Lo scorso 12 giugno è morto, alla veneranda età di 93 anni, John Romita Sr.
Romita per la mia generazione (cinquantenni e sessantenni) ha rappresentato, insieme a Stan Lee, l’artista che ci ha fatto sognare attraverso le pagine dell’Uomo Ragno, di un ‘giornaletto’ (allora gli intellettuali chiamavano così i fumetti, in senso dispregiativo, NdR), che costava solo 200 lire, non 5 o 6 euro come oggi.
Con la sua scomparsa, va via un’altro tassello della cosiddetta Silver age dei fumetti che ha rappresentato, per me e per tanti appassionati di fumetti, una vera e propria ‘golden age’ per la ricchezza di artisti e di storie a fumetti.
A distanza di qualche settimana anche noi di Fumettomania che abbiamo come ‘mission’ (al pari di tante altre realtà culturali sparse nella penisola) la diffusione e la promozione del fumetto e della memoria storica della letteratura disegnata, specialmente alle nuove generazioni di appassionati, pubblichiamo due interventi su di lui dei nostri maggiori esperti: Dario Janese e Damiano Gallinaro.
Così possiamo ricordare degnamente John Romita Sr., uno dei più grandi disegnatori dell’Uomo Ragno.
Buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
“L’età di John Romita”
di Dario Janese
Johnny aveva 35 anni e non voleva più fare fumetti.
Per 7 interi anni aveva disegnato storie d’amore per adolescenti, e non ne poteva più. Aveva deciso di passare all’illustrazione pubblicitaria, dove una grossa agenzia gli offriva più di quanto lo pagasse la DC Comics ma lavorando molto meno.
Il direttore generale di Marvel, il nome che aveva preso la Timely – una delle prime casae per cui Johnny aveva lavorato – si chiamava Stan Lee e lo invitò a pranzo deciso a portarlo in redazione, doppiando l’offerta dell’agenzia e proponendogli un lavoro di sole chine sul numero 23 di Avengers, con copertina di Jack Kirby e interni di Don Heck.
Lui accettò e la resa risultò ottima, per cui Lee ritornò alla carica con una specie di agguato: gli mostrò una storia di Kirby che aveva coperto l’abbandono di Wally Wood su DAREDEVIL, che presentava il ritorno in grande stile di Ka-Zar, uno degli eroi preferiti dell’infanzia dell’artista.
Un caso? Non è chiaro, ma era chiaro il fatto che Kirby, sovraimpegnato, non era a suo agio sulla serie, e serviva un subentro immediato.
Johnny osservò a lungo il personaggio, poi su un foglio di carta copiativa tirò giù uno sketch su come lo avrebbe fatto lui: e come per magia si trovò incastrato a proseguire e finire quella che sarebbe stata la saga di Devil nella Terra Selvaggia contro il Saccheggiatore. Johnny scoprì di divertirsi ancora a disegnare fumetti, con Stan che lo lasciava libero persino di lavorare a sua scelta in ufficio o da casa.
Poi, tre mesi dopo, mentre gli scontri tra Lee e Ditko sulla direzione da dare ad AMAZING SPIDERMAN si facevano quotidiani, Stan gli propose un team-up con il Ragno per testarlo come eventuale rimpiazzo. Lee buttò giù un copione sgangherato, poco più di un pretesto per mettere i due a confronto con varie scene di lotta: ma l’esilità della trama rimase coperta dalla potenza grafica che John infondeva ai due, di cui calcava la differenza di età, e con una resa atletica e cinetica del Ragno che non si era mai vista in Ditko, geniale da ogni punto di vista ma legato a un’immagine rigida di un Peter smilzo e schivo come l’autore stesso.
Subito dopo la chiusura del numero successivo (con la suggestiva nascita del Gladiatore), Johnny si trovò spalancate le porte del serial ormai di punta dei giovani americani, con carta bianca per dare vita a una nuova direzione fatta tanto di battaglie quanto di intrecci romantici, che presero subito i volti e le linee morbide di Mary Jane Watson e di Gwen Stacy.
Un’era era iniziata nel mainstream a fumetti, e il futuro l’avrebbe per sempre ricordata come l’età di John Romita.
IN MEMORIA DI JRS
di Damiano Gallinaro
Non se ne abbiano a male nell’Olimpo del Fumetto in cui ora sicuramente vivono e dilettano gli angeli, alcuni dei grandi della nona arte come Steve Ditko o Bill Everett, ma per quanto mi riguarda il fumetto moderno nasce con John Romita Senior, e comunque l’entrata del fumetto nella mia vita è avvenuta proprio per mezzo dei suoi meravigliosi disegni che riempivano di colore e azione spesso e volentieri i mai dimenticati albi dell’Editoriale Corno.
L’Uomo Ragno per me, iconograficamente, è ancora adesso quello di John Romita Senior, e in seconda battuta quello di un altro grandissimo, John Buscema, e di JRS ho seguito le rare tracce anche negli anni in cui solo sporadicamente ha disegnato ancora il nostro amato Ragnetto.
Non sono in grado, lo ammetto, di scrivere una biografia di JRS, sono sicuro che molti lo sapranno fare meglio di me, per cui quello che leggerete è un viaggio emozionale nell’arte del grande fumettista statunitense.
La notizia della morte è arrivata, come spesso accade, attraverso la condivisione da parte di uno dei miei amici su Facebook, del tweet scritto dal figlio JRJ. Poche frasi piene di amore e orgoglio nell’essere figlio, e che figlio, di cotanto padre. Poche righe ma che in me hanno scatenato un flusso di ricordi ed emozioni che ora cercherò di rendere su “carta”.
JRS non è stato solo o principalmente, il disegnatore dell’Uomo Ragno, ha lasciato il suo imprinting in quasi tutti i personaggi, fin da quando lavorava alla Atlas, lasciando ai suoi “eredi” di carta sicuramente una traccia spesso non facile da seguire ed eguagliare, se non forse da suo figlio JRJ.
Eppure è inevitabile legarlo all’Uomo Ragno e alla definizione grafica dei suoi characters principali e di contorno. Le donne di JRS sono impareggiabili, bellissime e di classe.
Chi di noi nerd è rimasto immune al fascino di Mary Jane? Dite la verità, non vi è mai capitato di sognare ad occhi aperti e di sentirvi dire da una sventola come MJ “ammettilo tigrotto hai appena fatto centro“?
E poi c’era Gwen, la dolce e sfortunata Gwen, protagonista di uno dei più drammatici fotogrammi della grande soap opera del Ragno. Storie drammatiche come il ciclo che porta alla morte proprio del padre di Gwen per mano del Dr. Octopus, l’uomo che conosceva l’identità del Ragno e che alla fine diviene una sorta di padre involontario di Peter.
Indimenticabili anche la saga di Goblin in cui il folletto scopre l’identità segreta dell’Uomo Ragno, le epiche battaglie contro Kraven il cacciatore e L’Avvoltoio, la stupenda saga di Silvermane e il segreto dell’eterna giovinezza, fino a quello che può essere considerato l’apice: la tragica morte di Gwen Stacy (in queste ultime due storie fu inchiostratore delle matite di Gil Kane) e l’ultima battaglia di Goblin.
Quanto dolore nelle storie di quel periodo magico del fumetto Marvel.
E come dimenticare i nemici dell’uomo Ragno, quella selva infinita di bizzarri esseri con il tempo divenuti drammatici.
Tra i nemici dell’Uomo Ragno creati da John Romita ricordiamo anche Shocker e Kingpin, forse il più celebre, ispirato a diversi famosi cattivi del grande schermo.
Fu sempre John Romita Sr. ad introdurre nelle storie dell’Uomo Ragno alcuni dei primi personaggi di colore, fino ad allora del tutto assenti; la maggior parte positivi, come Joe Robertson, l’alter ego di JJ Jameson e la sua famiglia, ma anche qualche nuovo supercriminale, come Prowler, peraltro redentosi subito.
Proprio a Prowler è legato uno dei ricordi più teneri del figlio JRJ. Dal suo racconto emerge come proprio JRJ sia stato, all’età di 11-12 anni, colui che “inventò” in qualche modo il personaggio scegliendo anche il nome. JRS presentò i disegni a Stan Lee che rimase conquistato dal personaggio e così da un gioco tra padre e figlio nasceva un altro personaggio con “super problemi”.
Ma JRS è stato tanto altro, è stato il creatore grafico di personaggi iconici come il Punitore e Wolverine che sono divenuti parte essenziale dell’Universo Marvel, e da non sottovalutare è anche il suo lavoro sugli X-Men.
Daredevil poi, deve a lui la consacrazione. Anzi, come ha dichiarato qualche anno fa in un’intervista, lui proprio l’Uomo Ragno non voleva disegnarlo tanto grande era l’ombra di Ditko, avrebbe preferito continuare il suo lavoro sul diavoletto a cui aveva dato “personalità” e spessore.
Il suo era uno stile pulito e raffinato, inimitabile, una vera e propria firma del marchio Marvel, e la sua dedizione allo sviluppo dei personaggi gli guadagnò il rispetto e l’ammirazione dei fan e dei colleghi.
Uno stile irraggiungibile da cui suo figlio JRJ è partito per poi distaccarsi realizzando storie con un tratto altrettanto unico.
E padre e figlio in alcuni casi si sono sfiorati o incontrati, anche se per brevi storie o per alcuni cameo, com’è accaduto nel numero 500 della storica collana Amazing Spider-Man per cui era necessaria una storia davvero indimenticabile.
E allora il grande affabulatore Straczynski, all’epoca scrittore del Ragno, affiancato dall’ altro Romita, John Jr, realizza un grande story arc, di cui abbiamo già parlato proprio su questo sito, che ha bisogno di una degna e indimenticabile celebrazione, un racconto che omaggi pienamente lo spirito del Ragno. E chi più di John Romita Senior poteva affiancare il duo nella discesa agli inferi di Peter Parker?
Tramite un incantesimo del Dr. Strange, a Peter viene concesso di potere parlare un’ultima volta con zio Ben, un breve ma struggente incontro che ribadisce le radici emotive del Ragno. A realizzare questo momento è proprio John Romita Sr., che omaggia il suo Spider-Man donandogli un abbraccio a lungo sognato con l’amato zio.
Una sorta di canto d’Addio, un’ultima piccola grande magia … un momento nel tempo.
Da oggi nello spazio dediche e disegni dell’Olimpo del Fumetto, in questo Paradiso colorato e bizzarro, c’è un nuovo banchetto e un nuovo artista pronto a disegnare per gli Angeli, un uomo chiamato John Romita Senior.
NOTE EXTRA
BIOGRAFIE DEGLI AUTORI
DARIO JANESE
Dario Janese, torinese, 1964, sociologo e storico americanista, dall’infanzia cultore del Fantastico in tutte le sue forme espressive. Scrittore, saggista e curatore di laboratori letterari e di informazione civile, ha tenuto cicli di divulgazione dell’opera di Lovecraft, Ballard e Pasolini e di lettura storica delle Scritture. Da vari anni conduce un blog (Lone Ranger) di storia critica del fumetto e vari gruppi Facebook sulle espressioni del Fantastico nella cultura popolare.
Gli ultimi articoli precedenti di Dario
03 maggio 2023
28 agosto 2022
https://www.fumettomaniafactory.net/per-asgard/
Damiano Gallinaro Breve biografia
Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.
Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito
https://www.damianogallinaro.it/
Gli ultimi articoli di Damiano pubblicati nel 2023:
Articolo del 17 giugno
https://www.fumettomaniafactory.net/eternauta-la-serie-finalmente-si-gira/
Articolo del 5 aprile
Articolo del 13 febbraio
https://www.fumettomaniafactory.net/come-il-fumetto-italiano-conquisto-la-jugoslavia/
Articolo del 13 gennaio