Diciottesimo articolo dello speciale Licence to kill – 70 YEARS OF 007 (dedicato al settantesimo anniversario di James Bond, creato da Ian Fleming, ed apparso per la prima volta nel romanzo “Casino Royale” del 1953, NdR).
Torna dopo un po’ di tempo uno dei nostri collaboratori più attivi, il dott. Salvatore Bonanzinga di Messina. La lunga amicizia che mi lega a Salvatore, co-fondatore della fanzine Fumettomania (nel febbraio del 1990), fa si che ogni suo articolo è una grande gioia per me. Sono felice, dunque, che anche lui sia riuscito a consegnare, al fotofinish così come Claudio Ferracci, il suo intervento su James Bond.
Sono sicuro che apprezzerete il suo intervento, che si presta a molteplici riflessioni.
Ringrazio Salvatore per il bell’articolo e la Ian Fleming Pubblication per la liberatoria che ci permette l’utilizzo dei vari nomi, e per il banner dello speciale.
Questo progetto è in dirittura d’arrivo. Cosa ci riserveranno le prossime ultime settimane?
Forse un articolo sulla colonne sonore dei film di 007? yes… Forse qualche altra nuova illustrazione tributo a James Bond? yes … Forse un articolo sulle Bond Girl? Speriamo … Nel frattempo, Seguiteci.
Mario Benenati, curatore di Fumettomania Factory Magazine
P.S.: vi diamo appuntamento a giovedi per un nuovo articolo per l’altro progetto speciale, che stiamo realizzando in parallelo a questo, sui 60 anni della serie televisiva Doctor Who.
Da Agente 007 ad Agente 7777
Suggestioni e ricordi di un lettore italiano
di Salvatore Bonanzinga
Un sibilo familiare attirò l’attenzione di Moneypenny che, sollevando lo sguardo dall’ordinatissima scrivania, vide la bombetta roteare atterrando sul gancio vuoto. James… no, sembrava di una misura più grande e, soprattutto, era impossibile pensare che fosse tornato. Le ultime due missioni non facevano presagire nulla di buono e sembrava fosse ben contento di stare lontano dall’azione.
Si girò verso la porta e riconobbe immediatamente l’autore di quel lancio perfetto, un altro dei migliori agenti del MI6, ma non parte del ristretto numero con la “licenza”, il volto rassicurante di un uomo non meno capace e fuori dalla norma: John Steed. Lo salutò chiamandolo per nome e non esitò ad annunciarlo ad M che, evidentemente, lo aveva convocato per una missione.
Il tempo di un saluto ed M lo fece accomodare sulla poltrona di fronte a lui che tante volte aveva accolto i suoi uomini migliori.
“Steed” esordì, “bando ai convenevoli. Certamente siete al corrente delle vicende che hanno portato questa Sezione a fare a meno delle capacità di una risorsa molto preziosa. Non vi ho convocato per rinnovare l’invito a considerare la proposta di acquisire un doppio zero diventando un nostro agente operativo con la più ampia licenza di agire discrezionalmente, uccidendo se la missione lo richiede. Le vostre capacità dovranno servire a farlo tornare.” e così dicendo spinse sulla scrivania un dossier, ovviamente classificato come … FOR YOUR EYES ONLY…
Come d’abitudine lo sfogliò con calma, chiedendosi perché gli fosse chiesto di occuparsi dell’agente 007, James Bond. I dettagli forniti riguardavano in particolare eventi occorsi circa otto mesi prima, una missione con una tragica coda che aveva macchiato di sangue le nozze dell’agente. Trasalì nel vedere il volto di quella che per poche ore ne era stata la moglie: Tracy Di Vincenzo era praticamente il ritratto della Signora Peel, una collega con cui aveva condiviso non poche avventure.
Nelle ultime pagine era descritto il difficile rientro nei ranghi di Bond, con i riferimenti a due missioni che avrebbero potuto concludersi con la morte sua o di altri operativi del medesimo Servizio, a quanto pare per errori commessi da lui, incredibile quanto inammissibile per un agente di quella sezione.
M prese la parola “Oggi ho avuto un incontro al Blades con Sir James Molony, il più grande neurologo del regno, per avere un suo parere su questo problema al di là delle scartoffie e dei giudizi clinici. Cito la sua conclusione: “Bond ha soprattutto la necessità di un supremo appello alle sue qualità, di qualcosa che lo riempia di preoccupazioni a tal punto da fargli dimenticare i suoi guai personali. Non c’è nulla come la morte o la gloria per distrarre un uomo da se stesso. Non potreste inventare qualcosa che abbia almeno l’apparenza di una missione urgente? Se ci riuscite, affidategli l’incarico. È probabile che riesca a rimettersi in carreggiata. Per lo meno, dategli ancora una opportunità. Volete?” (cit. da “Si vive solo due volte”).
Steed proseguì per lui “Pensate che io possa essere utile alla causa?”
“Non credo che le situazioni di cui ci si può occupare ordinariamente sul Continente o in Giamaica siano sufficienti per motivarlo come auspicato da Sir James” disse M.
Un sorriso accennato comparve sul volto di John Steed “Molte miglia e qualche continente di mezzo sono un primo passo, e questo, se permettete, mi porta ad individuare un uomo dalle molte risorse che ritengo possa essere il contatto giusto per ritrovare il Bond di un tempo: Tigre Tanaka. Bond potrà essere assegnato alla Sezione Diplomatica e in tale veste essere inviato in missione in Giappone dal nostro amico.”
…
Quello che fin qui ho voluto condividere è, se così si può dire, un omaggio che ha fatto capolino spontaneamente fra ricordi e citazioni, un abbozzo per due tavole che non saranno mai realizzate suppongo, ispirato dalla pregevole iniziativa di Mario per celebrare il pianeta Bond, unito al desiderio di ricordare contemporaneamente una grande figura dell’immaginario televisivo inglese di quello scorcio di ventesimo secolo, John Steed appunto, che ha in comune la professione, anche se senza licenza di uccidere, e la partner interpretata in entrambi i casi sul piccolo e grande schermo da Diana Rigg, senza tacere della partecipazione di Patrick Macnee nelle vesti di Sir Godfrey Tibbett, sfortunato agente che collabora con 007 in Bersaglio mobile, pellicola in cui Roger Moore interpreta per l’ultima volta Bond.
Un ultimo legame fra i due universi narrativi?
Nella seconda e terza stagione di “Agente speciale” la partner di Steed è la dottoressa Cathy Gale, interpretata da Honor Blackman (non sentite le note della celeberrima colonna sonora in sottofondo? È la Pussy Galore di Goldfinger, com’è noto). La vicenda qui immaginata è deliberatamente collocata tra il secondo e il terzo capitolo di “Si vive solo due volte”, quando per l’incarico nel Servizio Diplomatico Bond assume un nuovo incarico con il codice di Agente 7777.
Dopo aver celebrato questa parte dell’immaginario spionistico britannico (ma guai a pensare che si esaurisca qui, tra i personaggi di Le Carrè e la Spia senza nome di Deighton, Harry Palmer per il pubblico cinematografico che non può dimenticare un grande Michael Caine e la saga de “Il Prigioniero” per cui non saremo mai abbastanza grati a Patrick McGoohan), ancore due righe per ricordare come molti in Italia abbiano avuto il primo contatto con i fumetti dedicati a James Bond per merito dell’Editoriale Corno che a fine 1979, mentre sugli schermi Moore si era fatto apprezzare nella sua interpretazione in Moonraker, dava alle stampe il numero 16 di Superfumetti in film dedicato al protagonista del nuovo capitolo della serie.
Le storie presentate sono però antecedenti all’interpretazione del buon Roger, e per questo si discostano dagli eccessi fantascientifici dei successi cinematografici cui siamo abituati per mirare a un maggior rispetto delle trame dei romanzi di Fleming, imprescindibili per apprezzare il personaggio così come voluto dal suo creatore (per questo penso di essere in buona e numerosa compagnia nella scelta di leggere comunque tutti i suoi romanzi e racconti) piuttosto che fondarsi troppo spesso sulla spettacolarizzazione e inverosimiglianza, al di là del destino letterario che lo vuole veder sopravvivere ad ogni impresa e avversario, schivando morte certa in innumerevoli occasioni.
Si tratta infatti di “Dalla Russia con amore”, disegnato per il London Daily Express da John McLusky (a cui erano stati affidati i pennelli dal 1957) mentre i testi dovrebbero essere di Harry Gammidge, con uno stile piuttosto statico ma con strisce che comunque catturano la tensione della storia narrata in una buona ricostruzione del romanzo che risulta gradita anche agli estimatori del film interpretato da Sean Connery (per ulteriori approfondimenti sulle storie disegnate da John McLusky, vedasi l’articolo pubblicato il 14 novembre 2023 a firma di Roberto Leoni, NdR) .
Proprio ai tratti dell’attore scozzese tenderà negli anni ad ispirarsi il disegnatore, segno anche questo dell’identificazione dell’attore con il personaggio al di là del numero di pellicole che lo stesso interpreterà e del desiderio di affrancarsi dal ruolo. Interrotte nel 1963 le pubblicazioni, nel 1964 è la volta della seconda storia presente nel volume: “L’uomo dalla pistola d’oro” per i testi di James Lawrence e i disegni di Larry Horak, dal tratto più moderno e dinamico ben evidente leggendo in successione le due storie (per ulteriori approfondimenti sulle storie disegnate da Larry Horak, vedasi l’articolo pubblicato il 14 novembre 2023 a firma di Roberto Leoni, e quello del 26 dicembre 2023 a firma di John Freeman , NdR).
Curiosamente qui vediamo una raffigurazione conneriana del protagonista mentre il film, sugli schermi dieci anni dopo, è la seconda interpretazione della spia da parte di Moore (con Maud Adams che fa da Bond girl ben prima del ruolo interpretato in Octopussy), per il dodicesimo e ultimo romanzo del ciclo (Fleming morì quando stava curando la correzione delle bozze del volume) rispettosamente trasposto in fumetto per il confronto tra il migliore degli agenti di sua maestà, qui ritrovato, e il più spietato degli assassini.
Da parte nostra un grazie a coloro che hanno contribuito a far uscire dalle pagine del romanzo un protagonista da 70 anni icona planetaria nelle diverse incarnazioni su carta e pellicola, possiamo ancora apprezzarne e divulgarne le gesta.
That’s all, folks!
S.B.
BIOGRAFIA – BONANZINGA SALVATORE
Nel 1970 un bambino gracile e di salute cagionevole decideva, in segno di gratitudine per il proprio pediatra, che da grande avrebbe fatto il medico. Nello stesso periodo si impegnava ad aiutare i genitori che la sera gli leggevano Topolino, Cucciolo e Tiramolla imparando a farlo in autonomia.
Poco più di due anni e dopo un po’ di numeri di L’intrepido e Il Monello arrivava la svolta: Il mitico Thor 44 e l’incontro con Lee & Kirby e le storie dei Vendicatori scritte da Roy Thomas e disegnate ancora per qualche numero da Don Heck per poi passare all’immenso John Buscema e gli albi della Williams come Batman I serie 7 di Denny O’Neil & Neal Adams, autori di cui venivano pubblicate le ineguagliabili (per il periodo) vicende di Lanterna Verde e Freccia Verde, senza dimenticare gli albi dei Fratelli Spada con i personaggi di Falk, Davies, Raymond e il primo incontro con le storie di Star Trek, non ancora arrivate sugli schermi italiani.
Da allora gli interessi fumettistici sono andati avanti con lo stesso incedere di Telegraph Road dei Dire Straits. Il ritrovato entusiasmo della seconda metà degli anni 80 porta a recuperare un po’ di terreno seguendo direttamente alcune collane statunitensi e all’incontro ed immediata intesa, grazie agli auspici del compianto Nuccio Di Blasi, anima della Cassaforte del Vecchio Papero, con Mario e il nucleo di Fumettomania. Sono passati appena trentacinque anni di amicizia e collaborazione nel mondo reale, con immutata passione per il fumetto. Incidentalmente da più di trent’anni faccio il medico, geriatra, ma in fondo tanti dei nostri beniamini hanno più di 70 anni di storie da raccontarci.
Live long and prosper
L’Associazione FUMETTOMANIA FACTORY – APS, che opera dal 1991 a livello nazionale – senza mai dimenticare le attività svolte nel territorio della propria sede operativa a Barcellona P.G., – ha come finalità la promozione, la divulgazione e la valorizzazione delle tematiche correlate al linguaggio del fumetto.
La “mission” di Fumettomania, è quella di attrarre ragazzi di tutte le età promuovendo progetti a loro dedicati, che parlino di argomenti attuali e coinvolgenti, utilizzando il fumetto, che si profila come forma d’arte autonoma che contiene in sé il codice linguistico della letteratura (le parole), le sue modalità di fruizione, ma anche la sequenzialità del cinema e l’attenzione figurativa delle arti visive tradizionali.
L’impegno dell’Associazione – a 33 anni dalla fondazione – è quello di continuare a diffondere la cultura del Fumetto, e di continuare i progetti culturali e sociali sul territorio con laboratori rivolti a giovani appassionati e alle scuole, mostre personali e collettive dedicate al fumetto, all’illustrazione e affini, presentazioni di fumetti ed incontri con gli autori.
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Fumettomania Factory – APS in short form
The Cultural Association Fumettomania Factory – APS, which has been operating nationwide since 1991, without ever forgetting the activities carried out in the territory of its operational headquarters, in Barcellona P.G. (Siciliy, Italy) – has as its purpose the promotion and enhancement of issues related to the language of comics.
The “mission” of Fumettomania is to attract children of all ages by promoting projects which talk about current and engaging topics. We have chosen to use comics, which contains in itself the code of literature (words) and traditional visual art (images), but also the mechanics of cinema (which is why it is also referred to as sequential art).
The commitment of the Association – 34 years after its foundation – is to spread the culture of Comics: we want to promote cultural and social projects with workshops aimed at young enthusiasts and schools, exhibitions and presentations dedicated to comics, illustration and similar, without forgetting meetings with authors!