Il mese di agosto è stato veramente intenso!
Talmente così pieno di impegni, legati allo speciale sui 60 anni dell’Uomo Ragno, che dopo che la prima parte del n. 6 della fanzine pubblicata il 6 agosto, e la seconda parte il 7 agosto, i rimanenti articoli li stiamo pubblicando tra ieri, oggi e domani.

Quarta parte, dunque, degli articoli che costituivano il n. 6 della fanzine fumettomania.
Oggi ci soffermiamo sulla Marvel (del 1995) : con un excursus su Epic Illustrated, una bella rivista USA edita negli anni 80 che abbiamo conosciuto in pochi, e che ha pubblicato alcune storie molto belle e con un approfondimento sulla “Ex casa delle Idee” (del 1995) .

Si ringrazia il socio Antonio Barreca per aver sistemato le scansioni dei testi di questi articoli.

Buona lettura

Mario Benenati, responsabile del sito Fumettomania Factory Magazine


Il sommario del n. 6 (novembre 1995)

  • Ken Parker e il Magazine pag. 2
  • Lazarus Ledd, Videomax, fumetti italiani! pag. 4
  • INTERVISTA AGLI ESPOSITO BROS. pag. 4
  • Ritornano le Leggende di Batman pag. 6
  • ll Marvel: un suicidio annunciato! pag. 6
  • Epic Illustrated pag. 8
  • Sandman: le origini pag. l0
  • Valiant, e la nave non va! pag. 11
  • la Bande dessinée, pianeta sconosciuto pag. 11
  • Sulle tracce di Fumettomania pag. 12
  • Internet e dintorni, news sui fumetti pag. 13
  • Esordienti in vetrina a pag. 14

TUTTA LA VERITÀ SU EPIC

di Mario Benenati

Epic Illustrated- cover del numero 1 primavera 1980, a cura di Frank Frazetta
Epic Illustrated- cover del numero 1 primavera 1980, a cura di Frank Frazetta

Scrivere di Epic equivale ad un tuffo nel passato, un tuffo che faccio piacevolmente.

Nata come train-union tra la generazione bambina e quella adulta di lettori MArvel (americani), fu l’unica idea nuova proposta negli anni ’80, in campo MARVEL, e probabilmente anche se non fu un successo clamoroso come gli X-Men di John Byrne, restò interessante per il filone che da essa ne scaturì, la cosiddetta EPIC LINE, che raccolse piccole delizie quali Moonshadow, The One, Black Dragon, ed altre serie e mini serie.

Il primo numero di Epic Illustrated uscì nella primavera del 1980 con una copertina dell’immenso Frank Frazetta, e presentava in apertura una storia drammatica e passionale di Silver Surfer “The Answer” di John Buscema, seguita da una storia breve di Wendy Pini l’autrice degli Elfquest, poi l’inizio della spettacolare “Metamorphosis Odyssey” di Jim Starlin; ed ancora una storia fantasy dipinta di Ray Rue che ci colpì per la sua drammaticità; Arthur Suydam presentò “Heads”; da segnalare anche una storia in b/n di Mirko Ilic autore nato in Bosnia e una storia solo scritta di John Pocsik, con alcune illustrazione di Thomas Blackshear (che sarà una consuetudine nella rivista).

Epic Illustrated- cover del numero di febbraio 1982, a cura di John Bolton
Epic Illustrated- cover del numero di febbraio 1982, a cura di John Bolton

LE COPERTINE

Le 34 bellissime copertine sono in ordine di: R. Corben (n.2), P.Gulacy (n.3), M. Kaluta (n.4, 28), fratelli Hildebrandt (n.5), N. Adams (n.6), Barry W. Smith (n.7, n.16 ), H. Chaykin (n.8), T. Conrad (n.9, n.17), J. Bolton (n.10, 18, 22, 23, 31), J. Fox (n.11), F. Brunner (n.12), M. Saenz (n.13), P. Craig Russel (n.14), B. Vallejo (n.15), J. Steranko (n.19), S. Hickman (n.20, n.29), G. Bush (n.21), P. Moreno (n.24), J. Jones (n.25), B. Sienkiewicz (n.26), C. Caldwell (n.27), B. Wrightson (n.30), J. Bingham (n.32), P. Hale (n.33), A. Suydam (nell’ultimo numero il 34, del Febbraio 1986).

LE STORIE A PUNTATE

Delle storie a puntate voglio ricordare:

“Almuric” (dal n.2) di Roy Thomas e Tim Conrad, saga fantasy tratta da novelle di Rober E. Howard, in parte in b/n e in parte a colori, si concluse nel n.5 dopo 67 pagine.

“Metamorphosis Odyssey”, saga fantascientifica di Jim Starlin che proseguì fino al n.9 concludendosi dopo 107 pagine intense ed emozionanti, con l’intervista al suo autore.

“The Dreaming City”, una storia di Elric di Melibone, scritta da Roy Thomas e disegnata da P. Craig Russel, che fu poi pubblicata per intero nella graphic novel omonima, sempre dalla Marvel, diventando così il primo caso americano di storia prepubblicata su una rivista e poi presentata in volume. Sono state solo 22 le pagine pubblicate su Epic.

“Jack tales storie fantasy” di Charles Vess (n.5, n.16), molto carine con fate, elfi, streghe, draghi, grandi amori, accumunati tutti dal segno grafico tipico di Vess, che si ripete anche in “Children of the Stars’ affresco fantasy dal segno leggero quasi linea chiara che iniziò nel n.8 e finì nel n. 10 dopo 35 tavole.

pagina di "Jack tales storie fantasy" di Charles Vess (Epic illustrated n.5-n.16),
pagina di “Jack tales storie fantasy” di Charles Vess (Epic illustrated n.5-n.16),

“Abraxas and the earthman” di Rick Veitch, che si distingueva già allora per il suo tratto atipico, delirio di eventi, di situazioni, di colori forti tipici dell’immaginario di Veitch. La storia iniziò nel n.11, si concluse nel n .17 dopo 71 pagine.

“Weird World: the dragon master of Klarn” di Doug Moench e John Buscema, iniziò nel n.ll e terminò nel n.13 dopo 49 pagine a colori; una storia fantasy ricca di buoni spunti.

“Marada, the she-wolf” di Chris Claremont e John Bolton, un’altra bella saga fantasy con un’eroina veramente di spessore del bravo, ma allora sconosciuto, autore inglese; fu pubblicata in b/n nel n.11 e 12. Poi continuò dal n. 22, a colori, al n.23 con altre 37 tavole. Questa storia è stata pubblicata in Italia da COMIC ART, formato brossurato.

“Last of the Dragons” di Carl Potts e Terry Austin, saga ninja ambientata nel medioevo giapponese, iniziò nel n.15 e terminò nel n.20 dopo 52 tavole.

“Generazione ZERO” di Pepe Moreno, storia sul tema del dopo bomba, ottima la storia e i disegni. Iniziò nel n.17 e terminò nel n.24 dopo 108 pagine. Fu pubblicata in Italia sulla rivista ETERNAUTA.

“Mythology of an Abandoned city: the Sleepwallser” di Jon J. Muth, una storia di grande intensità in b/n, pubblicata dal n.19 al n.21 per un totale di 33 pagine di grigi e di chiaroscuri.

“The sacred e the profane” di Dean Metter e Kean Steaey; fantascienza, tecnologia e religione e tanta umanità in un amalgama eccezionale, con un’impaginazione grafica che faceva risaltare il tratto spigoloso di Steacy; questa storia a colori fu presentata dal n.20 al n.26, per 98 pagine.

“The adventures of CHolly n ‘flytrapp” di Arthur Sujdam, erano delle piccole gemme per il segno surrealista e per le situazioni ironiche dei protagonisti (34 e qualche numero precedente).

“Apocrypha” di John e Laura Lakey, una terra popolata dagli animali che hanno sostituito l’uomo, e le loro peripezie; la storia fu pubblicata nel n.25 e 26 per un totale di 32 pagine.

“ToadWart: d’Amplestone” di Tim Conrad, una storia horror in b/n molto carina, iniziò nel n. 25 e terminò nel n.33 dopo 95 tavole in b/n con molti chiaroscuri.

“L’ultima storia di Galactus” storia fantascientifica, disegnata da un Byrne in gran forma, fu pubblicata dal n.26 fino al n.34 (l’ultimo) per un totale di 64 pagine.

“Cobalt 60” di Vaughn Bodé, una deliziosa strip, creata nel 1959. La storia riprende le prime tavole del 1968 e poi le nuove del ’84; dal n.27 al n.31 per un totale di 78 pagine.

Col senno di poi, posso dire che gli ultimi numeri di Epic mostrarono una discesa qualitativa enorme. La maggior parte della rivista presentava storie brevi, alcune anche di pregevole fattura, che però incontrarono pochi consensi nel pubblico e la rivista chiuse.

B. Windsor Smith

LE STORIE BREVI

Tra le storie breviNon si possono dimenticare:

“Monkey see” di Bissette Veitch (n.2), “Sigfrid and the Dragon” di P.Craig Russel (n.2) adattamento dell’omonima opera di Richard Wagner.

Ancora Veitch nella storia “Solarplexus, la distruzione di una stella” (n.3). “Life Hutch” di Harlan Ellison e Ken Steacy, dal racconto di fantascienza omonimo (n.6).

Nel n.7 troviamo “Holocaust” di Neal Adams. Semplicemente spettacolare la storia “Contact” di Tim Conrad, su un incontro ravvicinato con gli Ufo presentata sul n.8; grande artista P.Craig Russel, con “Isolation e Illusion”, disegnato interamente a matita (n.9).

Se il disegno diventa poesia, siamo di fronte a un grande artista, proprio come Jon J. Muth e la sua storia dipinta “Small Gifyts “(n.12), ancora connubio tra poesia e fumetto, la storia si intitolava “The Beguiling” l’autore era B. Windsor Smith, anche i colori diventavano parte integrante della storia, così come le situazioni e i personaggi nella loro rappresentazione (n.16).

Dove ci sono maghi, elfi, streghe e simili non possono mancare: una prova di Mike Kaluta ed il suo “Wanderer” (n.17); Scott Hampton , che pubblicò un racconto tratto da una storia dei fratelli Grimm, “Godfather Death”; (n.17); e John Bolton nel n.18, con: “Business Hours: Monday Through”, “friady”, “9 to 5”.

Assaggio di “Cerebrus” di Dave Sim nel n.26. “Night run”, “The sign”, “Snowmen”, invece, erano storie dipinte di Kent Williams, pubblicate nel n.29 e n.30, di grande intensità emotiva e bellezza. La bestia è l’unico racconto di un italiano, di Paolo Eleuteri Serpieri.

La rivista chiuse con tre storie brevi molto carine: “Amber I” di Jim Starlin con protagonista la morte, “Death of Legend” di Steve Plunkett, che racconta degli ultimi attimi di vita di grande romanziere Robert E. Howard; e infine “Slow Dancer” di Bill Sienkjewicz l’unica apparizione di questa poliedrica artista.

Insomma Epic uguale fumetto, illustrazione ma anche …

INTERVISTE – DOSSIER E TRIBUTI

Fantasy e il fantastico nei comics europei di Maurice Hom (n.2);
Fear and affection in outer spqce, intervista con Glen A. Larson creatore di parecchie serie tv tra cui Blattestar Galactica e Buck Rogers (n.2);
Intervista ai fratelli Hildebrandt, (n.5);
Vision e Quest: l’arte di Barry Windsor Smith, intervista di Archie Goodwin di 12 pagine (n.7);
After The Galaxi Dies: intervista a Jim Starlin (n.9);
Storie di un tormento, horror-fantasy dall’ underground di Dave Kasakove (n.9);
Tributo a Wallace A. Wood (n.11);
Il mondo ‘according’ di Basil Wolverton (n.12);
Sogni e immagine, l’arte di P. Craig Russel, intervista;
L’arte di Boris Vallejo (n.15);
Tributo a Gene Day (n.16);
Weird adventures on other worlds, la storia informale di PLANET COMICS di Ron Goulart (n.17);
Syd Mead, visuale futurista, intervista (n.18);
L’arte di Go Nagai (n.18);
l’arte di Vaughn Bodé (n.l9);
Il nuovo look di Elric (N.20);
Frankenstein, il romanzo illustrato, disegnato da Berni Wrightson (n.22);
Bestiary, l’arte di Pat Ortega (n.23); Bestiary II (n.24);
The Atlanta Fantasy Fair, portfolio (n.28);
L’arte di ]osé Segrelles (n.29);
Infinity; where Rock and fantasy art meet, articolo (n.30);
gli Elementali di Tim Conrad, portfolio (n.33).

Lo spazio è finito ed anche il mio resoconto su tutto quello che fu presentato su questa bella rivista degli anni 80.

Spero di avervi incuriosito, andatevi a cercare qualche numero nelle librerie specializzate (Oggi EBAY, NdR). Non resterete delusi.

Epic Illustrated- cover dell'ultimo numero di febbraio 1986, a cura di A. Suydam
Epic Illustrated- cover dell’ultimo numero di febbraio 1986, a cura di A. Suydam

MARVEL: UN SUICIDIO ANNUNCIATO

di Giorgio Cambini (luglio-settembre 1995)

Tempi duri (finalmente! diranno alcuni) per i Marvel Zombies. Dopo anni di minestre riscaldate propinate a un pubblico pronto ad accettare qualunque obbrobrio, purché targato X-Man o Spiderman, la MARVEL ha infine fatto il passo più lungo della propria gamba. Un passo che, in pochi anni, si dimostrerà esiziale per quella che un tempo era “casa delle idee”.

Amazing X-men 1 1995 Series March 1995 Marvel Comics
Amazing X-men 1 1995 Series March 1995 Marvel Comics

CRONOLOGIA

La Marvel è da sempre attiva nel mercato secondo la teoria per la quale il miglior modo di vendere è quello di essere l’unico a vendere. In base a questa teoria da anni esce con un numero di testate sproporzionato alle richieste del mercato. Per anni addirittura la Marvel ha supportato testate “in rosso” pur di mantenere la quantità di materiale in commercio.

Questa linea editoriale si è sempre rivelata altamente penalizzante per le piccole case editrici, come per coloro che hanno provato ad autoprodursi. Tra essi, per un Dave Sim che con Cerebus è sulla breccia da anni, ci sono decine e decine di autori di prodotti validi che sono rimasti stritolati dai vari “New Warriors” o simili.

Questa strategia di mercato è sempre andata mano nella mano con la presuntuosa e anacronistica teoria per la quale è la casa editrice che “fa” il prodotto, e non l’autore, il “creativo”.

Questa posizione, peraltro comune anche all’altro colosso editoriale, la DC Comics, è rimasta incontrastata fino a metà degli anni ’80. Già da allora, infatti, le prime defezioni di autori importanti (John Byrne su tutti) costrinsero la DC a cambiare rotta, e a riconoscere a scrittori e disegnatori i diritti sui personaggi da loro creati.

Non era più la casa editrice a “fare fumetti”, ma si creava un nuovo ruolo, quello di editore di un prodotto creativo di proprietà dell’autore.

Con la nascita dell’imprint EPIC, si pensava che anche la Marvel avesse recepito questo cambiamento. Invece, la posizione Marvel è andata via via inasprendosi, fino all’eclatante caso della “fuga” in massa dei talenti che hanno dato vita alla IMAGE.

La posizione Marvel è rimasta, quindi, alle soglie del nuovo millennio, quella di venti anni fa: “Io pubblico i miei personaggi, ho i miei seguaci, e a questi impedisco di provare altre testate inondandoli di cross-over, titoli multipli e gadget a non finire“. Posizione presuntuosa, e comunque poco realistica se applicata a un mercato in cui il target del prodotto, cioè l’acquirente del fumetto sta cambiando.

Da sondaggi recenti si è visto che l’acquirente tipo di fumetti ha 7 anni in più rispetto all’ ’85, ha altri gusti e altre disponibilità. Comunque, fino a qui la Marvel già a molti era sembrata un leviatano in procinto di arenarsi, ma nessuno sospettava ciò che avrebbe avuto l’impudenza di fare.

Preview - cover October 1995
Preview – cover October 1995

La Marvel annuncia che, a partire dal mese di agosto (del 1995, NdR), l’unica agente di distribuzione della Marvel sarebbe stata la Marvel stessa, tramite la****, appena rilevata. Questa cosa, apparentemente irrilevante, appare gravissima agli occhi di un osservatore attento. Questa mossa significa, in pratica: “Se volete i miei prodotti, che oggi sono il 35% del vostro fatturato, dovete rivolgervi da me”. Nulla di male, direte voi. Bene, facciamo un po’ di conti spiccioli.

Un rivenditore (diciamo un piccolo negozio) acquista i fumetti da un distributore, con uno sconto variabile a seconda della quantità di merce acquistata. Così, se Joe Comics acquista $2000 di comics avrà il 40% di sconto. Se ne acquista $6000 avrà il 48% e così via. Se Joe Cornics deve acquistare i suoi fumetti da due fonti, il suo sconto si riduce sensibilmente: prendiamo i $2000 mensili totali dell’esempio precedente. Lo sconto del 30% dice che Joe Comics spende $1200 per acquistare i suoi $2000.

Vediamo ora la nuova situazione: dei soliti $2000 il 35% sono prodotti Marvel, quindi $700 vanno al distributore Marvel, il quale farà uno sconto basso, visto il piccolo ordine effettuato. Diciamo il 10%. Gli altri $1300, dal “vecchio” distributore, saranno a uno sconto più basso, visto che non sono più $2000. Diciamo il 20%.

Questo significa che il povero Joe Comics compra gli stessi fumetti, ma, invece di spendere $1200 (con $800 che vanno per le spese, il magazzino, l’invenduto e, finalmente, per potere mangiare qualcosa alla fine del mese) spende $1670. Si nota subito la differenza tra le due spese: se Joe Comics sopravvive con $800 di guadagno lordo, non può certo tenersi a galla con $330.

A questo punto interviene la Marvel (come se non avesse fatto già abbastanza): “Lo sconto fatto non ti basta? ti offro il 2% in più (che sforzo!!) se tu acquisti l’85% delle testate che pubblico in almeno 5 copie.” La Marvel a Luglio (sempre del 1995, NdR) pubblicava 73 testate, e la sua affiliata MALIBU (inclusa anch’essa in questa vergognosa offerta) 23. Il totale è di 96 testate.

Un rivenditore per usufruire del 2% di sconto dovrebbe acquistare almeno 61 titoli a 5 copie cadauno, oppure 86 titoli a 3 copie cadauno. Facciamo presente che la Marvel pubblica anche titoli irrinunciabili come Barbie, la Sirenetta, War machine …… a questo punto è chiaro il messaggio che la Marvel ha inviato ai piccoli rivenditori: “Scegliete: o noi o tutti gli altri”.

Non è facile per un rivenditore rinunciare improvvisamente al 35% del proprio fatturato. Inoltre la Marvel, oltre a fornire fatturato, offriva un notevole indotto: tutti i lettori che, insieme alle 40 testate mutanti ed ai cross-over, acquistava magari una copia di Sandman oppure Bone. Tutto questo spazzato via da un giorno all’altro.

Logo Diamond comics

LA REAZIONE

La DC non poteva certo rimanere a guardare mentre la Marvel disintegrava il mercato. Nasce così l’accordo con la IMAGE (ormai terza forza del mercato) per collaborare in sede di distribuzione dei propri prodotti.

La Diamond comics di Baltimora viene nominata distributore di DC e Image. Il rapporto che viene mantenuto con le altre ditte di distribuzione è diverso: la Diamond è il tramite tra DC e Image e i distributori. Non si arroga l’esclusiva di distribuzione dei prodotti DC come fa la Marvel, che effettivamente taglia fuori i distributori.

Immediatamente tutti i piccoli editori, compresi coloro che si autoproducono si aggregano al carro Diamond, che diventa un po’ il carroccio della libertà di espressione contro l’oppressione Marvel. Anche Dave Sim e il suo Comic Fund, sia pure con cautela, si riconoscono nel “movimento” Diamond, condannando al contempo la Marvel. In Settembre esce la miniserie di Billy TucciShi-Cyblade” che celebra la guerra in atto della fantasia degli indipendenti contro il monolito Marvel.

IL COMMENTO

Indubbiamente quella della Marvel appare una mossa da disperati più che un tentativo di conquistare fette di mercato.

I fatti parlano molto chiaro: dalla creazione della Image la Marvel ha perso qualcosa come il 14% del mercato.

La politica di cieca ottusità, in atto anche in Italia sotto la brillante guida di M.M. Lupoi (che continua a dire che Sal Buscema è un grande disegnatore e che le storie dei Vendicatori sono emozionanti …. mah!) ha portato la Marvel sempre più in basso.

Mentre l’altra grande, la DC, ha saputo evolversi, seppur mantenendo la sua megalitica apparenza, grazie a scelte editoriali azzardate ma fruttifere, come la creazione della linea VERTIGO, che ha portato grande prestigio alla ditta, la Marvel avanza presuntuosamente come uno Juggernaut, sicura di schiacciare chiunque sotto le proprie ruote.

Il problema è che forse il momento degli Juggernaut è finito, e lo stile Marvel è superato, più dal punto di vista di strategia economica quanto piuttosto di linea editoriale. La Marvel appare avviata alla fine economica, e a breve si dovrebbero notare i primi effetti.

Ormai John Romita Jr. è l’ultimo disegnatore decente rimasto, e Jean Marc De Matteis l’unico scrittore. La creatività, che con l’addio di Chris Claremont era scomparsa, ancora latita. Quella casa editrice che negli anni settanta si autodefiniva “la casa delle idee” non ha uno sprazzo geniale da anni. I personaggi sono sempre gli stessi, e le storie sono sempre le stesse. Per quanto tempo potrà andare avanti vendendo ai lettori le stesse storie di dieci anni fa?

FINE QUARTA PARTE

Gli altri articoli, tratti dal n.6 della fanzine fumettomania, sono stati pubblicati il 6 agosto, il 7 agosto, e 8 settembre


L’INTERO NUMERO SEI DI FUMETTOMANIA

copertina-prima pagina di Fumettomania #6 - novembre 1995
FM#6 – novembre 1995

LO POTETE VISUALIZZARE E SCARICARE GRATUITAMENTE DAL SITO DALL’APP HyperComix


NOTE EXTRA

FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2021

ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.

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