“Essere uno degli ultimi baluardi in grado di disegnare con una matita e un foglio di carta”, l’Intervista a Ron Frenz.

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Seconda metà del mese di agosto e nuova intervista di Filippo Marzo, coadiuvato stavolta da Mario Moschera.

L’ Autore ospite oggi è un altro grande mito del fumetto statunitense degli anni ottanta! Legato a Spider-Man e a Spider-Girl , sui quali ha lavorato magnificamente, lo ricordiamo anche su Thor e su Superman (per la distinta concorrenza), ed è molto apprezzato dal pubblico italiano.

Da qualche mese lo stiamo leggendo ed ammirando sulle pagine di un nuovo fumetto dal titolo: Blue Baron, pubblicato in Italia da Sbam Comics. https://sbamcomics.it/

Gentili lettori e lettrici dopo la video-intervista in inglese pubblicata e diffusa ieri sui social network, diamo il benvenuto nelle nostre pagine a Ron Frenz che ci racconterà un pezzo importante della Storia dei comics USA degli anni 80.

Buona lettura da Mario Benenati,
curatore del sito Fumettomania Web Magazine


DAL NOSTRO INVIATO DA MONTERREY (MESSICO)

Quattro chiacchiere con ...

banner_intervista a Ron Frenz

Di Filippo Marzo & Mario Moschera

https://youtube.com/c/ComicsReporter https://www.facebook.com/flywas.net

Filippo Marzo: Salve a tutti amici di Comics Reporter, Fumettomania e The Flywas Show, oggi abbiamo un ospite veramente molto, ma molto amato dal pubblico italiano.

Lo ricordiamo tantissimo per la sua run su Amazing Spider-Man, pubblicato in italia per la prima volta dalla Star Comics. Ricordiamo la sua serie, sempre insieme a Tom De Falco di Thor, Thunderstrike. È stato co-creatore, insieme a Tom De Falco e a Sal Buscema, di Spider-Girl.
Benvenuto Ron.

Ron Frenz: Grazie mille. È un piacere essere con voi.

Cover di Amazing Spider-man #248
The Amazing Spider-Man #248 © dei rispettivi proprietari .
Le immagini sono utilizzate solo a fini divulgativi

FM: Cominciamo con la prima domanda, che ti viene posta dal pubblico.
La prima è di Andrea Stefano Gagna e ti chiede: “Come nacque l’idea di realizzare una storia particolare come “Il ragazzo che collezionava l’Uomo Ragno” su Amazing Spider-Man #248? una storia drammatica e fuori dai canoni, per quegli anni?

RF: Roger Stern, lo scrittore, mi disse che aveva sognato quella storia.

Si era semplicemente svegliato un mattino e aveva sognato quella storia. Passò i giorni seguenti a chiedere se l’avesse letta da qualche parte. Ad esempio, se fosse una vecchia storia di Superman letta da bambino o cose del genere.

E continuò a chiedere e tutti gli rispondevano che era una storia nuova, così si sedette e cominciò a sceneggiare. Ma, dal momento che era una storia autoconclusiva, immaginava che sarebbe stata pubblicata in un annual o, sapete, come una storia aggiuntiva in un annual.

Ma poi arrivò il mese degli assistant-editor, e si è deciso di pubblicarla proprio in quel periodo e io fui scelto … non so per quale motivo. Devono aver lanciato la proverbiale monetina, dal momento che John Romita Jr. era il disegnatore regolare e che era in corso una storia che aveva come avversario Thunderball, che doveva essere portata a termine.

pagina estratta da Amazing Spider-man #248
da Amazing Spider-Man #248 © dei rispettivi proprietari
Le immagini sono utilizzate solo a fini divulgativi

A quel punto gli Editor devono aver deciso di lasciare che John Romita terminasse quella storia e usare me per disegnare “Il ragazzo che collezionava l’Uomo Ragno”. Quando ho letto il soggetto e la sceneggiatura, ho capito subito che il mio lavoro era quello di intervenire il meno possibile, di non rovinare nulla, dal momento che si trattava di una storia davvero bella, ma dove era già tutto stabilito e descritto nel modo in cui lo aveva pensato Roger, ad esempio per quel che riguarda la sezione delle notizie che ricorrono nel corso della storia, o di eventuali costruzioni della tavola.

Quindi ogni emozione aveva già il suo posto preciso nella tavola e io decisi di rendere omaggio a Steve Ditko perché Spider-Man, in questa storia, non faceva nulla di “uomoragnesco”… non c’era molta azione, quindi avevo bisogno che Spider-Man si trovasse semplicemente sul luogo. Volevo che le persone lo guardassero e dicessero “Oh, guarda, quello è Spider-Man”.

Ho pensato che il modo migliore fosse studiare Ditko, in particolare il Ditko dei primi anni, per cercare di catturarne alcune sfumature, alcune pose e qualsiasi altro aspetto che fosse peculiare di Spider-Man. Questo preoccupò qualcuno, all’inizio. Tutto questo si svolge prima di Todd McFarlane. In quel momento John Romita era lo standard, lo stile con cui non avevo problemi.

C’era , dunque, qualche preoccupazione nel veder realizzate le ragnatele alla Ditko, le trame delle ragnatele in senso opposto, il non preoccuparsi più di tanto delle trame sul costume e si parlò anche con l’inchiostratore di averle corrette, coerenti, ma, alla fine decisero di lasciarle come le avevo realizzate ed è una storia bellissima, affascinante. Ancora dopo tutti questi anni è qualcosa di cui sono orgoglioso di aver fatto parte.

Mi sento davvero fortunato che me ne sia stata concessa la possibilità. E sembra che io non abbia rovinato tutto ma, ad essere sinceri, chiunque avrebbe potuto disegnarla, a patto di non rovinarla, e sarebbe rimasta bellissima, affascinante, commovente, toccante così com’è, perché era già tutto descritto nelle pagine di Roger Stern.

FM: Benissimo. Una storia realmente molto amata ed apprezzata da tutto i lettori.
Andiamo avanti con le domande dal pubblico. Questa volta è il turno di “Crisis in Comics” che ti chiede: “Parlaci del tuo rapporto con l’Editor e scrittore Tom De Falco” che, ricordiamo al pubblico, abbiamo avuto l’onore e il piacere di poter intervistare (clicca qui) nel 2020.

RF: Per me Tom De Falco è come se fosse uno di famiglia. Lo considero un fratello.

E uno dei motivi di questa affermazione è che sin dalla prima volta in cui l’ho incontrato come editor, e lui era il mio Editor su “Marvel Team Up”, è sempre stato un buon insegnante e discuteva ogni aspetto con me, mi guidava al suo modo di vedere le cose… non è un “capo” nel senso letterario del termine. Non è quel tipo di persona che ti dice “Si fa così perché lo dico io”.

È più “Questo potrebbe funzionare meglio per questo motivo”, grazie alla sua esperienza. Di cui ti fa dono ed insegnamento. E sul perché certe cose funzionino e certe altre no. Crede anche che se lavori con qualcuno come sceneggiatore, saresti uno sciocco a non prendere idee da qualsiasi parte, se stai cercando di scrivere una testata mensile.

Quando siamo stati ingaggiati insieme su Spider-Man, abbiamo trascorso ore, ed ore al telefono, nel discutere chi fosse Peter Parker e, nel corso di questa discussione, sai, si parla anche della tua vita reale e di tutto un po’ e ti rendi conto che stai collaborando con una persona brillante.

È molto collaborativo, aperto ai suggerimenti, e non gli ho mai sentito dire “perché lo dico io”. Come se fosse geloso della sua posizione come editor o come sceneggiatore. Ti spiega sempre il suo modo di vedere le cose e non puoi che apprezzarlo e rispettarlo e farne tesoro. Ho imparato molto dal lavorare con Tom e dall’averlo come amico. È una persona straordinaria.

Non riuscirò mai a dirne ogni bene quanto ne merita, ne sono sicuro. Lo avete già intervistato, quindi sapete già che persona straordinaria sia. È il migliore. Mi piacerebbe nuovamente lavorare con lui, lo spero davvero. In ogni caso, ci sentiamo di settimana in settimana, parlando della nostra vita, di politica, e tutto questo genere di cose. Quindi sì, è decisamente uno di famiglia.

prima pagina di ASM_"Homecoming"_costume nero
Spider-Man © dei rispettivi proprietari
Le immagini sono utilizzate solo a fini divulgativi

FM: Grazie per la tua risposta. Mario, a te la parola per qualche domanda al nostro ospite.

Mario Moschera – The Flywas Show: Ron, tu hai avuto la possibilità di lavorare ad un design come quello del costume nero di Spider-Man, che, fondamentalmente, significava modificare uno dei costumi più iconici dei comic book americani e crearne un altro, che sarebbe diventato poi altrettanto iconico.
Vuoi raccontarci qualcosa a proposito di questo particolare evento?

RF: Di fatto non ho ideato io quel costume. Quel costume fu ideato da Mike Zeck, che era il disegnatore di Secret Wars.

Fu poi, in seguito, modificato leggermente da Rick Leonardi, che era un disegnatore che si occupava di Spider-Man, nello stesso periodo in cui me ne occupavo io. Propose delle piccole modifiche, come una lieve piega secondaria nelle zampe, in modo che fosse più organico, ricordasse di più un vero ragno.

studi di amazing spider-mna con il costume nero

Mi furono inviati gli schizzi originali, dal momento che ero il disegnatore che avrebbe disegnato il numero successivo, e pensai che fosse un nuovo cattivo. Non avevo idea del fatto che stavano cambiando il costume.

Va ricordato che questa era la prima volta che qualcosa del genere veniva fatto. Ed era prima di internet, prima delle e-mail e di tutto il resto. Quindi non avevamo idea di come sarebbe andata. E l’annuncio iniziale in cui Spider-Man stava per avere un nuovo costume, non andò affatto bene.

Cominciammo a ricevere lettere in cui ci dicevamo che eravamo degli idioti a voler cambiare il miglior costume che fosse mai esistito, cosa assolutamente vera, dal momento che è il miglior costume che Ditko abbia mai realizzato. In questo caso è stato davvero inarrivabile ed è davvero il miglior costume che sia mai stato ideato.

Nessuno pensava che ci fosse la necessità di modificarlo, eccezion fatta per Jim Shooter, che voleva qualcosa che dimostrasse senza alcun dubbio che, Secret Wars, stava avendo questo impatto incredibile su tutti questi personaggi. E Spider-Man che si mostrava con un aspetto completamente differente era di certo un segnale che Secret Wars era qualcosa di importante.

Tornando a noi, pensavo fosse un cattivo. Avevo aspettato per tutta la vita questa occasione… credo avessi 24-25 anni. Volevo disegnare Spider-Man sin da quando ne avevo 6 e quando finalmente ne avevo l’occasione… ha un costume nuovo. Quindi immaginate… per me era meraviglioso, pensavo che fosse un buon design ma volevo disegnare Spider-Man e i fans non erano entusiasti del nuovo costume.

C’è un aneddoto che non so se De Falco vi ha detto, ma stavamo ricevendo così tante e-mail negative sul costume nero che Jim Shooter, l’editor capo in quel momento, che aveva iniziato peraltro tutto il processo del nuovo costume, venne da noi e ci chiese in che numero avremmo introdotto il costume nero. Tom rispose “Nel 252”. E lui “Sbarazzatevene nel 253. Stiamo morendo, tutte le e-mail sono negative, nessuno vuole averci a che fare”.

E Tom “Ma non possiamo farlo, Jim, perché il costume è introdotto nell’episodio sette, se non ricordo male, di Secret Wars, o forse l’otto, e quindi non ce ne possiamo liberare in Spider-Man, prima che sia presentato in quell’episodio di Secret Wars. È una questione di logica e di coerenza del racconto”. E Jim Shooter non poté che essere d’accordo. Quindi abbiamo mantenuto il costume.

Se guardate come sono stati pubblicati gli episodi, nel mese successivo il costume appare per la prima volta in Secret Wars e quello avrebbe dovuto essere il numero in cui ce ne saremmo dovuti sbarazzare in Spider-Man. Ma, per allora, attraverso la posta ordinaria, stavamo cominciando a ricevere pareri positivi una volta che il nuovo costume era stato mostrato.

Una volta visto, chiunque lo aveva amato, ma noi eravamo già sul punto di raccontare la storia di come Pete se ne sarebbe liberato. Che è il motivo per cui realizzammo quelle storie dove Black Cat ne realizzò una versione di stoffa, e lui continuava a cambiare continuamente tra la versione rossa e blue e quella nera, che alla fine si rivelò diventare Venom.

Ma sì alla fine fu un cambiamento davvero diverso, non fu un cambiamento cinico… molte persone pensano a ciò che facemmo allora, calandolo nel contesto di ciò che stava accadendo ai tempi… sapete era successa la stessa cosa a Superman, e ad un mucchio di altri personaggi.

In quel periodo si cambiava il loro aspetto di continuo, ma questa era la prima volta in cui qualcosa del genere veniva tentata su un personaggio mainstream. E quasi tutti ne erano terrorizzati, fino a quando non si dimostrò di essere un successo. Perché se così non fosse stato, non sarebbe stato qualcosa a cui vorresti essere correlato. Quindi sono molto sollevato che si sia rivelato un bel colpo, alla fine.

cover Secret Wars #8
Marvel: Secret Wars #8 © dei rispettivi proprietari
Le immagini sono utilizzate solo a fini divulgativi

TFS: Pensi che le compagnie di giocattoli che producevano le action figure, abbiano avuto una qualche influenza nel decidere di cambiare il costume o che ci sia una decisione di marketing per avere più action figure ogni volta che si modifica un costume?

RF: Penso che questo sia ciò che è diventata la norma oggi. Nei film, in modo particolare, si modificano i costumi in ogni film, così che si possano produrre nuove action figure, quindi sì, assolutamente.

E anche ai tempi, penso che Jim Shooter stesse pensando, in prospettiva, che se uno degli avvenimenti che accadono in Secret Wars ti portano ad avere Spider-Man con un nuovo costume, puoi avere due action figure invece di una. Ma adesso è diventato qualcosa che ognuno considera più cinicamente.

E a qualsiasi modifica significativa, come la morte di un personaggio, o il suo ritorno o un cambio drastico di costume o persino un cambio di poteri come avevamo fatto su Superman, dove al pubblico si annuncia “Oh, questo è davvero epocale e non si tornerà più indietro” nessuno è più disposto a credere, perché si è stati ingannati tante volte.

tavola originale di Ron Frenz_Amazing Spider-man

FM: Perfetto. Mario facciamo anche un’altra domanda riguardo un altro personaggio co-creato insieme a Tom De Falco e a Sal Buscema.

TFS: Ron, tu hai avuto la possibilità di lavorare ad un altro personaggio della famiglia di Spider-Man, che è Mayday Parker. Puoi raccontarci qualcosa della creazione di quel character così particolare?

RF: Certo. È tutta colpa di Tom. Per tutto il tempo si arrovellava su questa idea con cui voleva sbizzarrirsi per anni.

Perché stava lavorando sulle testate di Spider-Man senza di me, sfortunatamente, nelle storie in cui la bambina fu concepita e la gravidanza fu portata avanti. Immaginava cosa sarebbe potuto accadere se fosse nata serenamente e tutto fosse andato avanti normalmente.

Aveva questa storia che voleva raccontare, quindi fortunatamente venne da me e chiese se fossi interessato a lavorare con lui in questo episodio unico di What If.

cover What If? #105_Spider-Girl
Spider-Girl © dei rispettivi proprietari
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Pensavo fosse molto divertente e poi, lavorerei con Tom su qualsiasi cosa. È un piacere lavorare con lui e, anche se aveva già un’idea generale della storia, anche stavolta mi tirò a bordo nell’essere aiutato con il soggetto e decidemmo sin dall’inizio che l’episodio dovesse essere letto come se fosse il pilot di una nuova serie, perché era l’unico modo per creare qualcosa del genere.

Se vuoi creare un personaggio di cui vuoi raccontare per sempre le sue storie, devi essere sicuro che il personaggio abbia delle forti motivazioni, e un cast di co-protagonisti che ti aiuti ad approfondirlo meglio. Tom ed io abbiamo avuto lunghe discussioni fino a quando siamo venuti a capo del fatto che Mayday era una combinazione di Mary Jane e Pete, del suo essere così popolare, dell’essere amica sia dei geek, sia dei fanatici dello sport, del suo sentirsi sempre divisa tra i due aspetti, come se dovesse essere costretta a sceglierne solo uno dei due.

Ma è solo quando scopre il suo reale lascito, quando scopre che Peter Parker era Spider-Man, che per la prima volta come Spider-Girl sta usando contemporaneamente la sua fisicità e la sua intelligenza. Ed è per lei una sensazione meravigliosa, sentirsi infine completa.

Quando abbiamo introdotto tutti questi aspetti, e finalmente trovato lo spunto iniziale, solo allora abbiamo capito che avevamo qualcosa di speciale.

E ciò che ha rappresentato per noi, almeno per come lo abbiamo immaginato, è stato… sapete, quando abbiamo lasciato Spider-Man negli ’80, la testata fu chiusa. Era come se lo spettacolo fosse stato cancellato, nessuno stesse raccontando le storie di Spider-Man e dopo tutti quegli anni, noi avessimo riunito il cast, avessimo riportato indietro gli attori e stessimo raccontando cosa fosse successo negli ultimi 16 anni.

È stato molto divertente per noi, dal momento che amiamo moltissimo i personaggi, e penso che abbiamo avuto successo nel raccontare questa storia proprio per merito del nostro amore verso loro. Penso che abbiamo raccontato una storia di cui i lettori avrebbero voluto vedere ulteriori sviluppi.

E penso che non si possa fare meglio di così. Voglio dire… come creatore di personaggio, non puoi ottenere risultato migliore delle persone che ti chiedono “Dammene ancora”. È la cosa migliore al mondo. Penso sia un personaggio straordinario. Amo lavorarci ogni volta, ogni volta che ci viene chiesto.

Penso che sia un personaggio, nonostante Tom De Falco sia in pensione, insieme ai personaggi che lui ha co-creato, che potrebbero tirarlo fuori dalla sua pensione. Penso che anche Thunderstrike potrebbe riuscirci… sapete tutti quei personaggi che lui ha co-creato e per cui nutre un vero amore. Penso che lo si potrebbe persuadere a ritornare all’opera con qualcuno di questi personaggi. L’amore che nutrivamo per quel personaggio è palpabile nelle sue pagine e le persone hanno reagito molto bene a questo aspetto.

prima pagina di "Hero" da The Mighty Thor
Thor © dei rispettivi proprietari
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FM: Benissimo. A proposito di Thor – Thunderstrike, ritorniamo alle domande che ci vengono proposte dal pubblico. Questa volta è quella di Michael Lanocki che ci chiede “I tuoi personaggi legati al mondo di Thor, hanno una forte possenza, un’importante massa muscolare. Cosa li diversifica dagli altri personaggi che hai creato?”

RF: Si è trattato di una transizione. Davvero di una nuova realtà da affrontare, sia che me lo aspettassi o meno, non ricordo bene a quel tempo.

Perché Spider-Man era un personaggio molto particolare, specie se guardi il modo in cui Steve Ditko raccontava le sue storie. Lui realizzava tavole da nove vignette. Ed è un modo molto intimista di raccontare le cose, un approccio molto umano. È un po’ come dover passare da una rappresentazione molto intimista o da una serie televisiva a un film ad alto budget.

Perché quando passi a Thor, passi al grande schermo, ad un budget maggiore, molta più azione e ciò che mi aiutò ad adeguarmi fu la stessa cosa che aiutò Tom De Falco ad adeguarsi. Questo perché, all’inizio non stavamo cercando di realizzare Thor.

Speravamo di lavorare su Daredevil, ai tempi in cui Ralph Macchio ne era l’editor. Tom capì che avrebbe avuto bisogno di un nuovo team su Daredevil, quindi gli disse “Sai, io e Ron vorremmo realizzare Daredevil”, ma, nel frattempo, lui ci chiese di realizzare due episodi riempitivi di Thor, quello legato a Secret Wars e la storia del Thor del futuro. Cosa che facemmo.

Dopo averli completati, pensammo “Forse adesso possiamo cominciare a lavorare su Daredevil” ma lui ci disse “Effettivamente mi piacerebbe che voi lavoraste su Thor, per me”. Tom non si sentiva in grado di lavorare su Thor, non pensava di poter realizzare qualcosa di cosmico: gli piacciono di più i personaggi urbani, come Ben Grimm, la Cosa dei Fantastici Quattro e Spider-Man e via dicendo.

Quindi decise che se proprio avesse dovuto realizzare qualcosa di cosmico, se proprio avesse dovuto realizzare Thor, si sarebbe dovuto catapultare direttamente nel vivo e realizzammo quindi la storia dei Celestiali, come principio della nostra run. E questo approccio funzionò anche per me, così come aveva già fatto con Tom, poiché si realizzò subito che dovevi raccontare Thor in maniera diversa da come eravamo abituati a raccontare Spider-Man.

Avevi bisogno di vignette più grandi, molta più azione e, sì, tutti i personaggi dovevano diventare dall’aspetto divino, invece di essere incredibilmente umani. Dovevi renderli divini e dovevano essere fatte molte correzioni per rendere i personaggi più imponenti. Detesto fornire spunti alle persone per criticare il mio operato… ma se guardi alle prime storie di Thor realizzate, talvolta le teste dei personaggi, sono davvero minuscole rispetto ai loro corpi, perché mi concentravo così tanto nel cercare di rendere più massicci i personaggi e più grandi e più muscolosi di Spider-Man, che perdevo la bussola e le teste sembravano davvero piccole, su corpi giganteschi, fino a quando non le dovevo correggere a loro volta.

Tavola di THOR Thunderstrike disegnata da Ron frenz

L’aspetto interessante è che Patrick Oliffe, che è uno straordinario illustratore con cui condividevamo lo studio, passò dal realizzare “Untold tales of Spider-Man”, su alcune storie di “Thor” per noi. E si ritrovò nella stessa transizione. Ritrovandosi anche lui con queste teste minuscole.

Se non fosse che io mi trovavo nello stesso studio e ce ne accorgemmo subito e quindi il suo periodo durò di meno. Ma sì, c’è questo strano doversi adeguare tra l’intimismo e l’umanità di una storia di Spider-Man e la grandezza e l’epicità ad alto budget di una storia di Thor. Sì, c’è definitivamente una differenza e devi passare una transizione di cui essere cosciente.

Quindi la domanda è sensazionale, perché non molte persone si rendono conto di questo.

cover Thunfder Strike #1
Thor: Thunderstrike © dei rispettivi proprietari
Le immagini sono utilizzate solo a fini divulgativi

FM: Ron tu sei stato il protagonista del rilancio del fumetto in Italia. Il tuo Uomo Ragno, segna la Silver Age italiana. Pubblicato dalla Star Comics, lo ricordiamo con tanto affetto e con tanto, veramente, amore quel tuo Uomo Ragno, così si dice in Italia.

copertina Uomo Ragno n.60, nov. 1990 (ed. Star Comics)
L’Uomo Ragno #60 Edizioni Star Comics © dei rispettivi proprietari
Le immagini sono utilizzate solo a fini divulgativi

F.M.: Facciamo una domanda un po’ tecnica. Com’è cambiato il modo di far fumetto, dal punto di vista tecnico, rispetto agli anni ’80? Ovviamente sappiamo che siamo passati dal manuale al digitale.

RF: Io non uso il digitale. Ho 61 anni. Quando ho cominciato a lavorare è stato per lo stesso motivo che mi ha portato a farlo 30 anni fa, ed era essere uno degli ultimi baluardi in grado di disegnare con solo una matita e un foglio di carta bianco e di creare qualcosa in quel modo. Ed è uno dei motivi per cui amo tutto questo così tanto.

I computer stavano già cominciando ad essere usati, proprio mentre io ero appena uscito dalla scuola d’arte. Ma ciò che amavo maggiormente era disegnare a matita e il poter collaborare con tutte queste altre persone che avrebbero seguito la colorazione, l’inchiostratura, la pubblicazione e tutti gli altri aspetti.

Quindi sono più un disegnatore vecchia scuola. Conosco persone che usano il digitale e la cosa migliore è che lo usano come se fosse un nuovo strumento, ovvero riversano il loro talento e la loro creatività, perché il talento e la creatività devono continuare a sussistere, e il computer diventa esclusivamente un ulteriore strumento per raggiungere la tua illustrazione definitiva. Ma, per quel che mi riguarda, il massimo che faccio è realizzare scansioni del mio lavoro ed inviarle.

Gli inchiostratori oggi, spesso, lavorano su scansioni. Li riproducono come se fossero state realizzate con una matita blu, una matita che non viene riprodotta in fase di stampa, e lavorano su queste riproduzioni. Quindi ho realizzato alcuni lavori dove mi sono limitato alle matite, perché la sola cosa di cui avevano bisogno erano le scansioni. E persino questo è abbastanza bizzaro per me.

Ho lavorato con Sal Buscema fino alla chiusura di Spider-Girl e anche nel lavoro che abbiamo svolto per Sit Comics. Nel lavorare con Sal, continuavo ad inviargli le tavole attraverso il corriere e lui inchiostrava direttamente le matite e così via. Si continuava a lavorare in modo tradizionale e non abbiamo mai avuto alcun problema con nessun editore per il non volere cambiare questo modo.

Tuttavia, potrebbe accadere. E, se accadrà, la affronterà al mio meglio, come un uomo di 61 anni. Ma, fin qui, sono solo io, una matita e un foglio di carta bianco.

TFS: Lo apprezzo perché, alla fine, quando disegni, hai le tue vignette, le tue tavole, puoi tornarci, vederle invecchiare, vedere la tua storia. Diversamente è solo un file nel tuo PC, qualcosa di più asettico.

RF: Oh, ma va bene lavorare con i computer e questi NFTs probabilmente cambieranno anche questa forma d’arte. Ma l’assenza totale di una tavola originale, di una tavola fisica, è un peccato. Non solo per il mercato dei collezionisti, ma anche perché non esiste nel mondo reale, se non sotto forma di stampa.

È abbastanza strano: ho letto qualcosa su questi NFTs e non ne sono completamente sicuro. Li concepisco, da un punto di vista concettuale, ma non sono sicuro di volerci avere a che fare. Voglio dire… mi son sentito male quando abbiamo cominciato ad occuparci del lettering usando il computer, perché ho sempre amato vedere le tavole con il lettering già disposto su esse.

Quindi, ogni volta che hai una tavola originale hai la scena tratta dal fumetto in cui è tratta, con il lettering e i personaggi che interagiscono tra di loro e i dialoghi e via dicendo. È stata una graduale conversione a questo periodo dove non esistono più gli originali e per me è davvero stravagante.

FM: Benissimo Ron. Apprezziamo tantissimo gli schizzi che pubblichi sempre sulla tua pagina Facebook, sono veramente meravigliosi.

Il tempo a nostra disposizione per oggi termina qui, Ron, noi ti ringraziamo per le tue risposte, per la tua disponibilità, da parte di Comics Reporter, FumettoMania e The Flywas Show per oggi è tutto.

Grazie e alla prossima. Ciao Ron

RF: Grazie molte a voi.

matite della vignetta di Blue Baron #1
The Heroes Union © dei rispettivi proprietari
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TFS: Grazie mille. È stato un piacere avere a disposizione del tempo per poterti parlare. Ci piacciono molto i tuoi schizzi che pubblichi nella tua pagina Facebook. Ribadiamo che è stato un piacere passare del tempo con te e ti ringraziamo nuovamente.

RF: Grazie molte a voi. Lo apprezzo davvero. E non dimenticate la mia prossima uscita questa estate per la Sit Comics (nuova serie dal titoli The Heroes Union, NdR), anche se non conosco ancora i dettagli della distribuzione, ma restate informati consultando la mia pagina Facebook. E fatemi sapere cosa ne pensate.
(Nota Extra: Da giugno, l’editore Sbam! Comics ha iniziato un albo dedicato proprio a Blue Baron, disegnato da Ron Frenz, che abbiamo recensito il 22 giugno vi rimandiamo a quello recensione, NdR)

TFS: Lo faremo assolutamente.

FM: Grazie, ciao.

IL VIDEO DELL’INTERVISTA a RON FRENZ

In inglese con i sottotitoli in italiano, francese, spagnolo, portoghese, giapponese.

Nel caso non appaia l’anteprima del video, ecco il link da digitare e/o cliccare per vederlo sul canale YouTube di Comics Reporter:

https://youtu.be/KdnzmIQDBF0

BIOGRAFIA DI RON FRENZ

Ron Frenz

Ronald Wade Frenz è un disegnatore di fumetti noto per il suo lavoro per la Marvel Comics. È famoso per il suo lavoro in The Amazing Spider-Man negli anni ’80 e in seguito per il suo lavoro con Spider-Girl, che ha co-creato con lo scrittore Tom DeFalco. Frenz e DeFalco avevano già co-creato i New Warriors nelle pagine di The Mighty Thor.

Frenz ha iniziato a lavorare alla Marvel nei primi anni ’80. I suoi primi lavori includevano titoli come Ka-Zar the Savage, Star Wars, The Further Adventures of Indiana Jones e Marvel Saga. Il suo primo lavoro accreditato per la Marvel è stato pubblicato in Ka-Zar The Savage vol.1 # 16.

Frenz ha storicamente lavorato su serie di fumetti in cui i personaggi non avevano i loro costumi o identità originali. Spiderman indossava il suo costume nero, Thor assunse una nuova identità e aspetto segreti, e Superman cambiò il suo costume e i suoi poteri mentre Frenz era il fumettista regolare per i suoi titoli.

Frenz è diventato il fumettista regolare per The Amazing Spider-Man nel 1984 e le storie che ha disegnato includono “The Kid Who Collects Spider-Man” in The Amazing Spider-Man Vol.1 # 248 e la prima apparizione del vestito nero di Spiderman in The Amazing Spider-Man Vol. 1 # 252.

Tra i nuovi personaggi introdotti durante il loro mandato nella serie c’erano il Puma in The Amazing Spider-Man Vol. 1 # 256 e Marta Silver in The Amazing Spider-Man Vol. 1 # 265. Frenz e DeFalco hanno rivelato che il “vestito nero” era una creatura aliena in The Amazing Spider-Man Vol.1 # 258. Frenz ha anche disegnato The Amazing Spider-Man Annual # 18 (1984), una storia scritta da Stan Lee che raccontava il matrimonio di due personaggi secondari di Spider-Man, J. Jonah Jameson e Marla Madison. Frenz era inizialmente entrato nella serie come sostituto temporaneo di John Romita Jr., ma è rimasto quando è diventato chiaro che era una buona squadra con lo scrittore, DeFalco.

prima pagina di Amazing Spider-man #248
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Jim Owsley, editore dei titoli di Spiderman all’epoca, ha affermato che “Frenz era un appassionato di Spiderman, al limite del fanatismo”. Nel 1986, Frenz e DeFalco lasciarono The Amazing Spider-Man per ordine di Owsley. Gli autori sono diventati il ​​team creativo di The Mighty Thor nel 1987 e hanno caratterizzato Eric Masterson in The Mighty Thor Vol. 1 # 391 (maggio 1988). Eric Masterson sarebbe poi diventato il supereroe noto come Thunderstrike, che ha recitato nella sua serie nel 1993, con Frenz e DeFalco.

Nel 1995, Frenz si trasferì alla DC Comics e divenne il fumettista di Superman. L’anno successivo, è stato uno dei tanti autori che hanno collaborato a Superman: The Wedding Album, in cui il personaggio ha sposato Lois Lane. Superman ha acquisito una nuova tuta e nuovi superpoteri in Superman vol. 2 n. 123 (maggio 1997). Frenz ha disegnato parte dello speciale Superman Red / Superman Blue, che ha iniziato la storia con lo stesso nome, che si è svolta nei vari titoli di Superman.

Frenz è tornato alla Marvel con la serie limitata Spider-Man: Hobgoblin Lives nel 1997. DeFalco e Frenz si sono riuniti per presentare Spidergirl in What If Vol. 2 # 105. Spider-Girl iniziò come una serie regolare nell’ottobre 1998 e continuò fino a Spider-Girl vol.1 # 100 (settembre 2006).

Il dicembre successivo è apparsa una nuova serie intitolata The Amazing Spider-Girl. Altre collaborazioni di Frenz e DeFalco includono la serie di breve durata A-Next. Frenz ha illustrato “Questo è successo a me” nella rivista Outdoor Life.

Ha anche lavorato come redattore per la rivista Charlton Spotlight.

Il 4 giugno 2009, Frenz ha ricevuto il Nemo Award for Excellence in the Cartoon Arts.

Tra i suoi ultimi lavori da ricordare la serie The Blue Baron, scritto da Daryn Henry e inchiostrato dal collega Sal Buscema, pubblicato in Italia dalla Sbam! Comics. https://sbamcomics.it/

A fine agosto 2021, in contemporanea con la nostra intervista, esce negli Stati Uniti la serie spin-off The Heroes Union, questa volta scritta da Roger Stern

Copertina di The Blue Baron #1 Edito da Sbam! Comics
The Blue Baron #1 Edito da Sbam! Comics https://sbamcomics.it/ © dei rispettivi proprietari
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LE ALTRE “QUATTRO CHIACCHIERE” di FILIPPO

ANNO 2021

Quindicesima intervista: DAN JURGENS (2021-08-03) – https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-dan-jurgens-volevamo-raccontare-una-storia-di-superman/

Quattordicesima intervista: CARMINE DI GIANDOMENICO https://www.fumettomaniafactory.net/mi-piace-molto-miscelare-il-vecchio-ed-il-nuovo-intervista-a-carmine-di-giandomenico/

Tredicesima intervista: MARK TEXEIRA https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-mark-texeira-non-ho-bisogno-di-essere-legato-a-nessun-personaggio-dei-fumetti/

Dodicesima intervista: MARK CHIARELLOhttps://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-mark-chiarello-le-persone-non-si-rendono-conto-di-quanto-sia-difficile-disegnare-fumetti/

Undicesima intervista: KLAUS JANSON https://www.fumettomaniafactory.net/ho-sempre-pensato-che-realizzare-un-buon-fumetto-sia-molto-difficile-intervista-a-klaus-janson/

Decima intervista: KELLEY JONEShttps://www.fumettomaniafactory.net/kelley-jones-ci-racconta-il-suo-affettuoso-ricordo-del-maestro-bernie-wrightson/

Nona intervista: DANNY FINGEROTHhttps://www.fumettomaniafactory.net/la-marvel-potrebbe-essere-un-posto-grandioso-in-cui-lavorare-ma-anche-un-posto-in-cui-e-terribile-lavorare-intervista-a-danny-fingeroth/

Ottava intervista: LARRY HAMAhttps://www.fumettomaniafactory.net/disegnatore-scrittore-musicista-artista-marziale-veterano-e-attore-intervista-a-larry-hama/

Settima intervista: BILL SIENKIEWICZhttps://www.fumettomaniafactory.net/bill-sienkiewicz-amo-tutti-i-fans-italiani-e-tutte-le-opere-che-provengono-dallitalia/

Sesta intervista: GIUSEPPE CAMUNCOLIhttps://www.fumettomaniafactory.net/giuseppe-camuncoli-il-segno-progredisce-anche-senza-che-un-autore-lo-controlli/

Quinta intervista: JIM VALENTINO https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-jim-valentino/

Quarta intervista: KEVIN VANOHOOK https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-kevin-vanhook-co-creatore-di-bloodshot-valiant-comics/

Terza intervista: BART SEARS https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-bart-sears/

Seconda intervista: DAVE McKEAN – https://www.fumettomaniafactory.net/italia-il-mio-posto-preferito-dave-mckean/

Prima intervista: JAMIE DELANOhttps://www.fumettomaniafactory.net/con-i-personaggi-che-davvero-ti-interessano-ce-qualcosa-di-te-in-loro-sicuramente-intervista-a-jamie-delano/

ANNO 2020

Ventunesima intervista CHRIS CLAREMONT – https://www.fumettomaniafactory.net/chris-claremont-non-ho-ancora-finito-intervista-di-filippo-marzo-e-fabio-butera/

Ventesima intervista TOM DeFALCOhttps://www.fumettomaniafactory.net/con-tom-defalco-torniamo-a-chiacchierare-della-marvel-degli-anni-80/

Diciannovesima intervista KEVIN EASTMAN – https://www.fumettomaniafactory.net/mi-piacciono-molto-i-periodi-della-storia-dellarte-kevin-eastman-lintervista/

Diciottesima Intervista BOB LAYTON https://www.fumettomaniafactory.net/siamo-ununica-famiglia-nel-mondo-della-fantascienza-e-dei-fumetti-intervista-a-bob-layton/

Diciasettesima intervista JM DeMATTEIShttps://www.fumettomaniafactory.net/justice-league-tantissimo-divertimento-a-volte-non-sembrava-neanche-di-lavorare-4-chiacchiere-con-jm-dematteis/

Sedicesima Intervista GEOF DARROWhttps://www.fumettomaniafactory.net/gli-italiani-hanno-un-grande-senso-dellumorismo-intervista-a-geof-darrow/

Le altre interviste le trovate accedendo alla stanza-pagina
QUATTRO CHIACCHIERE DI FILIPPO CON….

https://www.fumettomaniafactory.net/contenuti-extra-dal-2012-in-poi/le-interviste-di-filippo-marzo/

BIOGRAFIA DI FILIPPO MARZO

Filippo Marzo nasce nel 1975, grande appassionato fin da piccolo di cartoni animati e fumetti, da Topolino a Sturmtruppen fino a Beetle Bailey. Crescendo i suoi gusti si spostano verso i super eroi e il connubio durerà per moltissimi anni.

Collaboratore con fanzine locali, diverse fan page e siti con contenuti cinematografici, visto che il cinema è un’altra sua passione. Piccolo collezionista di opere originali  è curatore di due mostre di sketchbook di disegnatori di comics negli anni ’90, sposta ancora una volta i suoi interessi verso il fumetto maturo e dai contenuti artistici sopraffini, con un occhio di riguardo alle case editrici indipendenti, come Eclipse, Tundra, Fantagraphics e Dark Horse.

Fan delle opere di Bill Sienkiewicz, Mike Mignola e John Byrne.

Da  qualche anno reporter e corrispondente dall’estero per quanto riguarda Comic Convention che hanno luogo in Messico e negli Stati Uniti.

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