Seconda blocco dii testi estratti dalla rubrica Obiettivo su, dal n. 1 della fanzine FUMETTOMANIA. Dopo le recensioni su alcuni fumetti italiani e su alcuni fumetti USA pubblicato in Italia, tra gennaio e settembre del 1990, nei due giorni precedenti ed oggi, è toccato ad alcuni bei Fumetti USA in lingua originale, recensiti da Salvatore Bonanzinga, due della DC Comics ed uno della Marvel.
Ringrazio il socio Ambrogio Isgrò che ha trascritto questi testi.
In questa puntata non ci sarà la quinta parte del breve racconto “Com’era il Salone del Fumetto di Lucca”. Lo ritroverete la prossima settimana.
Mario Benenati, responsabile del Web Magazine Fumettomania.
Nota bene: II festeggiamenti per l’anniversario dei trent’anni dell’associazione Fumettomania Factory non si sono affatto conclusi! A settembre si pubblicheranno altre testimonianze di amici ed ex collaboratori. Abbiamo tante idee e progetti legati ai 30 anni che speriamo di realizzare entro dicembre del 2021.
Fumettomania da 0 a 30, Trent’anni straordinari!
OBIETTIVO SU …
Recensioni su alcuni fumetti U.S.A. (in lingua originale) del 1990
di Salvatore Bonanzinga
(LUGLIO-SETTEMBRE 1990)
Meltdown
I lettori italiani stanno subendo proprio in questo periodo la grande ondata dell’invasione mutante, resa ancor più caotica dal fatto che vengono pubblicate in contemporanea storie che hanno visto la luce, in USA in un periodo tra il 1982 e il 1989, con l’ovvia conseguenza di vanificare la famosa continuity e far perdere gusto alla lettura, magari a scapito di lavori come Meltdown.
Tutto questo ha creato nel mercato italiano, un effetto di saturazione nella saturazione proprio perché il lettore viene investito in toto da una marea di pubblicazioni, e nel particolare si tende a presentare tutto quanto attiene alle Mutant-Series, trascurando che a tale quantità non corrisponde sempre altrettanta qualità e questo può far disamorare il lettore ritrovato.
Quanti seguono il mercato statunitense “in diretta”, sanno bene che Meltdown è una miniserie (4 numeri in formato Prestige, che sono pubblicati in questo mese come Play Extra), già datata visto che si è conclusa all’inizio dell’estate ‘89, ma che credo meriti di essere portata all’attenzione di quanti attendono di leggere l’edizione italiana.
Gli autori dei testi sono i coniugi Simonson, Louise (tra i pochi cui Claremont abbia lasciato la penna di testate come New Mutants e X-Factor) e il grande Walt (del quale ammiriamo solo ora la saga di Thor, e che ha preso le redini dei Fantastic Four, dopo aver curato gli Avengers e gli X-Factor).
I disegni non ci sono, o meglio, sarebbe riduttivo considerarli solo come tali, visto il lavoro fatto da Jon J. Muth (di cui la Marvel ha pubblicato la graphic novel Dracula e, nel filone EPIC, Moon Shadow) e Kent Williams (autore della miniserie Epic Blood).
Cerchiamo ora di esaminare in dettaglio questa mutant-spy-story. Sia la trama che la sua resa grafica sono degni di attenzione per gli elementi di novità che portano, rispetto alle vicende mensili di Havok e Wolverine, i due X-men protagonisti di un’avventura che si svolge tra Chernobyl, un paesino imprecisato del versante atlantico del Messico, i Carpazi e un manicomio criminale in Siberia.
La scena iniziale ricostruisce quanto è accaduto nell’Aprile ‘86 al reattore #4 della centrale di Chernobyl, dicendoci però che l’incidente non è stato tale, ma è l’inizio di un tentativo di rivincita delle forze conservatrici sovietiche, e la mente del classico scienziato folle è quella del dr. Neutron, internato in Siberia, mentre il braccio è il mutante Meltdown.
Gli elementi di interesse della storia sono comunque strettamente connessi con l’aspetto artistico, dato che raramente come in questo caso si nota un’interpretazione figurativa che incarna e fa sentire più vivi quelli che troppo spesso sono trattati “da eroi di cartone”, e si deve a mio avviso applaudire la scelta di far rappresentare Havok (e Quark) a Muth e Wolverine a Williams, così da dare corpo alle differenze tra i due personaggi in una maniera che supera, in parola povere, quanto sotteso o esplicitato dal testo di Claremont su X-Men e mai pienamente espresso anche da disegnatori come l’ottimo Mark Silvestri.
Un lavoro da leggere quindi per le qualità di un testo più fresco e svincolato dai troppi e ricorrenti stereotipi delle storie dei mutanti, godibile anche da parte di quanti sono stanchi di questo clichè ampiamente sfruttato commercialmente dalla Marvel e apprezzabili per le qualità pittoriche, dato che tratto e colore sono una cosa sola; diversa e pure sempre leggibile da tutti, in quanto, per intenderci, non si arriva alla geniale follia di Sienkiewicz, spesso difficile “da digerire” nelle sue opere più originali ed innovative come Elektra Assassin.
Non resta che attendere l’edizione italiana che spero, sia adeguatamente tradotta e, soprattutto, sia stampata sullo stesso tipo di carta utilizzata per l’edizione originale per non far perdere nulla al lettore, come purtroppo spesso accade.
Salvatore Bonanzinga
L’INTERO NUMERO UNO DI FUMETTOMANIA
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