28° giorno di crowdfunding per Fumettomania Factory – APS. Torniamo a scrivere di fumetti, anzi di videogiochi.
Dopo le tre fasi distinte di Lara Croft, storia, caratterizzazione e rappresentazione, il super esperto Fabio Ciaramaglia (già apprezzato sullo storico sito Glamazonia), si sofferma oggi sul background fornito dai primi tre giochi di Tomb Raider.
Ogni articolo è bilingue, in italiano ed in inglese, a beneficio degli amici stranieri che ci seguono. Buona lettura
Ci rivediamo tra 15 giorni, con questo primo progetto dei quattro che realizzeremo nel 2023!
Mario Benenati,
curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Comunicazione di servizio:
Dall’11 gennaio al 12 marzo 2023 è attiva la campagna di Crowdfunding sulla piattaforma “Produzioni dal Basso”. L’obiettivo della raccolta fondi (con ricompense) è quello di completare l’acquisto delle scaffalature necessarie per la Biblioteca-Archivio del Fumetto che apriremo nella nostra città!
Ecco il link, https://www.produzionidalbasso.com/project/apriamo-l-archivio-del-fumetto-a-barcellona-pozzo-di-gotto/
Sosteneteci con una donazione libera oppure con una donazione ‘mirata’ per far vostra una delle 20 ricompense previste.
English version.
Service communication: From 11 January to 12 March 2023 the Crowdfunding campaign is active on the Italian platform “Produzioni dal Basso“. The goal of the fundraiser (with rewards) is to complete the purchase of the shelves needed for the Comics Library that we will open in our city!
Here is the link, https://www.produzionidalbasso.com/project/apriamo-l-archivio-del-fumetto-a-barcellona-pozzo-di-gotto/
Who are you waiting for! Support us with a free donation or with a ‘targeted’ donation to make one of the 20 rewards available yours.
APPROFONDIMENTO:
Lara Croft, the Tomb Raider,
dai videogiochi ad altri media (fumetti, cartoni, film).
Il background fornito dai primi tre giochi di Tomb Raider.
di Fabio Ciaramaglia
I primi tre giochi del franchise non hanno un vero e proprio titolo, se non quello di Tomb Raider per il primo con l’aggiunta della numerazione romana per gli altri due (in alcune versioni il terzo è anche chiamato Tomb Raider: Adventures of Lara Croft). In qualche modo essi rappresentano di per sé già un unicum, poiché, a parte alcune piccole aggiunte tra l’uno e l’altro, il gameplay resta pressoché lo stesso. Essi sono abbastanza simili, tant’è che mentre Core Design finiva di svilupparne uno già cominciava con il successivo, mantenendo il ritmo di un gioco all’anno anche oltre i primi tre.
IL PRIMO GIOCO
L’avvento di Tomb Raider nella scena videoludica nel 1996 ha spostato alcuni equilibri fin da subito, diventando uno dei giochi più venduti per la console Play Station in poco tempo così come per i PC con sistema operativo MS-DOS. Come detto è la prima volta che un personaggio femminile è assoluto protagonista di un videogioco e questo attrae l’interesse anche di coloro che normalmente non si occupano di questo settore, e seguono numerosi articoli o anche copertine su riviste famose di moda come The Face e richieste di sponsorship -viene assunta all’uopo una modella in carne e ossa, Rhona Mitra. Il videogioco in sé è un buon prodotto, uno “shooter” in terza persona, molti enigmi da risolvere e in generale molta azione con salti, tuffi e acrobazie di vario tipo.
Contribuisce a questo anche la storia e l’atmosfera che circondano la protagonista di cui, in questa fase, sappiamo assai poco. All’inizio del gioco, infatti, assistiamo alla sua interazione in videochiamata con la donna d’affari Jacqueline Natla che la assume per recuperare un artefatto chiamato “Scion” custodito nelle rovine della tomba di Qualopec in Perù.
Alla fine di questa prima missione, Larson, un sicario di Natla che già era comparso nella prima interazione tra le due, tenta di sottrarglielo e, una volta sconfitto, rivela a Lara che quello che ha trovato è solo un pezzo del vero artefatto. A questo punto la storia si complica, poiché Lara viene a conoscenza che un suo rivale, Pierre DuPont, è stato a sua volta assunto per recuperare le altre parti, quindi decide di seguire il proprio istinto e curiosità mettendosi anche lei alla sua ricerca.
Investigazioni nell’ufficio di Natla la portano prima a St.Francis’s Folly, un vecchio monastero in Grecia e poi nelle rovine della città di Khamoon in Egitto, sempre in una corsa contro il tempo con DuPont. È in quei luoghi che sono custoditi gli altri due pezzi dello Scion, che, come Lara scopre, erano appartenuti a tre differenti leader della mitica Atlantide: uno di loro, un traditore, aveva cercato di usarlo per creare una nuova specie evoluta che potesse restaurare il continente perduto ai suoi antichi fasti, ma fondamentalmente distruggendo il resto del mondo.
Durante le ricerche Lara riesce a disfarsi di DuPont, uccidendolo, e recuperando uno dei pezzi dello Scion. Una volta localizzato il posto dove il rito dovrebbe essere compiuto, Lara scopre che è proprio Jacqueline Natla il traditore, segue lo scontro finale, la distruzione dello Scion in quanto oggetto troppo pericoloso, il collasso della struttura atlantidea in cui si trovano e la fuga finale della protagonista verso la salvezza.
Sebbene nel menu del gioco ci sia una sezione ambientata nella tenuta di Lara Croft, dove è possibile fare pratica con le sue azioni acrobatiche e in cui vive il maggiordomo Winston Smith, davvero non sappiamo molto altro in questa fase della nostra protagonista.
Quello che comprendiamo, però dal gioco, è che è molto intelligente, ha studiato molto e ad alti livelli e che è addestrata nell’uso delle armi da sparo e tutto ciò l’ha portata a essere la donna da chiamare per alcuni tipi di missione – nel primo incontro con Natla si capisce che Lara è già famosa nel campo di recupero di reliquie. Presumibilmente, considerando questo curriculum, possiamo aspettarci che Lara abbia tra i trenta e i quarant’anni, anche se nulla viene detto in merito. I misteri sopravvivono di più dei segreti.
Le idee alla base del futuro successo del personaggio sono già gettate in questo primo gioco. Secondo le parole di Toby Gard, le principali fonti di ispirazione furono il fumetto Tank Girl e la saga cinematografica di Indiana Jones. In questo fu coadiuvato da Paul Douglas e con lui ideò il primo script per il gioco, che poi fu arricchito e perfezionato da Vicky Arnold con la scrittura dei dialoghi e la tessitura della coerenza narrativa della storia. A margine segnaliamo che in questo primo gioco, la voce di Lara Croft è fornita dalla doppiatrice Shelley Blond.
IL SECONDO GIOCO
Il secondo gioco del 1997, Tomb Raider II, non è un seguito del primo e non ha collegamenti diretti con esso, ma chiaramente ne prosegue lo spirito -riuscendo ad avere anche maggior successo di pubblico e di critica. Il gameplay è identico, vengono solo aggiunte nuovi armi e nuovi outfit per la protagonista e l’unica novità è la possibilità di guidare dei veicoli (un motoscafo e un gatto delle nevi, per esempio).
La trama è di nuovo caratterizzata da viaggi che percorrono tutto il globo, poiché la storia inizia in Cina nei pressi della Grande Muraglia con Lara che è alla ricerca del Pugnale di Xian, ma viene affrontata da un membro di un’organizzazione criminale chiamata Fiamma Nera che è a sua volta alla ricerca dello stesso oggetto. Il pugnale, secondo la cutscene che in realtà anticipa il gioco vero e proprio, permetteva agli antichi Imperatori Cinesi di trasformarsi in draghi.
La Fiamma Nera è di base a Venezia, ed è lì che Lara viaggia per capire di più dei suoi concorrenti e per scoprire se essi abbiano maggiori informazioni. In effetti il loro leader, Marco Bartoli, sa che c’è bisogno di una chiave, il Seraph, per aprire la camera dove il pugnale è custodito, ma essa era con suo padre Gianni quando naufragò a bordo del piroscafo Maria Doria.
Lara riesce a raccogliere tutte queste informazioni e a intrufolarsi nella missione di recupero, sebbene catturata si libera e si procura l’occorrente per l’immersione. All’interno del relitto incontra un monaco tibetano che sostiene che il pugnale non deve essere recuperato e che il suo scopo è proprio quello di prevenire il ritrovamento del Seraph. A questo segue uno scontro in cui Bartoli uccide il monaco, ma Lara fugge e riesce anche a far suo il Seraph.
A questo punto viaggia verso il Tibet mentre il monastero dove è nascosto il Pugnale di Xian è sotto assedio da parte degli agenti della Fiamma Nera. Non riesce però a impedire che Bartoli lo trovi e che lo usi, trasformandosi così in un drago, ma lo insegue attraverso una serie di portali mistici per affrontarlo. In seguito allo scontro, il tempio esplode, Lara è costretta all’ennesima rocambolesca fuga, e si salva. La storia non finisce qua, perché la Fiamma Nera, pur senza leader, è ancora decisa al recupero del pugnale e assedia Lara nella sua tenuta, Croft Manor. Una volta che li ha sconfitti, Lara può finalmente rilassarsi con una doccia.
A margine segnaliamo che in alcune versioni è contenuta una espansione, Tomb Raider II: The Golden Mask, che sblocca altri quattro livelli del gioco in cui Lara prosegue la sua battaglia contro la Fiamma Nera, così come anche per il primo gioco ne esiste una, Tomb Raider: Unfinished Business, che aggiunge solo delle difficoltà agli ultimi due capitoli. A mio avviso hanno scarsa funzione narrativa nel complesso.
Come detto non ci sono molte novità tecniche in questo gioco, ma sicuramente i dettagli grafici iniziano a essere maggiormente accurati. Heather Gibson e Gavin Rummery proseguono il lavoro iniziato da Gard e Douglas (che lasciano il team per contrasti creativi), ma Vicky Arnold resta per la scrittura.
Ci sono anche delle sperimentazioni tecniche con le cutscenes, alcune delle quali non sono fatte con il motore del gioco ma in animazione 3D computerizzata di altro tipo. Cambia la voce di Lara, stavolta interpretata dalla doppiatrice Judith Gibbins (che sarà impiegata anche in Tomb Raider III). Restano ancora i misteri legati al passato della nostra protagonista, così come le sue motivazioni -in questo caso non è chiaro perché sia alla ricerca del Pugnale di Xian, per esempio.
IL TERZO GIOCO
Le cose non cambiano granché nel terzo gioco del 1998, Tomb Raider III, se non dei decisi miglioramenti tecnici inerenti la grafica e la maggiore varierà di movimenti della protagonista. Ancora una volta Lara si ritrova a viaggiare per tutto il nostro pianeta, e stavolta, come nel primo gioco, viene assunta da una terza parte, in particolare dallo studioso Dr Willard.
Il suo gruppo di ricerca ha infatti ritrovato una statua del tipo di quelle di Rapa Nui in pieno Antartide, al fianco della tomba di uno dei marinai del Beagle, la nave su cui viaggiò Charles Darwin. A quanto pare i Polinesiani avevano in origine colonizzato quel continente nel quale avevano trovato i resti di un meteorite con il cui materiale avevano costruito quattro diversi artefatti, ma poi misteriosamente abbandonarono il posto.
L’arrivo di Darwin e l’equipaggio del Beagle portò alla scoperta degli artefatti, essi se ne impossessarono e quindi, per varie vicissitudini, si sparsero nei quattro angoli della Terra. Lara trova autonomamente uno di questi artefatti, chiamato Infada, durante una sua missione in India per poi seguire le indicazioni di Willard per gli altri: troverà quello chiamato il Pugnale di Ora in un’isola del Pacifico e quello chiamato Elemento 115 nell’Area 51 in Nevada -collateralmente scoprendo l’esistenza di una sorta di Dea nel primo caso e di una navetta aliena nel secondo.
L’artefatto con la storia più interessante è l’Occhio di Iside, in possesso della magnate di una casa di cosmetici, Sophia Leigh, che lo ha usato per esperimenti (anche su esseri umani) per prolungare la vita e trovare quindi un segreto per l’immortalità -un tema che compare qua per la prima volta, ma che è uno dei leit motiv di molti altri giochi della serie.
Una volta raccolti tutti gli artefatti Lara li porta a Willard che però, segretamente, aveva iniziato a sperimentare con i resti del meteorite sul suo gruppo di ricerca, rendendoli dei mutanti. Lara si sente ancora una volta tradita, ma non può impedire al ricercatore di usare su sé stesso gli artefatti, di fatto accelerando la propria evoluzione e diventando una sorta di super-mutante. Segue lo scontro, la morte di Willard e la consueta fuga di Lara dai resti in fiamme della base antartica, questa volta a bordo di un elicottero.
Nonostante delle piccole novità nell’impianto narrativo, come per esempio il recupero dei tre artefatti che può essere compiuto secondo l’ordine che il giocatore preferisce navigando nella mappa del menu di gioco, e i tentativi di dare maggiore consistenza ai misteri dell’umanità, in questo caso legando le vicende di Darwin con quelle dell’evoluzione fantascientificamente accelerata, persiste una certa superficialità nello sviluppo della protagonista.
È sempre una famosa archeologa addestrata per missioni impossibili, ma persistono i misteri legati al suo passato. Sicuramente capiamo che è caparbia e coraggiosa e che, sebbene sembri preoccuparsi poco prima di mettersi alla ricerca di qualcosa, alla fine propende sempre per la scelta più giusta, quella degli eroi insomma.
Il team creativo è lo stesso del secondo gioco, ma si inizia a intravvedere qualche contraccolpo, soprattutto nelle vendite del gioco, che sono buone ma comunque inferiori ai primi due, e nella critica che chiaramente fa notare la complessiva ripetitività solo parzialmente celata dal cambiamento di ambientazione e dai miglioramenti grafici. Frattanto prosegue l’espansione del franchise, con Lara Croft che compare praticamente su tutte le copertine delle riviste specializzate, è protagonista di spot pubblicitari e video musicali, e la modella Nell McAndrew ne diventa l’alter ego in carne e ossa.
Qualcosa inizia a cambiare nei successivi due giochi con un arricchimento del background di Lara Croft anche grazie al contemporaneo contributo dei fumetti Top Cow-Image, sebbene appaia chiaro che il team di Core Design abbia iniziato una parabola discendente. Nel prossimo articolo parleremo di Tomb Raider: The Last Revelation e di Tomb Raider: Chronicles, a quel punto ci resterà solo Tomb Raider: Angel of Darkness come parte finale del sottotesto per analizzare al meglio i fumetti della casa di Marc Silvestri.
fine articolo n. 3
Bibliografia minima
A.A.V.V., Tomb Raider, 1996, Core Design
A.A.V.V., Tomb Raider II, 1997, Core Design
A.A.V.V., Tomb Raider III: Adventures of Lara Croft, 1998, Core Design
Tutti questi giochi possono essere reperiti nelle loro versioni originali, per le varie console dell’epoca o per i sistemi operativi MS-DOS o le prime versione di Windows. Tuttavia è consigliabile scaricare le versioni disponibili su piattaforme di gaming come Steam e GoG, che installeranno in automatico anche un emulatore per consentire ai più moderni sistemi operativi -o console- di farli funzionare.
Nel caso non li si volesse giocare, ma solo vedere il gameplay e apprezzare la storia, è possibile farlo su YouTube, a cui rimando attraverso i seguenti link:
Gameplay di Tomb Raider I https://www.youtube.com/watch?v=Roi2UelYGsU
Gameplay di Tomb Raider II https://www.youtube.com/watch?v=iF6CWg4mYPA
Gameplay di Tomb Raider III https://www.youtube.com/watch?v=S2ghs2PA-Cg
Biografia dell’autore dell’articolo
FABIO CIARAMAGLIA
Con una laurea in letteratura inglese con una tesi su Shakespeare nei fumetti (2000) e con un dottorato con una tesi su Shakespeare nella televisione italiana (2004), ho sempre cercato di occuparmi della relazione tra letteratura e altri media.
Ho collaborato con varie riviste di fumetti, da Fumo di China a Fumettomania nella sua precedente incarnazione, ma ho anche tradotto due fumetti per la Magic Press e alcune poesie inglesi.
Ho poi iniziato a insegnare inglese nelle scuole superiori prima a Roma e poi, dal 2015, a Trieste.
Non ho perso l’animo nerd nemmeno da insegnante, ma a partire dal 2006 ho virato più sul versante dei videogiochi, in alcuni dei quali, forse per deformazione professionale, ho riscontrato elementi degni di analisi che però prima di ora non avevo avuto il coraggio di affrontare con maggiore serietà.
English version
Lara Croft, the Tomb Raider, from video games to other media (comics, cartoons, films).
The background provided by the first three Tomb Raider games.
Fabio Ciaramaglia
The first three games of the franchise do not have a proper title, if not that of Tomb Raider for the first and the add of the Roman numbers for the other two (though in some versions the third is also known as Tomb Raider: Adventures of Lara Croft). Somehow they already stand as a whole, because, apart some minor changes, the gameplay is pretty identical.
They are all rather similar, and as a matter of fact Core Design worked hard in those days by producing one game a year, so while finishing one they were already working on the next.
THE FIRST GAME
The arrival of Tomb Raider in the gaming world in 1996 changed some balance by becoming one of the best selling games for console Play Station in a short time and the same happened for PCs with MS-DOS operating systems.
As we have already told, it is the first time a female character is the absolute star of a video game and this catches the attention also of those who normally do not deal with this field: several articles and covers on famous fashion magazines, such as The Face, are published and requests of sponsorship are sent -a flesh-and-bone model is hired for this, Rhona Mitra. The video game in itself is a good product, a “third person shooter” with a lot of puzzles to solve and a lot of action -jumps, dives and other acrobatics.
The story and the atmosphere surrounding the protagonist contribute to the success, though at this stage we know still a little. At the beginning of the game we witness to a videocall between Lara and a businesswoman, Jacqueline Natla, who hires her to retrieve an artefact called “Scion” which is hidden in the ruins of Qualopec’s tomb in Peru. At the end of this first mission, one of Natla’s thugs -and who had already appeared in the game- , Larson, tries to steal it and once defeated he reveals that what Lara found is just one of the pieces of the artefact.
The story complicates a bit here, because Lara finds out that one of her rivals, Pierre DuPont, has been hired too to recover the other pieces of the Scion, so she decides to follow her instincts and curiosity to get them as well. After the investigation in Natla’s office, Lara travels to an old monastery in Greece, St.Francis’s Folly, and then to the ruins of the city of Khamoon in Egypt, in a sort of race against DuPont. In those places she collects two more pieces of the Scion and she finds out they had previously belonged to three different leaders of mythical Atlantis: one of them, a betrayer, had tried to use it to create a new evolved species which could restore the lost continent but basically destroying the world as we currently know it.
During further researches, Lara has to fight DuPont and after killing him she finds one more piece of the Scion. Once mapped the place where the ritual has to be completed, Lara finally discovers that Jacqueline Natla is that Atlantean betrayer: a fight follows and the Scion is destroyed, causing the collapse of the building, but Lara rushes out to save herself.
Though in the main menu of the game there is an independent part of the game set in Lara Croft’s mansion, where it is possible to train her acrobatic skills and where the butler Winston Smith lives, we actually do not much about out protagonist yet. What we do understand from the game is that she is very intelligent and highly educated and that she is trained to use fire weapons: all this has led her to be to be the one to call for some types of tasks -in the first meeting with Natla we understand that Lara is already famous as a professional relics retriever.
It is likely, according to her curriculum vitae, that Lara is 30-40 years old, though nothing is openly stated on this. Mysteries survive more than secrets.
The main ideas which establish the future success are all here in this first game. According to Toby Gard, the main sources of inspiration were the comics Tank Girl and the films of Indiana Jones. In the creation he was helped by Paul Douglas for the gamescript, which was later enriched and edited by Vicky Arnold, who wrote the dialogues and dealt with the narrative continuity. In this first game the dubber of Lara is actress Shelley Blond.
THE SECOND GAME
The second game of 1997, Tomb Raider II, is not a proper sequel of the first and it has no direct connections to it, but clearly keeps on with the same attitude -managing to achieve even more audience and critical acclaim. The gameplay is identical, only some new weapons and outfits are added and the only real novelty is the possibility of piloting some vehicles (a speedboat and a snowmobile, for instance).
The plot is again characterised by world-wide trips. The story begins in China, by the Great Wall, where Lara is looking for the Dagger of Xian but she has to fight a member of a criminal organization called Fiamma Nera which is after the same item. The dagger, as we can see in the introduction cutscene, allowed to ancient Emperors of China to shapechange into dragons.
Fiamma Nera has its HQ in Venice, so Lara travels there to better understand her competitors and to find out further intel. As a matter of fact their leader, Marco Bartoli, knows that a key is needed, the Seraph, in order to unlock the chamber where the dagger is stored: unfortunately that key was kept by his father Gianni when his ship Maria Doria shipwrecked.
Lara manages to collect all this intel and to intrude in the rescue mission and, despite caught, she manages to free herself, escape, and eventually to find all she needs for the scuba diving. In the wreck site she meets a Tibetan monk who states the dagger must not be found and whose goal is that to prevent the retrieval of the Seraph. Bartoli arrives and kills the monk, but Lara manages to collect the Seraph and escape.
She travels to the Tibetan monastery where the Dagger of Xian is stored is being attacked by Fiamma Nera agents. She cannot prevent Bartoli to find it and to use it, turning thus into a dragon. She chases him through a series of mystical portals and faces him: after the battle the temple explodes, and Lara is again forced to a daring escape to save herself. The story is not over yet, because the leaderless Fiamma Nera is still after the dagger, so they siege Lara in her own mansion, Croft Manor.
Once defeated all of them, Lara can finally celebrate and relax in the shower.
We have to add that in some versions there is also an expansion, Tomb Raider II: The Golden Mask, which unlocks four more levels in which Lara keeps on her battle against Fiamma Nera, while in the first game there is an expansion too named Tomb Raider: Unfinished Business, which just adds some further difficulty in the last two chapters. In my opinion they have no narrative relevance all in all.
As we said there are not many technical novelties in this game, but the graphic design begins to be more detailed. Heather Gibson and Gavin Rummery keeps with the work of Gard and Douglas (who had left the team for creative contrasts), but Vicky Arnold stays for the scripts.
There are some technical experiments with the cutscenes, since some of them are not made with the game engine but with a better 3D computer software. Judith Gibbins is the new dubber of Lara and she remains also for Tomb Raider III. The mysteries related to the past of our protagonist remain, the same for her motives – in this case, for instance, it is wholly unclear why she is after the Dagger of Xian.
THE THIRD GAME
Matters do not change much in the third game of 1998, Tomb Raider III, if not with a step forward in graphical improvement and a wider choice of movement options for the protagonist.
Once again Lara travels throughout the whole world and this time, as in the first game, she is hired by a third party, the researcher Dr Willard. His research staff has found out a Rapa-Nui-like statue in the middle of Anctartica, by the tomb of one of the sailors of the Beagle, the same ship Charles Darwin used for his journeys. They found out that Polynesians in the past had settled in Anctartica where they had discovered the remains of a meteorite, whose remains they used to craft four different artefacts; yet after some time they abandoned the place.
The arrival of Darwin and the crew of the Beagle led to the discovery of the artefacts, which they took away and which eventually spread in different parts of the world. Lara had found independently one of them, the Infada, during a mission in India, but then she follows Willard’s instructions to find the others: she finds the Dagger of Ora in an island in the Pacific Ocean and the Element 115 in Area 51 in Nevada – incidentally she discovers also the existence of a sort of Goddess in the first trip and of a small alien starship in the second.
The artefact with the most interesting background is anyway the Eye of Iris, owned by the tycoon Sophia Leigh, owner of a big cosmetics company, who has used it for experiments on humans to extend the life-span looking for a way to immortality -a theme which appears here for the first time, but it is a leit motiv of other games of the series.
Once collected all the artefacts, Lara takes them to Willard who had secretly been experimenting with the remains of the meteorite on the members of his staff, who have been turned into mutants. Lara is disappointed, but she cannot prevent Willard from using the artefacts on himself: his evolution accelerates and he becomes a sort of super-mutant. A fight follows as it does the usual daring escape of Lara from the exploding Antarctic base, this time using a helicopter.
Despite some small novelties in the narrative design, as for instance the choice of the retrieval order which is freely selected in the main game menu, and the attempts to provide more consistency to the mysteries of mankind -in this case linking the life of Darwin to a science fiction accelerated evolution- a certain degree of superficiality remains on the development of the protagonist. She is the usual archaeologist tasked for impossible missions, but too much is left untold about her past.
What we understand better here is her being stubborn and brave and the fact that, though she seems uncaring in accepting missions, she ultimately opts for the “right” choice, that of heroes basically. The creative staff is the same of the second game, but some cloud is at the horizon: the sales are still good but anyway lower than the previous instalments and the criticism points out the overall repetition of schemes which are only partially hidden by the changes in setting and the graphical improvement.
Meanwhile the expansion of the franchise keeps on, Lara Croft is on basically all gaming magazines covers, she stars in commercials and music clips and the model Nell McAndrew becomes her new “flesh-and-bone” alter ego.
Something starts changing in the next two games, with some insight on Lara Croft’s background, also thanks to the parallel work of Top Cow-Image comics, though it is clear Core Design team is declining. In the next article we shall deal with Tomb Raider: The Last Revelation and Tomb Raider: Chronicles, then one more for Tomb Raider: Angel of Darkness and we will have the main background to analyse as better as we can the comics of Marc Silvestri’s studios.
end of article 3
Further readings
A.A.V.V., Tomb Raider, 1996, Core Design
A.A.V.V., Tomb Raider II, 1997, Core Design
A.A.V.V., Tomb Raider III: Adventures of Lara Croft, 1998, Core Design
All these games can be found in their original versions for the several consoles of that period, or for MS-DOS operating system or for the earlier Windows versions. Nevertheless I advise to download the versions which are available on gaming platforms such as Steam and GoG because they will install automatically an emulator to allow the more recent operating systems to make them run.
In the case you do not want to play them, but just check the gameplay and follow the story, it is possible to do all this on YouTube and these links:
Gameplay of Tomb Raider I https://www.youtube.com/watch?v=Roi2UelYGsU
Gameplay of Tomb Raider II https://www.youtube.com/watch?v=iF6CWg4mYPA
Gameplay of Tomb Raider III https://www.youtube.com/watch?v=S2ghs2PA-Cg
Biography
FABIO CIARAMAGLIA
With an M.A. degree in English Literature, with a dissertation on Shakespeare and comics (2000) and a Ph.D. with a dissertation on Shakespeare and Italian TV (2004), I have always tried to deal with the complex relationship between literature and other media.
I have written for comics magazines, such as Fumo di China and Fumettomania (in its previous printed version), but also translated into Italian a couple of American comics for the publisher Magic Press and some poems. Meanwhile I have begun teaching English language at High School, at first in Rome and then, after 2015, in Trieste.
I have never lost the nerdy attitude even as a teacher, but since 2006 videogames have attracted me more and in some of them, maybe for a personal inclination, I have found several elements which are worth of being analysed, though before this year I had never dared approaching more seriously.
NOTE EXTRA
Seconda puntata del 21 gennaio 2023
https://www.fumettomaniafactory.net/larchivio-del-fumetto-presenta-le-tre-fasi-distinte-di-lara-croft-the-three-different-stages-of-lara-croft/
Prima puntata del 30 dicembre 2022
Nel 2022 Fabio ha pubblicato il lungo ed interessantissimo approfondimento dedicato a “DRAGON AGE dal videogame ai fumetti!“.
Sotto riportiamo l’ultimo articolo (il 27°) pubblicato da Fabio del 28 dicembre 2022
e la PAGINA DEL SITO DEDICATA A FUMETTI E VIDEOGIOCHI