Quest’anno dovrebbe essere l’anno della ripartenza, in tutti i settori della vita civile, culturale, sociale, ed invece, arriva un’azione militare di una nazione nei confronti degli amici fraterni confinanti e siamo nuovamente piombati in un clima di tensione, di incertezza e di difficoltà.
Per questo motivo avere dei momenti di ‘leggerezza’ diventa importante, ed i fumetti ci permettono proprio questo.
Oggi Damiano Gallinaro, scrittore e antropologo di Roma, che ben conosce la realtà ucraina, torna a scrivere di alcuni fumetti di Oesterheld meno conosciuti, e precisamente di MARCIANEROS della premiata ditta Oesterheld–Solano Lopez.
Buona lettura
Mario Benenati
Curatore del web magazine Fumettomania
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MARCIANEROS: C’ERA UNA VOLTA LA FANTASCIENZA.
di Damiano Gallinaro
Lasciato il West di Watami ritorniamo ad atmosfere che ricordano per alcuni aspetti le storie dell’Eternauta, più il secondo che il primo in realtà.
Con Marcianeros ritroviamo la premiata ditta Oesterheld–Solano Lopez alle prese con una sorta di società segreta internazionale che lo stesso Oesterheld definisce “il gruppo più strano e più eterogeneo di esseri umani mai riunitasi sulla faccia della terra, i precursori dell’uomo su Marte“.
Quasi una profezia che oggi invece sembra essere sempre più che reale visto le prospettive attuali di un non troppo futuro viaggio verso il Pianeta Rosso e la sua futura colonizzazione.
Ma ci troviamo nel 1962, e l’editrice Yago, la stessa che aveva commissionato Watami, inizia a pubblicare su SuperMisterix questa storia che sorprende per l’epoca in cui è stata pensata e realizzata.
Era un’epoca, quella, di grandi sogni e speranze, l’URSS era riuscita a mandare in orbita lo Sputnik (e chi lo avrebbe detto che quasi sessant’anni dopo si sarebbe chiamato così un vaccino), seguita a ruota dagli emulatori statunitensi. Appena un anno dopo, Yuri Gagarin avrebbe comunicato al mondo che non aveva incontrato Dio nella sua passeggiata spaziale.
Era un contesto fertilissimo per creare storie e mondi.
Ci troviamo nel 1967, precisamente il giorno 17 di aprile, giorno in cui parte la prima storica spedizione “ufficiale” verso la terra marziana, ne seguiranno altre che porteranno ad altri successi in terra marziana, ma, se quella dell’aprile 1967 non fosse stata davvero la prima missione? Se prima di questi pionieri, in realtà, ci fossero stati altri coraggiosi, chiamati Marcianeros che nell’ombra avessero tentato già il viaggio verso il Pianeta Rosso?
Marcianeros, un nome già di per sè evocativo. Ma chi erano questi Marcianeros?
La storia prosegue con una carrellata di questi uomini che tentarono di fare la storia e che risultarono ufficialmente scomparsi in situazioni davvero molto singolari e misteriose.
Un gruppo del tutto eterogeneo, che sembra quasi assemblato per caso: un tornitore morto in un oscuro incidente stradale, due scienziati, morti in strani incidenti aerei, un mandriano (eh si avete capito bene) scomparso durante una tormenta, un gangster (addirittura !!) affogato in un canale e persino uno studente ribaltatosi ufficialmente con la barca.
La fantasia di Oesterheld è libera di sbizzarrirsi nella creazione di questo gruppo inusuale, ancora adesso dopo aver terminato la lettura mi domando da quale abisso della sua immaginazione il grande scrittore abbia tirato fuori questo gruppo improbabile. Sta anche in questo il genio.
Quindi da quello che riusciamo a capire questi sarebbero i primi Marcianeros, volati verso l’ignoto e mai tornati, ufficialmente morti per i motivi più disparati, e chissà dove persi nell’etere.
E ora?
La vita e la ricerca vanno avanti e allora diviene necessario reclutare un altro gruppo “eterogeneo”, e coloro che tirano le fila nell’ombra di queste missioni segrete si danno da fare e nelle successive pagine della storia viviamo il “reclutamento” di questi nuovi pionieri dello spazio e anche in questo caso Oesterheld mette insieme personalità le più disparate.
In modo rocambolesco (non voglio rovinarvi la lettura con dettagli) tutti i nuovi protagonisti si ritrovano “attratti” da una strana astronave che li porta nella base segreta nelle terre inesplorate dell’Antartico (non vi ricorda qualcosa?).
Il gruppo viene portato all’interno della base e qui scopre una realtà incredibile, ci sono state ben due missioni per Marte e quella che per partire è la terza. Il monitor rimanda le immagini della partenza della terza missione, e qui accade l’ennesimo dramma, ll razzo esplode in volo.
Vinto lo sconforto e la sorpresa, i nuovi arrivati scoprono che saranno proprio loro i membri della quarta missione, anche se non hanno alcuna preparazione.
Dopo i primi momenti di incertezza, e un colpo di scena che vi lascio scoprire, ai nuovi arrivati non resta altro che “immolarsi” per un bene maggiore.
La storia da qui in poi risulta abbastanza difficile da raccontare anche perché risulta in un alcuni passaggi poco lineare, come se Oesterheld avesse inserito fin troppi spunti e ora si trovasse in difficoltà nel riprenderne i fili, o avesse voluto dire “troppo”.
Lo sviluppo della storia, in realtà, risente anche dei tanti impegni dei suoi autori: Oesterheld lavorò a Marcianeros insieme al suo “pard” Solano López fra il 1962 e il 1964. Ma già nel 1963 López, però, oberato di lavoro passò le consegne a Julio Schiaffino, che a sua volta le trasmise a Di Benedetto l’anno successivo.
A soffrire è, quindi, inevitabilmente, la compattezza del racconto, che non amalgama ma giustappone la componente avventurosa, dominante nella prima parte, e quella di satira sociale che informa la seconda.
E, infatti nella seconda parte, quella ambientata sul Pianeta Rosso, ritroviamo i nostri impegnati nella ricerca della verità in un’atmosfera che ricorda i mitici film anni sessanta e settanta ambientati su Marte, la cui trama è spesso similare a quella proposta da Oesterheld. Tra i tanti mi piace ricordare “SOS Naufragio nello Spazio” (1964) e “Mission Mars” (1968), ma gli esempi potrebbero essere molteplici.
Quello che però rende unica la narrazione di Marcianeros è il proprio il forte accento satirico che permea la seconda parte del racconto.
Raggiunto così l’acme della narrazione, che si svolge nella prima parte in modo lineare, il racconto cambia improvvisamente registro e l’avventura cede la scena alla satira sociale. Le aspettative suscitate nel prima parte vengono spostate ai margini della narrazione e i misteri lì allusi accantonati, per dare spazio alla rappresentazione di una società aliena, originaria non di Marte ma di un altro pianeta … Kurno.
Quel che si vede non sempre è vero, soprattutto sul pianeta rosso e chi sembrava essere il nemico potrebbe essere in realtà un’altra vittima e rivelarsi un alleato prezioso contro un ulteriore nemico subdolo e inaspettato.
Leggere la storia è affascinante, siamo di fronte a un processo creativo continuo. Solano Lopez e i suoi sostituti, creano atmosfere uniche che fluttuano tra classici della fantascienza e nuove ardite costruzioni (osservate la perfezione e il disegno ardito delle astronavi e poi mi direte se non ho ragione).
Nella seconda parte della narrazione, quindi, si accentua la rappresentazione satirica del rapporto tra informazione, politica estera aggressiva e controllo del consenso, affrontando tematiche care all’Oesterheld politico e che emergono anche nell’Eternauta.
Didascalie e dialoghi formano un continuo commento e sono in risonanza con l’enfasi dei comunicati dei commentatori kurniani: l’effetto risultante è la messa in evidenza dell’aspetto grottesco della situazione. Il finale è uno spunto di riflessione sulle ambiguità del rapporto fra popolo e potere, sul principio di responsabilità collettiva e su come una società possa arrivare a un tale stadio di crudeltà.
E’ l’Oesterheld politico alla massima potenza.
A differenza, però dei Loro, i responsabili dell’invasione della Terra nell’Eternauta i kurniani hanno un volto ben definito ed è attorno a loro che Oesterheld costruisce la sua satira. Mentre i Loro erano il Male, ineffabile, non rappresentabile e quindi non rappresentato, più principio ontologico che specie vivente, i kurniani sono nostri simili, con una organizzazione politico-sociale che sfrutta gli stessi meccanismi che vediamo agire quotidianamente. E quindi anche più inquietanti perché la società kurniana è una trasparente proiezione di quella umana.
Marcianeros resta un’opera interessante perché offre una sintesi degli interessi, delle visioni e delle distopie di Oesterheld, delle capacità grafice di Solano Lopez, e, dell’arte di Schiaffino e Di Benedetto, anch’essi rappresentanti d’alto livello della scuola di disegno argentina degli anni ’50 e ’60; ma la sua disomogeneità, più ancora che l’incompiutezza, la collocano fra le opere minori del maestro argentino.
La disomogeneità di sicuro è uno dei punti deboli della storia ma non è a mio parere questo che ha portato nel tempo alla poca considerazione portata a Marcianeros. Il duo ha creato, infatti, altri personaggi o altre storie che a mio parere sono anche più deboli. Bull Rocket ad esempio, di cui abbiamo parlato un mese fa, non brilla per originalità, anche se poi l’arte di inventare storie di Oestereld rende la narrazione avvincente e peculiare.
E allora qual è, probabilmente, il motivo principale dell’insuccesso o meglio della posizione marginale di quest’opera nella bibliografia di Oesterheld e Solano Lopez?
Negli stessi mesi, parallelamente, sulla stessa rivista, viene pubblicato un altro capolavoro di Oesterheld disegnato stavolta dal grandissimo Breccia, che abbiamo visto all’opera nella versione “alternativa” dell’Eternauta, quel monumentale mosaico umanista che ha nome Mort Cinder.
E proprio con le storie di questo eccezionale viaggiatore degli spazi e del tempo, che ritroveremo tra quindici giorni, che Marcianeros si trova a confrontarsi, un confronto impari in cui i poveri pionieri cedono al fascino dell’umanista dello spazio/tempo.
Marcianeros rimane così ai margini della bibliografia oesterheldiana, ed è ancora di più da ammirare la scommessa portata avanti dalla 001 Edizioni. Una riproposta che spero porti anche alla rivalutazione e a riletture anche in chiave contemporanea dell’opera.
Il viaggio nel mondo di Oesterheld, quindi, continua come accennato con Mort Cinder e si avvia ai capitoli finali con alcune sorprese, in attesa della sospirata serie Netflix dell’Eternauta.
Vi lascio sulle note di un grande della musica rock che di Marte ha fatto un capolavoro. Chi? Su che è facile. Il Duca Bianco vi dice qualcosa?
4 – FINE
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Damiano Gallinaro Breve biografia
Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.
Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito
https://www.damianogallinaro.it/
NOTE EXTRA
Gli articoli precedenti:
22 febbraio 2022
8 febbraio 2022
A25 gennaio 2022
UNIVERSO ETERNAUTA
L’Eternauta si può considerare una delle maggiori opere di letteratura disegnata di tutti i tempi, questo per una serie di motivi. Prima di tutto lo stretto legame della storia di Juan Salvo con la storia personale di Hector German Oesterheld e della sua famiglia, il dramma dei desaparecidos, e della nuova Argentina che sarebbe nata da quel terribile periodo storico.
In seconda battuta per il valore universale che la storia ha rappresentato e ancora rappresenta, come racconto della lotta degli oppressi contro gli oppressori, lotta che non sempre purtroppo porta alla vittoria finale e alla redenzione.
Ma l’Eternauta non è solo la prima opera di Oesterheld e Solano Lopez, è molto di più, è un romanzo incompiuto, una seconda parte scritta a pochi mesi dalla scomparsa di Oesterheld, il tentativo di Ongaro di continuare l’opera del grande scrittore argentino, fino alle ultime storie di Matzegui, Pol e Solano Lopez che disegnano un intero Universo Eternauta, spesso difficile da seguire anche nella stessa storia editoriale.
In tre appuntamenti cercherò di ricostruire la storia editoriale e umana dell’Universo Eternauta, cercando anche di rilevare quali sono le differenze tra le varie incarnazioni di Juan Salvo e come la figura dello stesso e dei suoi comprimari cambia nel corso degli anni al cambiare degli autori e dell’epoca di riferimento.
D. Gallinaro