RICORDI …
Mentre stavo pubblicando i testi estratti dagli ultimi numeri della rivista Orient Express (nell’ambito del progetto terminato qualche settimana fa e dedicato ai testi che Luigi Bernardi scrisse tra giugno del 1982 e marzo 1985), ho invitato anche quest’anno, alcuni amici e conoscenti che hanno incrociato la vita dell’editore bolognese a scrivere dei nuovi ricordi.
Da oggi fino a gennaio pubblicherò, dunque, i ricordi che Massimo Rotundo, Loriano Macchiavelli, Franco Saudelli, Laura Scarpa, Alessandro Di Virgilio e Francesco Coniglio, hanno di Luigi Bernardi.
Si inizia con un ospite d’eccezione: i suoi testi sono stati segnalati in vari premi teatrali; si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi divenendo uno degli autori italiani più conosciuti e letti; ha fondato e dirige Delitti di Carta, prima e ancora sola rivista che si occupi esclusivamente di poliziesco italiano; ha contribuito alla divulgazione di quello che molti chiamano il nuovo romanzo poliziesco italiano.
Ho il piacere di ospitare sul nostro web-magazine: lo scrittore Loriano Macchiavelli, che ringrazio per averci inviato questo bellissimo ricordo. Buona lettura, e condividete questo articolo se vi piace.
Mario Benenati, curatore del web magazine Fumettomania
P.S.: Abbiamo in cantiere, da alcuni anni, un progetto ancora più prestigioso ed articolato; una progettualità che faticosamente sto portando avanti nella mia città: l’apertura di uno spazio chiamato (al momento) La Biblioteca-Mediateca del Fumetto che sarà intitolato proprio a Luigi Bernardi!
Mi e ci aspetta un 2020 ricco di lavoro per poter realizzare questo progetto.
Luigi Bernardi, il giallo e tante cose interessanti che nessuno ricorda.
La mia collaborazione con Luigi Bernardi ha radici lontane. Comincia quando la sua case editrice L’Isola trovata aveva sede in via Giuseppe Dozza, tanto vicino a fiume Savena che si sentiva il suo lento e lercio scorrere: due stanze, due tavoli da disegno e tanti fogli appesi ovunque. Con lui ho fatto un tratto di strada e tante cose interessanti. A cominciare dalla pubblicazione su Orient Express del fumetto tratto dal mio primo romanzo Le piste dell’attentato (disegnato da Gianni Materazzo). Correva (e velocemente, purtroppo) l’anno 1982.
Qualche mese prima avevo proposto a Bernardi una collaborazione fra Orient Express e il SIGMA, che significa Scrittori Italiani di Giallo e Mistero Associati. Fu un primo tentativo degli scrittori italiani di unirsi in associazione per contare più del singolo. Bernardi e sua moglie lavoravano al primo numero di Orient Express. Nacque così la rubrica fissa Scompartimento omicidi curata dal sottoscritto e con il contributo dei pochi scrittori di giallo a quei tempi sulla piazza. Pochi perché l’editoria non voleva nomi italiani. Oggi vi va alla grande, colleghi! E forse (ma il dubbio ce lo metto per pudore) Bernardi e il sottoscritto un poco hanno contribuito
Scompartimento omicidi occupava tre pagine, a volte quattro, e conteneva brevi racconti di vari autori (alcuni dei quali hanno continuato a scrivere e sono diventati famosi), saggi, notizie, informazioni.
Per la prima volta nella storia del giallo italiano gli scrittori avevano uno spazio nel quale, pubblicamente, discutevano, progettavano quello che in seguito sarebbe stato definito il dopo Scerbanco del Nuovo Giallo italiano. Per la storia, una seconda possibilità di collegamento fra scrittori fu poi a disposizione con la rivista Delitti di Carta, che si occupava esclusivamente di giallo di autori italiani. Progettata e fondata dal professor Renzo Cremante (Università di Bologna) e dal sottoscritto nel 1997, il primo numero uscì a ottobre- Il sottotitolo: Quaderni gialli di racconti, studi, storie e cronistorie. Sempre per la storia, su Delitti di carta pubblicammo il primo racconto di Camilleri, quando l’Andrea nazionale non era ancora l’icona del romanzo poliziesco italiano.
Torno a Luigi Bernardi nel momento in cui entra in scena Sergio Atzeni. Un incontro che val la pena di raccontare a proposito della nascita del Nuovo Giallo italiano. Per ricordare agli smemorati che Luigi è stato uno dei protagonisti.
A proposito di smemorati: vi siete accorti quanti ce ne siano in circolazione?
Andiamo avanti con Atzeni.
Dal 26 al 29 giugno 1982 si tiene a Cattolica la seconda edizione del Mystfest. Come membro del Sigma leggo romanzi editi e racconti inediti. Gli uni e gli altri partecipanti al concorso bandito dal Mystfest. Mi piace particolarmente il racconto di un certo Sergio Atzeni dal titolo Gli amori, le avventure e la morte di un elefante bianco.
Oggi Sergio Atzeni è oggetto di studi e saggi.
Fra le mie cose inutili, e che nessuno avrà mai occasione di consultare, conservo ancora le schede che compilai, in quell’occasione, dopo la lettura dei romanzi e dei racconti concorrenti. Nella scheda di Atzeni avevo scritto:
“Savino uccide in una cabina sulla spiaggia, una bionda che non aveva voluto accettare di far l’amore con lui. Savino, grasso e represso, uccide poi anche un carabiniere, prima di essere ucciso a colpi di mitra. Un buon racconto, scritto con una certa capacità descrittiva e spesso con felice immaginazione. Forse non sempre convincente dal punto di vista psicologico. Voto 7.”
Controllo le altre schede dei racconti e a nessuno di loro ho dato un sette.
In aprile ricevo la telefonata di Sergio Atzeni.
Chi è Sergio Atzeni, o meglio, chi avrebbe potuto essere?
Informatevi.
Atzeni mi parla della sua attività e mi dice che gli piacerebbe collaborare a Orient Express sezione Scompartimento omicidi. Ha, scrive, alcuni racconti che gli sembrano buoni. Gli dico che me li mandi. Il 3 maggio ricevo una sua lettera con i primi tre racconti animati da una colonna sonora, come scrive l’autore.
A Luigi parlo di Sergio e dei suoi racconti che cercano di rispettare la punteggiatura della musica.
«Fammi leggere qualcosa» mi dice.
Leggiamo ascoltando i brani musicali suggeriti da Atzeni. Durata dei brani e durata della lettura, uguali.
«Mi piace, questo Atzeni andrà lontano» dice Bernardi. Luigi aveva il fiuto per i buoni scrittori.
Purtroppo Atzeni non ha avuto tempo per andare lontano.
In quel periodo Sergio Atzeni non aveva ancora pubblicato nulla. Luigi Bernardi è stato il primo a farlo.
La cosa che oggi, rileggendo l’ultimo racconto di Sergio, a quanto mi risulta ancora inedito e che intitolerò, per comodità, Era aprile (dal suo inizio), mi sconvolge (e non è un modo di dire!), è la frase finale:
Raffaele e Derosas, o morti di cirrosi, o presi dal maestrale.
Atzeni se l’è portato via il maestrale.
Il bel rapporto di Luigi Bernardi con il giallo continua. Per quanto mi riguarda leggeva i miei romanzi (e ancora oggi gliene sono grato) e li commentava. Di persona, come quando collaborava con Einaudi stile libero, nella postfazione di Fiori alla memoria, (Einaudi stile libero 2001 e successive ristampe). Il titolo del suo intervento: Un questurino nella città che non è come le altre città. Se vi capita, leggetela. Non perché Luigi scrive di me, dei miei romanzi e della mia Bologna, ma perché vi renderete conto di come Bernardi i romanzi li leggesse dalla prima all’ultima riga, per giudicarli e sceglierli per la stampa. Come dovrebbe fare ogni editor perbene.
A volte entrava nei miei romanzi tramite persone che lo apprezzavano, come nella postfazione di Tommaso De Lorenzis a L’Archivista (Einaudi, stile libero big, 2016) che inizia con una citazione di Luigi: Bologna mi appare come qualcuno che va a una festa e si veste di nuovo, senza lavarsi e senza cambiarsi le mutande.
Sono d’accordo, caro Luigi. Bologna continua ad andare alle feste sporca e senza cambiarsi le mutande.
Non posso tralasciare, in questa breve carrellata su Luigi Bernardi e il sottoscritto, il nostro rapporto per la pubblicazione del mio Via Crudes nella collana Babele Suite dell’editore Luigi Perdisa. L’aveva inventata Luigi quella collana ed era dedicata in prevalenza ai giovani scrittori.
Allora io che ci facevo in quella collana?
Chiedetelo a Luigi.
Lascio la parola (si fa per dire) alle email che ci siamo scambiati in occasione della pubblicazione di Via Crudes.
Il 25 agosto 2008 ore 9,48 Luigi ha scritto
tutti qui in attesa della Via crudes…
come va?
ciao luigi
Il giorno 15 settembre 2008, alle ore 17:28, Loriano ha scritto:
Caro Luigi,
ecco un’anteprima affinché tu sappia a cosa vai incontro.
Al momento sono circa 74 mila battute. I capitoli da completare (che troverai in rosso nell’allegato) arriveranno
attorno alle 100 mila o qualcosa di più.
Se, dopo che lo avrai letto, riterrai l’argomento non adatto ai piani editoriali della casa editrice (si dice così, no?),
dimmelo senza problemi.
Ciao da Loriano.
Il 22 settembre 2008 Luigi ha risposto:
Re: via Crudes, anteprima – da Loriano
ti dirò, caro Loriano, a me sta Via Crudes piace proprio…
e aspetto con ansia la fine…
ciao
luigi
Il giorno 25 settembre 2008, alle ore 14:48, Loriano ha scritto:
Anch’io sto attendendo VIA CRUDES.
Non riuscirò a concluderla per i tempi previsti, ma presto l’avrai.
Ciao da Loriano
Il 26 settembre 2008 Luigi ha risposto:
e io aspetto, senza problemi.
Ciao
Luigi
Il 20 ottobre 2008 alle ore 15,26 Loriano ha scritto:
Eccoti, caro Luigi, la prima versione di Via Crudes. Te la invio in lettura. Spero ti soddisfi. Se poi non ti convin-cesse del tutto, possiamo sempre parlarne. A voce. E se invece non ti piacerà affatto, pazienza. Tieni anche presente, come ti ho detto per telefono, che, trattandosi appunto della prima versione, mi riservo di intervenire nella lettura delle bozze. Nel frattempo accertati che sia stata contattata Roberta Oliva.
Ciao da Loriano
In risposta ebbi, pochi giorni dopo, le bozze del romanzo.
Ma di che trattava Via Crudes? Thriller Magazin, rivista on line che si occupava e si occupa ancora di noir, lo presentò così:
Due decani della scrittura e del noir — che detestano essere definiti tali ma non possono indietreggiare quando così li si chiama — si sono trovati seduti fianco a fianco ad una delle presentazioni di Via Crudes. Uno è l’autore stesso, Loriano Macchiavelli, l’altro è Luigi Bernardi, direttore della collana Babele Suite di Perdisa, da cui l’opera è stata edita. Bernardi ha subito anticipato, alla sua maniera ironica, che i gialli di Antonio Sarti, questa volta, non c’entrano nulla: come recita il sottotitolo, Via Crudes è un “Romanzo impossibile in tredici stazioni” cui fa sosta il protagonista, uomo-pellegrino che sa ascoltare i vecchi, gli avvertimenti e sa guardare il mondo oltre il suo primo, evanescente velo (talento, quest’ultimo, che forse ha davvero in comune col sergente Sarti).
Due decani. Né Bernardi né il sottoscritto si sono mai sentiti decani. E mai lo saranno.
Poi…
Poi la sorpresa e lo sconcerto.
From: “Luigi Bernardi” <luigi.bernardi@gmail.com
Sent: Tuesday, April 05, 2011 7:01 AM
To: “Loriano Macchiavelli” <loriano.macchiavelli@tin.it>
Subject: Novità
Caro Loriano,
ti scrivo per dirti quella che per me è una grossa novità. oggi, 5 aprile, compio 33 anni di attività editoriale. oggi, 5 aprile, dopo 33 anni smetto qualsiasi attività editoriale.
Lascio Perdisa Pop e un altro contratto che ho in corso con una major, lascio entrambi in amicizia e cordialità, continuando a tifare per loro, soprattutto per Perdisa Pop che passa definitivamente nelle mani di Antonio Paolacci.
e io?
io mi godrò un po’ di relax, scriverò narrativa, teatro e fumetti e potrò finalmente tornare a leggere i libri che più mi piacciono, quelli che trovo già stampati in libreria.
è stato un piacere lavorare con te. ci vedremo prima o poi da qualche parte, sperando di resistere alla tentazione di parlare dei bei tempi che furono, perché sono convinto che i tempi veramente belli saranno quelli che ci aspettano.
un abbraccio
Luigi
Il 5 aprile 2011, stesso giorno della email ricevuta. Alle 12,42, cinque ore dopo:
Carissimo Luigi,
la tua lettera mi ha fatto piacere. Sul serio e non tanto per dire. Mi ha fatto piacere soprattutto là dove scrivi della tua convinzione che i tempi belli saranno quelli che verranno. Per me i tempi a venire sono sempre stati i più belli e mi hanno regalato (me le regalano ancora) molte gioie. più belli Anche molti dispiaceri, ma questi li ho dimenticati. O mi illudo di averli dimenticati. Per i tempi che verranno, ti faccio una proposta: sarei felice se tu, un giorno, prima o poi, venissi a trovarmi a Montombraro (059 989038). Potremmo chiacchierare dei tempi che verranno, ma anche, perché no?, di quelli andati. Temo di ricordare che tu non bevi, ma ti offrirò lo stesso un buon bicchiere di aglianico, ideale per rilassare i pensieri. Aiuta anche a riflettere e tu sai quanto ce ne sarebbe bisogno.
Ti aspetto.
Loriano
Lassù (o laggiù) dove cinicamente si progetta il destino dell’umanità, hanno lasciato poco tempo a Bernardi per godersi le gioie alle quali, finalmente, aveva diritto e che aveva elencato nell’ultima email che mi ha scritto.
Buon viaggio, Luigi, ovunque tu sia.
E, come al solito, hai ragione tu: ci vedremo prima o poi da qualche parte.
Loriano Macchiavelli
Settembre 2019 da Montombraro
BIOGRAFIA
DI LORIANO MACCHIAVELLI
Estratta dal suo sito www.loriano-macchiavelli.it
Anche se non è importante conoscere la data di nascita di uno scrittore, Loriano Macchiavelli è nato a Vergato (Bologna) nel 1934. Ha frequentato l’ambiente teatrale come organizzatore e come autore; sue opere teatrali sono state rappresentate da varie compagnie italiane. Eccone alcune:
in “Terrore e miseria
del terzo reich”
di Bertolt Brecht
– In caso di calamità, viva la Patria (1969/70); Una storia teatrale con prologo tragico e finale comico (1969/70); Ballate e moti rivoluzionari… (1970/71); Hanno dato l’assalto al cielo (1971/72/73); Voglio dirvi di un popolo che sfida la morte (1973/74); I pioli di Bach Dang (1973/74) tutti messi in scena dal GTV (Gruppo teatrale viaggiante) diretto da Luciano Leonesi. Poi
– Cinema hurrà (1981/82, Teatro aperto, regia di Guido Ferrarini).
– Aspettando Altman (1995) Teatro perché, regia di Gabriele Marchesini;
– Senza attori in scena, ovvero Sinfonia per sala di registrazione, ronda militare e pantere, rappresentato dalla Compagnia Teatro delle Moline nella stagione 1998/99, regia di Luigi Gozzi.
– Il segreto di Tilse ovvero Sogno, musica e canzoni di Luigi Cilumbriello, regia di Luigi Cilumbriello (2001);
– Operagialla musica e canzoni di Luigi Cilumbriello. Le parole della canzone Il mercenario sono di Francesco Guccini. Regia del collettivo. Prima rappresentazione ASTI TEATRO 25, 3 luglio 2003, Palazzo del Collegio.
Suoi testi sono stati segnalati in vari premi teatrali: Una guerra finita male(Premio teatrale Riccone 1963), I dieci a uno (Premio Reggio Emilia città del tricolore, 1964), Solo un lungo silenzio (finalista al premio teatrale Riccione, 1975), Jacopo da Valenza, scolaro (finalista al premio teatrale Riccione, 1978).
Ha anche provato a recitare, ma su questa sua esperienza è meglio sorvolare, come consigliano coloro che lo hanno visto sul palco nelle vesti di attore (foto sopra).
Dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi divenendo uno degli autori italiani più conosciuti e letti.
Da un suo romanzo, Passato, presente e chissà è stato tratto lo sceneggiato televisivo per Rai Due Sarti Antonio brigadiere(regia di Pino Passalacqua) in quattro puntate e andato in onda nell’aprile del 1978. In seguito ha curato il soggetto e la sceneggiatura del film per la TV L’archivista (regia di Guido Ferrarini), girato a Bologna nel 1985 e andato in onda su Rai Uno nel settembre del 1988. Il film porta sul piccolo schermo uno dei suoi personaggi letterari più riusciti: Poli Ugo, interpretato da Flavio Bucci e presenta una Bologna attuale e viva, ben lontana dalla solita vecchia iconografia, e anticipa drammaticamente le mutazioni successive della città.
A fine ’87 e primi mesi del 1988 è andata in onda una lettura radiofonica in 13 puntate dei suoi racconti, dal titolo I misteri di Bologna. Dai suoi romanzi e racconti e sono stati tratti numerosi radiodrammi trasmessi dalla Rai.
nei panni di Sarti Antonio
Nel 1988 Rai Due ha prodotto una serie di 13 telefilm, tratta da suoi romanzi e racconti, (regia di Maurizio Rotundi, protagonista Gianni Cavina) i cui esterni sono stati girati interamente a Bologna e dintorni. La serie ha per titolo L’ispettore Sarti – un poliziotto, una città. Chissà perché, in televisione Sarti Antonio è stato promosso ed è diventato ispettore. La serie è andata in onda su Rai Due a partire dal 12 febbraio 1991 e replicata nel 1993.
L’esperienza televisiva di Sarti Antonio è proseguita (sempre su Rai Due) con una coproduzione italo tedesca (Rai-NDR) di sei film di un’ora e trenta, ancora tratta dai suoi romanzi, e andati in onda nell’aprile e maggio del 1994. Regista dei film è Giulio Questi, un grande vecchio del cinema italiano. Protagonista sempre Gianni Cavina.
Ancora oggi, dopo tanti anni, a chi viaggia nell’etere stando comodamente seduto al computer, può capitare di incontrare, qua e là, le repliche delle serie televisive. Esattamente come accade di trovare in libreria le ristampe dei suoi romanzi usciti nei lontani anni ’70.
Il suo personaggio più conosciuto, Sarti Antonio, è entrato anche nel fumetto (Orient Express) con una serie di avventure tratte dai romanzi. I disegni sono di Gianni Materazzo.
Anche Roberto Raviola, il magnifico Magnus, ha illustrato un suo romanzo:
Sarti Antonio e il malato immaginario (Cappelli editore, 1988).
Sono splendide tavole e alcune le potete vedere alla voce MAGNUS qui nel sito. Queste stesse tavole sono visibili anche alla Mostra del Giallo e del Fumetto di Senigallia.
Numerosi romanzi sono tradotti all’estero: Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Ungheria, Cecoslovacchia, Unione Sovietica, Giappone, Romania…
Nel 1997, con il romanzo Macaronì, è iniziata la collaborazione con Francesco Guccini. Collaborazione che è poi continuata (e continua) per tutti i romanzi con protagonista sia Benedetto Santovito (il Maresciallo) che Marco Gherardini detto Poiana. Da tempo ormai si citano i due autori, grazie a questi personaggi, come fondatori del così detto Giallo appennininico.
Loriano Macchiavelli ha pubblicato e pubblica con i maggiori editori italiani.
di carta”
Assieme a Marcello Fois e Carlo Lucarelli ha fondato il Gruppo 13 e con Renzo Cremante ha fondato e dirige Delitti di Carta, prima e ancora sola rivista che si occupi esclusivamente di poliziesco italiano.
È talmente presuntuoso da ritenere di aver contribuito alla divulgazione di quello che molti chiamano il nuovo romanzo poliziesco italiano. C’è chi non condivide ma sono malelingue. In ogni caso, lui se ne assume la parte di responsabilità che gli compete. In quel poco di bene e in quel tanto di male che ci sono nel noir italiano. Di certo è stato testimone di un periodo importante nella rinascita del genere letterario e protagonista di battaglie, a volte dure, con editori, critici e anche lettori che non credevano alla possibilità di un romanzo noir italiano.
Ha conosciuto, discusso e dibattuto con personaggi che hanno fatto e dato molto alla divulgazione del genere: Oreste del Buono, Giuseppe Petronio, Elvio Guagnini, Loris Rambelli, Enzo Cremante, Raffaele Crovi, Laura Grimaldi, Lia Volpatti, Marco Tropea, Gianfranco Orsi, Claudio Savonuzzi, Alberto Tedeschi, Attilio Veraldi, per citarne alcuni.
Ha partecipato a una quantità infinita di incontri, festival, convegni, dibattiti, presentazioni e altre simili iniziative, in Italia e all’estero, che se oggi fa di tutto per sfuggirle, lo si deve capire e giustificare.
Nel 1987, con il romanzo Stop per Sarti Antonio (Cappelli editore) ha tentato di uccidere Sarti Antonio, sergente. Non c’è riuscito. Tant’è vero che oggi il personaggio si sta avviando a raggiungere l’età letteraria di quarant’anni. Tanti quanti quelli di un certo Jules Maigret. Se vi pare poco…
Nel 1990 ha avuto una quantità di guai giudiziari ed extragiudiziari con il romanzo Strage, ritirato dalla circolazione su denuncia di qualcuno che si era riconosciuto fra i personaggi della storia. Assolto da ogni accusa per diritto dovere di cronaca, come ha sentenziato il Giudice. Dopo la sentenza assolutoria, il romanzo, anziché tornare in libreria, come sarebbe stato logico e conveniente, è stato mandato direttamente al macero. È riapparso in libreria nel 2010, in occasione del trentesimo anniversario della Strage alla stazione di Bologna, grazie alla Einaudi.
Nel 2001 Rai Sat Fiction è riuscita a farlo recitare in una serie di sei minidrammi dal titolo Bologna in giallo, rapsodia noir, assieme a Carlo Lucarelli. A causa dello straordinario successo ottenuto dalla coppia (chissà come e perché), l’esperienza si è ripetuta nel 2002 con 12 mini drammi in Corpi di reato, l’Arma contro il crimine.
e Loriano Macchiavelli
a Pavana
Le uscite in libreria del 2011 sono Malastagione, che ha avuto un notevole successo presso i lettori, e Appennino di sangue, raccolta dei tre primi romanzi che hanno contraddistinto l’ormai pluriennale collaborazione con il cantautore e scrittore Francesco Guccini.
Sempre nel 2011, un interessante esperimento, perfettamente riuscito, è stata la traduzione in dialetto bolognese del romanzo Sgumbéi del 1998 (Mondadori). Il titolo dell’edizione dialettale è Sgunbéi, I segrêt dla zitè (Pendragon, 2011) ed è stato tradotto da Federico Galloni con la revisione di Amos Lelli e la consulenza di Luigi Lepri e Daniele Vitali. Il volume è accompagnato da un CD con brani letti da attori e personaggi dalla bolognesità D.O.C.
Nell’ottobre del 2012 è uscito L’ironia della scimmia (Omnibus Mondadori, 2012), poi un’antologia con un suo racconto, dei 9 raccolti in “Giallo Panettone” (Mondadori, 2012, AA.VV.).
Nel 2013 assistiamo alla riuscita operazione in coppia con la figlia Sabina Macchiavelli, “E a chi resta, arrivederci – Dialoghi con Leucò” (Einaudi, Stile libero Extra).
Il 2014 segna il traguardo dei 40 anni di vita per Sarti Antonio, il questurino di Bologna testimone dei mille cambiamenti della sua città. Per celebrare, esce “Rapiti si nasce” (Einaudi Stile Libero BIG), un racconto dato alle stampe nel 1985 e attualizzato per l’occasione.
Grazie al lavoro di collaborazione con Francesco Guccini è poi in libreria un nuovo Poiana (alias Marco Gherardini), visto che la prima storia è stata molto apprezzata dai lettori. Si intitola “La pioggia fa sul serio” (Mondadori Strade Blu, 2014).
Loriano Macchiavelli ha molti progetti, fra i quali un romanzo che dovrebbe completare la trilogia dei misteri italiani irrisolti (che sono tanti) iniziata con Funerale dopo Ustica e proseguita con Strage. Il titolo provvisorio del nuovo mistero è Il fiore rosso della ginestra. Era in programma anche la ristampa (con Einaudi) di Funerale dopo Ustica, pubblicato per la prima volta da Rizzoli nel 1989, ma per problemi di carattere legale incontrati, ancora irrisolti e di difficile soluzione, la ristampa è stata annullata. Il che getta un’ombra di dubbio sulla libertà di stampa, di parola e di pensiero garantite dalla Costituzione del nostro paese. Ma questi sono dettagli insignificanti. Almeno per alcuni.
Come vedete, ha intenzione di continuare a scrivere ancora per molto tempo, ma lettori, critici e storici non si preoccupino. In un paese democratico come il nostro, c’è di bello che nessuno è obbligato a comprare o recensire romanzi. Anzi, meno si legge meglio è.
Almeno per alcuni.
Cosa rappresenta la foto qui sotto?
Beh… Nel sito di uno scrittore di gialli un po’ di mistero deve pur esserci.
Forse un giorno il mistero verrà svelato.
Per chi ci legge per la prima volta
Il recupero filologico, di una parte degli scritti di Luigi Bernardi, a cura di Mario Benenati e di Fumettomania è iniziato dalla metà di ottobre del 2016 con la ripubblicazione delle scansioni degli articoli di Luigi Bernardi pubblicati originariamente (tra il 1985 ed il 1990), sulla rivista Comic Art.
Il primo progetto si è concluso il 19 ottobre 2017, dopo 48 puntate più sei ricordi di altrettanti amici di Luigi (Daniele Barbieri, Vittorio Giardino, Onofrio Catacchio, Otto Gabos, Roberto Baldazzini e Sergio Rossi).
Nel link indicato sotto trovate l’elenco della prima serie di articoli, https://fumettomaniafactory.net/appunti-di-critica-fumettistica/gli-scritti-di-luigi-bernardi-trentanni-dopo/ .
La prima parte del secondo progetto chiamato “Luigi Bernardi, da Nova Express ad Orient Express“ (19 puntate) è stata pubblicata tra l’11 gennaio ed il 14 luglio 2018. Per chi non li ha letti, oppure per chi lo scopre in questo momento ecco il link dove sono elencati tutti i 19 articoli, https://fumettomaniafactory.net/appunti-di-critica-fumettistica/luigi-bernardi-e-nova-express-marzo-1991-novembre-1993/
I ricordi degli amici e conoscenti di Bernardi, sono stati pubblicati tra luglio e novembre 2018 e sono stati a cura dello scrittore Sacha Naspini , dell’editor Panini Andrea Plazzi (curatore delle collane dedicate a Ratman), dell’autore ed editor Massimiliano De Giovanni (uno dei quattro mitici Kappa Boys, fondatore della Kappa Edizioni) e di Michele Ginevra, responsabile del Centro Fumetto “Andrea Pazienza di Cremona, ed infine di Alessandro Di Nocera, Giornalista, Critico di fumetti ed Insegnante di materie letterarie e Storia dell’Arte, di origine Campana .
Ed infine la seconda parte del progetto chiamato “Luigi Bernardi, da Nova Express ad Orient Express“ (30 puntate) è stata pubblicata tra il 24 ottobre 2018 ed il 23 ottobre 2019. Sono state 30 puntate molto interessanti, con tanti spunti critici. Questa seconda serie insieme alla prima (gli scritti estratti dalla rivista Nova express), formano le 49 puntate del secondo progetto, e per il momento ultimo, legato a Bernardi che Mario Benenati e Fumettomania hanno voluto fortemente realizzare.
Per chi non li ha letti, oppure per chi lo scopre in questo momento ecco il link dove sono elencati tutti i 30 articoli,
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