L’Eternauta di Ongaro e Breccia e il Mondo Pentito di Solano Lopez …

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Secondo appuntamento dedicato all’universo Eternauta, a cura di Damiano Gallinaro, che stiamo pubblicando qualche mese prima della nuova ristampa in formato verticale (a cura della 001 Edizioni).

Come scrive Damiano: <<Un’altra opera che sembra uscire dagli schemi ma che comunque è legata la mondo dell’Eternauta storico, è la trasposizione della storia originale di Juan Salvo (Galvez) realizzata graficamente da Breccia su sceneggiatura dello stesso Oesterheld.>>
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Mario Benenati
Curatore del web magazine Fumettomania

INTRO

L’Eternauta si può considerare una delle maggiori opere di letteratura disegnata di tutti i tempi, questo per una serie di motivi. Prima di tutto lo stretto legame della storia di Juan Salvo con la storia personale di Hector German Oesterheld e della sua famiglia, il dramma dei desaparecidos, e della nuova Argentina che sarebbe nata da quel terribile periodo storico. In seconda battuta per il valore universale che la storia ha rappresentato e ancora rappresenta, come racconto della lotta degli oppressi contro gli oppressori, lotta che non sempre purtroppo porta alla vittoria finale e alla redenzione.

Ma l’Eternauta non è solo la prima opera di Oesterheld e Solano Lopez, è molto di più, è un romanzo incompiuto, una seconda parte scritta a pochi mesi dalla scomparsa di Oesterheld, il tentativo di Ongaro di continuare l’opera del grande scrittore argentino, fino alle ultime storie di Matzegui, Pol e Solano Lopez che disegnano un intero Universo Eternauta, spesso difficile da seguire anche nella stessa storia editoriale.

In tre appuntamenti cercherò di ricostruire la storia editoriale e umana dell’Universo Eternauta, cercando anche di rilevare quali sono le differenze tra le varie incarnazioni di Juan Salvo e come la figura dello stesso e dei suoi comprimari cambia nel corso degli anni al cambiare degli autori e dell’epoca di riferimento.
D. Gallinaro


Copertina della prima edizione italiana in volume de "l'Eternauta" del duo Oesterheld e Solano Lopez.
Copertina della prima edizione italiana in volume de “l’Eternauta” del duo Oesterheld e Solano Lopez. L’immagine è usata solo a fini divulgativi

L’Eternauta di Ongaro e Breccia
e il Mondo Pentito di Solano Lopez.

Nuovi mondi e divergenti cronologie.

di Damiano Gallinaro

Nel primo contributo che ho presentato abbiamo fatto il punto su quella che è la parte “storica” dell’Universo Eternauta, i lavori legati strettamente al duo Oesterheld e Solano Lopez.

Un’altra opera che sembra uscire dagli schemi ma che comunque è legata la mondo dell’Eternauta storico, è la trasposizione della storia originale di Juan Salvo (Galvez) realizzata graficamente da Breccia su sceneggiatura dello stesso Oesterheld.

L’ETERNAUTA DI OESTERHELD E BRECCIA

La rivista argentina Gente, commissiona nel 1969 una nuova edizione dell’Eternauta, tanta era la voglia che avevano i lettori di rivedere e rivivere le storie di Juan Salvo. Oesterheld decide di affidarsi al talento di Breccia con cui già aveva più volte collaborato creando personaggi indimenticabili come ad esempio Mort Cinder.

Copertina di un numero della rivista argentina Gente, che conteneva alcune pagine della storia L'eternauta II disegnata da Breccia . L'immagine è stata scaricata dall'articolo https://www.lospaziobianco.it/eterno-eternauta/ (sito che si ringrazia)
Copertina di un numero della rivista argentina Gente, che conteneva alcune pagine della storia L’eternauta II disegnata da Breccia . L’immagine è stata scaricata dall’articolo https://www.lospaziobianco.it/eterno-eternauta/ (sito che si ringrazia)

La nuova versione dell’Eternauta inizia ad essere pubblicata sul numero 201 del settimanale. Della sceneggiatura originale di Oesterheld conserva, però, solo il filo conduttore e taglia completamente i ponti con il disegno preciso e lineare di Solano Lopez. Il disegno di Breccia ha tratti oscuri, spesso poco leggibili ma è anche questo che permea l’Eternauta di Breccia di un’enorme drammaticità, la storia stessa, poi, diventa sempre più politica, e per questo finisce per dare fastidio.

Eppure sarà ufficialmente proprio a causa del disegno di Breccia che le uscite dell’Eternauta verranno sospese.

Ma andiamo con ordine, siamo nel 1969 e nel numero in cui viene pubblicato il primo numero dell’Eternauta si parla anche, tra le varie notizie di costume, del cosiddetto Cordobazo, il movimento di protesta che porterà alla caduta del governo “democraticamente eletto” di Carlos Ongania (generale a capo della cosiddetta Revolucion Argentina), e a cui farà seguito quattro anni dopo il ritorno del peronismo.

Nell’articolo del settimanale si tende a denigrare e a sottovalutare quanto accaduto a Cordoba, un quasi insignificante moto di pochi dissidenti di sinistra legati all’area peronista, per evitare di andare contro il governo e lo status quo e L’Eternauta, tre pagine la settimana, si riusciva già ad intuire, non avrebbe avuto vita facile nel contesto politico culturale che stava emergendo.

L’opera era forse fin troppo matura per i tempi, perché portava ad una riflessione non passiva, e questo non poteva andare bene per gli editori.

Nei numeri successivi della rivista a seguito del Cordobazo, l’attualità entra sempre di più nelle cronache, mentre, in mezzo a tutto ciò, nell’universo remoto delle sue tre pagine, l’Eternauta porta avanti solidamente la sua proposta.

Ma è con il numero 209 che qualcosa inizia palesemente ad incrinarsi.

Un lettore, nello spazio riservato alla corrispondenza, inizia a criticare l’Eternauta di Breccia. Non si tratta di un lettore qualsiasi, è uno dei lettori del primo Eternauta, legato al tratto solare e netto di Solano Lopez. Ed è un lettore deluso.

Non contesta la bravura del disegnatore, anzi ne evidenzia l’unicità, ma facendo il paragone con Solano Lopez, però, rileva come il tratto sia confuso, con vignette apparentemente incomprensibili e protagonisti che si confondono.

Chiede, il lettore, che Breccia dia alle sue illustrazioni un tocco maggiormente fumettistico.

Ma è solo del disegno di Breccia che i lettori si lamentano, o invece, c’è molto di più?

Pagina dell'Eternauta disegnata da Breccia. scaricata dal sito https://storiedabirreria.blogspot.com/ (che si ringrazia)
Pagina dell’Eternauta disegnata da Breccia. scaricata dal sito https://storiedabirreria.blogspot.com/ (che si ringrazia)

In realtà quello che dava fastidio e non solo al lettore, come vedremo a breve, era l'”invenzione della realtà” che il duo stava raccontando nelle tre pagine settimanali. Il grandissimo J.G. Ballard proprio in riferimento al rapporto tra invenzione e realtà afferma in riferimento al suo romanzo Crash: “l’unico modello di realtà che ci rimane è quello che abbiamo nel cervello“.

E il modello proposto da Oesterheld e Breccia faceva chiaramente paura ai poteri forti.

Così avviene che, in un atto di vera e propria censura, a fronte delle lamentele dei lettori, venga chiesto a Breccia di modificare il suo tratto e di produrre un fumetto “più commerciale”.

Breccia si oppone e Oesterheld, che già è tra le file di coloro che si oppongono al regime e spesso vive in clandestinità, contattato in qualche modo, comunica di non volere che l’opera resti monca e così si offre di tagliarla, condensando la storia di due -tre capitoli finali.

Le lettere che si scagliano contro l’Eternauta divengono sempre più frequenti al punto che addirittura il direttore della rivista in un suo editoriale si permette di colpire ed affondare l’esperienza dell’Eternauta di Breccia e Oesterheld.

In quella che sembra essere una lettera di scuse ai lettori, scritta dagli USA dove, afferma il direttore Carlos Fontanarossa, sanno bene cos’è l’essenziale e come comunicare un’idea, quest’ultimo nel numero 216, chiedendo scusa comunque a Breccia “grande disegnatore e artista” affossa in realtà completamente la sua arte : ” nel nostro intento di far giungere la comunicazione, non avremmo dovuto ricorrere alla forma estetica del suo disegno che di quando in quando ha reso il messaggio non comprensibile. La forma, il mezzo, si è convertito in fine e ha perso per strada la nostra intenzione. Se ci si nasconde dietro scrupoli marginali si perde di vista l’obiettivo“.

Ma qual’era l’obiettivo? Cosa si aspettava Carlos Fontanarossa dal duo Oesterheld/Breccia?

Chiaramente tutto questo sproloquio sul senso e sul fine dell’arte è solo un tentativo di occultare la vera ragione dell’ostracismo verso questa opera, la paura che faccia in qualche modo presa sulle masse in un periodo in cui la Revolucion Argentina di Omeonda è in pericolo.

Colpire il disegnatore, quindi, per distruggere il messaggio, quello dell’agire in squadra (Juan, Martita, Elena, Favalli e gli altri sono sempre più uniti, più avanza l’invasione). Il direttore si guarda bene dal criticare la storia perché si troverebbe a dover dare spiegazioni che forse imbarazzerebbero la maggior parte del pubblico.

Quel che Fontanarossa vorrebbe criticare ma non può, perché in qualche modo gli si rivolgerebbe contro, è che la forma e il contenuto in realtà sono indissolubilmente legati e nel caso de quo il disegno di Breccia era funzionale al racconto della lotta di un gruppo tradito e resistente. Un disegno espressionista, scuro e pauroso che non piace “esteticamente” al direttore ma che incarna una realtà oscura che ben presto attanaglierà il paese in una lunga notte della democrazia.

Quella realtà oscura che si poterà via Oesterheld e le sue quattro figlie, di loro come di altri desaparecidos non si saprà più nulla, solo la moglie dello scrittore resterà in vita a memoria di una famiglia incredibile. Anche Solano Lopez verrà colpito, anche se non in modo così drammatico, dalla tragedia che sta colpendo il suo paese. Per salvare il figlio arrestato dai militari, baratta un suo esilio in Europa, così il disegnatore fugge in Spagna e con lui sembra perdersi anche la speranza di tanti di rivedere le storie di Juan Salvo perduto da qualche parte inesorabilmente nelle pieghe dello spazio tempo.

Ma l’Eternauta non muore mai e nella sua ricerca di Elena e Martita ritorna sempre e ritorna grazie alla penna dell’italiano Ongaro, all’inizio degli anni ottanta.

L’Eternauta di Ongaro e Solano Lopez

Siamo nel 1983 e la rivista argentina Skorpio, per le Edizioni Record, a 25 anni dal primo Eternauta , che ormai è parte integrante dell’immaginario collettivo argentino, inizia a pubblicare una nuova storia di Juan Salvo, eppure se si guarda alla cronologia proposta dall’editrice argentina Doedytores di quest’opera non si trova traccia nella cronologia ufficiale.

Copertina dell'edizione italiana, a cura di 001 edizioni di L'eternauta III
Copertina dell’edizione italiana, a cura di 001 edizioni di L’eternauta III.
L’immagine è usata solo a fini divulgativi

Quello che conosciamo come l’Eternauta III, o terzo Eternauta, o l’Eternauta di Ongaro e Solano Lopez, ripubblicato recentemente dalla 001 edizioni, non è infatti unanimemente considerato come il seguito ufficiale del secondo Eternauta di Oesterhel e Solano Lopez.

Forse perché non pienamente convinto del lavoro di Ongaro, anche Solano Lopez lascerà ben presto le matite dell’opera che saranno completate da Oswal, Mario Mohrain e Carlos Meglia.

Ongaro, che è stato un militante antifascista, si accosta alle vicende dell’Eternauta secondo un’ottica tipica della Golden Age americana, rinunciando alle atmosfere plumbee proposte sia da Breccia che dal primo Solano Lopez, cercando di ampliare allo stesso tempo la visione dell’Universo di Juan Salvo e del suo fedele amico German, che avrà un ruolo sempre più importante della storia.

Ne esce fuori un racconto però solo all’apparenza leggero, disimpegnato, fantascientifico che nasconde, in realtà una vera e propria condanna verso quanto accaduto in Argentina negli anni precedenti.

La storia inizia con German, l’alter ego di Oesterheld, seduto malinconicamente su una panchina di un parco di Buenos Aires. Davanti a lui passa un Juan Salvo che sembra completamente assorbito dai pensieri, ma che quando viene raggiunto da German, si dice felice di vederlo anche se seduto in mezzo alle rovine.

German si volta stupefatto, rovine, quali? E’ la sua Buenos Aires questa? Si ricorda così di colpo di trovarsi nel mondo di Juan Salvo e quindi un mondo distrutto. Juan gli chiede se vuole seguirlo nella sua ricerca, German acconsente, perché Juan è l’unico amico che gli è rimasto.

Juan lo porta a casa, la casa che sta ricostruendo e comunica a German che ha qualcosa da dirgli ma non può dirgliela finché non ne è sicuro. Juan è sempre più strano e così German una notte decide di seguirlo e lo ritrova mentre da solo rimugina su un fallimento, su un evento che non riesce a far ripetere.

German ritorna a casa preoccupato ma qualche sera dopo Juan Salvo gli comunica che ha visto Elena e Martita. German cerca di far ragionare Juan, gli ricorda che le avevano viste morire insieme ai resistenti, ma Juan non sente ragioni, è sicuro di averle viste, ma non riesce a comprendere come sia possibile.

German è incredulo e l’unico modo per poterlo avere a suo fianco per Juan è mostrargli cosa lui stesso ha visto. In una sera drammatica, German scopre che all’interno della casa c’è una sorta di varco spazio temporale che apre una finestra su una dimensione parallela in cui effettivamente Elena e Martita sono vive ma German pensa inizialmente che sia tutto la proiezione dell’inconscio di Juan e successivamente un gioco crudele del destino.

Decide così di prendere tempo, Juan Salvo vorrebbe che lo accompagnasse nel mondo alternativo ma German non sembra farcela. Da allora Juan diviene spasmodico, ossessionato, German ha paura di perdere di nuovo l’amico e seppur riluttante lo segue nei tentativi. Finalmente i due riescono ad attraversare il portale ma la realtà che si trovano dinanzi è ancora peggio di quella che avevano lasciato.

Nella nuova dimensione, speculare a quella “reale”, esistono due Juan Salvo e German speculari e Buenos Aires sta per essere oggetto di una differente invasione.

La popolazione del barrio scompare nel nulla come polverizzata da un raggio traente che li trasferisce in una minacciosa astronave. Scompaiono così anche l’altro Juan Salvo e per il “vero Juan” ora tenere in vita Elena e Martita, anche se non sono le sue, è ancora più importante.

In una città che sembra morta, in cui le persone scompaiono nel nulla e in cui gli “alieni”, i Mefisto, controllano con ronde continue le strade, i due viaggiatori trovano tracce di una resistenza sotterranea a cui si uniranno.

Ma chi sono gli invasori? Chi sono gli alieni.

E’ questo il tratto più politico dell’opera, il legame con quanto accaduto in Argentina.

Verrebbe da dire “gli altri siamo noi“.

Le copertine dei due volumi brossurati della Comic Art, per la prima edizione italiana de L'Eternauta III
Le copertine dei due volumi brossurati della Comic Art, per la prima edizione italiana de L’Eternauta III. L’immagine è usata solo a fini divulgativi

I Condor, i capi dei Mefisto, altro non sono che uomini, alti, belli, e feroci, ma provenienti da un tempo diverso, mille e duecento anni più avanti. Un’invasione non da un altro spazio, quindi, ma da un altro tempo.

Juan e German riescono a catturane uno e questi gli racconta che sono dei fuggitivi, ladri, banditi che si sono trovati senza sapere come in questa epoca e ne hanno approfittato per schiavizzarla. Ma il tempo corre in modo diverso in questo tempo passato e i Condor vivono più di trecento anni e si annoiano. Vorrebbero ritornare indietro ma non ritrovano più la breccia temporale.

E qui entra in gioco Juan che gli rivela di sapere dove si trova la breccia.

La storia prosegue con Juan che si fa portare dal Principe che lo tratta inizialmente con benevolenza, ma la compagna del principe li avverte che l’utilizzo che vuole farne il gigante è quello di provocare guerre lampo nel futuro per poi nascondersi nel passato.

Per fermare questa follia, Juan e German decidono di andare avanti nel futuro, nell’anno 3000, per incontrare chi potrà fermare i Condor.

Prima della partenza per il futuro avvengono due avvenimenti importanti, l’incontro con gli “altri” Juan e German e l’incontro del “nostro Juan” con le altre Elena e Martita in cui Juan si fingerà il Juan della loro dimensione.

Due incontri che turberanno molto l’animo dell’Eternauta, come turberà l’animo di German incontrare un suo discendente omonimo del tremila che possiede gli originali dei suoi libri che narrano la storia dell’Eternauta.

Ma la sorpresa maggiore che nasconde la trama è che all’origine di questa guerra intestina c’è un uomo, o meglio un essere, chiamato il Grande Mago, le cui fattezze scopriremo di conoscere bene.

Il Grande Mago altro non è che un Mano anche lui persosi nello spazio tempo e materializzatosi in questa dimensione. E’ lui ad aver creato i “giganti” il suo mezzo per prendere il potere, ma da cui è stato in seguito tradito. Juan gli racconta che le sue “creature” sono vive e che può aiutarlo a trovarli. In realtà si tratta di uno stratagemma per riuscire a neutralizzare sia il Grande Mago che i sui “figli” in modo a ridare il legittimo potere al Gran Consiglio.

Il finale ad altissima tensione vede le forze del bene prevalere sul Mano e i sui figli e Juan ritrovarsi di fronte al dilemma su cosa fare: restare con le “altre Elena e Martita” o tornare nel suo tempo?

Il dilemma morale viene risolto dal ritrovamento e la liberazione dei due “doppi” e la conseguente scelta di Juan di attraversare la breccia con German senza più voltarsi indietro.

La storia termina nel luogo in cui era iniziata il parco, German seduto e stordito metre alcuni ragazzini gli chiedono se sta bene e come fosse arrivato li visto che fino a pochi secondi prima non c’era.

German ha, così, la conferma di non aver immaginato tutto e cerca di ritrovare se stesso camminando per il Barrio. Mentre è in una libreria vede passare di nuovo Juan, ma quando raggiunge la strada, Juan Salvo è già scomparso “portando con sè il proprio mistero“.

Rileggendolo a distanza di anni la storia, si coglie maggiormente il substrato dolente che fa da sfondo all’intera storia. Se si guarda all’invasione delle astronavi, al raggio traente che fa scomparire le persone, al nemico non più alieno ma simile a noi, si possono vedere metafore della storia argentina degli anni settanta e ottanta, e il dramma dei desaparecidos.

Eppure l’Eternauta III non compare, come visto nella cronologia argentina e si dovrà aspettare qualche anno ancora per sentir parlare ancora una volta di Juan Salvo e questa volta l’impulso verrà direttamente da Solano Lopez.

IL MONDO PENTITO

Nel 1999 esce una graphic novel a firma Solano Lopez e Pol, al secolo Pablo Matzegui, che a mio personale parere è anche la storia meno riuscita dell’Universo Eternauta, ma che ha comunque il pregio da fare da traino verso quella che sarà la conclusione ufficiale dell’Eternauta II, di cui parleremo nella riflessione conclusiva.

In Italia, “L’Eternauta. Il mondo pentito” viene pubblicato da Eura editoriale.

Copertina del Volume "L'Eternauta, il mondo pentito" nell'edizione Euracomix.
Copertina del Volume “L’Eternauta, il mondo pentito” nell’edizione Euracomix. L’immagine è usata solo a fini divulgativi

Bisogna dire che precedentemente a questa riproposizione erano state pubblicate alcune storie brevi legate alle peregrinazioni di Juan Salvo nello spazio tempo una su Hiroshima e una nell’antico Egitto che sono rimaste a lungo inedite in Italia e ora pubblicate nell’edizione speciale dell’Eternauta pubblicata dalla 001 edizioni.

Il mondo pentito è quella che potremmo considerare “una storia di Juan Salvo“, una sorta di oneshot o spin- off, storie che vedono il personaggio impegnato in situazioni che si distaccano dalla cosiddetta story line ufficiale, ambientate spesso in un universo o una linea temporale alternativa.

Chiaramente nel caso dell’Eternauta, come si visto anche nell’ analisi dell’opera di Ongaro risulta diffcile determinare, essendo il viaggiatore dell’Infinito, quale possa essere davvero considerata la linea temporale da cui Juan Salvo proviene, in questo caso però ci troviamo davvero di fronte ad una storia slegata dal continuum ufficiale.

Andres Accorsi nell’introduzione all’edizione di Eura Editoriale, ci da alcune coordinate temporali in cui provare a collocare il lavoro di Solano e Pol, e cioè tra l’esplosione del Cronomaster e l’apparizione di Juan Salvo (Galvez) a casa di German. L’Eternauta è senza Elena, Martita, senza i suoi sodali, perso in un limbo da cui vuole assolutamente riemergere.

Juan Salvo si trova a tornare in Argentina qualche anno più avanti in una realtà simile alla nostra ma che in qualche modo se ne distacca, mentre alcuni giovani scienziati si trovano presso il Centro di Ufologia di Nequen per uno strano esperimento.
E’ il 26.09.1999 e questi intrepidi e temerari scienziati cercano un “contatto” con gli alieni. Ma qualcosa sembra non funzionare e inizia a serpeggiare una certa tensione tra i ragazzi, ed è proprio in quel momento che vestito con una tutina da super eroe con il segno dell’infinito (sic !!) sul petto, che appare Juan Salvo.

Copertina del primo capitolo di "L'eternauta, Il mondo pentito". Immagine prelevata dal questo articolo https://storiedabirreria.blogspot.com/2020/04/leredita-delleternauta-6-el-regreso-di.html (si ringrazia l'autore dell'articolo)
Copertina del primo capitolo di “L’eternauta, Il mondo pentito”. Immagine prelevata dal questo articolo https://storiedabirreria.blogspot.com/2020/04/leredita-delleternauta-6-el-regreso-di.html (si ringrazia l’autore dell’articolo)

Il povero Juan sviene davanti ai sopresi scienziati che si domandano chi sia questo essere venuto dall’antimateria. Dopo averlo accudito e rifocillato Juan racconta la sua storia incredibile. Nei sui salti temporali, Juan era letteralmente precipitato in un pianeta all’apparenza inospitale che invece scoprirà in seguito è abitato da forme di vita umanoidi dotati di una grandissima conoscenza scientifica.

Gli abitanti sono una sorta di animali antropomorfi che ricordano i nuovi umani creati dall’Alto Evoluzionario dei fumetti Marvel, “gli esseri più vicini ai bovini che avessi mia visto in vita mia” dice Juan, che parlano anche la lingua del malcapitato Eternauta grazie a dei “traduttori simultanei”.

Juan si trova coinvolto in una guerra civile in cui lui ha ruolo fondamentale, gli scienziati del mondo “pentito” scoprono nel suo DNA la cura per la malattia che sta sconvolgendo la popolazione autoctona, ma non tutti sono d’accordo con il suo sacrificio.
Olguir, uno dei saggi, cerca di salvare Juan dal suo destino e nel farlo lo conduce in un viaggio nel cuore della storia di un popolo che aveva raggiunto vette di civiltà altissime ma finì per distruggere il proprio mondo per brama di potere.

Olguir è l’unico a ricordare quei tempi e in questo vede in Juan un suo simile.

Nel tentativo di fuga Olguir muore lasciando Juan solo contro i suoi nemici, ma un altro resistente Milkor e i suoi sodali riescono in qualche modo a salvare Juan dal suo destino. In una lotta impari Juan viene scaraventato fuori dalla città stato in quel che resta del mondo pentito e qui inizia una lotta strenuante contro Ventur e Mitron mandati dai governativi a riprendere la loro “cura”.

E a questo punto che accade l’incredibile, Juan Salvo scompare e si ritrova sulla terra davanti agli attoniti scienziati.

Sai Juan” riflette uno dei ragazzi “io … stavo pensando … se questa non è la tua terra … se cioè sei in un mondo parallelo, allora esiste un altro Juan Galvez parallelo …”.

Questa frase rappresenta uno dei punti più interessanti della storia che ci riporta al problema delle differenti cronologie.

Juan Salvo, infatti, sembra, nella riflessione successiva alla frase pronunciata dallo scienziato, non essere a conoscenza, o non ricordare, la realtà parallela in cui aveva combattuto contro il Grande Mago, i Condor e i Mefisto. Quindi la storia raccontata nel “Mondo pentito” si pone cronologicamente prima della storia raccontata da Ongaro nell’Eternauta III, oppure è un ulteriore modo che trova Solano Lopez per prendere le distanze da un lavoro non molto amato.

Il finale della storia è abbastanza banale, dal varco spazio temporale da cui è emerso Juan Salvo (Galvez) vengono catapultati sulla Terra anche Vetur che Mitron che non intendono ritornare indietro a mani vuote.

Nelle ultime pagine della storia i terrestri insieme a Juan ingaggiano una lotta senza quartiere contro i bovini antropomorfi riuscendo a ricacciali all’interno del continuum. Ma non saranno soli nel loro viaggio di ritorno, Juan Salvo è costretto a tornare a perdersi nello spazio tempo per non svanire di nuovo nel nulla.

Tornato nel continuum la ricerca di Juan continua come il nostro viaggio nell’Universo Eternauta che si arricchisce di un ultimo intenso capitolo, quello (apparentemente) finale.

A tra quindici giorni, continuum permettendo.

2 – CONTINUA

cronologia ufficiale argentina eternauta doedytores
cronologia ufficiale argentina eternauta doedytores. L’immagine è usata solo a fini divulgativi

NOTE EXTRA

Per rileggere la prima parte di questa triologia critica dedicata all’universo de “L’eternauta” di seguito è indicato il Link da digitare:

https://www.fumettomaniafactory.net/il-primo-eternauta-storia-di-un-capolavoro-di-un-romanzo-incompiuto-e-la-costruzione-di-un-nuovo-mondo/

Damiano Gallinaro Breve biografia

Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e  nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.

Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito

https://www.damianogallinaro.it/

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