Siamo arrivati alla fine di marzo al ventesimo appuntamento con Dario Janese che prosegue il bell’approfondimento su Capitan America, incentrato (anche oggi), su altre sue “morti cicliche” stavolta negli anni 80.
Nel frattempo continuiamo a restare a casa, “prigionieri ” del Covid-19 e delle varie disposizioni restrittive, e necessarie, del Governo ed ancora aspettiamo il picco…
Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo, grazie
Mario Benenati, curatore del web magazine “La Mediateca di Fumettomania”
Nota introduttiva per chi ci legge: questi articoli (estratti dal blog di Dario: “Lone Ranger, di storia critica del fumetto”) vengono ri-pubblicati, a distanza di oltre sette anni, nel nostro web magazine e completati con l’aggiunta di immagini.
da LONE RANGER, un BLOG DI STORIA CRITICA DEL FUMETTO
LE MOLTE CENERI DEL SOGNO AMERICANO: PARTE SECONDA
“Sono Fedele Soltanto al Sogno”
(Articolo originario del 06.12.12)
Dopo la breve parentesi trascorsa nelle vesti di Nomad, riflettendo sul bisogno della nazione di un simbolo di ciò che ancora è integro nell’America di oggi, Steve Rogers ritorna al suo ruolo storico. Il manto di Nomad passerà a Jack Monroe, un giovane che negli Anni ’50 era stato scelto come equivalente di Bucky per affiancare un Capitan America governativo e anti-comunista (un modo per la Marvel dei ’70 per distanziarsi dall’effimero e imbarazzante tentativo dei predecessori Atlas di schierare Cap nella Caccia alle Streghe della Commissione McCarthy).
1982
Sempre più spesso Cap verrà a confrontarsi con realtà scomode come la segregazione razziale, i rigurgiti di nazifascismo sintetizzati dal suo nemico per eccellenza TESCHIO ROSSO, la diseguaglianza sociale e l’omosessualità – nel 1982 accetterà serenamente la decennale convivenza del suo ex-compagno di scuola Arnie Roth (ebreo e gay) con l’insegnante Michael, che verrà ucciso dal criminale nazista Zemo in una toccante e intensa storyline del franco-americano Jean-Marc DeMatteis, esperto in temi scabrosi e responsabile anche di una famosa Spider-storia in cui per la prima volta si parla di pedofilia (“Il Bambino Dentro”).
La Storia, però, tra le sue scelte di marcia ha anche la retro: e l’America di Reagan, della prosperità, degli yuppies e del neo-conservatorismo era dietro l’angolo.
1985
Nel 1985, al culmine della leggendaria saga BORN AGAIN, in cui il vigilante DAREDEVIL sta cercando di proteggere il suo quartiere di nascita (Hell’s Kitchen, zona degradata della periferia newyorkese) da un folle commando di nome NUKE, Cap interviene e di fronte al questa psicotica macchina omicida è colto da un dubbio angosciante. La fisiologia potenziata e inumana del marine (si noti, un reduce del Vietnam paranoico che è a tutti gli effetti una polemica trasposizione del RAMBO di Stallone che spopolava all’epoca) è molto, troppo simile alla sua.
Nel confronto con un generale per scoprire se il Dipartimento della Difesa abbia ripreso il Progetto Rinascita che aveva portato alla nascita di Capitan America creando una nuova generazione di super-soldati, Steve si sente ricordare il suo grado militare inferiore, e il dovere di fedeltà al suo Governo.
“Io non sono fedele a niente altro che al Sogno” risponde lui,
accarezzando la bandiera nell’ufficio senza nemmeno guardarlo. E’ un momento definitorio, che attraverso lo scrittore Frank Miller toglie Cap da ogni schieramento politico collocandolo al di sopra delle parti, nello spazio dei principi fondanti della democrazia e infinitamente distante da chi trasforma soldati in pazzi assassini noleggiati al migliore offerente a rischio della popolazione civile. Una prova di indipendenza che avrà delle conseguenze, generando un filone narrativo che chiarirà ulteriormente la distanza della linea editoriale Marvel dalla filosofia dell’era reaganiana.
Con il famigerato n. 332 del 1987, infatti, Steve si troverà di fronte a una Commissione che gli ordinerà di assumere un ruolo ufficiale di rappresentanza e difesa del Governo degli Stati Uniti, oppure di abbandonare nome, divisa e scudo in quanto legale proprietà della Casa Bianca. Per tutta risposta i funzionari si vedranno consegnare maschera e costume appoggiati sullo scudo più famoso del mondo, mentre il Primo Vendicatore se ne andrà nella sera e in un futuro incerto, senza dire una sola parola.
5 – continua
Janisch
BREVE BIOGRAFIA
Dario Janese, torinese, 1964, sociologo e storico americanista, dall’infanzia cultore del Fantastico in tutte le sue forme espressive. Scrittore, saggista e curatore di laboratori letterari e di informazione civile, ha tenuto cicli di divulgazione dell’opera di Lovecraft, Ballard e Pasolini e di lettura storica delle Scritture. Da vari anni conduce un blog (Lone Ranger) di storia critica del fumetto e vari gruppi Facebook sulle espressioni del Fantastico nella cultura popolare.
NOTE EXTRA
GLI ARTICOLI DI DARIO SU CAPITAN AMERICA, SONO:
16 del 02-03-2020
https://www.fumettomaniafactory.net/capitan-america-ovvero-il-primo-vendicatore/
17 del 09-03-2020
https://www.fumettomaniafactory.net/il-volto-dellamerica-i-tempi-che-cambiano-levoluzione-di-cap-america/
18 del 16-03-2020
https://www.fumettomaniafactory.net/la-seconda-vita-di-capitan-america-un-uomo-fuori-dal-tempo/
19 del 23-03-2020
https://www.fumettomaniafactory.net/le-molte-ceneri-del-sogno-americano/
[…] 20 del 30-03-2020http://www.fumettomaniafactory.net/sono-fedele-soltanto-al-sogno-le-molte-ceneri-del-sogno-american… […]