LE STRISCE DI LOIS LANE, DI JERRY SIEGEL (dal blog di Luca Boschi)

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Banner dello speciale “Le Donne nel fumetto”

SPECIALE “LE DONNE NEL FUMETTO”
– QUARANTESIMA PUNTATA –

Bozza del Sommario del n. 21 della rivista Fumettomania

Quest’articolo dedicato a Lois Lane e a Jerry Siegel, ha alcune particolarità, innazitutto è la riproposizione, quasi per intero, di un bel post di Luca Boschi, stimato giornalista, critico di fumetti, autore di fumetti, e tantissimo altro (che ringrazio per aver dato la disponibilità alla ripubblicazione dell’articolo), pubblicato nel suo blog nel lontano agosto 2013, ed è dedicato a delle strisce molto rare. Altra particolarità è che quest’ articolo (come tutti quelli di Luca fino al 2015, se ricordo bene) era completato da una serie di commenti interessanti e costruttivi. Nel 2015 il proprietario della portale, ilsole24ore.com, ha disabilitato i commenti e, oltre il danno alla qualità dei post di Boschi, noi lettori abbiamo perso questo momento di confronto e di dialogo.
Dopo il dossier sulle fantaeroine a cura di Adriana Roveda, dunque, pubblico un nuovo articolo di taglio storico (l’ultimo di questo lungo speciale sulle “Donne nel Fumetto). Mettetevi comodi per gustarvi questa bella lettura, e se l’articolo e i commenti vi piacciono condividete.
Mario Benenati​, direttore culturale del web magazine Fumettomania

vignetta di Mike Linch che denuncia la triste situazioni di svariati creatori di supereroi

La vignetta d’apertura, che denuncia la triste situazioni di svariati creatori di supereroi (come quelli di Superman o dei batmaniani, e via con l’elenco…) è di Mike Linch, autore di un blog degnissimo di essere seguito, perché stipato di videointerviste a vignettisti e fumettisti di ogni sorta.

Come piccolo omaggio al visitor Raf, e a tutti gli appassionati del Disney italoamericano più inquietante, posto l’inizio di una rarissima serie di strisce scritte dallo stesso Jerry Siegel che si occupava anche del Giocattolaio (disegnato da Guido Scala).

Ecco qua!

Stralcio di una striscia dedicata a Lois Lane
Foto di Jerry Siegel

Lo so bene che non si vede quasi un tubo… Ma si tratta solo di un PIIIIIICCOLO omaggio, no?
Lo stock completo disponibile delle strisce della reporter brunette è in chiusura di post, non in una riproduzione della massima qualità, ma sempre (comunque) della massima reperibile in rete.

Le strisce sono degli anni Quaranta, proprio l’inizio della saga dell’Uomo d’acciaio.
La loro vita fu ardua, come ci rivela un amico di web, che aggiunge queste righe in inglese:This strip was known to accompany the Superman Sundays in the Cleveland Plain Dealer from 10/24/43 through 2/27/1944. The strips were numbered 1-12, undated, and didn’t run every week in the Plain Dealer.

I credits indicano Jerry and Joe, ma se è certo che sia Siegel a scrivere le strisce, non è assolutamente detto che a disegnarle sia Shuster, forse ritenuto troppo “ciuco” e sostituito per questo, mi dicono, da Wayne Boring.

Illustrazione dedicata Superman

Lettore, se vuoi saperne di più (su Luisa, intendo, non su Jerry Siegel, che scopro detestato da più di un visitor), cerca a queste pagine: http://en.wikipedia.org/wiki/Lois_Lane, oppure www.redboots.net/loislane/llane_index.htm, o anche www.supermanica.info/wiki/index.php/Lois_Lane (fra le altre). Vi trovi un sacco di roba affascinante, e tutte le attrici che l’hanno interpretata in TV o sullo schermo grande di asbesto. Se qualcuno ha da aggiungere qualcosa su Superman, su Nembo Kid, lo scimmione volante, i vari Duplex, Lex Luthor, i coniugi Kent, Supergirl e compagnia kriptonyana, si faccia avanti! C’è posto.
E grazie, ahem, a Craig Yoe, al quale non ho potuto fare a meno di sottrarre un paio di sgallettate supereroine!

Vignetta sadomaso che Shuster disegnò per sbarcare il lunario

Craig, tempo fa, nel suo loft di NY si scervellava circa la possibile partecipazione del cartoonist Milt Gross (un uomo, un genio!) alla scrittura di film di Charlie Chaplin, e Leonardo De Sà gli risponde dalla Spagna che sì, Milt aveva scritto delle gag per il film “Il circo”, dato che passava da quelle parti per la sceneggiatura di un’altra pellicola che poi non uscì mai…

A tutti consiglio quelle che furono le sue pagine di “arf moderna”: http://arflovers.com, divenuto poi Super Itch. Tutti i mercoledì, sul suo blog, c’erano superdonne in simili (facili) costumi.

© Time/Warner per le immagini di Lois Lane.

L’inizio di una rarissima serie di strisce scritte da Jerry Siegel

Prima parte delle rarissime strisce dedicata a Lois Lane: Girl Reporter
Seconda parte delle rarissime strisce dedicata a Lois Lane: Girl Reporter

Ed ecco la trascrizione dei commenti a quel post

Ho voluto riportare tutti i commenti, tranne uno o due che non erano attinenti, per comprendere come un articolo anche breve potesse dare inizio una sana discussione che durò per cinque giorni (06-11 agosto), si partì scrivendo di Lois Lane e si arrivò a Steve Ditko per poi chiudersi con un intervento di Beccatini sulle genralità delle strisce.
Oggi sento la mancanza di questi spazi, così come di alcuni forum; Facebook è un’altra cosa, a mio avviso c’è troppo caciara, ed è troppo dispersivo. ma questo è un’latro discorso che affronteremo in un’altra occasione.

Buona lettura anche dei commmenti.
Mario Benenati

Pietro Fusco 28/ago/2007 11:30:33
Volevo confermare che è davvero notevole il blog di Craig Yoe, anche se di recente si sta inzeppando di protofumetti, illustrazioni su carta ingiallita che interessano davvero a un pubblico di nicchia. Io ineve apprezzo soprattutto le bizzarrie di Joe, che dovrebbe pubblicare un nuovo libro su Milt Gross, o così spero.

Fulcanelli 06/ago/2013 00:19:10
Mai viste queste strisce, è senz’altro un miglioramento rispetto al 2007, quando ne avevate trovate solo un numero esiguo. La qualità vorreo fosse migliore ma è meglio di niente.
….

Sebastiano 06/ago/2013 01:16:14
io,io,
su i Duplex, i Bizarro.
vorrei segnalare una inesatezza, o meglio, l’errore di un presunto errore:
lessi su delle schede su Nembo Kid in un sito di collezionisti, che erroneamente si crede, si attribuisce ad Action Comics 254 luglio 1959 l’esordio di Bizzarro ma che in realtà era apparso per la prima volta in Superboy 68 dell’ottobre 1958…
ma la nota era sbagliato (e poi fù corretta) perchè in realtà erano due bizarri differenti:
uno era un Bizarro-Superman, l’altro un Bizarro-Superboy.
che errore grossolano, per un collezionista poi!

curiosità su Lois:
c’è una storia in cui è, era una barista che odiava i giornalisti. qualcuno sa dirmi su quale Terra la DC ha collocato quella Lois? sarei curioso di sapere se alla DC la ricordano.

Sebastiano 06/ago/2013 01:19:17
ma dove si possono trovare le strisce di Lois?
c’è un volume?

Luca Boschi 06/ago/2013 01:32:31
Non credo, Sebastiano.
E’ già molto poterle vedere qui, in queste condizioni poco esaltanti.
Molto particolari, eh? Mi chiedo se vi siano stati dei punti di contatto, o d’ispirazione, con la serie di Brenda Starr (reporter)? Non sono nemmeno sicuro che ci sia la mano di Wayne Boring.
Okay per le informazioni sui Bizarro (anzi, per i… Duplex!).

Saur Pennacchioli 06/ago/2013 09:28:33
La vignetta sadomaso che Shuster disegnò per sbarcare il lunario non è fuori tema. La relazione sadomaso tra Clark e Lois era una componente essenziale delle storie di Superman. Fa impressione pensare che sia stata ideata nei lontani anni trenta. Oggi Lois è diventato un personaggio inutile. Come Superman, del resto. Una volta i comic book erano la relazione dei personaggi, si pensi a Peter-zia May-Flash-JJJ- Betty, oggi sono semplicemente costumi colorati.

Lorenzo 06/ago/2013 11:53:15
Infatti, per appassionarsi ai supereroi oggi, quelli della Marvel non parliamone proprio, bisogna essere un po’ tocchi.

Marty 06/ago/2013 12:47:35
Beh, non sono proprio d’accordo con voi, Sauro e Lorenzo.
Al momento anch’io sono abbastanza disaffezionato al genere (sarà la crisi dei 50 anni…) ma penso che i supereroi “supereranno” pure questo periodaccio di crisi globale. Anche se a ben guardare il genere oggi non sta vivendo un periodo di crisi. Riflette solo questo tremendo momento sociale. Sono uscite e stanno uscendo diverse testate interessanti e curate da autori per nulla malaccio, il cui valore, però, si potrà giudicare solo alla luce di un congruo periodo di sedimentazione nell’immaginario dei fans.
Mi ricordo quando uscì Watchmen. A parte i pochi lungimiranti che gridarono subito al capolavoro (ma ci sono sempre gli entusiasti di qualsiasi cosa), l’importanza di quel fumetto, come opera in sé e come stimolo / impulso dato al genere supereroistico non fu percepita immediatamente da parte del grande pubblico. Io, per esempio, mi persi come quasi tutti i futiri appassionati di Moore la prima uscita e lo recuperai solo in paperback. D’altronde, chi conosceva Alan Moore prima del 1986? Io no…
Certo, questo blog non mi pare attiri fans del genere, per cui forse è meglio non aprire una discussione sull’argomento.
Ultima cosa: hai per caso letto Supergods di Morrison? Io l’ho appena terminato.
Se riesci a non infastidirti troppo per le “sparate” dell’autore, che nel libro si ritaglia (a mio giudizio molto immodestamente) un ruolo enorme nello sviluppo del genere super-eroistico degli ultimi 20 anni (quindi, per estensione, del fumetto anglofono tutto); il Morrison – dicevo – espone alcuni concetti che trovo brillanti e degni di riflessione. Ma non qui..

Alex 06/ago/2013 13:11:27
Sicuramente molti lettori di questo blog non amano i supereroi scemi che menano le mani e nemmeno i manga scontati e imbecilloidi, ma da qui a dire che è tutta merda ce ne passa.
Ci sono signor autori di storie per i comic book che hanno anche realizzato storie di supereroi, e così bravi mangaka.
Ma il livello medio, oggi, dopo una settantina d’anni di avventure, mi aspettavo che fosse un po’ superiore invece si va sempre più nel puerile. Corregetemi se non è così

Marty 06/ago/2013 14:07:08
è il solito discorso: se vuoi trovare un diamante devi frugare fra tonnellate di spazzatura!

Lorella 06/ago/2013 14:10:28
Lois Lane che frusta Superman (con un frustino di kryptonite?) è il massimo!

PierGiorgio 06/ago/2013 14:20:37
Hai perfettamente ragione, Marty.
Ma ricordo che un tempo non era così. Magari erano un po’ naif, ma gli episodi di Superman e Batman erano interessanti almeno uno ogni due. A me piacciono anche quelli di personaggi minori appunto come Luisa Lane o Jimmy Olsen, che aveva un bel comic book dove comparivano nientemeno che le storie di Plastic Man del genio di Jack Cole.
Dove troviamo oggi un concentarto di ironia, tensione e avventura come in quelle storie?
In Marvel c’è stato il “King” Jack Kirby, ci sono stati i Romita, i Buscema… E spezzo anche una lancia pro quel personaggio molto contrioverso che è stato Stan lee (e che ancora è, povero anzianotto che si difende, ci è e ci fa, finge smemoratezza quando gli fa comodo e poi si vanta come Max Bunker, per fare un paragone non peregrino).
Ma gli autoti marvelliani di oggi?
Io ho smesso, non guardo nemmeno più questi fumetti da anni, mentre ogni tanto mi ritempro lo spirito rileggendo storie di 40 anni fa.

Saur Pennacchioli 06/ago/2013 14:25:25
1) Luca Boschi: Boring è ben visibile, per esempio nella smorfia dell’ultima vignetta della prima striscia.

Marty: Tu non dovevi essere un lettore di comic book, se non ti sei accorto subito di Watchmen. Vero è che questa serie ha avvicinato ai comic book quelli che non li leggevano, appunto. Noi lettori di comic book non facevamo che parlare di Moore da anni, da Swamp Thing in poi. E non sono certo uno di quelli che si eccitano facilmente, come dici. Poi io Moore lo seguivo da prima, dalla produzione inglese, almeno dai tempi di Warrior: Watchmen è una rielaborazione del suo Marvelman, Miracleman o come diavolo si chiama adesso.

Saur Pennacchioli 06/ago/2013 14:25:57
2) Nei primi anni sessanta le testate di Superman, con quelle di Jimmy Olsen e Lois Lane, facevano concorrenza ad Archie, che era il personaggio più venduto. Chiaramente erano storie per il target di Topolino. Nello stesso periodo nasceva la Marvel, che grazie alla creatività di Kirby e Ditko ben indirizzata da Lee, presentava serie più affascinanti. Un altro motivo del successo della Marvel è stato quello di aver costituito un universo di personaggi collegati, così, mentre il lettore della Dc comprava solo pochi albi, quello della Marvel si sentiva “costretto” a leggerli tutti. Questo era possibile finché gli albi erano pochi, dal 1968 la Marvel ha moltiplicato le testate rendendo impossibile seguirle tutte, mandando in vacca il lavoro fatto precedentemente.

Saur Pennacchioli 06/ago/2013 14:26:29
3) La Dc, quando è stata superata dalla Marvel, ha lasciato perdere il riferimento di Archie e ha cominciato a produrre fumetti simili al nuovo concorrente. Ora sarebbe troppo lungo ripercorrere tutta la storia. Il problema è che dopo Jim Shooter, che diresse la Marvel negli anni ottanta, non c’è stato più nessuno in grado di padroneggiare le case editrici americane. Quindi si va avanti con grandi eventi che coinvolgono decine di albi, oppure con sciocchezze come i matrimoni dei super-eroi e simili. Tutte fughe dalla realtà perché non si sa che cosa fare. Autori bravi ce ne sono, ma in questo contesto vengono utilizzati male

Saur Pennacchioli 06/ago/2013 14:26:52
4) La cosa più grave, comunque, è che mentre una volta i comic book erano per bambini, ma potevano essere letti anche dei grandi, oggi sono solo per grandi, anzi, per fumettofili. Un po’ quello che è accaduto ai fumetti in Italia, del resto

Lorella: Sei la stessa che stava per farmi morire dissanguato quella sera? Ti riconfermi la solita spietata mistress.
Fine.

gianni milo 06/ago/2013 14:35:35
Non è Superman frustato, ma l’autore Shuster frustrato? che per sbarcare il lunario dovette illustrare libretti bondage. Che all’epoca saranno stati considerati senz’altro peggio dei porno.
Secondo me le strisce sono disegnate da Boring, ma tirate via alla bell’è meglio.
Boring era un grande disegnatore, ma piccolo di statura, non a caso aiuto hal Foster su Prince Valiant.

Marty 06/ago/2013 15:50:08
per Sauro: io il fumetto ammericano lo leggevo, allora, ma non avevo soldi, in quegli anni. allora mi potevo permettere al massimo una o due serie in abbonamento presso la Borsa del Fumetto (storica fumetteria di Milano, nda), e in quel periodo ero preso con la Marvel e in particolare con Dreadstar di Starlin.
Quindi niente Moore per me nel lontano 1986. poi mi sono rifatto, anche con gli acquisti in originale. ma allora: niente soldi, niente comic- book! sorry

Saur Pennacchioli 06/ago/2013 15:56:19
Marty anche tu sei di Milano, se come me vai alla Borsa del fumetto.
Saur Pennacchioli 06/ago/2013 16:21:07
Sono numerosi i riferimenti al femdom (dominazione femminile) nei fumetti della Dc, a partire da Lois e da quell’altra sadomaso, Wonder Woman. Ancora negli anni settanta ci sono copertine con mistress davanti alle quali Superman si inginocchia per baciarle i piedi. Da parte sua, Batman aveva Catwoman. Anche nel primo comic book originale che comprai da bambino, l’ultimo numero di “The Demon”, abbiamo un’imbarazzante storia di Jack Kirby con una dominatrix. Do per scontato che Kirby ne avesse appena visitata una. Come facevano altri autori Dc, presumo. Tutto ciò farà piacere alle lettrici di questo blog.

Zobeide 07/ago/2013 19:57:03
Grazie per aver messo in cima alla classifica delle evidenziazioni il post su Luisa Lane, così possiamo continuare la conversazione.
Io volevo portarla sul tema dei cartoons dei Fleischer, che promossero al cinema Superman durante gli anni della II Guerra Mondiale, più o meno quando queste strisce sono state pubblicate

Zobeide 07/ago/2013 19:58:33
Luisa (Lois) in quell’occasione era sempre un po’ una sciagurata, si cacciava nei guai e Superman doveva salvarla. se possibile seguiva una routine anche più scontata di quella che si poteva leggere nei fumetti.
Invece, Lana Lang non compariva per niente nei film.
Forse perché neanche nei fumetti era ancora stata creata

Stefano 07/ago/2013 20:03:58
Sauro, Marty, alla Borse del Fumetto di Nessim Vaturi vado anch’io, pur non essendo di Milano, ogni volta che passo dal capoluogo e ho tempo di andarci. Sono sufficientemente anziano da essere andato alla fine degli anni 80 anche alle Nuvole Parlanti di Gianni Berti…

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 20:20:28
Stefano, so per certo che a Milano ci sono anche altre fumetterie ben attrezzate, ma io sono un abitudinario.
Vado lì dagli inizi, quando di comic book ne aveva ancora pochi. Ma era l’unica vera fumetteria perché Berti, in pratica, tirava avanti con i francesi e aveva poco ricambio di materiale.
Una volta le fumetterie facevano affari d’oro con me, ma oggi devo leggere un sacco di altre cose, soprattutto per lavoro, e il tempo che mi rimane per i fumetti è davvero poco.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 20:22:41
Zobeide, non capisco perché dopo Max Fleischer ci si ostini a fare cartoni animati, lo dico anche a mio frate che ci campa sopra più che bene.
Fleischer ha fatto tutto, con Popeye ha fatto quello che c’era da fare per il genere comico e con Superman quello che c’era da fare per il realistico. Attenzione, dopo i primi episodi di Superman la gestione cambia e si vede non tanto nei disegni quanto nelle storie, raccontate in maniera tradizionale.
Quello che è importante in Fleischer, infatti, è lo storytelling. Lui è l’Hitchcock dell’animazione.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 20:32:36
Rimanendo al tema del post, qualcuno ha mai letto una storia buona di Jerry Siegel? Tutte quello che ho letto io, soprattutto le Disney, facevano schifo.
E così puniamo un poco Luca Boschi, per il suo perenne conflitto d’interessi.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 20:47:49
La storia più orripilante di Siegel era una delle prime di Superman. C’è un fabbricante di armi che cerca di spingere gli Stati Uniti in guerra. Allora Superman lo piglia e lo porta in Europa dove, a furia di calci in culo, lo costringe a combattere nell’orrore della guerra nella quale lui vorrebbe mandare i ragazzi americani. Finché il mercante d’armi, stremato, capisce la follia del suo intento.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 21:05:38
E dire che autori, supervisori ed editori di Superman erano tutti ebrei.
Lo stesso dicasi per la Marvel/Timely, ma il Capitan America di Simon e Kirby prese a pugni Hitler nella copertina del primo numero. Quando gli Usa non erano ancora in guerra.
Mi piace molto l’enfasi retorica di quelle storie di Cap. Tutta un’altra cosa, rispetto alla viltà di Siegel e Shuster.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 21:13:19
Eppure Siegel e Shuster hanno inventato un personaggio che funzionava benissimo.
Superman era molto meno forte di adesso, sollevava una macchna a fatica e non volava, ma saltava.
In particolare era geniale il rapporto Clark-Lois. Qualcuno sa se avesse precedenti, magari nelle pulp? Sicuramente non in Doc Savage, al quale Superman si ispira largamente. Doc veniva chiamato “the superman”.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 21:20:08
Perché la personalità di Lois è stata cancellata? Cancellando, così, il suo personaggio e, di conseguenza, quello di Superman?
Perché qualcuno avrà pensato che si trattasse di una situazione “antifemminista”, in quanto Lois sembrava stronza perché donna in carriera. Quindi, per dimostrare che le donne in carriera non sono stronze, l’hanno umanizzata. Così facendo hanno distrutto il rapporto Lois-Clark e, di conseguenza, il concetto di debolezza, sia pure fittizio, di Clark. Trasformando Superman in un pupazzone invincibile.

Superman è un’altra vittima del politicamente corretto.

Luca Boschi 07/ago/2013 21:49:05
Sauro, quella del conflitto d’interessi è una stupidaggine. Ci sono blogs (e twitterie) dove i titolari parlano del proprio ombelico e delle proprie viscere a ogni piè sospinto e (praticamente) di nient’altro. Poi ci sono i blog dove chi li tiene espone la propria attività.
Qui gli argomenti sono vari, tutto quello che compare è gratuito (senza ritorni pubblicitari, che eventualmente vanno al Sole 24 Ore, conteggiati in base ai contatti dei visitors) e quindi è semmai un eccesso di disinteresse, quello che passa attraverso ‘sti post, cosa che mi viene anche rimproverata da colleghi che non si muovono se non a scopo di lucro.

A parte questo, sul Siegel sceneggiatore per Disney ci sarebbe molto da dire, in un vecchio “Disney Anni d’Oro” ho spiegato come avveniva il suo contatto con la redazione (sceneggiature dattiloscritte in inglese su veline, in buste che ne contenevano varie alla volta, e che venivano tradotte da “esperti” che spesso erano solo collaboratori esterni della Mondadori e potevano – purtroppo. scambiare qualche lucciola con altrettante lanterne; in una storia di Super Pippo, non di Siegel, ma giunta con la stessa procedura, è accaduto un vero macello e lo si vede anche solo leggendo il risultato in italiano e immaginando cosa doveva esserci stato dietro in inglese).
Va da sé che Siegel aveva le sue idee sulle storie che potevano funzionare, con trame che ricordavano molto i soggetti di “Nembo Kid” della Silver Age.

Quanto a Milano e alle sue fumetterie, anch’io frequento quella di Nessim, ho frequentato quella di Gianni Berti, che andrò a trovare di nuovo appena possibile dopo una ventina d’anni dall’ultima (durante un Dylan Dog Horror Fest insieme a Luciana Giussani di Diabolik) e anche altri bravi “retailers”: Milano Fumetto presso Piazzale Bajamonti, e naturalmente SuperGulp sui Navigli, i cui responsabili vedo costantemente nelle più importanti mostre mercato di Comics (e che saluto, semmai capitasse loro di leggerci/mi).

Poi, il discorso sui Fratelli Fleischer sarebbe lungo, lo faremo.
Senz’altro la genialità aveva baciato il loro studio anche dal punto di vista tecnico sono stati dei veri campioni dell’innovazione.
Se il prossimo anno terrò ancora un seminario presso la Scuola Internazionale di Comics, vorrei dedicar loro una giornata intera.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 21:52:21
Mah, veramente io sul conflitto d’interessi avrei voluto farci un tormentone ad ampio respiro…

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 22:06:16
E adesso con chi posso litigare?
Non c’è rimasto nessuno.

Luca Boschi 07/ago/2013 22:19:04
Evvabbe’, litighiamo, va’, così i lettori godono!

Ahhh, evviva i coniglietti, quanto mi piace Dan Barry, e Siegel era un Maestro della sceneggiatura fantastica, Jack Davis ha dato lezioni per posta a Gino D’Antonio, Alex Toth era socievole (ma solo per un toth), il Fumetto americano nacque nel 1789 e fu battezzato due anni dopo, Simenon ha scritto “Il latitante” di Totò con Maigret, D’Antonio tenne un corso di ripasso a china per Wallace Wood, i diritti di Felix sono liberi solo la domenica e il giovedì pomeriggio, Al Capp teneva le mani a posto, ma soprattutto George Herriman era cinese!

G.Moeri 07/ago/2013 22:21:38
Pure le strisce di Lois Lane … quante cose ci sarebbero da ripubblicare, ma chi le comprerbbe?
Sullo sbiadimento del carattere di Lois dopo le prime apparizioni, è stata detta la stessa cosa di narda, la compagna di Mandrake.
Riguardo a Joe Shuster (parente di un comico canadese noto anche in Italia) costretto a realizzare fumetti sadomaso (simili allo stile di Superman per via dello stesso disegnatore) per sbarcare il lunario, la cosa ci ricorda quanto può essere triste la realtà; se lo stesso albo un tempo poteva passare dai supereroi al poliziesco o all’orrore, anche un autore di fumetti poteva passare a ben altro, e la cosa è continuata anche peggio in tempi recenti.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 22:43:52
Non ho mai parlato di Herriman e dicono che fosse “nero”, non cinese

Le tavole di Krazy Kat erano belle, mentre le strip deboli.

Il personaggio era in perdita, veniva pubblicato solo perché piaceva a Hearst, il magnate della stampa. Quello che Orson Welles aveva preso per il culo nel film Quarto Potere.

Avete visto “L’infernale Quinlan” di Welles? La storia fa schifo, ma è girato nello stile di Will Eisner. Del resto Welles lo diceva di essere ispirato (anche) dai fumetti. Si enfatizza l’influenza del cinema sui fumetti, ma avveniva anche il contrario. Basta vedere il genere che oggi chiamiamo noir.

Eppure di Krazy Kat fecero alcuni cartoni animati, anche se brutti. Cartoni che ispirarono la creazione di Felix, il primo personaggio in stile “disneyano”. Nel senso che Walt Disney lo copiò.

Saur Pennacchioli 07/ago/2013 22:51:26
Ho disseminato questo post di esche polemiche a non finire.
Ora vado a dormire, ma spero che nel frattempo qualcuno abbocchi all’amo. Così domani ci facciamo una bella rissa.

Luca Boschi 07/ago/2013 22:58:28
Su Herriman (che, certo, era “afroamerican”) ho fatto un’intera lezione mesi fa. Con Francesco Spreafico abbiamo rivelato per primi questa storia, non solo in Italia, che Bill Blackbeard (col quale ci consultammo) e altri hanno poi arricchito di particolari.

I suoi avi si perdono nell’epopea dei battelli sul Mississippi, che per i trasporti (prima che la ferrovia coprisse gli States) si servivano anche di schiavi africani, presi da colonie francesi.

La famiglia di Herriman era colta, lui cominciò a pubblicare se non sbaglio ad appena 15 anni, nella libera San Francisco, prima che i rigurgiti razzisti divenissero molto preoccupanti per chi, come lui, aveva un albero genealogico che conveniva nascondere.

Questo occultamento della sua verità identitaria è, probabilmente, anche alla base della sua opera più importante (appunto Krazy), che con

Sprea traducemmo e che… lo dico soprattutto per Willi e per chi aveva apprezzato quella collana, sarà portata a compimento, con un primo volume di domenicali in uscita verso ottobre.

Non posso aggiungere altro!
E’ un conflitto di disinteressi, io questa volta non c’entro!

Saur Pennacchioli 08/ago/2013 07:50:43
Una precisazione. Lois Lane era certamente un personaggio antiquato, soprattutto, negli anni cinquanta-sessanta, quando aveva tutti i difetti attribuiti alle femmine. Giusto modificarla, in seguito, sotto questo aspetto. Io critico il fatto che oggi non sia più stronza, facendo così cadere il rapporto sadomaso con Clark.
Sarebbe come dire che Cico, indolente e truffaldino com’è, offende i messicani. Allora, per essere politicamente corretti, dobbiamo trasformarlo in una persona normale. A quel punto cosa rimane di Zagor? Praticamente niente

Zobeide 08/ago/2013 12:29:22
Mi sa che le provocazioni non hanno funzionato, troppo caldo per rispondere, meglio una granita!

Marty 08/ago/2013 14:10:24
Vedo che nessuno ha voglia di litigare, e me ne compiaccio.
Concordo con Sauro, quando afferma che il Cico di turno non deve essere visto come il messicano-tipo, ma è tuttavia necessario che questi sia “pieno di difetti”, per poter giocare il ruolo di spalla comica del protagonista. Poi, il fatto che Zagor sia un WASP e Cico un messicano è… incidentale!
Ma allora, per lo stesso motivo, quale logica conseguenza del ragionamento, dovrei biasimare le critiche che – per esempio – Eisner fa alla rappresentazione dell’ebreo nel fumetto e nella letteratura inglese del suo tempo (e tralascio di parlare di Dickens…): occorreva un cattivo per rappresentare il male!
E non dovrei dire nulla anche sul ruolo di Lois Lane: un evidente concentrato di luoghi comuni maschili e maschilisti. Negli anni 40 le hanno attribuito un determinato carattere, nei 50 un altro e così via. È evidente che il personaggio è ritratto in modo caricaturale e non realistico, quindi “al di là delle critiche”? Ma lo stesso Superman è “ideale” e non realistico, no? E anche lui cambia sensibilmente da un decennio all’altro.
Sarà perchè i personaggi dei fumetti sono semplicemente uno specchio dei propri tempi? Quindi le critiche che ad essi si fanno, sono critiche che si dovrebbero indirizzare al concetto di “donna” rappresentato in quel decennio, piuttosto che al concetto di “sud-americano accidioso”, ecc., ecc.

L’approccio sado-maso Lois-Clark (non Lois-Superman, che – in questo caso – i ruoli di sadico e masochista sono invertiti) personalmente non l’avevo mai colto. Sarà che sono un ingenuo, o che leggevo Superman per l’aspetto spettacolare delle storie, saltando piè pari i siparietti da sit-com, come immagino tutti i ragazzetti sessualmente immaturi. Rileggerò quelle storie alla luce di questa rivelazione!

Saur Pennacchioli 08/ago/2013 14:30:56
1) Cosa rendeva Clark Kent un uomo debole, sia pure per finta? Praticamente niente, perché Clark si limitava a fare il giornalista, e questo non le rendeva né debole né forte. L’unica possibilità per evidenziare la sua debolezza era mettergli una spalla. Una scelta banale sarebbe stata un prepotente che gli faceva dei dispetti. Una scelta sofisticata è stata quella di mettergli accanto una donna che lo considerava una mezza sega. Non occorreva che Lois facesse qualcosa, tutti noi lettori sapevamo che lei considerava Clark una mezza sega e, conoscendo la verità, ci sentivamo friggere dentro.

Saur Pennacchioli 08/ago/2013 14:31:21
2) Il rapporto sadomaso, data la prudenza dell’epoca, finiva qui. Oggi, se fosse continuato, Lois gli sputerebbe in bocca e gli direbbe che ce l’ha piccolo. In ogni caso, come ho già detto, il rapporto sadomaso non aveva niente a che vedere con l’aspetto svampito della Lois anni cinquanta. Quello era sicuramente un cliché maschilista, che doveva essere eliminato. La stronzaggine, invece, doveva rimanere. Ma, in realtà, tutti i personaggi dei comic book, volendo diventare più “complessi”, hanno eliminato le relazioni standard. Che invece hanno mantenuto quelli per l’infanzia, come Paperone-Paperino. Fine.

Marty 08/ago/2013 15:49:08
Ultimamente sto rivalutando le cicliche riscritture a cui la DC Comics sottomette i suoi personaggini.
Un’identica situazione reiterata per 70 anni, in effetti, è decisamente logorante.
Noi stessi viviamo nel cosiddetto “mondo reale” un rapporto di coppia che, nei casi “limite”, arriva al massimo alle nozze di diamante! È vero che qui stiamo parlando di Superman, ma 70 anni di Lois Lane distruggerebbero chiunque!
Quindi, per “rinnovare” questo rapporto, a quanto pare considerato irrinunciabile dagli autori (ma soprattutto dai padroni del brand), ben venga il ciclico “reboot”, che mi pare accada ogni dieci anni circa, piuttosto che un rapporto apparentemente atemporale, statico e infinito, come invece avviene (avveniva?) nell’universo contrapposto, ovvero in quello Marvel.
Oggi è il turno della Lois in carriera, un po’ “ritorno alle origini”, almeno così mi pare l’abbia tratteggiata Morrison in Action Comics. Non mi sembra di aver notato vene di sado-masochismo nel suo rapporto con Clark, ma di stronzaggine ce n’era in abbondanza! Aggiungo che Morrison ha già lasciato la serie, che nel “presente” fumettistico dell’attuale DC era per di più “discronica”, essendo ambientata cinque anni nel passato (è un po’ complicato, capisco, ma quando si parla di Morrison, niente è mai semplice!). Perciò la costruzione del “rapporto” Lois/Clark è oggi lasciata a nuovi sceneggiatori.
Dicevo che ultimamente sto rivalutando i ciclici “reboot” della DC, che vanno ben oltre il media “fumetto”. Penso al cinema o ai prodotti per la televisione. In questo periodo sto guardando i primi episodi del nuovo telefilm Arrow, una riscrittura del caro, vecchio, Oliver Queen/Green Arrow. Premetto che in famiglia sono l’unico appassionato di fumetti, quindi moglie e figlie non vedono di buon occhio la mia malsana abitudine di propinare loro prodotti televisivi derivati dai comics. Questo Arrow piace a tutte le mie donne, ma se dovessi rivelare che è tratto da un fumetto (di supereroi, per di più), temo che la loro reazione assomiglierebbe a quella di Mina in quella canzone, quando capiva che cos’era “quella robina qua!”. Quindi, per ora, mi taccio.

Lorella 08/ago/2013 16:01:41
MartY, ecco la canzone alla quale ti riferisci:

Di chi sono quelle illustrazioni della cicciottella.
Le ho viste in questo blog, qualcuno sa dirmi chi è, dato che un po’ mi assomiglia?
Con 30 anni più di me, ma…

Saur Pennacchioli 08/ago/2013 16:03:5
Mi rileggerò il ciclo di Morrison perché me lo sono già dimenticato.

Il fatto è che non esiste “un personaggio”, ma una serie di personaggi che interagiscono tra di loro. Se si toglie un elemento, non c’è più tutto il personaggio.
Per esempio, Topolino, all’inizio, era un giovane avventuroso che aveva Minnie per compagna.
In seguito, facendo coppia con Pippo, è cambiato completamente: quanto istintivo e assurdo è l’amico, tanto razionale e logico deve essere Topolino. Il personaggio, quindi, non è Topolino, ma Topolino+Pippo.

Certo, si può cambiare una terza volta. In questo caso, però, dovremo modificare anche la psicologia di Topolino, che non avrebbe più senso se rimanesse così “inquadrata”.

Invece si fanno spesso delle modifiche, come quelle della Dc, un po’ a caso, senza capire che così si distrugge tutto. Da quando hanno distrutto Superman 45 anni fa, il personaggio non si è mai risollevato nelle vendite, salvo per qualche “evento” particolare.

Marty 08/ago/2013 16:16:38
Questo concetto del personaggio-come-parte-di-un-gruppo, che tanto mi ricorda il romanzo “nascita del superuomo” di Sturgeon mi giunge proprio nuovo.
urge meditatio

fortunato 08/ago/2013 17:23:23
@Lorella
Duane Bryers
https://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2012/06/24/il-centenario-dellarizona/

Andrea Cara 08/ago/2013 18:58:48
Semi-OT, dato che con Siegel si parla anche di Disney.
Ho visto oggi il corto di Topolino “No service” di cui si parlava qui http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2013/06/il-secondo-nuovo-short-di-mickey-mouse/

Effettivamente io lo posso vedere dagli USA ma non scaricarlo.
Pero’ l’ho trovato sul Youtube
http://www.youtube.com/watch?v=yNdhDq-DF8k
Sono nu’ poco strani, pero’ comunque divertenti.
Certo per chi e’ cresciuto con i vecchi cartoni purtroppo non c’e’ niente da fare.
Paperino a caccia resta uno dei migliori.
http://www.youtube.com/watch?v=ozKFWcGVwuo

Per tornare a Siegel, a me non dispiace in veste Disney, benche’ abbia trame un po’ bizzarre.

Saur Pennacchioli 08/ago/2013 19:53:02
Francamente, di Clark e Lois non mi importa niente. La relazione di personaggi che rimpiango è quella creata da Steve Ditko, insieme a Stan Lee, per Peter Parker / Uomo Ragno.
Peter aveva una zia malata cui badare, May, e per guadagnare i soldi necessari doveva lavorare per il suo peggiore nemico, l’editore J.J. Jameson. Della segretaria del quale, Betty, era fidanzato.
Quando è arrivato il banale Romita, portandosi dietro quella troiona di Mary Jane, tutto è finito per me.

Satrapo 08/ago/2013 20:26:05
Saluti a tutti.
Leggo gli ultimi commenti, fa quasi un anno non intervengo. Ero distratto da altro.
Ma vuoi dire che è stato il banale Romita a rovinare la serie?
E, altra domanda. era Steve Ditko a porre le premesse della serie o era Stan Lee, come a volte ha millantato )io sto con Ditko)?

Inoltre… risulta a qualcuno che Ditko sia vivo?
Sarebbe bello che una volta venisse a mostrarsi a una manifestazione di fumetti.

Saur Pennacchioli 08/ago/2013 20:41:45
Ditko è vivo e disegna ancora tutti i giorni nel proprio studio, anche se cose incomprensibili. Dopo aver partecipato a una delle prime convention, nel 1966, non si è fatto è più vedere in giro come Battisti e Mina.
Come sceneggiatore, Ditko è un cane allo stesso livello di Kirby. Il direttore Stan Lee ha avuto il merito di imbrigliare la fantasia di entrambi. Come la stessa Marvel riconosce oggi, Ditko e Lee (come Kirby e Lee) sono da considerarsi co-sceneggiatori.

PierGiorgio 08/ago/2013 21:28:08
Parole chiare e sante.

Marty 09/ago/2013 01:11:46
ditko = soggettivismo = ayn rand.
consiglio a tutti la lettura de “La rivolta di Atlante” (Atlas Shrugged), il libro ammericano più venduto dopo la Bibbia e il libro più di destra e maschilista che abbia mai letto. ma scritto benissimo! il rapporto di odio-amore con la Rand ha trovato un gladiatore contemporaneo nel da me amatissimo autore ammericano Matt Ruff, del quale consiglio tutti e quattro i suoi libri pubblicati in italiano (l’ultimo è spettacolare!). in particolare, il Ruff si diverte a sbeffeggiare la Rand nel lisergico “Acqua, luce e gas: la trilogia dei lavori pubblici”, in libreria tutt’oggi in economica per Fanucci Editore.

Marty 09/ago/2013 01:20:35
(in “Acqua, luce e gas…” ha una piccola particina anche Walt Disney)

fortunato 09/ago/2013 15:43:51
Di un altro romanzo della Rand, “The Fountainhead”, Frank Godwin (autore di CONNIE e RUSTY RILEY) illustrò una riduzione in 30 strisce giornaliere per la serie BOOK-OF-THE-MONTH che la KFS produsse e distribuì tra il 1942 e il 1947.
Queste riduzioni più che veri fumetti erano romanzi condensati illustrati (tre vignette con tre grossi blocchi di testo tipografico sotto). Probabilmente, la più nota (o la sola nota) in Italia tra queste riduzioni è “The Song Of Bernadette”di Franz Werfel, illustrata da Hal Foster.

La serie è abbastanza interessante perché tra gli illustratori impegnati si trovano alcuni vecchi maestri: Rudolph Frederick Schabelitz, Frederic Rodrigo Gruger, William Reusswig, William Meade Prince, James Montgomery Flagg, Wallace Morgan.
Tutta gente che negli Anni ’20 faceva furore, ma che, presumo, nei ’40 fosse passata di moda.

Sebastiano 10/ago/2013 14:33:16
Lorenzo: “Infatti, per appassionarsi ai supereroi oggi, quelli della Marvel non parliamone proprio, bisogna essere un po’ tocchi”

Marty: “Al momento anch’io sono abbastanza disaffezionato al genere (sarà la crisi dei 50 anni…) ma penso che i supereroi “supereranno” pure questo periodaccio di crisi globale”
Il “problema” non è l’età del lettore ma degli autori, o meglio degli editori e dei loro “direttori” che vogliono propinarci storie sempre più apocalittiche!
Oggi è una “fine del mondo” dietro l’altra!
Non ci fanno più RESPIRARE!

Io i marvel ho smesso di leggerli con Civil War.
L’editore chiedeva ai lettori:
da che parte ti schieri?

COOOSA!!!???
Non basta il tifo FANATICO degli stadi; ora volete FOMENTARE il razzismo, la violenza anche tra noi lettori ?! E no!
Non ci sto!

Lasciamo stare poi l’escamothage di dire che era colpa degli skull e blabalbla.

Mentre la DC con FlashPoint.

Sebastiano 10/ago/2013 14:34:03
Marty: “Mi ricordo quando uscì Watchmen. A parte i pochi lungimiranti che gridarono subito al capolavoro”.
In realtà “oggi” Watchmen è un successo solo per l’uscita in film!
se non fosse stato per il film sarebbe ancora per pochi!
capisco perché Alan non ha voluto appareire nei credit dei film tratti dai suoi fumetti arrivando a rinunciare al compenso” il fumetto è un’ARTE A SE’ e deve camminare con le SUE gambe!!!

p.s. a proposito di “chi controlla i controllori?”
tema di Watchmen:
in un film di Franco e Ciccio, uno dei due si pone la stessa domanda.

Sebastiano 10/ago/2013 14:37:16
Marty: “L’approccio sado-maso Lois-Clark (non Lois-Superman, che – in questo caso – i ruoli di sadico”

il fatto è che ognuno vede cose diverse…
comunque, più che sado-maso io lo definirei sado-suicida [:-( o 🙂 ?]
ma nessuno si è accorto che il rapporto tra Lois e Clark… o meglio, Superman, è I-M-PO-SSI-BI-LE !? Superman ha la super-forza, super-vista, super-soffio…
… quindi ha pure la:
super-eiaculazione!
è da suicida fare l’amore con lui!
è lui è un “irresponsabile” a fare l’amore con una terrestre

Sebastiano 10/ago/2013 14:38:15
Satrapo: “altra domanda. era Steve Ditko a porre le premesse della serie o era Stan Lee, come a volte ha millantato ) io sto con Ditko”
era Steve.
noi, come “europei” spesso tendiamo a considerare le storie a fumetti create in un certo modo: sceneggiatura; disegni; chine; colori e lettering…
ma negli USA, prima dell’invasione degli scrittori UK, le cose andavano ben diversamente:
lo scrittore mandava un “soggetto” al disegnatore;
il disegnatore faceva lo story bord (o le matite): quindi in pratica -sceneggiava- e mandava le Tv allo scrittore che in BASE alla “narrazione” dei disegni, scriveva i testi, i dialoghi.
quindi il disegnatore poteva far “virare” una storia a “suo” piacimento!
a un certo punto Stan cercò di far diventare Spider-Man un “clone” di Batman, con tanto di Spider-Family!
ma Steve si rifiutò creando, MANTENENDO, l’aspetto dell’amichevole vicini di casa.
questo portò alla rottura tra i due che arrivarono a non parlarsi più già durante le storie di Spider-Man

Sebastiano 10/ago/2013 14:39:00
p.s.: addirittura durante il Flash di Carmine Infantino aveva una genesi in cui il disegnatore DAVA l’idea per la storia!
si sa, le copertine presentano la storia… ho meglio era così un tempo perché oggi sono solo delle pin-up!!!
Carmine faceva la cp raffigurandone il momento clu (come si scrive?) e da quella lo scrittore stilava la trama.
a un certo punto Carmine si scocciò di questo andazzo: il merito delle storie andava ad altri; quindi per provocazione ne fece una provocatoria: con sia il Flash della sliver-age che della golden-age; Flash 123 9’61
(vi faccio vedere io! sbrogliate questa! pensò)
risultato? la nascita del Multiuniverso DC !

Sebastiano 10/ago/2013 14:51:38
precisazione su Stan e Steve:
Stan ideò Spider-Man ma fu Steve a mantenerlo fedele a se.
non penso proprio che se fosse stato un pseudo-Batman oggi sarebbe quello che è… sigh!
che era fino a pochi anni fà!
p.s.: io conobbi l’Uomo Ragno verso il 150 corno;
quando uscì l’U R gigante mi fiondai in edicola per comprare le sue prime storie… i disegni di Steve mi lasciarono perplesso, insoddisfatto;
tan’è che pensai: ma perchè non li ridisegnano

beh! dopo alcuni anni mi so’ visto, quando mi imbattevo in quegli albi durante i “vari” spostamenti, a sfogliarli con piacere! finalmente ero maturato!
E sapevo distinguere l’Arte dietro a dei disegni “meno belli”
nessuno ha mai saputo rendere l’U R così RAGNESCO come Steve!

Satrapo 10/ago/2013 19:54:14
Grazie, Sebastiano.
Anch’io avevo sentito dire questa cosa su Ditko e nei Fantastic Four lo stesso procedimento riguarda Jack Kirby.
Grazie a nome mio, ma penso a nceh ditutti i lettori, per le tante informazioni che hai voluto fornirci negli ultimi commenti.

Beka 11/ago/2013 10:10:13
Ohilà!
Consentitemi qualche (tardiva) precisazione su Lois Lane, Girl Reporter.
Come del resto è scritto nel post, questa “Sunday strip” fa da topper alla tavola settimanale di Superman sul Cleveland Plain Dealer, tra il 24 ottobre 1943 e il 27 febbraio 1944, ma non in modo regolare.
Le strisce conosciute sono 12 in totale, numerate ma non datate. Nonostante siano attribuite a “Jerry and Joe”, vengono sceneggiate da Whitney Ellsworth e disegnate da Wayne Boring (matite) e Stan Kaye (chine)
Le 12 strisce di Lois Lane, Girl Reporter saranno riproposte nel 1946 su altri quotidiani USA, probabilmente come bonus per quei giornali che decidono di pubblicare la tavola di Superman nella versione third (un terzo di pagina).
Salutoni, Beka

Portumaio Loreno 11/ago/2013 10:57:39
Come sempre, Beka esprime una parola definitiva sugli argomenti. Benissimo, grazie. Ecco anche perché il disegno di Boring era un po’ strano, anche se non sono un esperto anche a me pareva e non pareva.

foto di Luca Boschi

LUCA BOSCHI

Il suo blog si chiama Cartoonist Globale: Comics, Cartoons, Lampoon, Art, Society, Fumetto, Cartoni animati, Illustrazione, Animation, Illustratio, History, Educational, Bedé, Tebeos, Historietas,

Luca Boschi lavora un po’ in tutti i media da oltre tre decenni e in particolare nel campo dei fumetti, dei disegni animati e dell’arte. Collabora con Hachette, The Walt Disney Company, Sergio Bonelli Editore, Nona Arte, RCS Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, Panini, IF Edizioni e svariati altri editori. Insegna alla sede di Firenze della Scuola Internazionale di Comics sin dalla sua fondazione.

SPECIALE LE DONNE NEL FUMETTO: SOMMARIO WEB

INTRODUZIONE

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COPERTINA E SOMMARIO

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