Giuseppe Palumbo (Matera 24/7/64).
Ha cominciato a pubblicare a fumetti nel 1986 sulle pagine di riviste come Frigidaire e Cyborg, sulle cui pagine crea il suo personaggio più noto, Ramarro, il primo supereroe masochista. Nel 1992 entra nello staff di Martin Mystère della Sergio Bonelli Editore e nel 2000 in quello di Diabolik della Astorina; per queste due serie popolari disegna numerose storie speciali, tra cui il remake de “Il re del terrore”, numero uno della collana Diabolik. Ha pubblicato in Giappone, Grecia, Spagna e Francia. Dal 2000 coordina il lavoro dello studio Inventario, Invenzioni per l’editoria Bologna; in questa attività ha convogliato il suo lavoro di illustratore e copertinista. Tra le sue pubblicazioni più recenti, “Tomka, il gitano di Guernica”, su testi di Massimo Carlotto, e “Un sogno turco”, su testi di Giancarlo De Cataldo, editi da Rizzoli.
Dal 2005, la casa editrice Comma 22 di Bologna, dedica a Palumbo una collana di volumi aperta da “Diario di un pazzo”, adattamento di un racconto di Lu Xun, e seguita da “ CUT Cataclisma”, che raccoglie tutte le storie di Cut prodotte fino al 2006 per la casa editrice giapponese Kodansha, e da “Tosca la mosca”, che contiene tutte le avventure dell’eroina eroticomica; di recente ha pubblicato “Eternartemisia”, realizzato in collaborazione con Palazzo Strozzi Firenze. È docente di disegno e fumetto. È vincitore di numerosi premi in Italia, tra cui lo Yellow Kid, il Bonaventura e l’Attilio Micheluzzi come miglior disegnatore italiano.
I suoi link:
www.giuseppepalumbo.blogspot.com
www.palumbo-troglodita.blogspot.com
dal sito http://www.palumbo-troglodita.blogspot.com/
28 settembre 2009 – 7 – L’ultima volta di Anton Karas -2 Anton Karas, il minore dei due, era sempre stato all’ombra del maggiore. Anche se solo per pochi anni.Quando Anton Karas, il maggiore, morì di cancro, Anton Karas, il minore dei due, per un attimo si sentì perso, era diventato l’ombra di se stesso. Quella perdita per lui fu, al contrario, un afelio: quando la distanza dal sole è massima, qualunque oggetto e la sua ombra coincidono. E così Anton Karas non erano più due e l’Anton Karas superstite era diventato un nuovo uomo, il terzo uomo. Quell’ Anton Karas visse una vita che erano due, per un attimo ebbe gli sguardi del mondo su di lui, poi si perse. L’ombra rossa del terzo uomo gli apparve alla fine in una stradina di Parigi, in parte celata, in parte rivelata dall’ombra nera di un albero. La luce del tramonto marchiava quell’ombra incerta, la incitava alla dissolvenza. L’ombra fece cenno a Anton Karas di avvicinarsi.