Tornano, dopo circa due mesi, le note a Grandville Bête Noire, graphic novel steampunk disegnato da Bryan Talbot!
Per esigenze tecniche e logistiche abbiamo già pubblicato la prima e la terza parte (rispettivamente il 31 luglio ed il 29 agosto), ora potremo leggere le note della seconda parte e poi chiuderemo con la quarta ed ultima parte tra 15 giorni.
Le note di oggi sono tradotte ed adattate da Cesare Giombetti, collaboratore freelance di Fumettomania, esperto traduttore e promotore del fumetto e della narrativa in lingua inglese in Italia, migrato dalla Sardegna in Inghilterra per lavoro.
Buona lettura
Mario Benenati
BENVENUTI NELLE NOTE DI GRANDVILLE
di James Robertson e Bryan Talbot.
James Robertson, che è il curatore del sito del sito ufficiale dedicato a Bryan Talbot, ha iniziato a pubblicare le varie puntate di “Grandville Annotation” nell’estate del 2018 ed ha completato l’intera saga; noi di Fumettomania abbiamo iniziato a farlo (nella versione in italiano), dal 16 novembre 2018 con blocchi di 4 puntata (ogni 14/15 giorni nello stesso ordine degli articoli in lingua inglese), siamo arrivati al terzo blocco.
EDIZIONE ITALIANA
di Cesare Giombetti, Alberto Conte e Mario Benenati
Questo delle Note (Annotation) è un concetto simile a quello di
DirectorsCut of Heart of Empire creato da Bryan e James Robertson: si tratta di un tentativo di rispondere all’eterna domanda “da dove prendi le tue idee?”, ed è un modo per presentarvi le influenze e le immagini che fanno parte della creazione dei 5 libri in cui è stato pubblicato Grandville. Mario Benenati
Le note a Grandville: Bête Noire,
PARTE SECONDA
a cura di Cesare Giombetti
(articolo originario: http://www.bryan-talbot.com/grandvilledirectorscut/gbn-2.php )
Pagina 21
Vignetta 1
Il Rasoio di Occam è il principio fondato sulla spiegazione più semplice e sul fatto che quella che contiene meno assunti è normalmente quella corretta.
Vignetta 4
“Per Timoteo!”: l’imprecazione preferita del popolare autore di gialli e latin lover di fantasia creato da Francis Durbridge come serie radiofonica nel 1938 per la BBC e poi realizzato sotto forma di film, telefilm, romanzi e fumetti a strisce sul London Evening News. L’ultimo radiodramma su Paul Temple fu trasmesso nel 2013. Si può ancora ascoltare di tanto in tanto su Radio 4 Extra, che spesso ritrasmette dei radiodrammi gialli, come le storie di Sherlock Holmes o L’astuzia del Signor Reeder di Edgar Wallace.
Pagina 22
La postura di Billie’s pose in questa scena è presa da La grande odalisca (1814) di Jean-Auguste-Dominique Ingres.
Pagina 23
Vignetta 3
George Meles: Meles è il genere dei tassi. “George Meles” viene da George Melly (che, come meles, dovrebbe essere pronunciato alla francese) , lo scrittore e jazzista britannico il quale, tra le altre cose, scrisse la striscia Flook (vedi Annotazioni a Mon Amour pagina 53).
Vignetta 5
A sinistra in primo piano c’è una statuetta ispirata a Il pensatore di Rodin.
Pagina 25
Vignetta 4
Au Lapin Agile: un famoso cabaret nel distretto Montmartre di Parigi. È lì dal 1860 circa, quando ancora si chiamava Au Rendez-vous des Voleurs (“All’incontro dei ladri”), per poi diventare il Cabaret des Assassins.
Prese il nome attuale dall’artista Andre Gill che ne dipinse l’insegna nel 1875, una raffigurazione di un coniglio che salta fuori da una pentola. A quel punto prese il nome di Le Lapin á Gill (“Il coniglio di Gill”), per poi evolversi in Le Cabaret au Lapin Agile (“Il Cabaret al Coniglio agile”).
Ai primi anni del ventesimo secolo, divenne uno dei luoghi preferiti di incontro per artisti come Picasso e Modigliani.
Vignetta 7
Sulla destra, nello sfondo, la coppia è ispirata all’autoritratto di Picasso Au Lapin Agile (1905), commissionato dal proprietario Frédérick Gérard, che è ritratto invece sullo sfondo.
Alla sua destra troviamo un personaggio basato su La Vache Qui Rit (“La vacca che ride”), una marca di formaggio francese processato prodotto dal 1865. Nel 1925, l’illustratore e disegnatore di fumetti Benjamin Rabier, che creò molti libri per l’infanzia con animali antropomorfi, inventò la vacca per la quale è noto, benché ora ci sia una versione moderna più stilizzata.
Il formichiere con la sciarpa rossa si riferisce ad Artides Bruant (1851 – 1925), proprietario di cabaret e artista, il quale comprò il Lapin Agile per salvarlo dalla demolizione nei primi anni del ventesimo secolo. Lo potete vedere qui in qualche poster di Henri de Toulouse-Lautrec.
Toulouse-Lautrec (1868 – 1901) è anche lui qui parodiato dallo scimpanzé che gli siede accanto.
Il proprietario con la chitarra che indossa un cappello si riferisce ancora a Frédérick Gérard, soprannominato Le Pere Frédé (“Padre Fede”, come del resto chiama se stesso nella pagina successiva). Qui lui in un bar.
Pagina 26
Vignetta 2
Vedi la pagina precedente, note alla vignetta 4.
Vignetta 5
Toulouse-Lautrec ha creato dei poster per il night club Le Moulin Rouge (“Il mulino rosso”).
“Amici, vi dico!”: una delle esclamazioni preferite di Billy Bunter. E se non sapete chi sia, potete dare uno sguardo a Wikipedia.
“Un ricostituente”; un termine comune per una bevanda alcolica nel mondo di Bertie Wooster, immaginato da PG Wodehouse’s Bertie Wooster, che è stato un riferimento importante per il personaggio di Roderick.
A proposito di Roderick, a una fiera del fumetto svoltasi più o meno quando Bête Noire venne pubblicato, un fan mi mostrò il suo tatuaggio di uno sketch del personaggio che avevo fatto a un festival precedente per lui. Eccolo!
Il maiale alla destra della vacca che ride proclama “Piggin’ grand”, un riferimento allo stile di Uncle Pigg, un editor di fantasia del fumetto britannico per bambini Oink (1986 – 1988). Ho messo di proposito insieme i due personaggi nell’edizione francese, suggerendo che in quella versione i balloon puntassero alla vacca, che avrebbe potuto dire “Vachement gènial!” (“Vaccamente geniale!”). Pensavo fosse una buona idea, ma l’editore, Bragelonne, decise di staccare la spina alle ristampe, benché la loro edizione di Mon Amour avesse vinto il Prix SNCF come miglior fumetto 2012, votato dai passeggeri delle ferrovie statali.
Pagina 28
Il fronte del Giraud Art College è vagamente ispirato allo Harris Institute di Preston, nel Lancashire. Noi vivevamo in Bairstow Street, accanto ad esso.
Pagina 29
Vignetta 1
A sinistra, una foca ascolta della musica con uno walkman steampunk.
Vignetta 3
I manifesti pubblicitari che si vedono nella serie Grandville sono dei veri e propri poster francesi d’antan che ho adattato cambiando le teste umane in teste animali.
Vignetta 4
Uno dei poster che si vedono qui, e nella pagina successiva, e a pagina 33, è la pubblicità di Orfeo all’inferno (Orphée aux Enfer) di Jacques Offenbach (1819-1880). L’opera contiene Galop Infernal (“Il galoppo ingernale”, meglio noto come motivo del can-can). Un personaggio della mitologia greca, Orfeo, diventa un indizio nella storia a pagina 55 che porta LeBrock a trovare il nascondiglio di Krapaud.
Ancora nello sfondo possiamo trovare due membri della setta religiosa Il Percorso d’argento, che è menzionato da Rocher a pagina 38 e in parti successive in Grandville Noël.
Pagina 30
Vignetta 1
Questa vignetta è la rielaborazione de Il lavoro, il famoso quadro pre-raffaellita di Ford Madox Brown (1873-1939), che si trova nella City Art Gallery di Manchester, che ho visitato tante volte. Egli ne fece una versione più piccola, che si può trovare al Birmingham Museum and Art Gallery.
Vignetta 3
Il poster è basato sul vero Le Petomane, Josef Pujol (1857-1945).
Egli fu un artista del music hall performer, noto per la sua inarrivabile abilità di scoreggiare. Poteva scoreggiare imitando uccelli e altri animali, suonare dei motivi, e spegnere le candele alla distanza di due metri. Infatti LeBrock prende in giro Beliere chiedendogli di “scoreggiare l’inno nazionale francese” (Grandville Mon Amour, pagina 17), riferendosi così a Pujol, che fu una vera e propria star a quei tempi, con un’audience più grande di quella della divina Sarah Bernhardt, e si esibì persino di fronte ai reali.
Il suo personaggio può essere visto sullo sfondi del museo delle cere di Madame Tussaud che vedremo rappresentato a pagina 26, vignetta 7 di Grandville Force Majeure (prossimamente le note).
Pagina 31
Questa passeggiata lungo la Senna verso Pont Neuf esiste. Mentre lo disegnavo non potevo fare a meno di pensare a Promenade Sentimental dalla colonna sonora di Diva (1981) e divenne incidentalmente la musica per questa scena.
Pagina 32
Vignetta 1
Dico solo tre parole: gambe di rana!
Pagina 33
Vignetta 4
“Quanto è vero che i furetti sono furetti!”: una citazione da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Ho provato a inserire il più possibile modi di dire sugli animali cercando però di non farli diventare una distrazione.
Le metropolitane pneumatiche furono sperimentate nel tardo diciannovesimo secolo.
Pagina 34
Vignetta 1
Così appare realmente la Prefettura, il dipartimento centrale della Polizia parigina. È nell’Ile de la Cité, vicino alla cattedrale di Notre Dame, sulle rive della Senna.
Pagina 35
Vignetta 8
“Potrei mangiare una panca cosparsa di burro”: non so se sia ancora una frase in uso a Wigan, nel Lancashire, ma lo era certamente quando ci vivevo.
Pagina 36
Il maggiordomo, Nistair, nella scena è un omaggio a Hergé. Nestor era il maggiordomo del castello di Molinsart di Capitan Haddock nelle storie di Tintin.
Vignetta 6
Ho appena notato che a un balloon di Rocher manca la pipetta! Sarà sistemato nelle prossime edizioni!
Pagina 37
Vignetta 2
“Chin-chin”: il suono del brindisi francese.
Vignetta 5
“Hanno cervelli più piccoli dei nostri”: una tipica fantasia razzista.
Pagina 38
Vignetta 1
Mettere i piatti piccoli nei piatti grandi: Mettre les petites plates dans les grands: una frase francese che significa apparecchiare, abbellire con grande sfarzo.
Vignetta 5
Un riferimento al Krazy Kat di George Herriman. Un tema frequente della popolarissima striscia quotidiana, pubblicata dal 1913 al 1944, era lo strano triangolo fra Krazy, Offica Pup e il topo, Ignatz. Krazy, di genere ambiguo, amava Ignatz, che lo/la odiava e le storie finivano con il topo che lanciava mattone in testa a lui/lei.
Il poliziotto, Offica Pup, era innamorato (ma non corrisposto) di Krazy e aveva dedicato la vita a bloccare Ignatz, ma fallendo ogni volta. La striscia fu notata per i dialoghi surreali e i diversi cambi di scenario, e fu largamente esaltata dagli intellettuali come “arte seria”. Un’opera surrealista in vita per undici anni dal manifesto del Surrealismo.
Vignetta
6
“Questa
zuppa è fredda come il culo di un pinguino!”: La conversazione in
questa scena doveva essere coreografata attentamente per coprire
tutti i punti della trama che avevo bisogno di piantarvi, non solo
per questo libro, ma anche per i due successivi, ed ero dunque molto
contcentrato mentre la scrivevo. Avevo fatto una lista di tutto ciò
che doveva essere affrontato.
Nel frattempo, mentre scrivevo, i personaggi presero vita e iniziarono a dettare le loro condizioni. Quando LeBrock venne fuori con questa frase, fu totalmente inaspettata e scoppiai letteralmente a ridere. Poi Cherie cominciò a flirtare spontaneamente con LeBrock, e anche questo non era stato pianificato, ma dava alla scena un’altra dimensione, e dunque la tenni.
Pagina 39
Vignetta 6
“il Napoleone del crimine”: come Sherlock Holmes si riferisce al suo arcinemico Professor Moriarty. Dico “arcinemico” perché spesso ci si riferisce a lui in questo modo, e anche perché la maggioranza degli scrittori che continuano le storie di Holmes o le sue parodie (e ce ne sono a centinaia) normalmente non possono fare a meno di averlo come nemico della storia.
In realtà però, su sessanta storie di Holmes originali (quattro romanzi e 56 racconti), scritti da Sir Arthur Conan Doyle, Moriarty appare solo in un racconto, L’ultima avventura (1893), nella quale alla fine viene ucciso, cadendo dalle cascate Reichenbach mentre combatteva con Holmes (anch’egli presunto morto finché Conan Doyle non lo resuscitò ne La casa vuota (1903)). Viene comunque menzionato in qualche altra storia successiva.
Pagina 40
Vignetta 5
Il quadro sul muro è adattato da Campo di tulipani in Olanda di Claude Monet (1840 – 1926).
© Bryan Talbot and James Robertson 2009-19. All rights reserved.
Per gentile concessione di Bryan Talbot e James Robertson
La terza parte, che concluderà
le note a Grandville Bête Noire
(terzo volume della saga),
sarà leggibile tra 15 giorni!
Le note al terzo libro di Grandville:
Prima parte delle note di Grandville Bete-Noire – pagine 1-20
Seconda parte delle note di Grandville Bete-Noire – pagine 21-40
Terza parte delle note di Grandville Bete-Noire – pagine 41-60
Quarta ed ultima parte delle note di Grandville Bete-Noire – pagine 61-96
Le note al secondo libro Grandville:
prima parte delle note di Grandville Mon Amour – pagine da 1 a 20
seconda parte delle note di Grandville Mon Amour – pagine da 21 a 40
terza parte delle note di Grandville Mon Amour – pagine da 41 a 60
quarta ed ultima parte delle note di Grandville Mon Amour
Le note al primo libro Grandville:
prima parte delle note di Grandville – pagine da 1 a 20
seconda parte delle note di Grandville – pagine da 21 a 37
terza parte delle note di Grandville – pagine da 40 a 60
parte quarta delle note del primo libro – pagine 61 – 100
SOME IMPORTANT LINKS:
http://www.mary-talbot.co.uk (author’s website)
http://www.bryan-talbot.com/ (The Official Bryan Talbot fan page)
Le edizioni italiane dei primi due volumi di di Grandville, tra cui Mon Amour, sono acquistabili presso il sito di Comma 22, presso il sito Fumetto-online, su Amazon, e credo anche altrove, basta cercarli.
Recenti Articoli in questo sito, dedicati a Mary e a Bryan Talbot.
http://fumettomaniafactory.net/anche-fumettomania-e-contro-la-violenza-sulle-donne/
https://fumettomaniafactory.net/2012/10/06/grandiville-mon-amour-di-bryan-talbot/
NOTE BIOGRAFICHE
Per leggere l’intera biografia di Bryan Talbot cliccare QUI
Cesare Giombetti
Laureato a Cagliari nel 2006 in Lingue e Culture europee ed extraeuropee con una tesi sul tema della diversità del supereroe nel fumetto statunitense. È stato responsabile editoriale Green Comm Services. Si occupa da anni di traduzione dall’inglese e diffusione del fumetto statunitense in Italia. Ha tradotto Bloody Mary di Ennis (2008), L’ira dello spettro di Fleisher (2008), JSA Classic 5 di Thomas (2009) per la Planeta DeAgostini, tradotto e curato le pubblicazioni Archivi del fumetto 1-2-3 (Daniele Tomasi Editore) e co-tradotto Cruel and unusual di J. Delano (2012, Green Comm Services).
Si è occupato inoltre della cura editoriale di 2020 Visions di Delano (2011, Green Comm Services). Ha curato la rubrica “Seriali sul serio”, sull’uso del seriale come strumento narrativo, per la rivista Continua… (2010/11, Daniele Tomasi Editore). È stato ideatore e organizzatore della rassegna di incontri con autori e operatori del fumetto Crêpes Dessinées, che si è tenuta a Cagliari fino al 2011 raggiungendo le 5 edizioni annuali. Attualmente, nel poco tempo libero a disposizione tra un cambio pannolino e l’altro (non perché nel frattempo sia invecchiato così tanto da diventare incontinente) scrive qualche breve saggio sul fumetto per Fumettomania, per European Comics Journal, traduce libri, London Macabre di Savile e un libro di ricette e si è anche dato alla scrittura di un radiodramma, Problems , ed all’attività di agente letterario. Per Dana editore sarà infatti pubblicato il primo romanzo di J. Delano.
[…] Seconda parte delle note di Grandville Bete-Noire – pagine 21-40 […]
[…] Seconda parte delle note di Grandville Bete-Noire – pagine 21-40 […]