Scrivevamo nei giorni scorsi che questo è un mese intenso per l’attività preparatoria che bisogna svolgere in attesa degli impegni culturali dei prossimi mesi.
Si inizia il mese prossimo, con una SUPER MEGA MOSTRA nella nostra città per FESTEGGIARE l’anniversario dei 30 anni dalla nascita dell’associazione!
In attesa proseguiamo la nostra “festa” virtuale con sempre nuovi testi estratti dall’edizione cartacea di Fumettomania; ieri ed oggi gli articoli sono quelli estratti dal n. 3 della pro-zine dalla rubrica Obiettivo su … Fumetti USA.
Questi due fumetti USA, per esempio, erano belli 30 anni fa e lo sono tutt’ora. Vi consiglio di recuperare queste due miniserie, tra l’altro molti sono acquistabili tramite amazon, ebay ed altri fornitori, a prezzi tutto sommato modici.
Ringrazio il caro amico e socio D. A. che ha trascritto anche questi testi.
Oggi mancano i ricordi legati al Salone di Lucca del 1991, tornano la prossima settimana.
Mario Benenati, responsabile del Fumettomania Factory Magazine.
Nota bene: II festeggiamenti per l’anniversario dei trent’anni dell’associazione “Fumettomania Factory” sono in corso! Il prossimo appuntamento è tra due giorni, il 18 settembre, con altre testimonianze di amici ed ex collaboratori.
Fumettomania da 0 a 30, Trent’anni straordinari!
OBIETTIVO SU …
Recensioni su fumetti U.S.A. del 1990-91
di Giorgio Cambini, Salvatore Bonanzinga e Mario Benenati
(SETTEMBRE- OTTOBRE 1991)
GOTHAM GAZETTE:
PREY (DA LEGENDS OF THE DARK KNIGHT ## 11/15)
di SALVATORE BONANZINGA.
Come già annunciato sulle pagine di FM#2, la storia che Doug Moench, Paul Gulacy e Terry Austin hanno proposto sulle pagine di LEGENDS OF THE DARK KNIGHT si è rivelata un ottimo prodotto. Si intende che non si tratta di una vicenda che fa epoca o che fa la differenza nella storia del fumetto, ma un racconto di squisita fattura come non sempre è possibile vedere in una produzione seriale che è strutturalmente soggetta a cali di tono.
Se LEGENDS è spesso degna di essere recensita positivamente è proprio perché l’alternarsi dei team creativi, finora sempre di un certo livello, consente all’editor Andy Helter di tenere desto l’interesse dei lettori proponendo di volta in volta storie svincolate dalla continuity e libere di sviluppare temi diversi o proporre un diverso modo di inquadrare un argomento noto.
Tale caratteristica è per me vincente nei confronti della testata diretta rivale di LEGENDS, e cioè SPIDERMAN, nata come operazione commerciale e come palestra per il genio artistico di Todd Mcfarlane ed ora affidata per cinque numeri, dopo l’episodio curato da Nocenti/Leonardi/Austin, al clone Elric Larsen, in attesa di assumere una struttura analoga a LEGENDS.
Riguardo a PREY, come dice il titolo la vicenda vede Batman nel ruolo di preda, poco tempo dopo YEAR ONE. In realtà si vuole esaminare la reazione di Gotham City al vigilante da poco apparso (lo scontro che apre la miniserie costituisce la diciannovesima apparizione del Cavaliere Oscuro) e che genera diverse sensazioni nei cittadini.
La polizia lo vede come un prezioso collaboratore, nel caso di Gordon e di molti agenti, o come un criminale che si fa giustizia da solo, i media strutturano ampliamente il suo nome per titoli da prima pagina o per catturare audience, i politici sono pronti a lanciare una crociata per incrementare i consensi salvo poi riabilitarlo parzialmente; inoltre il villain di turno, per la prima volta su LEGENDS un avversario “classico”, è Hugo Strange, psichiatra lucido e alienato che si pone la domanda inevitabile sull’identità e i moventi di Batman, scardinando così il mito poco credibile dell’’intaccabilità del segreto dell’uomo dietro la maschera, che crolla definitivamente quando lo stesso eroe dà inconsciamente un importante indizio nel momento in cui teme di essere arrivato al capolinea.
Tutti gli avversari dei nostri cari eroi di carta cercano di scoprire l’identità del “buono”, ma pochi autori affrontano il tema con serietà come Moench; lo stesso cedere dei nervi di Batman non è casuale né incongruo, ma il frullo dell’azione intrapresa dal suo avversario con l’aiuto del media, del sindaco e del sergente Cort.
Strange si rivela ottimo cacciatore, ma nell’inevitabile scambio di ruoli tocca a lui essere preda del Cavaliere Oscuro quando questi, nell’ultimo capitolo, riemerge rigenerato dalle tenebre della sua caverna, dove ha potuto vincere i propri incubi.
L’autore trova anche il modo di presentarci l’origine del bat-segnale e della batmobilc, il primo frutto della segreta intesa tra Gordon e Batman. un pericolo per la carriera del capitano, la seconda moderno destriero nel torneo finale con Night Scourge: non sono queste le uniche invenzioni, dal momento che Gulacy ci propone una nuova arma che si potrebbe definire uno shuhriken a forma di pipistrello, forse un ricordo delle tavole a suo tempo apparse su SHANG CHI.
A proposito di Gulacy, che i lettori italiani hanno potuto ammirare in Coldblood, bisogna dire che ha confermalo di essere al meglio quando deve narrare vicende di grande tensione narrativa, meglio se notturne, sempre in grado di avvincere il lettore con un segno abbastanza classico, con pochi rivali nell’’illustrare le scene d’azione ma ugualmente valido quando il dramma non è altrettanto “fisico”; ovviamente a tanto matitista corrispondono due numi del fumetto come Terry Austin e Steve Oliff con il suo staff.
Un’ultima annotazione riguarda il buon James Gordon, non solo per il suo “collaborazionismo” nei riguardi di colui che è visto come nemico pubblico, ma per il dubbio che egli conosca il segreto del protagonista, malgrado la DC Comics si ostini a smentire quando i lettori avanzano questa ipotesi, ricordando così l’indimenticabile figura del capitano Stacy. Al prossimo numero di “Gotham gazette” (ovvero “tutto quello che avreste potuto leggere se i diritti non li avesse la Rizzo i”).
L’INTERO NUMERO TRE DI FUMETTOMANIA
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