SPECIALE “LE DONNE NEL FUMETTO”
DICIOTTESIMA PUNTATA
Si continuano a pubblicare gli articoli di ‘taglio’ storico che compongono la prima parte dello speciale “Donne nel fumetto”.
Dopo tanti articoli interessanti su: Betty Boop, sui primi personaggi femminili dei fumetti), su Miss America , sulle compagne di Superman e Batman, e sulla diversità di genere nel fumetto supereroistico, su Grazia Nidasio, sulle eroine dei cortometraggi Disney, sulle donne di Flash Gordon, ed un articolo sulle ex fanzinare, oggi pubblico un articolo di Cesare Giombetti, dedicato a un autore/autrice poco conosciuta in Italia: Jeffrey Catherine Jones.
Buona lettura
Mario Benenati, direttore culturale del web magazine Fumettomania
IDYL di JEFFREY CATHERINE JONES
ovvero DELL’EMANCIPAZIONE ATTRAVERSO L’INGENUITÀ
di Cesare Giombetti
73 anni fa nasceva uomo Jeff Jones, poi divenuto Jeffrey Catherine Jones, artista (scomparsa nel 2011) che, nell’opinione di chi scrive, nel fumetto e non solo, ha sondato e dipinto la femminilità, sia dal punto di vista grafico che narrativo, in un modo peculiare raramente raggiunto da altri. Dimostrò poi come quella sensibilità fosse parte integrante della sua essenza, arrivando a farsi riconoscere lo stato civile di donna.
Jeffrey Jones produsse diverse opere di cui si parla nella nota bio-bibliografica, troppo poco conosciute in Italia, e partecipò a quell’esperienza seminale che fu The Studio e che vide protagonisti altri tre mostri sacri del fumetto (e non solo): Bernie Wrightson (morto nel marzo del 2017), Mike Kaluta e Barry Windsor-Smith.
In questa sede però ci si concentrerà in particolare su un suo personaggio comparso su National Lampoon fra il 1972 e il 1975, visto in Italia a cavallo tra fine anni ’70 e prima metà degli anni ’80.
Si tratta di Idyl, sorta di Eva in una sorta di paradiso terrestre.
Per quanto riguarda il tratto della Jones, potrete ammirare da voi nelle tavole che portiamo ad esempio la capacità di rappresentare una femminilità vera, formosa, e non troppo idealizzata o iconica, come spesso è accaduto invece in Italia o nel fumetto di supereroi o giapponese. Uno stile che si avvicina dunque più agli obiettivi della ricerca di pittori del passato, da Caravaggio a Klimt a Kokoshka, che non a quelli dei colleghi fumettisti, tendenzialmente più propensi (anche perché è una naturale tendenza della nona arte) all’idealizzazione. Dionisiaco contro apollineo dunque, ancora una volta. Corpi “veri”, adiposi o grembi gonfi proliferi contro corpi iperuranici. Una scelta di campo già nel segno grafico, dunque. Notevole poi il sapiente uso dei “neri”, che animano e danno tridimensionalità, passando quasi dal disegno alla scultura, a tutti i personaggi della storia.
I testi completano poi il percorso solcato dal segno esplicitando gli obiettivi di quest’opera. La principale protagonista è infatti una donna ingenua che scopre il mondo come fosse una bambina, per giunta illetterata. Anche gli altri protagonisti saranno così, o almeno gli umani, mentre gli animali sono dubbiosi, ma più esperti delle cose del mondo. Si tratta quindi di un vero e proprio capovolgimento del mito biblico, dove la purezza iniziale è candore infantile inadeguato nel corpo degli adulti. E’ anche uno stravolgimento del cliché dell’eros che all’epoca impazzava. Idyl offre la sua nudità imbarazzante non imbarazzandosi, non curandosi della carica di sensualità che emana.
Potrebbe apparire a questo punto un’opera reazionaria e anti-femminista, che vede la donna come inferiore e non in grado di emanciparsi. Ci sentiamo di dire invece che si tratti proprio dell’opposto: di una allegoria dell’emancipazione, intellettuale e fisica, dove la donna stravolge il cliché di oggetto e domina, imponendo il modello fisico e intellettuale opposto a quello affibbiatole dall’uomo. In questo nuovo mondo la donna non è più oggetto sessuale e ricostruisce un modello a partire da una tabula rasa che riempie però con le sue nuove idee, apparentemente ingenue solo perché non aderenti al modello dominante.
Nella tavola sopra allegata troverete un esempio di questa capacità di ri-creare e ri-plasmare le idee. Non ci sono più idee innate o non si può distinguere fra avventizie e fittizie come avrebbe voluto Cartesio. La donna è nuovo demiurgo e ri-plasma secondo nuove logiche che non aderiscono a teorici fondamentali indiscutibili. Qui tutto si mette in discussione, ed è la donna a farlo. E la Jones ottiene questo risultato prendendo la strada totalmente opposta a quella delle lotte femministe e dei cliché di emancipazione di quell’epoca.
ALTRE DUE TAVOLE DI IDYL
Per ulteriori approfondimenti vi indico i seguenti link:
JEFFREY CATHERINE JONES: LA VITA E LE SCELTE
http://www.rwedizioni.it/pubblicazioni/jeffrey-catherine-jones/
https://it.pinterest.com/luihof/jeffrey-catherine-jones/?lp=true
NOTE BIOGRAFICHE – Jeffrey Catherine Jones
La cronologia in italiano sotto pubblicata, è estratta da questo link sul glamazonia.it , nella sttosezione OLD, ed è cura di Stefano Marchesini : https://www.glamazonia.it/old/biblio/jeff/jeffjones.html
CRONOLOGIA IN JPG