30° ANNIVERSARIO DI FUMETTOMANIA FACTORY!
Dopo i festeggiamenti dei 30 di Nathan Never (avremo di riparlarne) torniamo al secondo semestre del 1990, con un nuovo articolo estratto dal n. 1 della fanzine pubblicato a Novembre del 1990.
Anche questo testo, come il precedente, e quello della prossima settimana, è una breve riflessione che puntava l’attenzione su alcune cose che stavano accadendo (o che erano accadute) nel mondo fumettistico italiano e statunitense nel 1990.
Precisazione: l’articolo, di 31 anni fa, faceva il punto di una situazione esistente a quel tempo, era scritto da una persona molto preparata e competente specialmente del fumetto indipendente USA, molto di più di tante esperti e pseudo esperti in giro per le Fiere di fumetto in quegli anni.
Nota bene: II festeggiamenti per l’anniversario dei trent’anni dell’associazione culturale non si sono affatto conclusi! Nelle prossime settimane si pubblicheranno altre testimonianze di amici ed ex collaboratori. Abbiamo tante idee e progetti legati ai 30 anni che speriamo di realizzare entro dicembre del 2021.
Mario Benenati, responsabile del Web Magazine Fumettomania.
Fumettomania da 0 a 30, Trent’anni straordinari!
Com’era il Salone del Fumetto di Lucca – seconda parte
“Marzo 1990″
Lo stand della nostra pubblicazione, nel quale si alternarono il sottoscritto, Giovanni Luisi e Giorgio Cambini (entrambi di Livorno), venne visitato da tanti giovani esordienti, che ci fecero vedere le loro opere, e, come scrivevo due settimane fa su questo web magazine, anche da alcuni disegnatori professionisti.
In giro per il palazzetto incontrai Attilio Micheluzzi, ad esempio, grandioso disegnatore che avevo scoperto sulle varie riviste di fumetti d’autore che leggevo in quegli anni. Purtroppo quella fu l’ultima uscita del mitico autore, scomparso prematuramente qualche mese dopo.
Il mio primo incontro (nella manifestazione primaverile), avvenne addirittura il giorno prima del suo ufficiale inizio, dopo aver sistemato il nostro stand, con il patron della manifestazione Rinaldo Traini. Che grande personalità!
Un’altra persona meravigliosa che incontrammo fu Marcello Toninelli, della rivista Fumo di China. Sempre allo stand di Fumo di China incontrammo un altro grande amico e disegnatore Stefano Casini, che era stato inserito da poco nel gruppo di disegnatori della nuova collana della Bonelli editore: Nathan Never.
Allo Stand venne anche, quella che considero, una delle più importante figure della critica fumettistica e del giornalismo italiano, il mitico Luca Boschi.
Gli ultimi che vennero a trovarci allo stand furono due giovani autori che ci fecero i complimenti per la recensione de “il Buio”(pubblicato su Dylan Dog n. 34), quando si presentarono rimanemmo piacevolmente sorpresi perché erano Claudio Chiaverotti e Piero Dall’Agnol gli autori di quella storia, che ci riempirono di complimenti anche per la nostra iniziativa (la fanzine) a favore dei giovani emergenti
Mario
continua
APPUNTI
Pareri su Fumetti, autori e tendenze
LA SCOMPARSA DELLA COMICO COMICS… e qualcos’altro
di Giorgio cambini
(LUGLIO- OTTOBRE 1990)

Chi segue più da vicino le vicende dei comics U.S.A. ha notato negli ultimi tempi ta scomparsa di una delle principali editrici indipendenti, la COMICO the Comic Company (l’articolo si riferisce ad avvenimenti accaduti tra il 1989 ed il 1990, NdR).
Oberata da debiti sempre crescenti. e non certo aiutata dalla sua “partner” DC Comics, la Comico ha dichiarato bancarotta, e le proprietà della casa editrice sono state confiscate dal governo americano.
I motivi del fallimento sono molteplici, ma alla base di tutto sta l’argomento che ha dato spunto a questo articolo: il tentativo da parte DC e Marvel di schiacciare con ogni mezzo la concorrenza delle indipendenti, Vediamo cosa è successo alla Comico passo per passo:
Circa due anni or sono la Comico, una ex-catena di negozi di fumetti, pubblica più di sei testate, alcune delle quali vendono molto bene, come GRENDEL (Matt Wagner), ELEMENTALS (Bill Willingham}, JUSTICE MACHINE ed altri.
Il successo (relativamente ad un editore indipendente) da un pò alla testa dei responsabili della Comico, che credono di essere pronti per ‘giocare alla stesso tavolo’ delle due padrone del mercato.
Nasce l’idea di iniziare a vendere i prodotti Comico oltre che nei negozi specializzati. anche nelle edicole. L’idea è buona, ma c’è un problema: il distributore della Comico non vuole avere nulla a che fare con le edicole.
Il motivo è semplice: i negozi specializzati devono tenere tutte le copie da loro ordinate; l’editore quindi sa in partenza la quantità di copie da stampare, riducendo così i rischi: non c’è RESA.
Al contrario. le edicole restituiscono ciò che non riescono a vendere, ed inoltre pagano con notevole ritardo rispetto ai venditori specializzati.
Nonostante questo la Comico decide di andare avanti, e sì rivolge alla DC per l’utilizzo dei canali di distribuzione che quest’ultima già usa per i titoli che abitualmente vende in edicola (Batman, Detective, Firestorm, Justice League, Superman ...).
Ma non basta: dato che la tiratura deve per forza essere più alta, la Comico stipula con la DC un contratto che permette l’utilizzo delle stesse stamperie della DC a SPARTA (IL), inutile dire che il costo per la stampa è maggiore dì quanto non fosse in precedenza, ma tant’è: sicuramente le vendite in edicola faranno più che coprire le spese in eccesso.

La Comico decide di non diminuire il prezzo dei propri titoli: in questo modo l’edicola si trova copie di Grendel e Elementals a 2 dollari mentre i titoli DC insieme ai quali vengono distribuiti costano 75 centesimi. Logico che lo spazio dato ai “nuovi” titoli sia poco, visto anche che i comics in edicola (e nei seven-eleven) in USA vendono solo una piccola parte del totale. Dopo pochi mesi la Comico rinuncia all’avventura in edicola, ma rimane legata al capestro DC per quanta riguarda la stampa. Il prezzo diventa improponibile e !a qualità è forse peggiore, viene aumentato il prezzo di tutti i titoli, proponendo i prezzi più alti degli USA. I debiti accumulati nella dissennata avventura iniziano a raggiungere la Comico, che cede buona parte dei propri titoli ( Maze Agenzy e Justice Machine che vanno alla lnnovation Comics).
L’atto finale: la Comico non c’è la fa più e dichiara fallimento.
Al che il lettore potrebbe pensare: cosa centra la DC nella dabbenaggine della Comico?
C‘entra eccome: innanzitutto per essersi rifiutata di rescindere gli accordi con editori e stamperie. Poi per non aver fornito il minimo consiglio ad un “socio” che stava avviandosi verso la sicura distruzione. Poi per molti piccoli sgarbi (vedasi liste di distribuzione che non comprendevano i titoli Comico, errori nella distribuzione) e, dulcìs ìn fundo, per aver approfittato della circostanza per uscire in edicola con una valanga di nuovi titoli in modo da “seppellire” senza speranza i titoli della rivale.
Questa storia è emblematica del nuovo atteggiamento della due majors Marvel e DC: ad un primo periodo in cui gli indipendenti non venivano neanche considerati, è sopraggiunta la presa di conoscenza del pericolo che questi potevano portare. Sicuramente Marvel e DC si trovano in difficoltà quando si parla di fumetto intelligente, quindi la risposta più immediata è stata la saturazione del mercato: costringere il collezionista ad acquistare dieci X- titoli e otto bat-numeri in modo da non permettere di rivolgere l’attenzione agli indipendenti. Questa tecnica ha funzionato, dato che per grande parte il mercato americano si è molto ridimensionato, ma., non essendo ancora soddisfatti, Marvel e DC hanno continuato nella loro marcia distruttrice.
Questa volta lo sguardo si è rivolto ai fumetti di qualità: la DC cercando (almeno lei!) di produrre qualcosa di nuovo. La Marvel, invece, con la solita insipienza che è propria dei cervelli vuoti, non ha trovato di meglio che riproporre fumetti usciti fuori dagli USA Ecco così la ristampa di lavori di Moeblus (compreso l’orrendo Airtight Garage) e l’adattamento e la colorazione (sic! … ) di Akira, dato il successo dei Manga importati da VIZ Comics ed ECLIPSE COMICS.

Da lì poi ha seguito la GLENAT, da buona pecorona. Che bisogno c’è di proporre in Italia proprio Akira, che pur essendo un prodotto di indubbio valore, non regge minimamente il confronto con Appleseed o Nausicaa (per non parlare di Horobi o Baoh)? Ma tant’è,. .. forse il casto e puro Alessandri si è scandalizzato perché in un numero di Appleseed (il 2/3) si vede una donna nuda? Proprio lui che a Lucca si lamentava del linguaggio ”sporco” di Akira, in cui non ricordo altro che un “Merda”, nelle prime venti puntate?
Ma siamo nelle mani dell’ignavia, se le eccelse menti dietro la Play Press e le altre guidate dal geniale {ma quando? … poveraccio!) Lupoi non si rendono conto che saturando così il mercato, si stanno dando la mazza sui piedi. E invece continuano, proponendoci X-mutanti come se piovessero e un titolo nuovo ogni mese, tutti con avventure il più trite possibile,
L’avventura della CORNO evidentemente non é servita da lezione a nessuno {e tantomeno alla presupponenza del sopravvalutato Luciano Secchi, anch’esso in rotta di collisione con la rovina, se mantiene la corrente editoriale per Bhang!).
Speriamo bene per il futuro.
Saluti e … stay indipendent.
NOTE A MARGINE:
Comico su Comic Book DB
L’INTERO NUMERO UNO DI FUMETTOMANIA

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