Dopo circa un mese e mezzo torniamo a leggere di fumetti argentini con questo nuovo appuntamento con Damiano Gallinaro!
Damiano che, ricordo a chi ci legge, è uno scrittore e antropologo di Roma (oltre che collaborare con Fumettomania), nei mesi passati ci ha intrattenuti con sei articoli dedicati ad alcuni fumetti di Oesterheld meno conosciuti; oggi ci offre un panoramica sulle origini del Las Historieta Argentinas. L’intervento di Damiano, non finisce qui ma continuerà tra 15 giorni.
Nel frattempo vi ricordiamo che è ripresa la raccolta a sostegno del B.A.M. FUMETTO, che ha come obiettivo la copertura di una parte delle spese di avvio dell’Archivio-nuova sede di Fumettomania.
Buona lettura
Mario Benenati
Curatore di Fumettomania Factory Magazine
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LAS HISTORIETA ARGENTINAS.
DALLE ORIGINI ALLE PRIME EDITRICI SPECIALIZZATE
di Damiano Gallinaro
Nel corso degli ultimi diciotto mesi abbiamo iniziato un viaggio nel mondo creativo di Hector German Oesterheld, uno dei maestri (per alcuni il Maestro) del fumetto argentino. Partendo dal classico El Eternauta abbiamo conosciuto e approfondito altre creazioni del grande sceneggiatore argentino, accennando anche alle vite straordinarie di altri protagonisti delle Historietas Argentinas come Alberto Breccia, Francisco Solano Lopez, e i quasi contemporanei Matzegui e Pol.
E’ arrivato il momento di conoscere meglio questo universo spesso poco conosciuto in Italia ma ricco di fascino da cui sono emerse opere spesso di culto come Evaristo, Nippur e Savarese tra le tante, pubblicate in gran parte negli anni scorsi da Editoriale Aurea, sulle riviste Skorpio e Lanciostory dove ancora vengono proposte nuove storie, e più recentemente dalle editrici Cosmo, 001 e Comma 21.
In tre puntate chiaramente è impossibile approfondire tutti gli aspetti e gli autori che hanno caratterizzato e caratterizzano la storia del fumetto argentino, e non sarà neanche possibile approfondire la polemica tra coloro che hanno creato un “canone” della Historieta Argentina, Trillo e Saccomanno, fondamentale la loro opera Historia della Historieta. Storia e storie del fumetto argentino dei primi anni ottanta(in Italia pubblicata da Proglo editore nel 2007 e praticamente introvabile) e Ivan de La Torre autore di una contro storia del fumetto argentino di recente pubblicazione e inedita in Italia, dal titolo 100 anos de Historietas Argentinas (ediciones Lea 2014).
Ma proprio la lettura in contemporanea dei due libri consente una visione d’insieme del fenomeno “historietas” e la riflessione su alcune figure del fumetto argentino di cui colpevolmente poco si parla nel nostro panorama editoriale, e spesso sono dimenticate anche dagli stessi argentini.
Ma quando nascono le historietas? Quali riviste o quotidiani sono da considerare i precursori del fumetto in Argentina?
La Historieta argentina non nasce sui grandi periodici come negli USA, bensì su riviste popolari di grande circolazione come Cara y Caretas, Don Goyo, Don Quijote.
La prima nel 1912, fu Viruta e Chicarron, la classica coppia alla Stanlio e Ollio, creata da Manuel Redondo a cui segue Sarrasqueta, un picaro che approfitta di qualunque situazione per non lavorare.
Nel 1916, Arturo Lanteri crea il personaggio del Negro Raul che raccoglie e si basa su pregiudizi veicolati dagli intellettuali tardo ottocenteschi, preoccupati per l’emergere delle nuove classi sociali e in cui emergono forti i pregiudizi razziali di una società che non riesce ad accettare il diverso.
Lanteri crea anche un altro personaggio, Pacho Talero, che rappresenta il tipico marito dominato dalla moglie.
E’ solo nei primi anni venti, però, che iniziano ad essere pubblicate alcune historietas sui quotidiani. Il primo Diario a pubblicarli sarà La Nacion anche se inizialmente si tratterà di adattamenti “argentinizzati” di storie seriali americane.
Il pubblico di mette un po’ ad apprezzarle e spesso i redattori dei giornali sono costretti a spiegare le loro scelte e il perché le historietas siano degne di essere pubblicate in un contesto considerato “colto”.
Critica, sarà il secondo quotidiano a pubblicarle grazie all’ intuizione di Natalino Botana, e sarà il primo anche a pubblicare storie create da autori argentini, come Las Aventuras de Don Gil Contento che sarà una delle più importanti nella storia del fumetto argentino.
Sullo stesso quotidiano fa anche la sua prima apparizione Patoruzu, un indio milionario retto ma credulone che diverrà un personaggio simbolo e successivamente darà anche il nome ad una famosa rivista.
Nel frattempo continuava la pubblicazione di adattamenti e le argentinizzazioni di storie americane e inglesi processo che avverrà anche in Italia durante il periodo Fascista ma in parte anche successivamente, quando si italianizzarono i nomi e le storie di molti personaggi d’oltre Oceano (Superman, ad esempio diviene dal 1940 in poi prima Ciclone poi l’Uomo Fenomeno e per ultimo Nembo Kid, costringendo i traduttori e i grafici ad un gravoso lavoro di adattamento).
Nel 1922 Ramon Columba disegnatore e caricaturista fonda la prima rivista dedicata interamente al fumetto e crea un supplemento El Tony in formato tabloid in cui verranno pubblicate le migliori opere del periodo.
A seguito del successo della rivista, un altro grande disegnatore Quinterno fonda la rivista Patoruzu nel 1936, proseguendo la pubblicazione del personaggio creato nei primi anni dieci e non solo.
Se Botana può essere considerato alla stregua dei magnati della stampa USA, che furono coloro che riuscirono anche rischiando, a vedere le potenzialità del fumetto, Quinterno può essere considerato il Walt Disney d’Argentina.
Nel 1942, infatti, realizza il primo cartone animato argentino Upa en Apuros (potete guardarlo a questo link https://www.youtube.com/watch?v=aQ64xyRPlzA), che sarà accompagnato da una capillare campagna pubblicitaria volta a far comprendere quanto lavoro, tempo e sforzo economico ci fosse dietro la realizzazione di un cartone.
In seguito appaiono altre riviste e quello che era, come racconta Alberto Breccia, un lavoro artigianale basato per lo più su adattamenti di racconti e novelle classiche, gradualmente si trasforma e nasce la figura fino ad allora inesistente dello sceneggiatore.
Anzi il testo diviene sempre più importante del segno, i blocchi di testo aumentano a dismisura, relegando l’immagine in secondo piano, e questo non sempre è visto di buon occhio dai disegnatori che vedono ridursi sempre di più lo spazio d’espressione.
Nonostante la grande diffusione, la historieta viene ancora considerata un genere minore di cui quasi vergognarsi ed è per questo che alcuni grandi autori della letteratura iniziano a scriverle ma sotto pseudonimo.
Racconta il grande Solano Lopez che neanche i suoi parenti riuscivano a comprendere come potesse preferire disegnare fumetti invece che lavorare in banca.
Il pregiudizio sul fumetto in realtà non è ancora stato vinto neanche in epoca successiva e ancora oggi viene considerata lettura da ombrellone o comunque “leggera” nonostante negli ultimi decenni siano ormai numerosi i casi di letteratura disegnata premiati in consessi “colti”.
Il primo grande scrittore a non usare uno pseudonimo in Argentina fu Leonardo Wadel che fu l’unico, racconta ancora Breccia, a credere in quello che faceva, divenendo il primo sceneggiatore di fumetti professionista. Cosa di cui fu sempre orgoglioso. Per la rivista Patoruzito, scrisse alcune delle sue opere migliori continuando anche la creazione di storie del mitico carachter Vito Nervio creato da Mirco Repetto e Emilio Cortina, ancora oggi icona del fumetto argentino.
Eravamo, così entrati nell’età dell’oro.
Columba, Quinterno e un terzo disegnatore Divito con le loro pubblicazioni editoriali influenzarono e dominarono gli anni quaranta.
Nel 1944, Divito crea la rivista Rico Tipo orientata all’umorismo e la satira sociale. E proprio su questa rivista appariranno le famose chicas di Divito che diventeranno leggenda del fumetto argentino, punto di riferimento per la moda femminile e modello per autori successivi.
Curvilinee, magre, altissime, si convertono immediatamente ad icona d’epoca e a sogno proibito di un’intera generazione.
A seguito del successo di Rico Tipo, Ramon Columba crea nell’aprile 1945 una nuova rivista Intervalo non del tutto destinata ad ospitare historietas ma che divenne il trampolino di lancio di alcuni grandi autori come Manuel Ugarte, Angel Borisoff, e Jorge Perez del Castillo.
Come rileva Ivan de La Torre, non senza una vena polemica, visto che non accetta il canone proposto da Trillo e Saccomanno che vede al vertice della gerarchia delle fonti l’autore dell’Eternauta, in nessuna delle grandi editrici degli anni quaranta troviamo traccia dei lavori di Oesterheld, che sarà destinato a rinnovare il lavoro di Wadel e che s’incaricherà di rivoluzionare la historieta rendendola unica rispetto alla produzione del resto del mondo.
Ma a breve entrerà in scena e lo vedremo nel capitolo completamente a lui dedicato al termine di questo viaggio nel fumetto argentino.
Intanto nel 1941, l’italiano Cesare Civita, che aveva trovato asilo in Argentina fuggendo dalle leggi razziali come tanti altri artisti italiani, fonda a Buenos Aires l’Editorial Abril, che sarà destinata, grazie all’apporto creativo di quello che venne chiamato il “Gruppo di Venezia”, a sconvolgere e a marcare definitivamente il cammino delle historietas in Argentina.
Alberto Ongaro, Ivo Pavone, Hugo Pratt, Mauro Faustinelli, Paul Campani, iniziarono a creare il mito e sulla rivista Misterix esordirono personaggi come Jim Toro, Amok e Pantera Rubia. Si deve ad Ongaro la creazione di un personaggio “El Muerto” che può essere considerato l’archetipo di Corto Maltese.
Tra le tante opere di Ongaro del periodo argentino troviamo anche “La strega del mare” con i disegni di un altro grande del fumetto italiano Dino Battaglia.
E proprio sulla rivista Misterix inizia a pubblicare le prime storie un trentenne geologo destinato a cambiare il fumetto mondiale, pubblicando la sua prima historieta “Alan y Crazy”, dove iniziano a delinearsi le tematiche e narrative care ad Oesterheld. Nel 1952 crea Bull Rocket e nel 1953 Sgt. Kirk, mentre per l’editrice Rayo Rojo crea El Indio Suarez.
Nel 1962 l’editorial Abril iniziò a disinteressarsi completamente dei fumetti decidendo di seguire altre strade e vendette Misterix all’Editoriale Yago, Oesterheld però ne era già uscito cinque anni prima amichevolmente creando la sua propria casa editrice Frontera e negoziando con Civita i diritti di alcuni personaggi. La Abril si tenne Bull Rocket, mentre Oesterheld portò con sé l’amato Sgt. Kirk.
Ma soprattutto, si trascinò nella nuova avventura l’intero “Gruppo di Venezia”, attratto dalle promesse di guadagno prospettate da Oesterheld, ma soprattutto dalla prospettiva di restare “padroni” delle proprie opere, cosa che non avveniva nelle altre editrici, a cui gli autori cedevano completamente i diritti lasciando liberi gli editori di rivendere le storie spesso a prezzo bassissimo sul mercato italiano e inglese.
E proprio dalle vicende dell’editrice fondata dai fratelli Oesterheld partiremo nel prossimo episodio per una carrellata nella golden age del fumetto argentino.
FINE – PRIMA PARTE
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Damiano Gallinaro Breve biografia
Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.
Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito
https://www.damianogallinaro.it/
NOTE EXTRA
Gli articoli precedenti, del 2022:
6 aprile 2022
Articolo del 22 marzo 2022 di DAMIANO
8 marzo 2022
22 febbraio 2022
8 febbraio 2022
25 gennaio 2022
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Articoli del 2021
UNIVERSO ETERNAUTA
L’Eternauta si può considerare una delle maggiori opere di letteratura disegnata di tutti i tempi, questo per una serie di motivi. Prima di tutto lo stretto legame della storia di Juan Salvo con la storia personale di Hector German Oesterheld e della sua famiglia, il dramma dei desaparecidos, e della nuova Argentina che sarebbe nata da quel terribile periodo storico.
In seconda battuta per il valore universale che la storia ha rappresentato e ancora rappresenta, come racconto della lotta degli oppressi contro gli oppressori, lotta che non sempre purtroppo porta alla vittoria finale e alla redenzione.
Ma l’Eternauta non è solo la prima opera di Oesterheld e Solano Lopez, è molto di più, è un romanzo incompiuto, una seconda parte scritta a pochi mesi dalla scomparsa di Oesterheld, il tentativo di Ongaro di continuare l’opera del grande scrittore argentino, fino alle ultime storie di Matzegui, Pol e Solano Lopez che disegnano un intero Universo Eternauta, spesso difficile da seguire anche nella stessa storia editoriale.
In tre appuntamenti cercherò di ricostruire la storia editoriale e umana dell’Universo Eternauta, cercando anche di rilevare quali sono le differenze tra le varie incarnazioni di Juan Salvo e come la figura dello stesso e dei suoi comprimari cambia nel corso degli anni al cambiare degli autori e dell’epoca di riferimento.
D. Gallinaro