MORT CINDER: Storie dell’Eterno Viaggiatore

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Per il sesto appuntamento con alcuni fumetti di Oesterheld meno conosciuti, Damiano Gallinaro, scrittore e antropologo di Roma, conclude il suo approfondimento su Mort Cinder, un capolavoro realizzato da Oesterheld e Alberto Breccia.

Damiano si prenderà una pausa di alcune settimane per tornare a maggio con nuovi articoli, mentre noi ci avviamo verso la mostra del 27 aprile, a conclusione del progetto nelle Scuole , che sarà dedicata alla collettiva Anthropocene.

Nel frattempo ricordiamo che continua la campagna fondi a sostegno del B.A.M. FUMETTO, ovvero dell’Archivio e sede di Fumettomania.

Buona lettura

Mario Benenati
Curatore del sito Fumettomania Factory magazine

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MORT CINDER: seconda parte
STORIE DELL’ETERNO VIAGGIATORE

di Damiano Gallinaro

Vignetta Stazione da cui inizia la seconda parte: Alberto Breccia - Mort Cinder originale - afnews.info Volume 1: 1995/2021
Vignetta Stazione da cui inizia la seconda parte: Alberto Breccia – Mort Cinder originale – afnews.info Volume 1: 1995/2021 – per gentile concessione

Nella seconda parte del ciclo di storie ritroviamo Mort Cinder nell’improbabile veste di assistente di Ezra. Ma d’altronde chi meglio di lui che ha attraversato tutta la storia del mondo può aiutarlo nella catalogazione di questa wunderkammer?

Le Wunderkammern erano le stanze delle meraviglie, in cui a partire dalla metà degli anni cinquanta del 1600, i primi grandi mecenati delle scoperte raccoglievano quelle mirabilie che i viaggiatori e gli esploratori raccoglievano nei loro viaggi intorno al globo. Una delle più famose, venne creata, presso il Collegio Romano, da Athanaius Kircher, gesuita, storico e museologo, in cui l’erudito creò il suo personale “museo del mondo“.

La bottega di Ezra è una piccola wunderkammer e a Mort Cinder basta semplicemente osservare un oggetto per portarci in nodi fondamentali della storia del mondo in cui lui chiaramente ha avuto un ruolo fondamentale.

I porti e le stazioni“, afferma il viaggiatore, “sono dei nodi, posti in cui s’incontrano le strade e i destini degli uomini“.

E proprio da una stazione inizia il nuovo ciclo di storie che porterà il vecchio Ezra a scoprire realtà neascoste ai più.

Mort Cinder ci porta nel cuore della prima guerra mondiale, da cui inizia il racconto delle umane miserie, e degli altrettanti umanissimi eroismi che hanno caratterizzato la grande guerra, raccontando la storia crudele di un uomo che per viltà si è nascosto al mondo finanche alla propria madre non riuscendo a sopportare l’onta di aver tradito. Anche in questo caso il nostro viaggiatore accompgnerà l’uomo verso la sua “personale redenzione”.

Mort Cinder, antico come il mondo, ci porta, poi,  al tempo della Grande Torre (La Torre di Babele) e ci racconta la sue versione dei fatti.

Successivamente ritroviamo il viaggiatore in prigione nel 1925 ai lavori forzati (ma come ci sarà arrivato?), in compagnia di due sodali, il “frate” e Marlin un uomo condannato a morte non dai suoi peccati ma da un cancro che lo sta divorando. Mort Cinder si renderà protagonista di un’evasione per “motivi umanitari”. Ma un tradimento renderà questo gesto umano e misericordioso inutile, spesso chi tradisce è proprio chi credi amico, sodale, nella sventura.

Mort Cinder sopravvive ma prova la dura vita dell’isolamento e ci lascia una delle profonde riflessioni che costellano l’arco di storie del viaggiatore dalla mille vite: “Nè topi, nè scarafaggi, troppo intelligenti per vivere li dentro, un tempo sconfinato , un interminabile rosario senza grani … sempre la stessa folle preghiera…

E’ il racconto di lunga, graduale discesa verso la follia, in una sorta di stato alterato di coscienza, fino al grido disperato di un altro dei reclusi che riporta alla realtà Cinder.

Nel frattempo, nel tempo di Ezra, una vetrata magica porta l’impotente antiquario in mondi altri, risucchiandolo in una realtà che lo consuma. Mort Cinder è andato via seguendo strani segni, ma improvvisamente il 17 aprile, in un giorno di luna piena fa ritorno, mentre la stessa luna guida Ezra in un labirinto di follia che lo porta quasi ad uccidere Mort Cinder.

I due scoprono la che vetrata è legata ad un rituale dedicato alla luna che si perde nella notte dei tempi.

I misteri si succedono storia dopo storia.

Ritroviamo Mort Cinder a bordo di una galera che trasporta alcuni schiavi nel nuovo mondo, e il viaggiatore davanti all’abominio dell’uomo sembra così assorto e perso che uno dei compagni di viaggio così lo descrive: “Un volto richiamò la mia attenzione, malinconico, sereno, come se stesse guardando un altro paese in una remota lontananza mi parve subito un mistero“.

E tra una mistero e una maledizione ci avviamo verso le ultime pagine. Riusciremo davvero a capire e comprendere chi o cosa è Mort Cinder?

La chiave di tutto sembra essere l’Egitto, una tomba dei faraoni in particolare, quella della semisconosciuta principessa Lisis.

E si ritorna alla prima storia della serie come in un cerchio che si chiude.

Ma non troveremo molte risposte anche in quest’avventura, anzi altri dubbi s’insinueranno. Chi sono i Plasmi, e cosa c’entra Mort Cinder con questi personaggi venuti da chissà quale mondo perduto? Qual’è il legame con Lisis.

Vi lascio la suspense e vi invito a seguirmi verso il finale di questo tortuoso viaggio nello spazio-tempo.

Ritroviamo Mort Cinder nel cuore di uno dei grandi drammi della storia antica, le Termopili, che Frank Miller racconterà con i suoi chiaroscuri feroci in 300. Anche in questo caso sono i chiaroscuri e le chine affilate di Breccia a portarci nel cuore della battaglia. Ma anche se i toni sono epici s’insinua nei protagonisti il dubbio, la paura di non riuscire di un intento che sembra impossibile, la percezione della vanità della propria morte e dei sodali.

Foto dalle storie ambientate in Egitto: Mort Cinder - The Comics Journal (tcj.com)
Foto dalle storie ambientate in Egitto: Mort Cinder – The Comics Journal (tcj.com)

Nel 480 a.c., Mort Cinder si chiama Dionigi, è un uomo stanco, ma la vittoria sembra vicina nonostante tutto. Un indovino Megisto, però racconta qualcosa d’incomprensibile a Dionigi, tutto terminerà in tre giorni, gli dice, e il suo destino sembra segnato per sempre.

Dionigi inizia quindi a salutare uno ad uno i suoi compagni come in un canto d’addio e salva il suo “servo” Ilota da morte certa inviandolo d’urgenza ad inviare una missiva ai suoi familiari. Chiaramente non c’è nessuna urgenza, è solo un atto di infinità umanità nei confronti di chi la guerra non l’ha voluta ma solo subita perché senza possibilità di scelta.

La battaglia che segue, ce l’hanno raccontata di cantori greci, è un massacro che diviene nei disegni di Breccia un canto all’immortalità dell’eroismo.

Dionigi alla fine è l’unico superstite e ancora ci resta la domanda iniziale: chi è Mort Cinder? E’ Dionigi la sua prima incarnazione?

Vi lascio ancora il dubbio spingendovi a leggere le storie per farvi la vostra idea personale, e magari a chiedere alle due case editrici che di più si stanno spendendo per la riedizione di storie di Oesterheld la 001 edizioni e la Cosmo edizioni a riproporle in volume.

I due autori fanno di Mort Cinder un viaggiatore che attraversa le difficoltà e le follie del genere umano, che vive l’incomprensibile aggressione degli uni sugli altri, ma anche la sete di sapere e di conoscenza nelle sue varie sfaccettature.

Il disegno di Breccia, afferma Vallejo in una sua riflessione, ha la sensibilità grafica di Frank Miller di cui abbiamo ricordato la sua cruda versione del dramma delle Termopili e il segno sensibile di Al Williamson, e ci porta nel cuore del dramma con un’inchiostrazione anch’essa “drammatica”, ottenuta usando una lama da barba che rende drammatici e affilati i tratti del viso.

Oesterheld e Breccia creano un capolavoro di umanità, la storia di un uomo condannato come l’Eternauta a perdersi nella storia dell’uomo e dell’universo, spesso perdendo la strada e se stesso, ma ritrovandosi sempre in quell’afflato verso il bene che è sempre e comunque parte di noi.

Il bene vince sempre sul male?

Chiedetelo a Mort Cinder.

6 – FINE

Ecco il link della prima parte (Articolo del 22 marzo 2022)

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Damiano Gallinaro Breve biografia

Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e  nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.

Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito

https://www.damianogallinaro.it/

NOTE EXTRA

Gli articoli precedenti:

8 marzo 2022 di DAMIANO

22 febbraio 2022

8 febbraio 2022

25 gennaio 2022


UNIVERSO ETERNAUTA

L’Eternauta si può considerare una delle maggiori opere di letteratura disegnata di tutti i tempi, questo per una serie di motivi. Prima di tutto lo stretto legame della storia di Juan Salvo con la storia personale di Hector German Oesterheld e della sua famiglia, il dramma dei desaparecidos, e della nuova Argentina che sarebbe nata da quel terribile periodo storico.
In seconda battuta per il valore universale che la storia ha rappresentato e ancora rappresenta, come racconto della lotta degli oppressi contro gli oppressori, lotta che non sempre purtroppo porta alla vittoria finale e alla redenzione.

Ma l’Eternauta non è solo la prima opera di Oesterheld e Solano Lopez, è molto di più, è un romanzo incompiuto, una seconda parte scritta a pochi mesi dalla scomparsa di Oesterheld, il tentativo di Ongaro di continuare l’opera del grande scrittore argentino, fino alle ultime storie di Matzegui, Pol e Solano Lopez che disegnano un intero Universo Eternauta, spesso difficile da seguire anche nella stessa storia editoriale.

In tre appuntamenti cercherò di ricostruire la storia editoriale e umana dell’Universo Eternauta, cercando anche di rilevare quali sono le differenze tra le varie incarnazioni di Juan Salvo e come la figura dello stesso e dei suoi comprimari cambia nel corso degli anni al cambiare degli autori e dell’epoca di riferimento.
D. Gallinaro

Per rileggere le quattro parti di questo approfondimento critico dedicato all’universo de “L’eternauta” basta cliccare sopra le immagini di seguito:

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