Damiano Gallinaro, scrittore e antropologo, collaboratore e socio sostenitore di Fumettomania, torna su queste pagine dopo qualche mese e ci aggiorna sulla situazione di stallo nella quale si trova la serie TV dedicata a ‘l’Eternauta‘, il fumetto (capolavoro) più famoso di Héctor Oesterheld .
Ricordo a chi ci segue che Damiano sarà presente a fine settembre in Inghilterra al LAKES Festival.
Buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Riuscirà Netflix a vincere la “maledizione” dell’Eternauta?
Rassegna dei tentativi (mancati) di realizzazione precedenti.
di Damiano Gallinaro
Anche se al momento non ci sono ancora date certe sembrerebbe sempre più vicina la data della “prima” della serie targata Netflix dell’Eternauta di cui abbiamo accennato qualche mese fa.
Andres Petrucelli dell’associazione Agrupacion Oesterheld in una sua recente riflessione ricorda, però, come il tentativo di realizzare una serie tv sull’Eternauta abbia in realtà una storia antica e non sia un’idea esclusiva della piattaforma Netflix.
Lo stesso Oesterheld, d’altronde, in un’intervista a Radio Belgrano, aveva raccontato del primo tentativo di dare vita all’Eternauta di celluloide: “si tentò di realizzarlo con disegni animati ma non si arrivò a concretizzare il progetto”. L’intervista integrale può essere ascoltata cliccando questo link.
Già a fine anni sessanta inizio anni settanta, infatti, si fece un primo tentativo di realizzare un lungometraggio, ma non restano tracce del lavoro. Si tentò di realizzare un cartone animato a cui collaborarono i cartoonist Gil e Bertolini, che prevedevano di presentala alFirst World Comic Book Biennial. (per approfondire http://rebroteorganizandoeventos.blogspot.com/2009/11/oesterheld-gil-bertolini-y-tempesta.html).
Le cronache raccontano che si produssero appena 24 minuti con la tecnica dell’animazione rotoscopica, che consiste nella creazione di sequenze animate ricalcando immagini girate dal vivo fotogramma per fotogramma. Una tecnica che può richiedere molto tempo, ma consente di creare personaggi realistici che si muovono come persone vere. Si prevedeva che ogni puntata sarebbe stata introdotta dallo stesso Oesterheld un po’ come Hitchcock in Twilight Zone. I fondi però terminarono e non se ne fece nulla.
Altri ci provarono in seguito, ma sembrava un progetto maledetto. Lo stesso Martin Mertola, nipote di Oesterheld, anche nel caso della serie Netflix nel ruolo di consulente, fu testimone di alcuni di questi tentativi.
Nel 1989, Pino Solanas prova a realizzare il progetto con il socio, Enuar El Kadri, ma ancora una volta non si arriva alla realizzazione. Pino Solanas è stato un regista politicamente e socialmente impegnato. Esordì nel 1968 con L’ora dei forni, film documentario dedicato a Che Guevara, girato durante la temperie rivoluzionaria contro il neo-colonialismo e la violenza che alla fine degli anni sessanta caratterizzò l’America Latina e grazie al quale divenne punto di riferimento per il cinema politico e militante sudamericano.
Con Octavio Getino, altro grande del cinema argentino, Solanas scrisse il manifesto Verso un Terzo Cinema, che portava vanti l’idea di un cinema politico, “terzo” rispetto al cinema hollywoodiano (il “primo cinema”) ed a quello artistico “d’autore” europeo (il “secondo”), che sostenesse la causa dei paesi vittime del neoliberismo, piuttosto che perseguire il mero profitto economico rendendo lo spettatore un “consumatore dell’ideologia borghese”. Per il terzo cinema il film era un'”arma di liberazione” che doveva fare di ogni partecipante un “guerrigliero” ed in cui il regista doveva far parte di un “collettivo”, un gruppo produttivo operante per conto degli oppressi.
Anche in questo caso però, nonostante l’altissima levatura del regista, il progetto di arenò quasi subito.
Nel 2003 anche il figlio di Solanas, Juan Diego, si propone di dirigere l’Eternauta con alle spalle una produzione europea, ma anche in questo caso tutto rimane nell’impero delle idee. Cartoon network produsse, infatti, solo un teaser di 15 secondi.
Ci prova anche Adolfo Martín Aristarain Tamburri un regista cinematografico e sceneggiatore argentino con una carriera tra le più lunghe e importanti della cinematografia argentina. I suoi film combinano la forza narrativa del cinema narrativo classico e i temi sociali del cinema politico argentino. Tra i più importanti Martín (Hache) del 1998 e Roma del 2005, entrambi candidati al Premio Goya per il miglior film.
Il film Un posto nel mondo fu nominato all’Oscar come miglior film straniero nel 1993 per l’Uruguay.
Quando si mette, però, alla ricerca di investitori negli USA, questi ultimi gli rispondono che non intendono investire soldi e risorse umane in un progetto che ricorda troppo V-Invasion Extraterrestre (V-Visitors) del 1983.
E’ poi il turno di Gustavo Daniel Mosquera Rorai, meglio conosciuto come Gustavo Mosquera, ricordato principalmente per il suo film Moebius, considerato un’opera maestra e un classico del cinema argentino e di Damian Szipron che si fa conoscere ed apprezzare nel 2002 come autore della serie ”Los Simuladores”.
Nel 2007, anche una produzione di marca italiana iniziò a lavorare su un adattamento in collaborazione con Elsa Sanchez Martin Mertola. Iniziarono anche la negoziazione con alcuni studios argentini e l’INCAA (Istituto Nazionale per il Cinema e le Arti Visive), per una possibile co-produzione.
Più recentemente Lucrecia Martel documentarista e regista argentina, conosciuta per i cortometraggi La Cienaga e La Nina Santa, nel 2008 si mise a lavorare sull’Eternauta, con alla base un’idea ben precisa che aveva convinto anche gli Oesterheld. Ecco cosa affermava: “Buenos Aires è una città fantastica … mi identifico nei Mano perché arrivata in città dovetti riorganizzarmi la vita … Mi interessa questa idea dell’eroe collettivo e la ricerca di un bene comune”. Si mise al lavoro sullo script per un anno e mezzo e aveva intenzione di ambientare la storia nel tempo presente, ma i rappresentanti della famiglia Oesterheld non si trovarono d’accordo sull’attualizzazione della serie, anche se per la prima volta c’era una chiara progettazione riguardo l’adattamento e il produttore Oscar Kramer, fermò tutto.
Paradossalmente, però, fu proprio da questo fallimento che si posero le basi per la realizzazione della nuova serie Netflix. il produttore era, infatti, K & S Films, che quindici anni dopo sarà propulsore del nuovo progetto a guida Stagnaro e Ariel Staltari.
Persino dello spagnolo Alex de la Iglesia nel 2018, si propose entusiasticamente, contattando addirittura il grande Ricardo Darin (https://www.clarin.com/viva/alex-iglesia-quiero-hacer-eternauta-ricardo-darin_0_rk4-xOt9f.html). E’ questa la prima volta in cui si parla di realizzare una serie invece che un lungometraggio, ma ancora una volta il problema resta sempre la produzione.
Della futura serie Netflix al momento sappiamo ancora ben poco tranne il nome del regista e dell’aiuto, il cast al completo, e un teaser di appena 4 secondi.
Nel cast, oltre al grande Ricardo Darin troviamo talenti come Carla Peterson, Cesar Troncoso, Andrea Pietra, Ariel Staltari, Marcelo Subiotto, Claudio Martinez Bel, Orianna Cardenas e Mora Fisz (https://www.infobae.com/malditos-nerds/2024/02/02/el-eternauta-netflix-presento-un-nuevo-vistazo-a-la-serie-apocaliptica-con-ricardo-darin/).
Nel frattempo il quotidiano La Nacion riporta una notizia davvero interessante, che dimostra come intorno alla serie ci sia grande attesa e un notevole fermento creativo. Le immagini dei personaggi che compongono la historieta, sono stati ricreati dall’intelligenza artificiale e sono divenute virali sulle reti sociali (https://www.lanacion.com.ar/lifestyle/en-las-redes/la-inteligencia-artificial-mostro-como-se-veria-juan-salvo-de-el-eternauta-si-fuese-real-antes-del-nid02102023/)
Sull’onda lunga dell’attesa produzione Netflix, El Eternauta è diventato anche un gioco di ruolo che però, viene ben specificato dai creatori, si ispira solo liberamente alla storia originale. Realizzato da Pendragon Game Studio, il gioco da tavola ha debuttato su Kickstarter il 9 aprile. Se volete saperne di più e scaricare uno scenario demo potete cliccare il link: https://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=3119963209, mentre al seguente link trovate il trailer completo https://www.facebook.com/watch/?v=1107891580563967. Se tutto questo non vi bastasse e se volete vivere un esempio di una partita completa in solitario, non vi resta che cliccare https://www.youtube.com/watch?v=X3ROhDtQlYU.
Ma la Pendragon non è stata la prima a realizzare un gioco basato sulle storie dell’Eternauta.
Nel 1994, infatti, la casa di sviluppo italiana Holodream Software crea la collana di videogiochi per PC, Comic Art Games, dedicati a quattro personaggi del fumetto: Mandrake, Flash Gordon, Yellow Kid e, appunto, L’Eternauta. I giochi erano venduti in edicola e distribuiti su un floppy disk, da 3.5″, con allegato un albetto con una prefazione, le istruzioni e dei buoni sconto per i fumetti Comic Art. Quello dedicato all’Eternauta è il terzo, e si intitola L’Eternauta N.1: Gli Invasori della Città Eterna.
Si tratta, in effetti, di un primo capitolo, come per gli altri tre giochi della serie, di cui però non verranno realizzati capitoli ulteriori per lo scarso successo di vendite. Per fortuna la storia di questo primo capitolo è autoconclusiva. Il secondo capitolo avrebbe dovuto intitolarsi L’Eternauta N.2: La Maledizione del Faraone, una nuova avventura originale, in cui l’Eternauta avrebbe dovuto affrontare una nuova invasione, da parte di alieni capaci di trasformare gli umani in pietra, nella città di Roma. Il gioco rientra tra gli abandonware e perciò è oggi scaricabile gratuitamente al link: www.abandonware.com/abandonware=l’eternauta+gli+invasori+della+città+eterna&gid=2149.
E’ stato realizzato anche un gioco da tavolo in cui i giocatori rappresentano diversi gruppi di sopravvissuti chiusi in casa durante la nevicata e devono organizzarsi scambiandosi lettere. Il gioco è stato pensato per essere utilizzato nelle scuole come attività educativa, ma alcuni aspetti che da qualcuno potrebbero essere intesi come “sovversivi” nei confronti della società Argentina gli sono valsi una certa quantità di critiche.
Nel 1990 viene prodotto anche il primo adattamento radiofonico. Può essere ascoltato per intero nel canale Youtube Universo Eternauta (www.youtube.com/channel/universoeternauta). Nel 2007 esce l’opera teatrale Zona Liberada, ispirata a L’Eternauta, mentre nel 2010 il gruppo rock alternativo messicano Novo Pilota produce un album intitolato Eternauta, carico di riferimenti all’opera e al regime di violenza che la città d’origine del gruppo, Ciudad Juarez, stava vivendo in quel periodo.
Nel 2011 il collettivo musicale Los Ellos, dà vita a un album intitolato El Eternauta, progetto multidisciplinare che coinvolge 17 band, dieci illustratori e un documentarista.
A presto (si spera).
Nel 2014, in occasione di una mostra dedicata a L’Eternauta all’interno del parco scientifico Tecnopolis di Buenos Aires, è stato proiettato un cortometraggio “El Eternauta: Huellas de una Invasion, che è possibile rinvenire al link: https://vimeo.com/146667441.
Nel 2017, in occasione del sessantesimo anniversario, viene prodotto da un gruppo di artisti indipendenti argentini il cortometraggio animato 60 Segundos de Oscuridad .
Esistono poi, come nel caso delle fan fiction come Odio Cosmico, dei fan film, questo è uno degli esempi rinvenibili su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=9UtVzB-Z2f0), ma non è detto che su altri portali ve ne siano altri.
Una serie televisiva del 2011, Falling Skies, contiene evidenti indizi dell’ispirazione all’Eternauta: c’è l’invasione aliena dove la maggior parte dell’umanità viene spazzata via nei primi momenti dell’attacco; un padre in cerca della famiglia; una razza superiore di alieni che non si fa vedere e comanda la razza che perpetua fisicamente l’invasione; umani in schiavitù comandati a distanza; e altre cose che, sebbene siano un cliché che si ripete in molte opere, comunque accadono precisamente nell’Eternauta, come, ancora, i civili protagonisti al posto dei militari, che attaccano per conto loro gli alieni; una base operativa aliena per ogni città, insomma l’ispirazione appare evidente.
Questo è quanto, ed è già tanto, ora non possiamo fare altro che attendere che Juan Salvo riemerga dal continuum e appaia nei nostri schermi.
Damiano Gallinaro Breve biografia
Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.
Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito
https://www.damianogallinaro.it/
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10-12-2023