L’ULTIMO SALUTO A MARIA GRAZIA PERINI

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Ho sbollito solo in parte la notizia funesta della scomparsa di  Maria Grazia Perini.
Il breve messaggio, di domenica, della sorella Barbara è stata una martellata in testa e sul cuore. Ancora pensavo alla dipartita di Moebius, un nome “sacro” nel mondo del fumetto, un “dio” come è stato definito da molti sul web, che mi sento investito da un tir!
MGP, me la ricordavo dalle mie letture adolescenti, tutti i fumetti di supereroi dell’Editoriale Corno, la rivista Eureka, Alan Ford, e solo di striscio il Corriere dei Piccoli . C’è stata poi un momento della mia vita adulta di lettore di fumetti, che pensavo a MGP, come una vecchietta che abitava in un casetta isolata ai confini del mondo, mentre invece lei era bella e pimpante che interagiva con i suoi fans su facebook. E nel 2009 quando io e miei amici della fanzine Fumettomania decidemmo di dedicare il numero della fanzine ai quarant’anni di supereroi Marvel in Italia, ho accarezzato l’idea di contattarla, per la prima volta in vita mia, ed intervistarla e lei accettò.
La sua intervista chiuse in maniera superba un numero molto nostalgico sui supereroi  e sull’Editoriale Corno che li pubblicò negli anni ’70 ed ’80, del secolo scorso.

Avevo molto rispetto di quella signora che, negli anni ’70, aveva monopolizzato l’attenzione del mondo del fumetto italiano su di lei per la sua attività di redattrice, giornalista, direttrice di riviste, e le recenti polemiche con Max Bunker ( lette su internet ) mi spingevano a chiaccherare con lei.

A me non interessa chi ha scritto il famoso editoriale su Alan Ford n.77,  a firmato come fosse stato scritto da MGP, dal quale Maria Grazia ha sempre preso le distanze; o altre cose sgradevoli saltate fuori negli ulti due anni nei rapporti interni dell’Editoriale Corno; so solo che c’è stata un’epoca remota (editorialmente parlando) gli anni ’70  del secolo scorso, in cui una donna, UNA DONNA, ha dato il massimo impegno di se nell’ascesa di una casa editrice italiana, tramite traduzioni, con il suo lavoro di redattrice,  dirigendo anche riviste innovative (Il Corriere della Paura) e dando un grande impulso ad altre (Eureka)  ed stata poi messa alla porta; quella donna ha portato con se la propria bravura in altre ambiti editoriali, con riviste quali il Corriere dei PiccoliCorriere dei Piccoli, Snoopy, etc. e poi si è messa in disparte.
Una donna che i fans però non hanno dimenticato e che ha creato un bel rapporto con i suoi lettori, che ha celato al sua malattia e che si è spenta domenica mattina, dopo aver salutato tutti la sera precedente con il suo “buonanotte”.
Buonanotte anche a te “Puccetta” e buon viaggio.
Mi mancherai

Mario Benenati

Quella che segue è uno stralcio dell’intervista che pubblicai sul magazine Fumettomania n. 19, che ricordo non è cartaceo ma solo digitale in PDF; l’intera intervista si può  leggere sul sito di Glamazonia.it QUI.


Estratto da Fumettomania n. 19:

UNA SIGLA PER OSPITE

Dopo Giuseppe Camuncoli, un giovane autore alla corte della Marvel, ho puntato l’attenzione su un autore che ci ricordasse l’avvento della Marvel in Italia nel lontano 1970. E dal momento che in questo numero la presenza femminile è forte abbiamo voluto chiudere questo lungo tributo, sui 40 anni di fumetti Marvel in Italia, intervistando la donna che ha rappresentato per la nostra generazione di quarantenni un punto di riferimento nelle letture dell’Editoriale Corno del periodo 1972-78.
Mario B.

INTERVISTA COLLETTIVA
a Maria Grazia Perini

MGP UN PEZZO DI STORIA DEL FUMETTO ITALIANO

di mario benenati, fabio graziano, marcello vaccari, carlo scaringi, alessandro neri e michele ginevra

uomo_ragno_1_1970

Mario Benenati: Salve Maria Grazia.
Il 30 aprile 2010 noi lettori dei fumetti Marvel abbiamo festeggiato i 40 anni dalla prima collana di supereroi Marvel pubblicata in Italia. Per i pochi che non sono a conoscenza, la collana era L’
Uomo Ragno il cui n.1 fu pubblicato, appunto, il 30 aprile 1970. Credo che non ci sia modo migliore di chiudere questo nostro approfondimento scritto e illustrato porgendoti alcune domande sulla tua esperienza alla Editoriale Corno e non solo.

All’epoca le ragazze che leggevano fumetti non erano molte, ed ancora meno quelle che lavoravano come redattrici in una casa editrice. Cosa ha significato per te, lavorare come traduttrice e come curatrice della corrispondenza alle testate dei supereroi, letti per lo più da maschietti?
Maria Grazia Perini :
Premesso che alla Editoriale Corno, non mi occupavo solo di tradurre i fumetti Marvel e occuparmi della corrispondenza con i lettori, per quanto riguarda questa ultima mansione, rispondere a lettori per lo più di sesso maschile non mi ha mai comportato alcuna difficoltà: il linguaggio e i toni erano sempre gli stessi, indipendentemente dal sesso

Fabio Graziano : Tra i refrain dei nostalgici dell’epoca Marvel/Corno, risuona spesso una critica alle traduzioni degli albi di allora, accusate di essere spesso addirittura bislacche. Cosa rispondi a questa critica? E, in generale, c’è mai stata l’esigenza di modificare i dialoghi originali per qualche motivo, magari nel caso di storie su temi difficili come la celebre sequenza di episodi dell’Uomo Ragno sulla droga?
M.G.P.:
Non mi risultano critiche per le traduzioni realizzate sia da me sia da altri collaboratori, questo almeno sintanto che sono stata alla Editoriale Corno. Per quanto riguarda il sequel di episodi dell’Uomo Ragno sul tema “droga”, ho avuto modo di confrontare proprio in questi giorni i testi americani e le relative traduzioni in italiano e non ho notato alcuna differenza, potrei affermare con assoluta certezza che nulla è stato modificato per esigenze “nostrane”.
Forse qualche “purista”, nel tempo, può aver avanzato qualche critica ma le traduzioni, da sempre, e non solo per quanto riguarda i fumetti, spesso vengono adattate al linguaggio comune del Paese in cui vengono realizzate.

Foto di Maria Grazia Perini alle tre giornate del Fumetto di Genova nel 1972,
Foto di Maria Grazia Perini alle tre giornate del Fumetto di Genova nel 1972, che ritira il premio offerto dalla rivista IL LUNEDI’ per le iniziative editoriali e l’impulso dato al mondo del fumetto. Per gentile concessione dall’archivio di R. Vassali.

Marcello Vaccari : Nel 1975 l’ANAF (Associazione Nazionale Amici del Fumetto, oggi ANAFI) ti conferisce il premio omonimo “per l’impulso dato all’Editoriale Corno con il suo vivo apporto di idee, esperienza ed entusiasmo, tradotto anche nel recente lancio di nuove testate”, probabilmente riconoscendo anche il tuo impegno nella collana “Il Corriere della Paura”. Quanto vendeva questa collana rispetto alle altre della Corno, ed in generale quali erano le testate che vendevano di più e quante copie nel momento migliore e in quello peggiore dell’Editoriale Corno?
M.G.P.:
Il “Corriere della Paura”, se non ricordo male vendeva circa 100.000 copie, UomoRagno era il leader (mi pare arrivò anche alle 200.000), seguito da Fantastici Quattro. Non so quanto vendessero nel momento della “decadenza” poiché io lasciai la Corno nel marzo del 1978 e, in quel momento, le vendite erano ancora molto soddisfacenti.

Carlo Scaringi: Come ricordi il periodo in cui Eureka si schierò con i radicali? Ebbe problemi di diffusione, o i lettori accettarono la svolta, grazie anche alle tavole che Ferruccio Alessandri dedicava ai temi dei radicali, come diritti civili e divorzio?
M.G.P.:
La ricordo con entusiasmo anche perché fui proprio io a dare a Eureka questa svolta, più in linea con i tempi, erano momenti in cui l’impegno civile coinvolgeva soprattutto le giovani generazioni.

CONTINUA … nei link indicati in premessa.

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