Abbiamo ricevuto dalla nostra amica Adele Firpo ( PimOff / ufficio stampa), queste comunicato che riteniamo molto interessante, e lo diffondiamo.
<<Caro Mario,
è con grande piacere che annunciamo e ti invitiamo alla performance Necropolis del coreografo Arkadi Zaides, che presenteremo online martedì 25 maggio alle ore 21.Necropolis è una risposta alla mancata identificazione della maggior parte delle vittime dell’attuale crisi migratoria. Il punto di partenza è una lista compilata a partire dal 1993 da UNITED for Intercultural Action, rete che unisce oltre 500 ONG in tutta Europa: un elenco che registra le morti di rifugiati e migranti che tentano di raggiungere l’Europa e che a oggi elenca più di 40500 persone. Un enorme archivio che tenta di far luce su una catastrofe che si svolge all’interno e ai confini dell’Europa.
Un database di mitologie, storie, geografie, movimenti e anatomie raccolte meticolosamente dal coreografo e dal suo team per costruire una città dei morti, dentro le cui vie il visitatore è condotto virtualmente durante la performance.
Noi di PimOff abbiamo deciso di sostenere l’associazione UNITED for Intercultural Action tramite una raccolta fondi, che resterà aperta per tutto il mese di maggio: in sostituzione al pagamento del biglietto, il pubblico è invitato a donare al link che verrà fornito tramite i canali social di PimOff, attraverso i quali forniremo anche il link all’evento. Lo spettacolo sarà seguito da un momento di incontro tra l’artista e Francesca Serrazanetti.>>
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta
Mario Benenati
25 maggio
NECROPOLIS
di Arkadi Zaides
Martedì 25 maggio, alle ore 21, PimOff presenterà online lo spettacolo Necropolis, di Arkadi Zaides, coreografo conosciuto in tutto il mondo per le sue performance fortemente politiche.
Necropolis è un work in progress di carattere documentario che cresce di tappa in tappa, nel corso dei soggiorni dell’artista presso numerosi teatri internazionali. Sfruttando le potenzialità del multimediale, Arkadi Zaides interroga le prospettive future della danza ed esplora le possibilità di questo linguaggio di occuparsi di fenomeni di rilevanza sociale e politica.
Nello specifico, l’intento della sua ricerca è quello di restituire un nome a chi l’ha perso insieme alla propria vita tentando il processo migratorio verso l’Europa.
Dal 1993 UNITED for Intercultural Action, una rete che unisce attivisti e ONG, registra i decessi dei rifugiati in viaggio verso l’Europa: una lista che ad oggi conta più di 40500 persone, la maggior parte delle quali senza nome. L’elenco è in costante aggiornamento ed è consultabile online attraverso una mappa dell’Europa che consente di organizzare e investigare i dati.
È a partire dall’esistenza di questo archivio che si sviluppa Necropolis: Arkadi Zaides e il suo team stanno infatti lavorando a un database per tentare di collegare ogni nome-numero della lista al relativo luogo di sepoltura.
La ricerca performativa si traduce nel reenactment di pratiche tratte dalle scienze forensi, oltre che nella visita alle tombe dei protagonisti delle storie raccolte: momenti di raccoglimento dalla dimensione rituale, in cui l’artista tenta di restituire giustizia e dignità a coloro la cui identità è stata sottratta da politiche sconsiderate e da una confusione mediatica spesso avulsa da ogni considerazione di carattere etico.
Combinando un approccio investigativo alla pratica coreografica, il gruppo di ricerca ricostruisce così una città dei morti, dentro le cui vie il visitatore è condotto virtualmente durante la performance.
In scena solo un tavolo, uno schermo e dei computer: i dispositivi necessari a presentare il risultato dell’indagine e approfondire i recessi più oscuri della lista. Il corpo nella sua fragilità, la sua vita nuda, è esposta e la danza dei morti – la necro-coreografia – prende il centro della scena.
Come parte di una stessa comunità, il pubblico è invitato a partecipare alla scoperta sensoriale di un territorio virtuale spettrale, il quale a volte si espande fino a molto lontano, altre invece si rivela appena dietro l’angolo.
E mentre questo spazio illimitato viene presentato in tutta la sua estensione agli occhi degli spettatori, chi guarda è portato a mettere in discussione il suo ruolo di cittadino, le sue azioni e il suo senso di responsabilità individuale nei confronti della collettività.
Siccome UNITED for Intercultural Action lavora per aggiornare costantemente questo enorme archivio, noi di PimOff abbiamo deciso di sostenere l’associazione tramite una raccolta fondi, che resterà aperta per tutto il mese di maggio: in sostituzione al pagamento del biglietto, il pubblico è invitato a donare al link che verrà fornito tramite i canali social di PimOff.
Speriamo in questo modo di restituire il senso profondo del avoro dell’artista, che non sta tanto nella presentazione finale ma in tutto il suo percorso di indagine e archiviazione.
INFORMAZIONI
25 maggio, ore 21 | evento online sul canale Youtube di PimOff.
Il link all’evento e alla raccolta fondi verranno forniti tramite le pagine Facebook (@PIMOFF), Instagram (@pimoffmilano) e Twitter (@PIMOFF) di PimOff.
NOTE EXTRA
ARKADI ZAIDES
è coreografo e danzatore.
Nasce in Bielorussia nel 1979, si trasferisce in Israele nel 1990, dove si esibisce con diverse compagnie prima di intraprendere una carriera indipendente. Vive e lavora tra Belgio e Francia, dove ha fondato l’Institut des Croisements.
Consegue il Masters DAS Choreography alla AHK Academy of Theater and Dance di Amsterdam. Le sue esibizioni e installazioni video sono state presentate in festival di danza e teatro, musei e gallerie di tutto il mondo. Nel suo lavoro ha affrontato questioni sociali e politiche afferenti al contesto israeliano e palestinese e, più recentemente, a quello europeo.
Per Zaides la danza è uno strumento attraverso cui stimolare un confronto critico, in quanto è sul corpo che le questioni sociali e politiche sono vissute in modo più acuto. Zaides ha ricevuto l’Emile Zola Prize for Performing Arts con Archive (2013); l’Israeli Lottery Foundation Landau Award (2012); il Young Artist Prize del Ministero della Cultura e dello Sport Israeliano (2008, 2009, 2011); nel 2010, il Rosenblum Award e il Kurt Jooss Award per Solo Colores.
Ha sviluppato diverse piattaforme per promuovere il discorso contemporaneo sulla performance: dal 2012-14 ha istituito e curato Moves Without Borders una collaborazione con il Goethe Institute Israel, il Kelim Choreography Center e altri partner, in cui importanti coreografi sono stati invitati in Israele per incontrare la comunità di danza locale.
Dal 2009-11, insieme a Anat Danieli, ha avviato il New Dance Project presso la Performance Art Arena di Gerusalemme, volto a dare vita a un ambiente fertile per la crescita e lo sviluppo di artisti emergenti nel campo della danza.
FRANCESCA SERRAZANETTI,
architetto, ha conseguito la laurea e il dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana presso il Politecnico di Milano, integrando con studi, scambi e borse di studio in Spagna e negli Stati Uniti.
Dal 2011 è docente al Politecnico di Milano, dove svolge attività didattica e di ricerca. I suoi interessi scientifici si concentrano in particolare su tre temi: il processo creativo nelle discipline progettuali; la valorizzazione e l’esposizione del patrimonio architettonico; la relazione tra architettura e teatro.
Su questi stessi argomenti tiene seminari, scrive saggi e articoli. All’impegno accademico affianca collaborazioni con studi di architettura, case editrici, musei e istituzioni culturali come FAI – Fondo Ambiente Italiano, La Biennale di Venezia, La Triennale di Milano, Palazzo Lucarini Contemporary, occupandosi di progetti editoriali ed espositivi.
Dal 2018 collabora con la rivista di architettura Casabella; ha collaborato con la sezione Publishing di Moleskine dirigendo la collana editoriale Inspiration and Process in Architecture; è cofondatrice della rivista Stratagemmi, trimestrale di studi sul teatro per il quale scrive regolarmente.