Non si parla mai abbastanza della Shoah, e non basta farlo il 27 gennaio di ogni anno, in occasione del Giorno della Memoria.
E’ stato questo l’incipit che mi ha spinto nel 2013 nel voler inserire anche il tema della Shoah nei progetti, dell’associazione culturale Fumettomania Factory, da proporre negli istituti comprensivi della mia città. La scelta è stata vincente, perché sulla scia di quanto realizzato nel 2014, l’I.C. “Bastiano Genovese”, ha ‘sposato” la mia scelta e l’ha fatta propria. Il prof. Santino Raimondo, referente per l’istituto, e la Dirigente ha coinvolto 3 prime classi (IB, ID e IE) per iniziare con loro un discorso storico-sociale incentrato sul genocidio degli ebrei da completare con gli esami di terza media.
L’attività di alfabetizzazione fumettistica, che la nostra associazione culturale propone dal 2009 sul nostro territorio, diventata dal 2012 lettura approfondimento ed incontro con un autore di fumetti, è dunque vincente: I visitatori della mostra conclusiva del 18-22 maggio 2015, presso l’Auditorium dell’I.C. “Bastiano Genovese”, costituita da 18 tavole a fumetti di Lelio Bonaccorso, estratte dal Graphic Novel “JAN KARSKI“, con l’aggiunta di una sua opera inedita (realizzata al suo ritorno dal viaggio in Polonia, lo scorso metà febbraio), da 9 opere realizzate dagli alunni, ed infine dalle presentazioni multimediali (sempre realizzate dagli stessi alunni), si sono potuto rendere conto che gli alunni se stimolati, leggono, approfondiscono, ri-interpretano a loro volta le cose lette e propongono le loro domande.
<<La necessità primaria dell’uomo è quelle di raccontare storie>>, ha sottolineato Lelio Bonaccorso nell’incontro con gli alunni del 22 maggio, <<questo faccio nei fumetti che disegno>>!
Il fumetto non è solo lettura semplice e rilassante, ma è capace di affrontare temi importanti e di raccontare la Storia, quella di JAN KARSKI un eroe comune, uno dei tanti del novecento, che nel 1942 di fronte alla dolorosa scoperta del genocidio degli ebrei riuscii a raccontarlo ai potenti della terra, senza essere creduto, perché “le ragioni della guerra vengono prima di qualunque pretesa, cioè prima della giustizia (cit. pag. 136 di “Jan Karski, l’uomo che scoprì l’olocausto”) e perché “un’eventuale emergenza profughi… profughi ebrei sarebbe un cataclisma che le forze in guerra non possono reggere” (cit. pag. 135 di “Jan Karski, l’uomo che scoprì l’olocausto”); vi ricorda niente questa affermazione? Con qualche differenza è simile a quello che sta avvenendo con le popolazioni africane che scappano dalle loro case, dalle atrocità delle guerra, dalla fame, dalla povertà e che affrontano la morte, viaggiando sui barconi lungo il canale di Sicilia, alla ricerca di un futuro.
Mario Benenati
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