastico di Groo si farà un suo pubblico fedele, percorrendo un arco editoriale che va da Eclipse a Pacific a Marvel a Image a Dark Horse.
GENNAIO 1953: EL SARGENTO KIRK
Il 9 Gennaio di 70 anni fa debuttava in Argentina sul numero 225 di MISTERIX un sergente di nome Kirk, veterano della Guerra Civile e poi disertore in nome della difesa dei nativi americani minacciati da una civiltà il cui motore paiono prevaricazione e lucro. I suoi autori si chiamano Hector Oesterheld e Hugo Pratt, ed entrambi portano il segno del loro personaggio, spiriti libertari e idealisti dai due destini molto diversi. A Kirk l’editore Ivaldi intitolerà la leggendaria rivista che nel 1967 vedrà la nascita di un altro eroe senza bandiera, il marinaio Corto Maltese.
AGAR
AGAR di Gigi-Moliterni (1970) è un capolavoro di immaginario barocco in connubio con la grafica psichedelica in voga quegli anni grazie al successo planetario di YELLOW SUBMARINE.
Un folle giocattolaio ha lanciato nel cosmo un’armata di automi assassini per sostituire la vita organica con meccanismi programmati. Due adolescenti, soli superstiti dei rispettivi pianeti, a bordo di una libellula interstellare portano il sole modo di distruggere gli invasori, una bomba a fiori che ne sbriciola gli ingranaggi.
La crociata si snoda attraverso mondi dove gli abitanti sono sagome su binario in un’immenso palco teatrale, palazzi-labirinto dall’architettura organica che precorrono Arzach di Moebius e livelli diversi di un sogno usato come scacchiera in una partita mortale tra determinismo e libertà. Testi minimali alla portata di chiunque e un rococò floreale spinto che esalta la plasticità delle anatomie di Robert Gigi, già apprezzata sul softcore d’azione SCARLETT DREAM (1965).
Versione italiana tronca sul Corriere dei Ragazzi 1972-1973, per il quale peraltro era stata in origine realizzata su commissione del direttore L. Francesconi. La serie completa (in realtà interrotta poco dopo la metà dei ’70) è reperibili in 3 volumi cartonati della Dargaud dal 1974 al 1976.
Del perchè non potete non leggere PHILEMON e di come poi non sarete più gli stessi.
FINE PER ORA
BIOGRAFIA DELL’AUTORE
DARIO JANESE
Dario Janese, torinese, 1964, sociologo e storico americanista, dall’infanzia cultore del Fantastico in tutte le sue forme espressive. Scrittore, saggista e curatore di laboratori letterari e di informazione civile, ha tenuto cicli di divulgazione dell’opera di Lovecraft, Ballard e Pasolini e di lettura storica delle Scritture. Da vari anni conduce un blog (Lone Ranger) di storia critica del fumetto e vari gruppi Facebook sulle espressioni del Fantastico nella cultura popolare.
NOTA EXTRA
La prima stagione di Lone Ranger (articoli di approfondimenti scritti da Dario) la potete approfondire in questa pagina del web magazine:
mentre la seconda stagione la potete rileggere in quest‘altra pagina del web magazine: