A fine febbraio sono stato contatto dalla dott.ssa sociologa Tiziana Tarsia, in merito ad una iniziativa che si sarebbe svolta a Messina, città che sempre più frequentemente sta dando grande spazio alla Cultura ed al Fumetto in particolare. Abbiamo chiesto se sarebbe stato possibile realizzare delle mini interviste durante questi incontri per pubblicarle e dare visibilità al progetto.
Dopo il primo articolo-intervista dedicato agli incontri del 6 e del 12 marzo, che potete leggere qui , il secondo dedicato all’incontro tenutosi lo scorso 7 aprile, ed il terzo articolo-intervista che prende spunto dall’incontro dell’8 maggio oggi concludiamo con l’incontro del 27 maggio avvenuto presso l’Istituto Superiore Ainis di Messina, l’ultimo relativo al ciclo di presentazioni riguardanti i graphic novel.
L’intervista, come le precedenti è a cura delle studentesse Maria Chiara Aiello, Elena Chiappalone, Jessika Quattrone e Maria Chiara Verduci, che ringrazio per l’ottimo lavoro.
Mario Benenati,
presidente dell’associazione di promozione sociale e culturale Fumettomania Factory APS
La locandina del programma degli incontri realizzati dal 6 marzo al 27 maggio
RACCONTARE STORIE TRAMITE I GRAPHIC NOVEL:
QUARTIERI, Viaggio al centro delle periferie italiane
di Maria Chiara Aiello, Elena Chiappalone, Jessika Quattrone, Maria Chiara Verduci,
studentesse cds Scienze e Tecniche Psicologiche, dipartimento Cospecs (Università di Messina).
Giorno 27 maggio, presso l’Istituto Superiore Ainis di Messina, si è svolto l’ultimo incontro del ciclo di presentazioni riguardanti i graphic novel. Il fumetto, intitolato ‘’Quartieri. Viaggio al centro delle periferie italiane’’ realizzato da Adriano Cancellieri, sociologo presso l’Università di Milano Bicocca, e Giada Peterle, geografa e fumettista; il fumetto è stato presentato con l’aiuto della sociologa dell’università degli studi di Messina Monica Musolino.
Nel corso dell’incontro, l’autore ha discusso del tema centrale del fumetto: lo stigma delle periferie italiane. Nel fumetto sono poste in risalto cinque periferie italiane: SanSiro a Milano, Tor BellaMonaca a Roma, Arcella a Padova, Zen a Palermo e Bolognina a Bologna.
A partecipare alla produzione di quest’opera sono stati ricercatori e fumettisti provenienti da questi quartieri che hanno contribuito nello sviluppo del fumetto grazie ad un contributo reale poiché tutti loro avevano avuto esperienze dirette di vita nelle città.
A seguito della presentazione abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande all’autore.

Cosa vi ha spinto a raccontare questi quartieri nel graphic novel?
Do una doppia risposta: la prima è che avevamo bisogno e voglia di raccontare in maniera diversa cinque territori italiani che sono troppo spesso raccontanti in maniera estremamente riduttiva come luoghi pericolosi, da evitare, solo di criminalità. Luoghi che, invece, noi conoscevamo e sapevamo essere molto di più, le cui caratteristiche sono nascoste.
La seconda risposta è di tipo pratico, come sempre nei lavori di ricerca abbiamo scelto tra tantissimi territori italiani (perché in ogni città italiana c’è almeno una periferia o quartiere) noi avevamo scelto le 5 da cui avevamo risorse maggiori. La prima, dove abitiamo io e Giada, che siamo i curatori dl volume; le altre 4 erano periferie dove abbiamo dei colleghi che hanno lavorato e lavorano tuttora in questi territori da molti anni.
Aggiungo che abbiamo cercato di tenere una rappresentatività di diverse Italie; non a caso abbiamo Padova (nord-est), Bologna, Roma, Milano e Palermo. Abbiamo cercato periferie del nord, centro e sud che rappresentassero l’Italia.


Come avete raccolto i dettagli di vita quotidiana che compaiono nel fumetto? Concentrandovi su una ricerca sul campo o su fonti esterne?
Si possono utilizzare due metodi: il primo è l’esperienza diretta perché in molti casi i ricercatori sono o sono stati abitanti per molto tempo dei quartieri, perciò utilizzando etnografia oppure ascoltando storie di esperienze dirette da abitanti. Al centro vi sono le storie, o dei ricercatori o degli abitanti ascoltati dai ricercatori.
I cinque capitoli sono molto differenti, in certi casi sono materiali di ricerca costruiti negli anni. In certi capitoli, come quello dell’Arcella, io e Giada siamo andati a cercare abitanti. Negli altri casi erano già esperienze e ricerche vecchie tradotte per fare ricerca e lavorare insieme ad un fumettista.


Come viene bilanciata l’estetica del disegno con la complessità sociale che deve essere raccontata?
Trasformare una ricerca di 7 anni in 20 pagine di fumetto significa semplificare tanto. Semplificare è molto difficile perché la ricerca parte dalla complessità, di solito le periferie sono rappresentate o bianche o nere, ma la ricerca ti aiuta a vedere grigio. Il fumetto costringe a semplificare. Noi abbiamo scelto di partire da storie piccole, in molti capitoli c’è solo una persona, la protagonista, e quindi raccontiamo il quartiere attraverso quella biografia.
Questo è il metodo che usano anche molti registi cinematografici, tu racconti un grande fenomeno partendo dalla vita di un protagonista. Si semplifica ma si usa una storia idealtipica che ti aiuta a vedere molto di quella storia. C’è un rischio di stereotipia e la domanda è importante porsela sempre. È vero che semplifichi ma il linguaggio del fumetto ha delle cose che lo rendono difficile perché il disegno mette insieme immagini e fotografie. Il fumetto ti permette di essere meno semplice ma più articolato e complesso. Il linguaggio del disegno da un lato ti può semplificare, dall’altro arricchire.
Successivamente, abbiamo anche avuto la possibilità di intervistare Monica Musolino (sociologa dell’Università degli studi di Messina) che ci ha offerto spunti interessanti:
Ha avuto modo di fare ricerca tramite i graphic novel e utilizzarli per parlare di tematiche sociali?
Il mio rapporto con i graphic novel riguarda lo studio della memoria del trauma; inizia con un incontro legato alla sociologia dei processi culturali che poi ho riportato nella sociologia urbana studiando i luoghi del trauma.
La graphic novel parte da un incontro con una collega che si occupa di graphic novel, io poi ho utilizzato questo metodo per studiare la figura di un eroe sportivo cioè Gino Bartali. Ho ricercato e trovato nelle case di amici che avevano figli alcuni graphic novel con protagonisti eroi sportivi.
Questo mi è sembrato un uno metodo per veicolare la figura di eroi sportivi che lo sono diventati perché hanno utilizzato il loro sport agonistico per veicolare valori importanti. Ho percorso la storia di Gino Bartali per come è sempre stata narrata e mi sono accorta che la graphic novel veniva narrata non da soggetti appartenenti all’epoca dell’eroe ma da generazione post memory cioè successive rispetto alla memoria narrata. In quel caso ho usato due graphic novel che trattavano vari eroi sportivi ma con la figura di Gino Bartali come protagonista. In tutti ho notato che la memoria era molto collegata alla shoah; perché lui portava nella bici i documenti falsi per aiutare e superare i post di blocco.

NOTE A MARGINE
Titolo: Quartieri. Viaggio al centro delle periferie italiane
Autori: A cura di Adriano Cancellieri e Giada Peterle, con storie a fumetti di Elena Mistrello, Giada Peterle, Mattia Moro, Alekos Reize, Giuseppe Lo Bocchiaro e testi di Francesca Cognetti, Paolo Grassi, Elena Maranghi, Giuseppe Scandurra, Carlo Cellamare, Francesco Montillo e Ferdinando Fava.
Caratteristiche: 128 pp. col., brossura
Editore: BECCOGIALLO
Costo: 18,00 euro
GLI ARTICOLI-INTERVISTE RELATIVI AL PROGETTO
RACCONTARE STORIE E RICERCHE SOCIALI TRAMITE I GRAPHIC NOVEL
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