Napoleone e Brendon, due belle serie Bonelli di fine anni 90

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Anche se con lentezza il sottoscritto sta trasferendo in digitale tutti gli articoli tratti della fanzine cartacea Fumettomania (1990-2012).

L’articolo-intervista di oggi è anch’esso estratto dal n. 11 della nostra pubblicazione cartacea, che risale a dicembre 1998; con quel numero l’associazione iniziava un lungo percorso che durò fino al 2010 (l’idea di base era quella di dedicare ogni numero ad un tema specifico, e si concretizzò meglio con il n.12 e con i seguenti). Con il n. 11, inoltre, ci fu il ritorno ad una copertina vera e propria, le pagine passavano da 20 a 32, anche se la tiratura rimase invariata (cioè circa 350 copie).

FUMETTOMANIA STORY
Cremona: 1998, durante la nona edizione di “Nuvole a Cremona“, che era un bel festival organizzato dal Centro fumetto “Andrea Pazienza. Oggi le parole trascritte sono quelle del compianto Carlo Ambrosini (morto il 3 novembre del 2023) e di Claudio Chiaverotti, che a quel tempo erano alle prese con due serie Bonelli molto particolari: Napoleone e Brendon.
Anche questo terzo articolo sulla manifestazione cremonese (dopo quelli pubblicati il 2 giugno ed il 20 luglio) è dedicato a Michele Ginevra e a tutti gli amici che ho incontrato a Cremona (in particolare a coloro che non ci sono più).

Come sempre, buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Magazine on line

Per chi ci legge la prima volta, i precedenti articoli tratti dal n. 11 cartaceo hanno riguardato: un incontro-intervista con Massimiliano De Giovanni, Otto Gabos e Vanna Vinci; l’incontro con Stefano Ricci e Giovanna Anceschi, una recensione-panoramica sui racconti di guerra realizzati negli anni 90 da un grande autore indipendente, Aleksandar Zograf, pseudonimo del serbo Sasha Rakezic, una riflessione sulla produzione Marvel de fine anni novanta, una riflessione sul Cavaliero Oscuro, The Batman (che fece il suo esordio nel marzo-maggio del 1939, cioè 85 anni fa, NdR), un testo legato alla Bonelli editore, un articolo sulle varie autoproduzioni del 1997-98, tra cui spiccavano le produzioni the Bonerest (con l’esordio di Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli) e quelli della Factory; e l’intervista agli autori messinesi di The Funky.

Il sommario del n. 11 è riportato di seguito

DA NUVOLE A CREMONA:
TERZA ED ULTIMA PARTE
chiacchierate con Carlo Ambrosini
e Claudio Chiaverotti

(ottobre 1998)

NAPOLEONE e i suoi materiali psichici

Carlo Ambrosini: Napoleone sta avendo un discreto successo che mi fa sperare di continuarlo (eravamo nell’ottobre del 1998, NdR). Ora per me è molto importante, invece, che tipo di sviluppo, di storia, instaurerà Napoleone con il suo pubblico, se si ritaglierà un segmento, caratterizzato e caratterizzabile, che in qualche modo definirà anche le proporzioni.

I prodotti di Bonelli, al loro esordio, si propongono un pò in maniera indiscriminatamente al pubblico. Il lettore compra, a volte in maniera abbastanza sorprendente, prodotti che vanno da Tex a Dylan Dog, i lettori fanno una lettura molto differenziata dei vari personaggi anche se per esempio il fenomeno Dylan Dog aveva caratterizzato un segmento di pubblico molto più specifico, ma comunque sia generalmente il tipo di prodotti bonelliano non disdegna il tipo di consumo alternato di personaggi apparentemente con poche affinità.

Per ora il pubblico sia è assestato sulle 90 mila copie (la serie, aa cadenza bimestrale, era arrivata al n.7, NdR) e siamo abbastanza incoraggiati. Abbiamo un lasso di tempo che ci consentirà di lavorare con una certa serenità che all’inizio non ci poteva essere, io stesso ero riuscito a strappare una concessione all’editore dicendogli “facciamo un tentativo, con un personaggio dalle caratteristiche un pò inusuali”, tra virgolette, perché io facevo conto sul pubblico educato da DyD a consumare un certo tipo di fumetto, di storie.

Mi sento confermato della risposta del pubblico, perché non ho voluto proporre niente di particolarmente ermetico o difficile, non credevo che lo fosse anche se indubbiamente c’erano degli elementi che proponevano delle riflessioni non tradizionali; ho avuto una risposta positiva, certi tipi di problemi sono ormai facilmente approcciabili: l’inconscio, la capacità di definire quali sono i punti di contatto della realtà, sono temi abbastanza praticati anche nella quotidianità, ho avuto la conferma che non ho azzardato temi assolutamente improbabili e poi il personaggio è simpatico…

Giancarlo Agnoli, direttore del Centro Fumetto: Il personaggio è un pò anomalo rispetto agli altri personaggi bonelliani, come è stato visto all’interno della casa editrice?

C.A.: La differenza ed il problema di Napoleone nel raccontarlo all’Editore è stato quello legato al fatto delle sue manifestazioni, dei suoi materiali psichici, questi tre personaggi che lo accompagnano, che sono quelli che Jung chiama, senza fare delle citazioni, prodotti dell’immaginazione, materiali psichici, derivano e sono tre aspetti della sua personalità, un pò come sono nelle storie di TRACY, i criminali che apparivano ogni tanto sottoforma di ectoplasmi.

Questi tre personaggini sono tre momenti concretizzati della sua realtà psichica ed hanno tre forme differenti: una ninfa, un personaggio normativo, un maggiordomo e l’ultimo è un personaggio trasgressivo, un piccolo criminale.

Sono tre aspetti della coscienza, che compongono la sua unità, rappresentano il dialogo interiore che può avere qualsiasi essere umano, non è sola la figura del grillo parlante.

Poi c’é la vocina all’interno di Napoleone, la coscienza, che pretende il diritto di cittadinanza, ora il problema era proprio questo cioè spiegare tutto quello che ho spiegato ora, è una cosa molto più semplice da vedere, il personaggio invece che pensare tra se e se, pensa con un se raffigurato, questa situazione è una chiave che permette di pensare che origine abbiano questi personaggi; che derivino, per esempio, da una specie di inconscio collettivo dentro il quale fluttuano i materiali che sono poi recuperati dalla nostra coscienza, immaginate che questi tre personaggini arrivassero da un grande magazzino dove fossero accatastati tutte le figure prodotte dalla nostra fantasia e dal nostro immaginario è stata una cosa conseguente.

Napoleone -n. 06_luglio 1998 - la profezia del merlo
Napoleone -n. 06_luglio 1998 – la profezia del merlo. © degli aventi diritti

Napoleone vive nella realtà ordinaria, con delinquenti comuni, ma nello stesso tempo ogni criminale è fornito di una sua inclinazione psicologica, di una patologia psichiatrica e di tutte una serie di componenti della sua umanità a cui lui andrà ad accedere, a cui darà voce, per cui accanto all’indagine poliziesca tradizionale c’è una voce che arriva da questo libro immaginario, dove tutti repertori psichici vengono in soccorso o quanto meno vengono richiamati dai loro produttori.

Con il linguaggio del fumetto è una cosa che si può fare, naturalmente i materiali psichici di ognuno di noi non sono visibili agli altri solo a noi stessi, però non è detto che qualcuno con delle Capacità, delle attitudini particolati, possa entrare in un rapporto con le affinità di un altro e questo accade quando le persone si innamorano e sono travolti da passioni travolgenti, i loro mondi psichici, possono entrare in rapporto. Questa anomalia è più che altro un anomalia di forma, era questo che spaventava Bonelli, le storie, invece, sono improntate a non stravolgere la morale corrente, ne tantomemo cambiare il valore del bene e del male.

Tutto il fantastico ha un sapore metaforico, cerco di fare più chiarezza con una premessa di questo tipo che facendo entrare ed uscire dalle storie i personaggi in modo molto arbitrario che poi non hanno nessuna giustificazione, per cui ho cercato di spiegare questo, alla fine sono riuscito ad avere un pò di fatica ad ‘entrare in sintonia con il fumetto.

D.: Dove si colloca Napoleone, tra MM e DD?
C.A.:
Sicuramente sulla scia di Dylan Dog. E’ già stato difficile . proporlo nonostante Dylan sia stato un apripista per gli aspetti onirici, con tutte le implicazioni di ordine linguistico. Martin Mysteré direi di no, perché io l’ho sempre vissuto come un compagno di viaggio, i viaggi che hanno il sapore della scoperta geografica, del sorprendente, del meraviglioso, con Napoleone entriamo più all’interno, in profondità noi sappiamo bene dove ci porterà.

Fumettomania: Che cosa ha perso il disegnatore Ambrosini, nel momento in cui si è dovuto impegnare a fondo come Scrittore?
C.A.:
Non credo che si perda o si guadagni, quello che realmente si perde è il tempo, nel senso, che a volte sono conteso, tra due modalità espressive piuttosto differenti. Mi piacciono entrambi e sono creativamente gratificanti, grosso modo nella stessa maniera, certo quando faccio una mi manca l’altro e viceversa. Non ho mai creduto di fare solo una cosa, solo disegnatore, solo scrittore, solo storie di guerra, solo fantascienza ecc. e non ho mai fatto cose che non trovavo interessante, nel momento in cui lo scrivo diventa la stessa cosa.
Non è una rinuncia a qualche cosa.

La serie Napoleone, a cadenza bimestrale, fu pubblicata per 54 numeri (sotto il titolo potete ammirare la copertina del n. 1 e quella del n.54, NdR), da settembre 1997 a luglio del 2006. In aggiunta, nel 2019, nella collana LE STORIE fu pubblicata una storia inedita in 3 albi, nei mesi di giugno, luglio e agosto.

Purtroppo l’1 novembre 2023, Carlo Ambrosini ci ha lasciato.
Vi rimandiamo ad Un sentito ricordo di Carlo Ambrosini, scritto da Franco Busatta e una emozionante tavola di Napoleone disegnata da Paolo Bacilieri in onore di un grande autore, un amico e un collaboratore di lunghissima data.

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la tavola realizzata da paolo bacilieri per ricordare carlo ambrosini (2023): © degli aventi diritti
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foto scattata a “Nuvole a Cremona, nel 1998. In piedi da sinistra verso destra, Carlo Ambrosini, Massimo Galletti (se non mi sbaglio), Giancarlo Agnoli . © Archivio del BAM FUMETTO

BRENDON

Il Medioevo prossimi futuro, con Claudio Chiaverotti

Brendon n. 1 - giugno 1998
Brendon n. 1 – giugno 1998. © degli aventi diritti

Relatore: Dopo Dylan, Claudio Chiaverotti ha potuto lavorare su un suo personaggio.
C. Chiaverotti:
Brendon non è dopo-bomba, è un post-apocalittico particolare ambientato 150 anni dopo la catastrofe; non volevo fare un dopo-bomba puro, a parte che sarebbe somigliato a ‘Mad Max“, e con quest’ultimo non ha niente a che vedere. C’è in Brendon del sovrannaturale, perché mi sembra una buona cosa per introdurre le storie.

Può vagamente ricordare, a chi legge Stephen King, il primo capitolo della trilogia fantasy che si intitola “l’ultimo cavaliere”, Brendon però non ha nessun potere, diversamente dal personaggio di King. E’ un personaggio di azione, le cui storie sono ambientate in questo futuro post-apocalittico, che io chiamo il medioevo prossimo futuro.

Dopo la lettura di Brendon il pubblico deve essere soddisfatto, deve vedere scenografie nuove, un eroe nuovo, deve divertirsi, ci saranno comunque storie di sentimenti di stati d’animo come in Dylan, ci saranno storie d’amore, storie di solitudine, è chiara che si diversifica da Dylan come ambiente, come personaggio. Inizia come bimestrale, poi vedremo nel proseguitò, se funziona…

Sulla documentazione relativa a Brendon, al contrario di Nathan Never, per esempio, c’erano poche cose. I disegnatori si sono dovuti dare da fare: da Rotundo che ha fatto fumetto d’autore, a Giuseppe Franzella, un ragazzo siciliano molto bravo, Roi che fa anche le copertine. Esteban Maroto, una gloria del fumetto spagnolo, anche lui ha fatto molto fumetto d’autore.

Pagina di Esteban Maroto da Brendon n.12 - Le fate azzurre uccidono (aprile 2000)
Pagina di Esteban Maroto da Brendon n.12 – Le fate azzurre uccidono (aprile 2000). © degli aventi diritti

Fumettomania: E’ interessante constatare che in Magico Vento, in Napoleone ed ora in Brendon, ci sia una sorta di commistioni di stili, o meglio di generi, una contaminazione. E’ una scelta artistica, oppure è un espediente per acquisire subito un po’ di lettori?
C. Chiaverotti:
No. Non è neanche una commistioni di generi, perché in fondo sono storie che si basano su un personaggio (Dylan Dog, dico sempre poteva anche essere un bucaniere, sarebbe stato bello lo stesso, se a scriverlo era Sclavi)…

Le storie non sono fatte a doc per attirare il lettore, sono così perché a me piacciono così, perché il post-apocalittico puro poteva anche non piacermi, non aveva neanche grosse risorse, era difficile portarlo avanti per tanti numeri e ai lettori possono interessare delle cose con del soprannaturale, specialmente i giovani lettori che sono i principali acquirenti di queste pubblicazioni, e che sono il mio primo referente. Io mi pongo sempre come lettore, scrivo le cose che mi piacerebbe leggere, non aa caso sono lentissimo. Se su una cosa non sono convinto, ci sto anche un mese; a scrivere ci sto a pensare un mese e mezzo, magari mi alzo anche di notte per correggere una virgola.

La contaminazione dei generi deriva dal gusto di chi scrive, anche Nathan Never non è solo fantascienza, anche perché portare avanti una storia di 94 pagine al mese è difficile: prima di tutto c’è il personaggio che vive in quell’ambiente e poi tu metti le cose che ti piacciono, che ti sono accadute, è normale. Molti mi hanno parlato anche di fantasy, come dicevo prima per me è un medioevo prossimo venturo o a volte fantasy realistico, non ci sono però elfi, fate e così via, altrimenti si stempererebbe la tensione. Ci sono elementi di soprannaturale, però sono spiegati, giustificati e poi ci sono storie d’amore, di sentimenti.

E’ un personaggio comunque più duro di Dylan Dog. Ho messo di me il fatto della ribellione, non sopporto di ricevere ordini, ne di darli, mi piace perché è un eroe che fugge, come poteva fuggire Corto Maltese, molte di queste interpretazioni vorrei riceverle dai lettori, le vostre interpretazioni saranno diverse dalle mie. Chissà.

Domanda: a proposito del nome, Brendon da San Brendano?
C. Chiaverotti:
Il nome è stato molto dibattuto, dall’iniziale Lautrec, poco pronunciabile poi Brandon con la “A”, però ricordava Bendon lee, un eroe darkeggiante, con le occhiate scure, poi avevo letto che c’era un poeta irlandese che si chiamava Brendan, non mi piaceva tanto, mi sono detto scriviamo Brendon con la ‘o’. Non deriva, quindi, da San Brendano, ma è di derivazione irlandese.

Non avrà una ‘spalla’ vera e propria, anche se c’è il servitore che si vede solo nel suo castello, è un tipo un po’ sfigato, mi sembra così anche più vicino a noi, è un cavaliere di ventura e viaggi a cavallo.
Per quanto riguarda i contro finali, che io ho inserito in alcune storie di Dylan, no. Ce ne saranno, almeno per il momento.

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Brendon n.100 – La notte degli addii. © degli aventi diritti

La serie iniziata nel giugno del 1998, a cadenza bimestrale, fu pubblicata per 100 numeri, concludendosi nel dicembre del 2014. Mentre la collana annuale (a cadenza estiva) Speciale Brendon, proseguì fino al n. 2 (agosto 2021)

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BIOGRAFIE DEGLI AUTORI

Carlo Ambrosini

autoritratto Ambrosini - disegnato

Nasce ad Azzano Mella (BS) il 15 aprile 1954. Fa il suo debutto nel mondo del fumetto nel 1976, disegnando storie di guerra per la Casa editrice Dardo. Collabora poi con la Ediperiodici e l’Editoriale Corno, prima di tradurre in immagini alcuni episodi della “Storia d’Italia a fumetti” di Enzo Biagi.

Nel 1980 comincia a disegnare per Sergio Bonelli Editore, per cui realizza sette episodi di Ken Parker. Il suo esordio da autore completo risale al 1984, con la pubblicazione su “Orient Express” della serie “Nico Macchia”.

Nel 1987 inizia a lavorare su Dylan Dog e dieci anni più tardi viene alla luce un personaggio interamente suo, Napoleone, titolare di una miniserie pubblicata con cadenza bimestrale, conclusasi nel 2006. Nel 2008 dà invece vita alla miniserie Jan Dix, per poi tornare sulle pagine di Dylan Dog e le Storie.

Nel 2005 è uscito “Il prezzo della vendetta“, il diciannovesimo Speciale Tex, da lui disegnato su testi di Claudio Nizzi.

Scompare l’1 novembre 2023.

Claudio Chiaverotti

(Dal Sito www.sergiobonelli.it)

AUTORITRATTO DISEGNATO DI CHIAVEROTTI

Nato il 20 giugno 1965 a Torino, dove vive e lavora, Claudio Chiaverotti studia dapprima per diventare odontotecnico, quindi si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza.

Nel 1986 fa il suo ingresso nel mondo delle nuvole parlanti scrivendo i testi per alcune strisce delle “Sturmtruppen” di Bonvi e tre anni dopo giunge alla Sergio Bonelli Editore, esordendo con l’albo n. 34 di Dylan Dog, “Il buio“.

Per lungo tempo sostituisce Tiziano Sclavi nella produzione delle storie dell’Indagatore dell’Incubo, collaborando anche a Martin Mystère e Zona X.

Nel 1998 arriva in edicola con un personaggio tutto suo, Brendon, un cavaliere di ventura che agisce sullo sfondo di un mondo devastato da una immane tragedia, avvenuta più di un secolo addietro. La serie bimestrale si conclude nel 2014 con il numero 100, ma l’anno dopo prende il via la corsa del nuovo personaggio di Chiaverotti, il cacciatore di serial killer Morgan Lost.


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NOTE EXTRA

FUMETTOMANIA INDEX 1990 – 2012

ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.

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