Iniziamo il 2019 col botto!
Abbiamo RICEVUTO dall’amica Costanza Danovi questo progetto di Emergency e lo DIFFONDIAMO con molto piacere e con la consapevolezza che è molto importante.
Questo post ci riporta idealmente al triennio 2013-15, quando ideammo, prozionammo e portammo in giro per l’Italia, il progetto culturale-umanitario “Sulla stessa barca” il primo che a livello nazionale in campo artistico diede visibilità e voce al fenomento dell’immigrazione.
Lo scorso 13 dicembre, EMERGENCY ha lanciato il progetto editoriale “Dove l’erba trema. Vite invisibili nelle campagne d’Italia”.
E’ un racconto diviso in tre capitoli, ambientati in tre territori diversi, diventati simbolo dello sfruttamento dei braccianti, i più vulnerabili di tutta la filiera agroalimentare: Castel Volturno (Campania), l’area della Capitanata (Puglia) e la Piana di Gioia Tauro (Calabria). Ogni capitolo è accompagnato dalle illustrazioni di un celebre fumettista: Gianluca Costantini, Simona Binni, Mattia Surroz, con la collaborazione anche di Sio.
Solo qualche settimana fa, un diciottenne gambiano, Souaro Jaiteh, ha perso la vita in un rogo nella baraccopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro. La tragedia ha evidenziato, per l’ennesima volta, le drammatiche condizioni di vita di chi abita in veri e propri ghetti, non più blindati da minacciosi recinti, ma ugualmente senza uscita. EMERGENCY ha incontrato molte persone come Souaro nelle sue strutture ha deciso di raccontarne la storia, nella speranza di renderle un po’ meno invisibili.
Sempre dal 13 dicembre è possibile scaricare il primo capitolo “Sul margine di primavera. Racconti da Castel Volturno” su https://dovelerbatrema.emergency.it.
Buon anno nuovo a tutti
Mario Benenati
DOVE L’ERBA TREMA
Vite invisibili nelle campagne d’Italia
PRIMO CAPITOLO:
Prefazione del primo racconto:
SUL MARGINE DI PRIMAVERA.
<<Lavorare nelle campagne vuol dire entrare nel cuore del sistema socio-economico di un paese largamente agricolo come l’Italia, toccandone le aree e i gruppi più vulnerabili (migranti, indigenti, italiani… persone).
Questo si inserisce a pieno nel mandato del Programma Italia di EMERGENCY: assistere – nella pratica quotidiana – chi non ha voce e chi ha difficoltà di accesso a un Sistema Sanitario che è Nazionale e che nella realtà spesso è parcellizzato in mille rivoli che si perdono tra interpretazioni delle norme a livello regionale e – spesso – di ogni singola Azienda Sanitaria.
L’idea di un progetto dedicato ai braccianti è nata nel 2011 durante il periodo degli sbarchi dal Nord Africa a seguito della “primavera araba”. Mentre molte organizzazioni erano – giustamente – concentrate nelle zone di sbarco, principalmente nel sud della Sicilia, noi, già attivi con il Programma Italia, abbiamo deciso di non sovrapporre sforzi e risorse in un ambito già presidiato. Abbiamo portato il nostro contributo in aree “neglette” e, all’epoca, lontane dal mainstream dei media, ma dove emergevano bisogni tragicamente oggettivi e, soprattutto, dove i diritti erano molto spesso disattesi con la complicità della criminalità organizzata, della crisi economica e della presenza di “nuova forza lavoro” appena arrivata e quindi facilmente sfruttabile. Abbiamo quindi iniziato a collaborare con le istituzioni locali, partner fondamentali per la buona riuscita di un progetto, per portare assistenza socio-sanitaria ai braccianti, cercando di garantire loro il diritto alla cura, sulla base di un approccio orientato all’inclusività, fondato sui principi della nostra Costituzione e attento ai determinanti sociali di salute.
Capitanata, Basilicata, Piana di Gioia Tauro, Sibari, Cassibile, Fascia Trasformata, Castel Volturno, sono alcune delle località nelle quali abbiamo lavorato, tutti luoghi periferici e spesso nascosti nelle campagne, ma ben noti agli operatori umanitari e del sociale.
La pratica quotidiana in queste zone ci ha aperto, e continua ad aprirci, scenari di sfruttamento lavorativo, di vita e di condizioni igienico- sanitarie indicibili per un paese democratico. Abbiamo incontrato la schiavitù, abolita e aborrita nelle dichiarazioni di principio, praticata e tollerata in tante aree del Bel paese.
Abbiamo sentito il dovere, come operatori umanitari e testimoni oculari, di fare da megafono a quelle voci che troppo spesso vengono sopraffatte dal frastuono di polemiche sterili e facili strumentalizzazioni. Così è nata l’idea di un racconto, tessuto come una fitta rete di voci e di luoghi sullo sfondo di un presente che richiama costantemente il passato. Tuttavia, non è al passato che guarda questo lavoro.
È pensando al futuro che abbiamo deciso di ripercorrere non solo le nostre vicende e quelle delle persone incontrate, ma anche la storia di un intero paese. Questo cammino ci ha insegnato che i diritti non sono immutabili; al contrario, a volte anche quelli dati per acquisiti possono essere messi in discussione con un’erosione lenta, quotidiana e impercettibile, che passa inosservata. Di fronte a questa consapevolezza abbiamo voluto dare il nostro contributo per rafforzare il diritto alla cura, affinché questo non diventi un privilegio.
Speriamo di poter dare, attraverso questo lavoro, un respiro più ampio alla nostra attività quotidiana, perché diventi la cassa di risonanza di una cultura di pace e di rispetto dei diritti umani. Ma soprattutto ci auguriamo che questo lavoro possa gettare luce sui recessi in ombra del nostro paese.
Proprio in questi luoghi, dove prosperano sfruttamento e ineguaglianze insieme ad altre inevitabili problematiche sociali, “la cura”, intesa come insieme di azioni che mirano a garantire uno stato di benessere generale strutturato della persona, può diventare qualcosa di più ampio: non solo un atto dovuto nel rispetto della dignità essenziale di ciascun membro della famiglia umana, ma anche un momento di presa di coscienza da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle persone assistite fino alle istituzioni, che la “normalità” e lo sviluppo di una società inclusiva sono possibili. Ed è qui che la cura diventa una pratica sociale.
— Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY >>
ALCUNE PAGINE ESTRATTE
DAL PRIMO CAPITOLO
DISEGNI DI GIANLUCA COSTANTINI
EMERGENCY a Castel Volturno
Lo staff di EMERGENCY è arrivato a Castel Volturno nel 2013 con una unità mobile. Nel giro di due anni abbiamo aperto un ambulatorio fisso per fare fronte a tutte le richieste di un’assistenza sanitaria adeguata e dignitosa.
Un dato significativo riguarda la presenza femminile, che nel corso degli anni è progressivamente cresciuta in relazione all’aumento delle donne, vittime dell’ingente giro di affari della prostituzione.
Proprio a queste donne EMERGENCY ha dedicato una specifica unità di strada, con l’obiettivo di facilitare il loro accesso ai servizi sanitari territoriali, alle informazioni sulle malattie sessualmente trasmesse (MST) e sulle abitudini a rischio.
Dall’aprile 2014 il personale di EMERGENCY è riuscito a entrare in contatto con oltre 983 donne.
Attraverso l’ambulatorio, EMERGENCY svolge anche attività di promozione della salute, di prevenzione e dell’educazione alimentare. Proprio quest’ultima è al centro di un progetto, realizzato in collaborazione con le scuole primarie del territorio e con
la ASL, che nel corso del 2017 ha coinvolto in numerosi incontri tre istituti scolastici di Castel Volturno per un totale di 95 bambini. L’importanza del progetto su questo territorio, caratterizzato da un’elevata concentrazione di cittadini stranieri – circa 15.000, su un totale di 25.592 residenti, dei quali 3.954 stranieri regolarmente censiti – emerge dai dati.
Dall’inizio delle attività nel gennaio 2013 a novembre del 2018, 8.724 persone hanno usufruito dei servizi di EMERGENCY, per un totale di 44.283 prestazioni erogate. Considerando la sola attività dell’ambulatorio fisso, dal 1 aprile 2015 al novembre 2018 EMERGENCY ha assistito oltre 6.681 pazienti ‒ la maggioranza dei quali è costituita da persone di origine nigeriana e ghanese, (rispettivamente 57% e 23% nel 2018) soprattutto braccianti ‒ per un totale di oltre 35.656 prestazioni erogate.
All’ampia percentuale di popolazione straniera non corrisponde un’adeguata offerta di servizi dedicati. Non esiste ad esempio un servizio di mediazione culturale adeguato, che invece sarebbe fondamentale, soprattutto in contesto medico.
A distanza di cinque anni dall’avvio del progetto, lo staff di EMERGENCY continua a registrare una percentuale mensile di primi accessi del 20-25%. Ma sono tanti quelli che ritornano all’ambulatorio. Castel Volturno è una tappa centrale nelle rotte stagionali dei migranti che si muovono sul territorio italiano.
BIOGRAFIA/BIOGRAPHY
Gianluca Costantini un artista attivista che da anni combatte le sue battaglie attraverso il disegno. Censurato sul web dal governo turco, ha indignato molti lettori francesi per un breve fumetto sulla storia dei terroristi di “Charlie Hebdo”. Collabora attivamente con le organizzazioni ActionAid, Amnesty, Cesvi, ARCI e Oxfam. I suoi disegni sono diventati il racconto del HRW Film Festival di Londra, del FIFDH Festival dei diritti umani di Ginevra, Del Festival dei Diritti umani di Milano e del Festival di Internazionale a Ferrara.
Dal 2016 accompagna con i disegni le attività di DiEM25 Democracy in Europe Movement 2025 il movimento fondato da Yanis Varoufakis e collabora attivamente on-line con l’artista Ai Weiwei.
Nel 2017 è stato candidato al European Citizenship Awards.
Ha Pubblicato storie a fumetti su “Internazionale”, “Pagina99”, “D la Repubblica”, “Narcomafie” e “Corriere della Sera” in Italia, su “LeMan” in Turchia, sul “Courrier International” e “Le Monde Diplomatique” in Francia, su “World War Illustrated” negli Stati Uniti. Collabora con i portali di informazione americani CNN, Words Without Borders e Muftah Magazine, con l’inglese The New Arab e l’olandese Drawing the Times, in Italia con ilPOST, Focus e Graphic News.
I suoi ultimi libri sono Fedele alla linea, Diario segreto di Pasolini, Pertini fra le nuvole, Arrivederci Berlinguer, Cena con Gramsci, Julian Assange dall’etica hacker a Wikileaks per le Edizioni Becco Giallo e Cattive abitudini, L’ammaestratore di Istanbul e Bronson Drawings per GIUDA edizioni, Officina del macello per Eris Edizioni e per NdA ha pubblicato Le cicatrici tra i miei denti.
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