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Stagione di caccia è un romanzo a fumetti di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari pubblicato da Tunué edizioni, qualche mese fa. Ecco la nostra recensione
Mario Benenati, curatore del web magazine “La Mediateca di Fumettomania”
STAGIONE DI CACCIA
Graphic novel
di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari.
Recensione di Alberto c. e Mario B.
Premessa
Abbiamo letto sul web alcune recensioni su quest’opera ed abbiamo letto, ad esempio, che conterrebbe: <<le visioni di un’umanità meschina e crudele raccontate in Battuta di cacci da Enki Bilal>>: il lusinghiero ed impegnativo paragone con la celeberrima graphic novel straniera ci ha incuriosito.
Il romanzo capolavoro “Battuta di caccia” del 1981 scritto da Pierre Christin e illustrato da Enki Bilal era frutto di un periodo storico ben preciso, di due autori che avevano fatto un percorso narrativo stilistico ed anche politico; questo, invece, è un fumetto interessante, anche se non del tutto riuscito.
Fine premessa
APPUNTI DI CRITICA
Non ci sembra, però, corretto il paragone sopra espresso: per maggiore spessore artistico del volume BD risulterebbe pesantemente negativo per il duo italiano.
Le pagine, infatti, avrebbero necessitato di maggiore cura per i dialoghi e le didascalie, tendenti al retorico ed alla ripetizione eccessiva, forse condizionati dall’ansia del narratore di chiarire da subito la propria visione del racconto e facilitare al lettore la comprensione della vicenda in tutte le sue sfumature.
Spesso i dialoghi risultano eccessivi, tendendo alla ponderosa analisi o didascalica spiegazione, appesantendo la lettura e dando la fastidiosa impressione di leggere un canovaccio teatrale, o un pamphlet socio-politico.
Davvero un peccato, perché l’idea di base poteva funzionare ed avrebbe necessitato di qualche semplice correttivo per risultare vincente: volendo fare un esempio, si ricordi la sequenza dell’interrogatorio, poco credibile nella libertà di divagazione concessa all’indagato, sconfinando nella pretestuosità funzionale alla narrazione.
Immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti Immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti Immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti Immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti
In questo volume viene ritratta una piccola comunità appenninica, avvelenata da un clima di sospetto per alcuni furti verificatisi (e subito attribuiti agli immigrati): un borgo sonnolento, incentrato sulla caccia ai cinghiali e le cui antiche tradizioni si scontrano con il moderno, rappresentato anche dall’azienda di prodotti biologici locale, gestita da tre donne.
Siamo così alle prese con alcune tematiche nella nostra società contemporanea: la paura dell’immigrato (o del diverso in generale), la chiusura delle piccole comunità, la prevaricazione sulle donne, il rispetto della natura, l’uso sconsiderato delle armi, per citare.
Temi di attualità non certo facili ad essere trattati: il rischio in cui incorre lo sceneggiatore (e purtroppo talvolta accade) è quello di operare con cliché visti e rivisti semplicistici, peccando di superficialità.
I personaggi, però, al netto della verbosità, sono interessanti: presentano caratteri variegati ed in alcuni casi ben delineati e credibili, mostrando ognuno anche le proprie miserie, senza prese di posizioni manichee.
Se all’inizio, infatti, sono i personaggi femminili ad offrire una maggiore gamma di sfumature, oltre a sembrare la parte sana della società locale, nel corso della narrazione anch’essi si macchieranno di azioni negative, ma soprattutto mostreranno di avere supinamente assimilato le grette posizioni dei loro compagni, senza particolare scrupolo per chi metta in pericolo la loro sopravvivenza.
Bruno, invece, capo dei cacciatori e propugnatore delle tradizioni, svelerà nel corso della vicenda una profondità inaspettata, sino ad una cupio dissolvi, che oltre a conferirgli i contorni di figura tragica, lo accomunerà con il personaggio di Giulia, ex terrorista e schiacciata da un sentimento di estraneità.
Anche la conclusione, nella sua drammaticità risulta piuttosto indebolita dal filosofeggiare del personaggio presente, togliendo purtroppo parte del pathos.
LA GRAFICA
Graficamente l’opera è decisamente gradevole: il segno di Cannucciari risulta plastico ed espressivo, attento alla recitazione dei personaggi ed alla cura delle ambientazioni; anche le tavole risultano cromaticamente bilanciate, felici nella scelta delle inquadrature che supportano la narrazione, creando un’atmosfera a tratti plumbea in sintonia con il tenore drammatico dei testi.
La scelta della mezza tinta sembra, infatti, azzeccata: rende efficacemente l’atmosfera di incertezza e di cupa minaccia nella quale è avvolta la vicenda narrata ed il vero protagonista della storia: il bosco, o meglio ancora, la natura.
Indifferente ai destini dell’uomo.
GLI AUTORI
Emiliano Pagani (Livorno, 1969).
Biografia dal sito http://comics.feltrinellieditore.it/

E’ stato per 25 anni uno degli autori di punta del “Vernacoliere”. Insieme a Daniele Caluri crea e produce i volumi di Don Zauker, vincitore di numerosi premi nazionali, tradotto anche in francese e spagnolo, di cui è autore di soggetti e sceneggiatore.
Negli anni collabora con la rivista “Il Mucchio” e con “Il Male” di Vauro e Vincino. Nel 2012, sempre in collaborazione con Daniele Caluri, crea la serie umoristica Nirvana, per PaniniComics. Nel 2015 inizia a collaborare con Sergio Bonelli Editore per alcuni albi di Dylan Dog.
Per Tunué pubblica la graphic novel Kraken, con i disegni di Bruno Cannucciari che vince il premio Romics e il premio Boscarato come miglior fumetto italiano e che viene pubblicato in Francia, Belgio, Polonia e Spagna.
Per Feltrinelli Comics ha pubblicato Don Zauker. Ego te Dissolvo (2019; con Daniele Caluri) e Don Zauker. Santo subito. Inferno e paradiso (2019; con Daniele Caluri).
Bruno Cannucciari
(biografia estratta dal sito https://www.cart-gallery.com/)

Bruno Cannucciari nasce a Roma (Italia) il 4 dicembre 1964. Esordisce giovanissimo sul mensile Comic Art riprendendo il personaggio di Yellow Kid in una storia un po’ folle e piena di colpi di scena. In seguito realizza, sulla stessa rivista, Franco&Bruno, storie sul mondo dei fumetti visto dietro le quinte, ritraendo nei due protagonisti se stesso e l’autore dei testi, il critico Franco Fossati.
Assunto nel novembre 1986 dal neonato quotidiano economico Italia oggi come vignettista e illustratore, dirada per qualche tempo la produzione fumettistica ma perfeziona la sua tecnica. Alla fine del 1988 dà vita, sulle pagine del mensile Lupo Alberto, a Winny, un ragazzo dalla fantasia scatenata, dedicandosi poi prevalentemente alla realizzazione di Lupo Alberto, il personaggio creato da Silver, per il quale scrive e disegna storie e illustra copertine e merchandising d’ogni tipo. Si è occupato dei model-sheet dei personaggi della prima serie di cartoni animati di Lupo Alberto e la fattoria McKenzie. Ha pubblicato fumetti anche per L’isola che non c’e’ (Gli idronauti).
Sempre da Silver, a metà degli anni Novanta, riceve l’incarico prestigioso di occuparsi delle tavole autoconclusive di Lupo Alberto, attività che prosegue tutt’ora firmandone quasi 2.000. Ha illustrato libri e opuscoli per Mondadori, Berlitz, De Agostini, Slow Food, Amministrazioni Comunali e manifestazioni fumettistiche. Ha realizzato la serie “Megatedh” per Splatter (al momento ferma) e gli inchiostri per “Nirvana” di Caluri/Pagani pubblicato dalla Panini.
SCHEDA TECNICA
STAGIONE DI CACCIA

Soggetto e sceneggiatura: Emiliano Pagani
Disegni: Bruno Cannucciari
Edizioni Tunué
Illustrazioni di copertina: Bruno Cannucciari
92 pagine in b/n, cartonato, 19,5×27 cm
euro 17,00
info@tunue.com | www.tunue.com