Quel “favoloso” biennio 1991-1992 e la nascita della Image (30 anni della Image Comics)

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Era dal mese di giugno del 2020 che non pubblicavamo uno speciale misto, cioè con articoli pubblicati sui siti di fumettomaniafactory.net e di glamazonia.it.

Nel 2020 l’occasione fu lo speciale su un icona dell’Universo DC Comics: LANTERNA VERDE, che compiva 80 anni di vita editoriale; oggi, invece, lo SPECIALE è dedicato ai 30 ANNI della IMAGE COMICS, che coincidono anche coi i 30 anni di SPAWN, la “creatura” di Todd McFarlane.
Gli articoli sono due: il primo pubblicato qui, oggi, ed il secondo su Glamazonia tra una settimana; entrambi riportano in coda dei link per leggere altri articoli su fumetti pubblicati dall’Image e recensiti nel sito di Glamazonia, tra il 1997 ed il 2008.

L’articolo che pubblichiamo oggi è del super esperto Fabio Ciaramaglia (che già conoscete per l’approfondimento sul videogioco Dragon Age, giunto alla 22esima puntata)

Buona lettura, e se questo articolo vi piace condividetelo, grazie.
Mario Benenati, curatore di Fumettomania Factory Magazine e di Glamazonia (per gentile concessione di Marcello Vaccari)


Noi di Fumettomania abbiamo deciso di festeggiare la bella ricorrenza dei 30 anni della Image con uno DOPPIO ARTICOLO: qui sul nostro sito e sul sito di archivio Glamazonia.it (con il quale siamo gemellati dal 2010). I due articoli hanno in appendice l’elenco con i link di tutti gli articoli pubblicati negli anni su Glamazonia.
Buona lettura

Mario Benenati e Marcello Vaccari

SPECIALE 30 ANNI DELLA

Immagine, ritagliata della serie antologica in 12 numeri che sta festeggiano i 30 anni della Image Comics, fondata nel 1992 dai disegnatori Todd McFarlane, Jim Lee, Erik Larsen, Rob Liefeld, Marc Silvestri, Jim Valentino e Whilce Portacio.
Immagine, ritagliata della serie antologica in 12 numeri che sta festeggiano i 30 anni della Image Comics, fondata nel 1992 dai disegnatori Todd McFarlane, Jim Lee, Erik Larsen, Rob Liefeld, Marc Silvestri, Jim Valentino e Whilce Portacio.

Quel “favoloso” biennio 1991-1992 e la nascita della Image 

di Fabio Ciaramaglia

La copertina del n. 1 di Spawn
La copertina del n. 1 di Spawn © degli aventi diritti

Mi è stato chiesto di scrivere un articolo introduttivo per celebrare i 30 anni dalla fondazione della casa editrice Image. Mi è stato anche chiesto di cercare di essere emozionale, cosa che un po’ mi risulta difficile. Potrei cominciare dicendo che quel biennio corrisponde al mio ultimo anno di scuola da studente, all’epoca del primo (e un po’ tardivo) bacio, del mio compimento della maggiore età e del mio trasferimento nella grande città per l’università.

E potrei continuare che fu quando cominciai a giocare a Dungeons&Dragons e quando iniziavo a prendere dimestichezza con il sistema Windows e l’uso del mouse, io che ero abituato a usare solo la tastiera. No, non ci siamo ancora, così sono solo autoreferenzialmente emozionale.

Nel biennio 1991-1992 tante cose succedono nel mondo, tra cui la prima Guerra del Golfo, lo scioglimento finale dell’Unione Sovietica, l’inizio della guerra in Bosnia, in Italia c’era Tangentopoli in agguato e poi gli assassinii di Falcone e Borsellino. Sebbene oggi da docente imputi una certa superficialità ad alcuni dei miei studenti, pure io all’epoca non è che mi interessassi troppo delle cose serie, e sì che quelle cose mi colpirono, ma la mia vita andava avanti in altre direzioni, quelle escapistiche.

Erano gli anni in cui in Italia arrivavano serie che hanno cambiato il modo di vedere le serie, come Twin Peaks e The Simpsons e gli anni in cui cominciavo a leggere fumetti seriamente.

Il 1991 è un anche anno magico per la musica che mi piace, è l’anno di Ten dei Pearl Jam, di Blood, Sugar, Sex, Magik dei Red Hot Chilli Peppers, di Out of Time dei R.E.M., dei due Use Your Illusion dei Guns N’ Roses, del “black album” dei Metallica, di Gish degli Smashing Pumpkins e di Bad Motor Finger dei Soungarden, ma soprattutto di Nevermind dei Nirvana che forse più degli altri ha segnato quel periodo e una intera generazione.

La copertina dell'album Nevermind dei Nirvana
La copertina dell’album Nevermind dei Nirvana © degli aventi diritti

Ci si chiederà perché continuo a insistere sul 1991 se è nel 1992 che è stata fondata la Image.

In realtà, la base di quella fondazione fu un incontro del dicembre 1991. E mi immagino una colonna sonora composta da brani degli album su citati, magari “Give it Away” dei Red Hot. Tre disegnatori di fumetti, tutti tra i 25 e i 30 anni, specificamente Todd McFarlane, Jim Lee e Rob Liefield, approcciarono anche con una certa spocchia il capo della Marvel di allora Terry Stewart e il veterano Tom De Falco, all’epoca Editor delle serie della Casa delle Idee.

La questione era seria: essi ritenevano che molti dei titoli della Marvel di quel periodo erano stati un enorme successo soprattutto grazie a loro (e grazie a Erik Larsen e Marc Silvestri che si fecero rappresentare da loro). Si lamentavano, questi disegnatori, del fatto che fondamentalmente erano impiegati “a cottimo”, come free-lance, e che frattanto la Marvel si stava arricchendo con tutte le royalty derivanti proprio dal merchandise dei rilanciati fumetti.

Chiedevano, di base, un migliore trattamento economico ma anche maggiore libertà creativa soprattutto per i personaggi che loro stessi avevano contribuito a ideare (uno su tutti, Venom) e dei quali pretendevano delle royalty. Minacciarono di andare via se non fossero stati accontentati. Ebbero un analogo incontro con i tipi della DC con lo stesso tenore e da ambo le case ebbero fondamentalmente la stessa risposta negativa.

“Territorial Pissing” dei Nirvana potrebbe essere suonata qua, ma il verso “I’m gonna break my rusty cage and run” dei Soundgarden sembra altrettanto appropriato. Improvvisamente un paio di serie legate a Spider-Man e svariate al mondo degli X-Men si ritrovarono senza i disegnatori titolari.

Al gruppo dei fuoriusciti si unirono ben presto anche Jim Valentino e Chris Bachalo, perché alla fine c’era un piano B: tramite la distribuzione fornita dalla casa editrice Malibu, avrebbero tutti continuato a lavorare lanciando delle proprie testate, con storie e personaggi nuovi inventati da loro stessi. Il piano prevede di mettersi tutti insieme sotto l’etichetta Image, per l’appunto, ma ognuno di loro avrebbe avuto una propria sotto-etichetta, un proprio studio creativo: nessun personaggio creato sarebbe stato copyright della Image e ogni studio si impegnava a non interferire con il lavoro degli altri. Il periodo Malibu durò poco e qualche anno dopo fu essa stessa acquistata dalla Marvel, ma questa è un’altra storia. La Image aveva già iniziato a camminare sulle sue gambe.

Ma fu assolutamente un azzardo, se ci si pensa, soprattutto per un gruppo di artisti sicuramente acclamati ma non certo dei professionisti nella scrittura, e il pubblico dei fumetti difficilmente si accontenta solo di bei disegni.

Eppure “thoughts arrive like butterflies”, come cantano i Pearl Jam in “Even Flow”, le idee ci sono e alcune di esse sono anche solide. Spawn di McFarlane e Savage Dragon di Erik Larsen sono buone idee, scritte e disegnate bene, i gruppi “alla X-Men” di Lee (WildC.A.T.S.) e di Liefield (Youngblood) piacciono, alcuni hanno delle prime difficoltà, ma poi decolleranno come Silvestri e i suoi Witchblade e The Darkness.

Altri si uniscono alla Image con la prospettiva effettivamente di mantenere i diritti di ciò che si è creato: è il caso di Sam Kieth, Dale Keown, Kurt Busiek e Alex Ross. “See you in June” cantavano gli Smashing Pumpkins in “Rhinoceros”. E in effetti a partire da giugno del 1992 Image è una realtà, e la classifica finale di vendite di quell’anno vede due suoi fumetti, Spawn e WildC.A.T.S. in quinta e seconda posizione, preceduti solo da un numero della saga della morte di Superman e i “Numero 1” di serie che poi non avranno molto successo (Venom e Spider-Man 2099).

FATHOM #1 di Michael Turner
FATHOM #1 di Michael Turner

Quel periodo ha molta concorrenza, tra il crossover Infinity War e la citata morte di Superman, tra il lancio della linea Marvel 2099 e la Vertigo raccoglie i frutti della British Wave del decennio precedente (che suoni “Enter Sandman” qui). Eppure i fondatori di Image riescono a sfondare, e sembra proprio essere il momento di queste “Shiny Happy People” per dirla con i R.E.M.: l’azzardo sembra aver pagato.

Dal 1992 a oggi tante cose poi sono successe, come per esempio l’abbandono di Liefield prima (in realtà fu giustamente cacciato) e di Jim Lee dopo (con la vendita dei suoi personaggi a DC Comics), ma anche la creazione di altri nuovi personaggi (Angela di Gaiman/McFarlane, Fathom di Michael Turner per dirne due) e lo spazio, dato nel tempo, ad autori emergenti che hanno ripagato con il loro successo (Robert Kirkman e il suo The Walking Dead per dirne uno).

Resta il fatto che quei giovani terribili spinsero anche le majors a rinnovarsi contro il nuovo “terzo incomodo” come concorrenza stabile -nel tempo questo ruolo un po’ lo ha perso la Image, alternandosi con altre case editrici come Dark Horse e IDW, che pure frattanto dovettero rinnovarsi.

Lascerò dire altro a chi vorrà, ma questo tuffo nel passato in effetti mi ha un po’ emozionato, tra ricordi visivi e melodie rock (che suoni qui “Yesterdays” dei Guns). Magari ai nuovi lettori di comics l’etichetta Image dice molto poco oggi, ma la sua fondazione fu un momento di grande cambiamento dell’industria dei comics e forse ancora se ne sentono gli effetti.

Biografia

FABIO CIARAMAGLIA

Con una laurea in letteratura inglese con una tesi su Shakespeare nei fumetti (2000) e con un dottorato con una tesi su Shakespeare nella televisione italiana (2004), ho sempre cercato di occuparmi della relazione tra letteratura e altri media.

Ho collaborato con varie riviste di fumetti, da Fumo di China a Fumettomania nella sua precedente incarnazione, ma ho anche tradotto due fumetti per la Magic Press e alcune poesie inglesi.

Ho poi iniziato a insegnare inglese nelle scuole superiori prima a Roma e poi, dal 2015, a Trieste.

Non ho perso l’animo nerd nemmeno da insegnante, ma a partire dal 2006 ho virato più sul versante dei videogiochi, in alcuni dei quali, forse per deformazione professionale, ho riscontrato elementi degni di analisi che però prima di ora non avevo avuto il coraggio di affrontare con maggiore serietà.


Speciale 30 anni di Image Comics: articoli correlati, pubblicati su Glamazonia

https://www.glamazonia.it/1997/01/18/the-savage-dragon-2/ di Marcello Vaccari

https://www.glamazonia.it/1997/11/25/spawn-2/ Speciale su Spawn con articoli vari

https://www.glamazonia.it/2018/10/08/astro-city-agg-a-giugno-1998/ di M.V.

https://www.glamazonia.it/2018/10/08/astro-city-agg-a-giugno-1998/ di M.V.

https://www.glamazonia.it/2018/11/17/rising-stars-1-2-3-collana-cult-comics-2000/ di Gianluca Bellardini

https://www.glamazonia.it/2001/12/15/il-ritorno-di-savage-dragon-in-italia-nov-2001/ di Fabio Ciaramaglia

https://www.glamazonia.it/2002/07/18/spawn-the-impaler-recensione-del-2002/ di F.C.

https://www.glamazonia.it/2003/04/20/supreme-di-alan-moore-dal-41-in-poi-volume-1-in-italia-agg-al-2003/ di Stefano Marchesini

https://www.glamazonia.it/2022/10/24/aria-di-brian-holguin-e-brian-haberlin-un-approfondimento-di-fabio-ciaramaglia-maggio-2004/ di F.C.

https://www.glamazonia.it/2007/11/14/parade-with-fireworks-1/ di Fabio Graziano

https://www.glamazonia.it/2007/11/14/savage-dragon-uccidete-dragon/ di Raffale Pinna

https://www.glamazonia.it/2008/04/22/the-perhapanauts-1/ di F.G.

https://www.glamazonia.it/2008/07/24/tales-from-the-starlight-drive-in/  di F.G.

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