Per la sesta intervista Filippo Marzo ha portato nelle nostre pagine un altro autore mitico della scena Statunitense : l’italo-americano Sal Velluto (per gli amici Salvatore), che siamo felicissimi di ospitare nelle nostre pagine.
Mario Benenati, curatore di Fumettomania Web Magazine
DAL NOSTRO INVIATO A MONTERREY (MESSICO):
INTERVISTA A SAL (VATORE) VELLUTO
di Filippo Marzo
Filippo Marzo: Buongiorno. Amici di fumettomania, oggi abbiamo l’immenso piacere di poter intervistare il grandissimo artista Sal Velluto. Buongiorno Sal come stai?
Sal Velluto: ciao, benissimo.
FM: La gente ti conosce per i tuoi numerosi lavori per la Marvel e per la Dc, potresti raccontarci il tuo esordio con una casa editrice americana?
Sal Velluto: Grazie innanzitutto Filippo e grazie per questa bella opportunità di parlare con te e con tutti gli appassionati del fumetto, italiani e anche italiani nel mondo; sia nel tuo caso che nel mio, siamo due esempi di italiani all’estero.
Innanzitutto c’è da premettere il fatto che il mio sogno è stato sempre quello di disegnare fumetti, sin da piccino, quando ancora ero un ragazzino con i pantaloncini corti che si aggirava per la periferia di Taranto, mi piaceva disegnare i fumetti nelle pagine interne dei quaderni. Quelli della nostra generazione, si ricorderanno i quaderni a quadretti per la matematica e quindi disegnavo all’interno di queste due pagine interne i miei fumetti, ambientati con i personaggi che abitavano nel vicinato di casa mia, riuscì anche a fare delle vendite per abbonamento, pubblicando tre copie di ogni fumetto, disegnate con la carta copiativa, e li vendevo per abbonamento in cambio di focaccine, brioches, e altra roba. Questa chiamata, questa predisposizione, ha sempre fatto parte di me, prima però di poter coronare questo mio sogno sono dovuti passare 30 anni! Mi son dovuto trasferire negli Stati Uniti. Dopo essermi sposato ed aver ottenuto il permesso di lavoro e tutto il resto ho cominciato a mandare delle pagine di prova ad alcune case editrici inclusa la Marvel Comics.
In quel periodo, stiamo parlando del 1983/84 la Marvel aveva pubblicato un volume grande che si chiamava the Official Marvel Comics Try Out Book (La pubblicazione ufficiale della Marvel per fare le prove), all’interno di questo volume che era in un formato A3, erano già incluse delle pagine di cartoncino bristol, sulle quali potevi fare delle prove basate su una sceneggiatura che era anche inclusa nell’albo. C’erano anche alcune pagine già pre-disegnate per chi volesse fare la prova come inchiostratore o altre per chi volesse fare la prova come colorista, a me chiaramente interessavano quelle per disegnare a matita. E così seguì le istruzioni e mandai queste prove alla Marvel, era un concorso che era stato indetto, il concorso non lo vinsi, però riuscì ad avere la risposta da parte di alcuni Editors, all’inizio la risposta era incoraggiante ma negativa, nel senso: “non sei ancora pronto” o come si dice da noi non hai vinto ritenta! E quindi c’è voluto forse oltre un anno, attraverso questa corrispondenza epistolare con gli Editors della Marvel, e tra disegni inviati, risposte ricevute con correzioni, fino a quando ad un certo punto, mi hanno mandato una piccola sceneggiatura sempre per fare le prove. Se ricordo bene erano 4 o 5 pagine per le quali mi davano un compenso, quindi stavo facendo le prove a pagamento, il che per me ha significato un grosso passo in avanti, in quanto la Marvel, nonostante fosse passato tanto tempo, aveva avuto innanzitutto l’interesse di mantenere i contatti, di coltivare diciamo il mio talento, ma a questo punto erano anche disposti ad investire i soldi. Quindi feci queste prove e, dopo un altro paio di mesi, mi fecero arrivare una telefonata da parte di un assistente editor della Marvel. A quel tempo però io stavo già lavorando, disegnavo per i cartoni animati facevamo i Layouts, cioè tutti i disegni preparatori per i movimenti dei personaggi, gli sfondi, stavo anche già lavorando su degli show per la Marvel Entertainment di quel tempo, c’era Spider-Man the Amazing Friends, The incredibile Hulk, poi altri show che uscivano all’inizio degli anni 80’, tipo Transformers e altra roba c’erano anche degli show di Chuck Norris e anche di Mister T, cartoni animati di questo genere.
FM: Questi ultimi erano della filmation?
SV: Erano per la Ruby Spears, Hanna & Barbera, Marvel Entertainment. Mentre ero nello studio a lavorare nei cartoni animati, arriva la telefonata dalla Marvel e così la segretaria dello studio mi chiama e dice: “Sal c’è una telefonata per te dalla Marvel”. Io pensavo che fosse la compagnia di cartoni animati e che magari avessi fatto qualche guaio, tipo avere disegnato l’Uomo Ragno con le orecchie qualcosa del genere, invece era la Marvel Comics e mi veniva proposto di fare dei fill-in, cioè dei numeri riempitivi, quando una testata si trova indietro con le consegne, per questo titolo che si chiamava Power Pack.
Power Pack era un fumetto basato su dei giovanissimi supereroi fratelli e sorelle chiaramente con poteri diversi, molto divertente, lo stile anche era molto simile a quello che stavo usando per i cartoni animati, quindi linee molto semplici e tutto il resto, è così, chiaramente non me lo feci dire due volte ed accettai questo incarico che si protrasse poi, e invece di fare un numero, mi pare che ne feci quattro di questo Power Pack, poi mi dissero di realizzare anche una Graphic Novel dal titolo: Power Pack and cloak and Dagger. Insomma, questa fu la chiave che aprì la porta e da allora, Grazie a Dio il lavoro non è mai mancato, e come le ciliegie, una ha tirata l’altra, dallo stesso Editor che mi aveva introdotto alla Marvel, ricevetti una mia serie regolare subito dopo aver finito questi numeri di Power Pack, si trattava di Moon Knight.
Nel frattempo, mentre tutte queste cose succedevano, venivano a galla anche altre situazioni, altre opportunità. Tutti i numeri che ho fatto di Power Pack vennero assegnati ad un inchiostratore che io già conoscevo, un inchiostratore leggendario dal nome Stan Drake, che è uno degli inchiostratori storici, amico di Alex Raymond, della scuola classica, il che non solo diciamo mi prese di sorpresa, ma mi fece tremare le ginocchia, le mani mentre disegnavo perché avevo a che fare con questa persona, che in seguito si è rivelato un ottimo mentore; Stan era una persona molto pratica. Dopo, mentre facevo Moon Knight arrivò un invito dalla casa editrice di Neal Adams (Continuty Comics Ndr.) che era ed è ancora uno dei miei idoli e punti di riferimento dal punto di vista stilistico. Tutte queste richieste che non erano state sollecitate da me, venivano fuori grazie al lavoro che stavo facendo. Dopo la Marvel c’è stata una deviazione con la Continuity, di Neal Adams, quasi per gli stessi motivi ci fu una convergenza all’interno della DC Comics, con varie testate, poi tanti aneddoti molto interessanti che si verificano nell’ambiente del fumetto; come ad esempio hai lavorato per un Editor alla Marvel, questo Editor poi va a lavorare per la DC o viceversa, infatti il mio lavoro per Black Panther, che poi è stato forse uno dei picchi della mia carriera, si è verificato anche per questo motivo, l’Editor che stava facendo Black Panther alla Marvel era lo stesso con il quale avevo lavorato alla DC per la Justice League (JL Task Force Ndr).
Tu mi hai chiesto quali sono stati gli inizi, ma questo inizio non è una perlina di una collana separata è collegata a tutte queste altre cose che vanno tutte insieme.
FM: Benissimo Sal. Hai appena citato Neil Adams come fonte di ispirazione, a parte lui, potresti nominarci qualche altro artista che ti ha influenzato per ottenere il tuo stile?
SV: A me sono sempre piaciuti i classici per esempio Alex Raymond, Hal Foster, Neil Adams, John Buscema, che sembra quest’ultimo, essere un gusto abbastanza frequente fra gli italiani, specialmente tra quelli della mia generazione, infatti tutti quanti citano sempre il suo Silver Surfer e tutto il resto. Quindi questi sono stati punti di riferimento, ma non tanto nel senso di: “Voglio disegnare come loro…”, si certo, ho anche copiato da ragazzino, chissà quante volte ho copiato la posa di Flash Gordon combattendo con la spada contro l’imperatore Ming, classiche pose di Alex Raymond, non tanto che io voglia copiare loro, ma voglio “smontare il meccanismo” e cercare di capire come disegnavano e perché disegnavano in quella maniera, per poter entrare in quell’ottica di cose per cercare di rendere a quei livelli. Quasi tutti facevano ad eccezione di John Buscema, riferimenti fotografici. Riferimenti che ho usato anch’io. Tra le mie fonti d’ispirazione e i miei punti di riferimento, ho avuto l’onore di conoscerne alcuni. Ho citato Stan Drake e il suo collegamento con Alex Raymond, per quelli che non lo sapessero a parte dal punto di vista artistico Alex Raymond era amico di Stan Drake e quando è morto Raymond, è morto a causa di un incidente automobilistico mentre guidava la macchina di Stan Drake, In pratica lo era andato a trovare allo studio, dicendogli che aveva comprato una macchina sportiva, visto che a Raymond piacevano le macchine sportive, decisero di fare un giro, purtroppo si andarono però a schiantare contro un albero, Alex Raymond morì in quell’incidente e Stan Drake rimase ferito però sopravvisse. Dunque c’erano molti collegamenti e intrecci.
In seguito ho avuto anche la possibilità di conoscere e lavorare con Neil Adams, che è stato un ottimo maestro anche se molto severo. Non aveva peli sulla lingua, nel dirti se una cosa andava male, però per qualche motivo erano più le cose che a lui piacevano che quelle che non piacevano, quindi è stato molto incoraggiante per me. Anche John Buscema, ho avuto il piacere di conoscerlo, anche se a dir il vero a John non interessava tanto parlare di fumetti, preferiva più parlare dell’Italia, dei cibi e se si trattava di arte gli piaceva più parlare dell’arte classica, dei pittori e degli scultori classici, il fumetto diciamo che per lui era un argomento secondario
FM: L’ultima domanda, non vorrei rubarti troppo tempo: Quali sono, se non sono confidenziali i tuoi progetti lavorativi presenti e futuri ?
SV: Uno dei miei progetti più recenti, che è uscito diciamo relativamente da poco, per chi non lo sapesse dal 2007 lavoro su Phantom l’uomo mascherato e lavoro per tre compagnie diverse, una in Australia, una in Svezia, in Scandinavia (Svezia e Norvegia) e l’altra negli Stati Uniti. Questa che vedete è una Graphic Novel di Phantom che è uscita qualche anno fa, che io ho disegnato ho illustrato, ancora continuo a lavorare su Phantom però a livello limitato facendo soltanto le copertine adesso, specialmente per il mercato australiano.
Per l’Italia l’anno scorso è uscito questo numero di Zagor, è un numero antologico che raccoglie diverse storie di diversi autori tra questi ce n’è anche una mia; è una storia tra virgolette breve sono solo 40 pagine.
FM: Bellissima!
SV: Poi recentemente, come iniziativa privata ho realizzato questa Graphic Novel che si chiama Pillar of Light, Che adesso stiamo anche traducendo in in altre lingue: italiano, spagnolo portoghese, tedesco. Questa Graphic Novel (per quelli che non lo sanno io sono membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni comunemente conosciuti come Mormoni, alla base della storia della fede a cui appartengo c’è la figura del profeta Joseph Smith) vuole raccontare l’episodio particolare della sua prima visione, che ha dato origine a tutta l’epopea che si è sviluppata anche la zona dove io mi trovo (Salt Lake City nello stato dello Utah, Ndr.) è stata colonizzata dai pionieri Mormoni, quindi una vera propria epopea, tutto è cominciato da questo episodio esattamente 200 anni fa, e ho deciso insieme ad alcuni altri associati, di commemorare l’evento attraverso questa Graphic Novel.
Molte persone mi chiedono per quanto riguarda la Bonelli se ci sono altri progetti, la risposta è sì!
Ma quali sono? La risposta non lo so!
Ci sono diversi contatti che sono stati sviluppati ma che adesso, anche a causa della contingenza pandemica in cui ci troviamo tante cose cambiano da un giorno all’altro, quindi quello che era in programma per domani, sarà in programma fra due mesi…
Poi ci sono tanti altri piccoli lavori che faccio in maniera indipendente nel settore della grafica pubblicitaria, altre cose che devono comunque essere per forza sul piatto perché è così che mi guadagno da mangiare.
FM: Perfetto Sal. Ti ringraziamo tantissimo a nome di Fumettomania, per il tuo tempo e per la tua disponibilità e per la tua gentilezza nel rispondere alle nostre domande, ti mandiamo un affettuoso saluto e a presto.
SV: Ciao un abbraccio a tutti, grazie Filippo
FM: Scoop ricevuta da Sal Velluto, dopo la pubblicazione dell’intervista:
Sal Velluto: Posso darti una news. Sto lavorando ad una storia di Tex, per la SBE, ambientata a 40 km a Salt Lake City (nello stato dello Utah).
FM: grazie per lo scoop.
BREVE BIOGRAFIA di SAL VELLUTO
Salvatore “Sal” Velluto è un fumettista Italiano nato a Taranto nel 1956. Appassionato di fumetti fin da giovanissimo, un suo disegno di Batman venne pubblicato nell’edizione italiana della Cenisio quando aveva di 12 anni. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti e ha lavorato nell’arte pubblicitaria negli anni ’70 e nei primi anni ’80.
A 18 anni, nel 1984, si trasferì negli Stati Uniti, dove approdò alla casa editrice Marvel, per la quale nel 1988 realizzò alcuni numeri per la serie Power Pack. In seguito ha disegnato Marc Spector: Moon Knight, un titolo in cui è rimasto per diversi anni. Dopo un periodo di pausa, è tornato alla Marvel nel 1999, illustrando 36 numeri della serie regolare Black Panther.
Nel 1992, ha anche iniziato a lavorare per la DC Comics, dove ha debuttato nella serie di Flash, dopo per due anni ha lavorato per la serie regolare Justice League Task Force; da lì è passato a Firebrand, un personaggio creato da lui stesso con Brian Augustyn. Ha anche illustrato altri titoli JLA e JSA, oltre a qualche numero di Aquaman. Ha collaborato con la Star Comics , realizzando splendidamente il numero zero di Lazarus Ledd.
Ha anche collaborato con molti altri editori come Valiant, per il quale ha realizzato X-O Manowar; per la Acclaim, dove ha lavorato su Bloodshot; Ha anche disegnato Green Hornet, ha collaborato con la CrossGen e per la Egmond, per la cui divisione europea produce The Phantom dal 2007. Recentemente ha realizzato per la Sergo Bonelli Editore una breve storia autoconclusiva del personaggio di Zagor, molto apprezzata dai lettori
Oltre ai fumetti, ha anche realizzato campagne pubblicitarie per le compagnie Utah e San Diego Opera e ha realizzato, tra le altre cose, i personaggi per alcuni videogiochi. Attualmente collabora con illustrazioni per la rivista The Friend, e altre iniziative pubblicate dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
NOTE EXTRA
IL VIDEO DELL’INTERVISTA a SAL VELLUTO (IN LINGUA ITALIANA)
Nel caso non appaia l’anteprima del video ecco il link da digitare e/o cliccare per vederlo sul canale You Tube di Comics Reporter:
LE ALTRE “QUATTRO CHIACCHIERE” DI FILIPPO
Prima intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-ariel-olivetti/
Seconda intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-nicola-mari/
Terza intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/ann-nocenti-scambia-quattro-chiacchere-con-filippo-marzo/
Quarta intervista — https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-howard-chaykin/
Quinta intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-walt-simonson/
BIOGRAFIA/BIOGRAPHY
Filippo Marzo nasce nel 1975, grande appassionato fin da piccolo di cartoni animati e fumetti, da Topolino a Sturmtruppen fino a Beetle Bailey. Crescendo i suoi gusti si spostano verso i super eroi e il connubio durerà per moltissimi anni.
Collaboratore con fanzine locali, diverse fan page e siti con contenuti cinematografici, visto che il cinema è un’altra sua passione. Piccolo collezionista di opere originali è curatore di due mostre di sketchbook di disegnatori di comics negli anni ’90, sposta ancora una volta i suoi interessi verso il fumetto maturo e dai contenuti artistici sopraffini, con un occhio di riguardo alle case editrici indipendenti, come Eclipse, Tundra, Fantagraphics e Dark Horse.
Fan delle opere di Bill Sienkiewicz, Mike Mignola e John Byrne.
Da qualche anno reporter e corrispondente dall’estero per quanto riguarda Comic Convention che hanno luogo in Messico e negli Stati Uniti.
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