La mia mattinata è iniziata con l’ascolto dell’album “Sings The Alan Parsons Project That Never Was“.
Sono trascorsi 8 anni dalla scomparsa di Eric Woolfson (2/dic/2009), nella foto a sinistra, che insieme ad Alan Parsons è uno dei miei autori musicali preferiti, accompagnando tanti momenti importanti della mia vita. Ricordo che dopo l’album Gaudi con A.P.P., Eric si dedicò alla carriera solista, prima con Freudiana (!991-92), e poi con una serie di Musical (vedasi biografia in fondo a questo post).
Non posso neanche dimenticare che, tra il 2011 ed il 2012, l’Associazione Culturale “Fumettomania Factory” è stata l’unica (a livello mondiale), ad aver organizzato un Contest chiamata Eric Woolfson forever, con 20 opere dipinte, disegnate etc., insieme all’amica canadese Haifa Adam.
Le quattro opere selezionate in questo contest, che sotto ripropongo, sono state in mostra a Montreal (Canada) e poi a Barcellona Pozzo di Gotto (Italia) nel marzo del 2013.
Grazie al contest ho conosciuto due artisti siciliani talentuosi, Francesco conte e Ignazio Piacenti.
Fu proprio con quel progetto (Eric Woolfson forever) che Fumettomania ricominciò a realizzare progetti sul web per il blog e che ri-inizio i progetti culturali sul territorio barcellonese.
Il sito dove potrete leggere tutto quella riguarda tutta la produzione di Eric è http://www.ericwoolfsonmusic.com
Ascoltate qualche suo brano, lasciatevi incantare dalla sua voce e dalla sua poetica creativa.
Un caro abbraccio Eric ci manchi tanto.
Mario
ERIC WOOLFSON
BREVE BIOGRAFIA
Nato il 18 marzo 1945 e cresciuto a Glasgow, EW si recò da Golden a Londra, che lo assunse come compositore a contratto e per alcune sessioni di piano. Nel 1967 scrisse “Sunshine Games” per l’album “The challenge” dei Music Explosion, un gruppo creato da Kasentaz e Katz.
La cultura musicale di base musicale di Eric Woolfson era molto diversa da quella di Alan Parsons, ma non incompatibile con gli insegnamenti che aveva ricevuto. All’epoca in Inghilterra c’erano due diverse “scuole di pensiero” sul rock’n’roll: una che si identificava con i Beatles, con cui aveva lavorato AP, e l’altra che si era sviluppata ascoltando i Rolling Stones. E fu proprio grazie al manager dei Rolling Stones, Andrew Loog Oldham, che EW fece il suo ingresso nell’industria musicale; dopo aver fatto più di quattro ore di anticamera, EW finalmente riuscì a parlare con Oldham, che gli chiese di suonargli qualche pezzo che aveva scritto.
Oldham fu felicemente sorpreso dal genio di Woolfson, e gli offrì subito un contratto per la nuova compagnia “Immediate Music”; EW firmò il contratto ed iniziò a lavorare a tempo pieno (nella stessa compagnia lavorava anche Jane Birkin, che poi realizzò il celebre “Je t’aime”).
EW si trovò presto in buona compagnia, insieme a personaggi del calibro di Jimmy Page e John Paul Jones (che poi formarono la base dei Led Zeppelin), Marianne Faithful (che utilizzò EW anche come pianista), e poi Eric Stewart e Graham Gouldman. EW scrisse anche un brano per Chris Farlowe, il primo cantante prodotto da Mick Jagger; il brano, “Out of time”, doveva essere un B-side, ma arrivò perfino tra i primi posti delle charts britanniche.
EW firmò poi un contratto con la “Southern music”, dove ingrossò le fila di compositori di talento, come Andrew Lloyd Webber e Tim Rice: da qui nacque l’interesse nel creare musical teatrali come veicolo per le canzoni, piuttosto che usare grandi cantanti per realizzare covers.
In questo periodo EW si innamorò di una ragazza di Glasgow, come lui, e per un certo periodo ritornò in quella città a lavorare nel negozio di famiglia: non voleva che i suoceri pensassero male di uno che per vivere faceva il compositore di canzoni. Finalmente, nel 1969, sposò Hazel (oggi EW è ancora sposato con Hazel ed ha due figlie, Sally e Lorna), e decise di ritornare a fare il compositore, lavorando con alcuni musicisti di Manchester della “Kennedy Street Enterprises”, facendo il pianista con gli “Herman’s hermits”, ma il gruppo si sfasciò presto.
Eric aveva sperato di restare come membro permanente di uno degli altri gruppi della “Kennedy Street”, ma non gli veniva garantito il posto fisso, e così decise di tornare a Londra (la band che EW aveva lasciato a Manchester si trasformò e divenne famosa con il nome di 10CC).
Iniziò così la sua carriera di produttore discografico indipendente, con artisti come Dave Berry, The Equals e The Tremeloes; anche se senza grandi successi, la sua attività di produttore lo portò ad Abbey Road, iniziando una nuova carriera come artist manager; i suoi primi “clienti” furono Carl Douglas (che raggiunse i primi posti in classifica con “Kung Fu Fighting” – citata anche da Elio e Le Storie Tese in “Pipppero®”) ed un tizio con la barba di nome Alan Parsons.
EW aveva avuto per qualche tempo l’idea di realizzare un album sulle opere di Edgar Allan Poe, ma sembrava che non avesse la necessaria credibilità come produttore o compositore per portare avanti quel progetto. Comunque, dopo aver incontrato AP, si rese subito conto che il talento di quest’ultimo era certamente superiore al suo nel campo della produzione, e che sarebbe stato capace di collaborare con lui per la realizzazione di quel progetto.
In quel periodo il cinema stava conoscendo un momento d’oro, con registi come Stanley Kubrick a fare la parte del leone più che i singoli attori. EW vide l’opportunità di copiare questo principio anche in campo musicale, combinando insieme il suo talento di compositore e l’abilità tecnica di AP, e così nacque il gruppo chiamato “The Alan Parsons Project” con l’album “Tales of mystery and imagination”. Decisione fortunatissima, visto che anche altri produttori hanno seguito queste orme (per esempio Glen Johns con il suo “White mansions” e Jeff Wayne con “The war of the worlds”).
Dopo dieci album con il “Project”, Eric pensò di esplorare nuove aree musicali, e decise di passare ai musical teatrali. Il suo primo tentativo, ispirato dalla vita e dalle opere di Sigmund Freud, fu “Freudiana”, la cui prima venne rappresentata nel 1991 al Theatre am der Wien (Vienna), e fu durante quella produzione che EW conobbe Elmar Ottenthal.
Sono poi seguiti i musical “Gaudi” e “Gambler”, ma questa è già un’altra storia…