Secondo articolo estratto dal n. 7 della fanzine fumettomania, il cui direttore responsabile era il nostro grande amico Luca Boschi.
Vista la qualità degli articoli presenteremo gli articoli singolarmente, a meno di articoli che siano accumunati da argomenti simili.
Oggi possiamo leggerci un’intervista a Rinaldo Traini, che dal 1994 al 2000 fu il patron di EXPOCARTOON a Roma, dopo essere stato per tanti anni il Patron del Salone Internazionale del Fumetto a Lucca. Un’intervista che difficilmente oggi un editore rilascerebbe, perché “si gioca molto a a carte coperte”, mentre con Rinaldo si “giocava a carte scoperte” , leggetevi la risposta alla settimana domanda e comprenderete meglio cosa voglio dire.
La seconda intervista, invece, è al ricercatore Etnografico Roberto Roda, del Comune di Ferrara, che ci parlò di progetti nelle Scuole, perché già nel 1995-96 gli studenti e le Scuole erano uno degli obiettivi dei nostrI progetti.
Si ringrazia il socio Domenico Alesci per aver sistemato le scansioni dei testi di questi articoli.
Buona lettura
Mario Benenati, responsabile del sito Fumettomania Factory Magazine
Il sommario del n. 7 era questo
- Mr. Punch , Il nuovo capolavoro di Neil Gaiman e Dave McKean presentato in anteprima. – pag. 2
- Expo Cartoon, presente e futuro – pag. 4
- Il fumetto italiano made in Phoenix – pag. 6
- Death of Groo – pag. 6
- Cosa c’è di nuovo in USA – pag. 7
- Fred in Italia – pag. 8
- Moliterni e la Bande Dessinée – pag.9
- General Press – pag. 10
- Viaggio nella psichedelica – pag. 14
- English Comics – pag. 12
- Un maestro del fumetto italiano – pag. 14
- Nathan Never e Martin Mystère – pag. 15
- Il fumetto a scuola – pag. 16
- Sulle tracce di Fumettomania: Il fumetto a Scuola. – pag 16
- Al di là delle Alpi – pag. 17
- Esordienti in vetrina – pag. 18
EXPOCARTOON: Presente e futuro
Intervista a Rinaldo Traini
di Mario Benenati (dicembre 95 – febbraio 1996)
Ritornare a Roma significa anche incrociare il Patron della manifestazione, che conosciamo dal 1990, cioé Rinaldo Traini, personaggio contestato nel corso del ’95 ma da rispettare per tutta promozione che riesce ad incanalare sul media fumetto.
Benenati Mario: Ci incontriamo dopo tre anni, allora eravamo a Lucca e, mi ricordo lei era molto scontento dell’amministrazione lucchese. Dopo una serie di situazioni che si sono innescate e che l’hanno fatta allontanare da Lucca…
Rinaldo Traini: Non è che hanno scatenato, è che quanto io ho ritenuto di essere fuori posto…
B.M.: Ricordo alcuni di quei discorsi…
R.T.: Ti devo dire che ho avuto un buon intuito, perché mi sarei sentito ancora più fuori posto se fossimo andati avanti.
B.M.: Andiamo avanti allora, per arrivare all’Expo: ho visto una buona disposizione degli stand, qualcuno dice che ce n’è qualcuno in meno, tutti sono concordi sul costo più elevato rispetto a quelli esistenti a Lucca, durante la sua gestione.
La situazione di questa manifestazione è veramente tale tanto da essere davvero l’ultima edizione, come dice qualche maligno? Lei stesso diceva ieri che questa edizione avuto tante complicazioni.
R.T.: Le difficoltà ci sono: mettere insieme un baraccone del genere costa settecento milioni, e i settecento milioni bisogna andarseli a trovare pezzettino per pezzettino. Però guardando i risultati, intanto abbiamo raggiunto la punta massima di vendita di stand che sono 250, gli spettatori ieri sera hanno raggiunto i 39000 (sabato sera, ndr) ci avviciniamo, per superarlo il record di maggio ’95 e speriamo di battere quello di novembre ’94 che fu di cinquantuno mila, vedremo oggi.
In questo momento ho grossi problemi organizzativi all’entrata, ciò vuol dire che ci sono tante persone che aspettano di entrare. Abbiamo dovuto organizzare una serie di transennate per convogliare il pubblico ed i botteghini da tre li abbiamo portati a sei. Se poi parliamo della crisi del settore, è una crisi che esiste però non e che la crisi del settore editoriale può coinvolgere una iniziativa come questa che ormai, per fortuna si snoda in tutta una serie di altri settori limitrofi al fumetto che sono forse anche più ricchi del fumetto.
Io spero che nella prossima edizione di maggio si realizzi un incremento ulteriore, e la punta massima dovremmo farla a novembre del ’96 quando realizzeremo il famoso salone, che è il Ventesimo Salone e smentiremo anche le chiacchiere, le bugie di tanti che fingono di far credere che il salone non sia qui, sia chissà dove.
In quell’occasione, con una forte presenza internazionale noi immaginiamo un record di pubblico e avremo problemi di aree. Avevamo sempre immaginato che l’area della Fiera di Roma fosse più che sufficiente, in realtà sta diventando perfino questa insufficiente. (ed è stato proprio così, visto che siamo stati presenti a quell’edizione del 1996, NdR)
B.M.: Per quanto riguarda le prossime manifestazioni lei ha parlato di maggio e di novembre, non son un pò troppo dispersive due appuntamenti all’anno?
R.T.: Per fare i cattivi, intanto piacerebbe ad altre manifestazioni che noi ne facessimo una sola. Invece noi le manifestazioni ne facciamo due per una ragione di natura fisiologica, le novità nel settore dei fumetti si annunciano due volte appunto a maggio, in primavera, e a novembre. Poi c’è una ragione di natura strutturale, noi abbiamo una Segreteria organizzata per 365 giorni all’anno che ha un suo costo, sia finanziario, sia professionale, questa struttura deve lavorare per due manifestazioni non per una, ecco spiegato l’arcano, anzi ti dirò di più che la struttura organizzativa è tale che forse ne dovrebbe fare tre.
Noi abbiamo uno staff permanente che lavora dalla segreteria all’ufficio stampa, ecc. che non possiamo sciogliere il giorno dopo, un personale qualificatissimo che conosce perfettamente chi sono gli espositori.
B.M.: Il prossimo anno lei spera di invitare 32 paesi…
R.T.: Perché nelle edizioni passate abbiamo raggiunto i 32 paesi partecipanti, essendo a Roma speriamo di fare di più. Vedremo.
B.M.: Moliterni mi diceva una cosa che mi ha stranizzato: in Francia non si sapeva di Expo Cartoon, essendo l’Italia il paese ospite della manifestazione tenutasi a gennaio ad Angoulême, possibile che la COMIC ART non abbia mandato niente li?
R.T.: Ci abbiamo messo trent’anni per far conoscere il Salone e far sapere che a Lucca si svolgeva un Salone; è impensabile che nell’arco di un anno e mezzo noi riusciamo ad avere un titolo internazionale, questa cosa si acquisirà volta per volta, ed anche facendo una giusta promozione di Expo cartoon quest’anno ad Angoulême, per esempio.
Significa mettersi in mano qualche decina di milioni, mandare una troupe di persone con stand, materiale promozionale per far sapere dell’esistenza di questa nostra manifestazione, questo è solo un intervento di facciata, poi noi otterremo questa rinnovata fama solo quando gli autori francesi o gli operatori culturali francesi, venendo in Italia si accorgeranno che questa è una grande manifestazione internazionale.
Fred ieri mi diceva “io tornerò in Francia e farò sapere a tutti che questa è la più importante manifestazione del mondo”. C’è da dire inoltre che Expo Cartoon da fastidio, come prima dava fastidio il Salone a Lucca, perché a differenza di altre manifestazioni è gestita da professionisti del settore che hanno interessi specifici, di natura culturale, professionale, finanziaria, altri non hanno questi interessi e di conseguenza c’è verso chi opera all’interno del settore una sorta di invidia, errata ma c’è.
B.M.: Cambiamo discorso e parliamo dell’editore COMIC ART che ha chiuso qualche testata. Cosa è successo?
R.T.: No, abbiamo chiuso parecchia tesiate, abbiamo dovuto prendere atto che il settore del fumetto in edicola sta subendo un autentico smottamento. La crisi colpisce tutta l’editoria, i fumetti in particolare, noi ci siamo fatti un pò i conti e ci siamo ricordati che avevamo due settori, uno quello tradizionale, quello amatoriale, alternativo con i nostri soci del club, e quello delle edicole.
Abbiamo visto che quello delle edicole ci dava grossi problemi perché non coprivano neanche le spese anzi perdevamo parecchi soldi mentre l’altro ci seguitava a dare soddisfazioni e ci impegnava a fondo positivo. Abbiamo visto che quello delle edicole ci dava grossi problemi perché non coprivamo neanche le spese anzi perdevamo parecchi soldi, mentre l’altro ci seguitava a dare soddisfazioni e ci impegnava a fondo positivo.
Abbiamo, dunque, deciso di ridurre al minimo l’attività in edicola e potenziare quella del settore amatoriale e del fumetto di qualità. Va fatta anche un’altra riflessione: un albetto da 2500 lire tirato per 50.000 copie ha poco udienza presso il pubblico, mentre un buon libro, quello orizzontale di Corrado Mastantuono di contenuto umoristico, per esempio, che si riallaccia ai classici volumetti americani dedicati all’umorismo mi sembra che vada bene. Probabilmente questa è la strada da battere.
Poi, se in prospettiva il governo si deciderà a prendere provvedimenti per far che la stampa e l’informazione arrivino al pubblico senza la strozzatura delle edicole e della diffusione come è concepita oggi, tanto meglio.
Noi ci facciamo promotori di una serie di interventi presso le rappresentanze di tutti i partiti chiedendo intanto degli interventi di tipo fiscale a favore dell’editoria con l’eliminazione per esempio dell’IVA, poi un intervento per decidere una volta per tutte se i prodotti che non sono editoriali possano essere venduti in edicola usufruendo tra l’altro della iva agevolata arrivando all’assurdo con la cassetta che nei negozi dovrebbe essere venduta al 19% di iva in realtà in edicola viene venduta al 4%, e proprio una vera e propria evasione fiscale e poi per decidere una volta per tutta se i giornalai sono tali o sono un’altra cosa.
Se sono dei gestori di bazar prendiamo atto però la legge 416 dice tutt’altra cosa.
L’Expo è una dimostrazione che i fumetti sono distribuiti male nelle edicole, con una buona campagna pubblicitaria, con una grossa risonanza di stampa si possono far venire decine di migliaia di giovani, la domanda è: ma perché queste di giovane non entrano in edicola a comprare? C’è qualche meccanismo che non funziona. Che ci sia una riforma o una ritirata strategica. Noi abbiamo fatto la nostra scelta era irritante consegnare 30.000/40.000 come darle al distributore e sapere che poi questa roba non veniva neanche distribuita.
B.M.: E la rivista Comic Art cosa diverrà…
R.T.: Diciamo che avere una vendita che supera le 15.000 copie permette di avere una rivista d’autore di aumentare la filiazione, avere tutta una serie di presenze che poi alla fine sono anche costose.
Noi abbiamo unito Comic Art ed Eternauta perché ormai la situazione era insostenibile, stavamo al di sotto di tutti i livelli di sopravvivenza, concentrando le due testate in una noi speriamo, economicamente ed anche come lavoro di redazione, di rilanciarla, i risultati non si sono fatti attendere. Abbiamo riguadagnato un duemila copie, merito anche dei personaggi bonelliani, in ogni caso il fumetto autore mondiale, risente della crisi economica, c’è meno produzione e fra l’altro di una grossa crisi di ispirazione; la grande stagione degli anni ’70 del fumetto d’autore in questo momento non c’è più.
B.M.: All’expo noi siamo in veste di fanzine, ma di fanzine qui in giro non ne ho visto, non è il caso di pensarlo uno spazio per le fanzine?
R.T.: Io ho sempre paura però della ghettizzazione, che la fanzine è un vero proprio centro, un circolo culturale spesse volte fatto da appassionati che portano avanti delle pubblicazioni di vario livello che quasi sempre hanno delle finalità critiche, di promozione, di indagine o di conoscenza del fumetto. Secondo me queste iniziative devono stare alla pari delle altre, io ho paura che fare l’angolino delle fanzine sembrerà fare una specie di ghetto.
M.B.: Io pensavo ad uno spazio all’interno di un padiglione, vicino per esempio ad un grosso editore, Bonelli per esempio, così chi viene attirato lì abbia anche la possibilità di scoprire e conosce le fanzine e simili, uno spazio dove incontrare anche con molta tranquillità l’autore di fumetti…
Io ho visto delle fanzine in giro, e forse che le fanzine non amino l’insediamento fisso, il fanzinaro vuole girare per la mostra e parlare con i vari autori, stare fermi significa limitare i propri contatti, io darei al fanzinaro il ruolo che ha.
Anche in questo caso dobbiamo vincere un battaglia, quando siamo usciti siamo stati un pò ostacolati, c’era la scommessa di giocare contro. Tutti pensavano che Roma non potesse ospitare una iniziativa di questo tipo e che manifestazioni come questa potevano stare solo in piccoli centri. Erano dei punti di vista rispettabilissimi, alcune volte interessati, altre volte astratti.
Questo era successo in tanti anni, i tentativi di fare nuove iniziative specialmente in grossi centri erano fallite. Gli uomini dei fumetti sono un pò timidi, hanno questa voglia di stare sempre appartati, di vivere una sorta di carboneria come per timore che il mondo circostante in qualche mondo li assimili o prenda coscienza di ciò che loro fanno, esiste anche questo noi invece siamo usciti all’aperto, sta funzionando, può funzionare anche per le fanzine.
M.B.: Dopo aver ringraziato il signor Traini gli diamo appuntamento per maggio 1996.
Progetto Scuola del comune di ferra
ovvero, SULLE TRACCE DI FUMETTOMANIA (1995-96)
di Mario Benenati

Avete idea di quanto ci voglia ad approvare un Bilancio comunale? Sicuramente molto tempo. TROPPO per portare nella nostra città tutti quei progetti discussi all’Expo di novembre e poi nella nostra sede. Uno di essi era l’incontro tra scuola e fumetto. Un’idea nata dalla chiacchierata con il ricercatore Etnografico Roberto Roda del Comune di Ferrara.
Per questo “Sulle tracce di Fumettomania” si presenta nell’insolita veste di intervista al ricercatore ferrarese. Siccome la perseveranza è il nostro forte, ed il tema scuola-fumetto rimane uno dei nostri progetti più ambiziosi (insieme alla mostra su Nathan Never, da realizzarsi entro quest’anno e ad un Corso di fumetti in uno dei centri sociali per i giovani di Barcellona P.G.), speriamo di farlo diventare realtà. Nonostante i tempi della burocrazia.
A Roma all’ultimo EXPO CARTOON (novembre 1995, NdR), abbiamo ammirato uno stand allestito con una storia a metà strada tra il fumetto e il fotoromanzo. Parlando con uno dei responsabili, abbiamo conosciuto una delle più interessanti proposte culturali degli ultimi anni, già abbondantemente collaudata ed in continua evoluzione.
Il Comune di Ferrara utilizza Martin Mystére quale testimonial di iniziative culturali, ora addirittura tenta il grande passo della creazione di un personaggio chiamato Tanit, che l’Ente locale sta creando per essere un promoter di qualsiasi tipo di manifestazione. Ne parleremo nel prossimo numero.
Benenati Mario: Ci vuole parlare del progetto scuola, da parte del Comune di Ferrara?
R.Roda: Il progetto scuola nasce in una collaborazione con la Sergio Bonelli Editore che ci ha concesso di scrivere sul personaggio di Martin Mystére. Un personaggio molto duttile che si presta a qualsiasi cosa: personaggio straordinario Martin. Il progetto è partito prima sotto forma di una iniziativa quasi di tipo turistico, però promossa dagli Enti pubblici, questa poi è stata trasformata in una mostra didattica, su di essa è stata poi, innestata una sperimentazione che è durata quattro anni in un programma di continuità didattica, cioè è iniziata alle Elementari e poi è proseguita alle Scuole Medie, con la stessa classe e con altre.
I risultati?
I risultati sono due albi come stampe, più una serie di mostre in cui i ragazzi hanno lavorato per produrre un fumetto come lo produce un professionista; cioé la logica non è quella che il fumetto e un linguaggio di sussidio didattico ma é un linguaggio, punto e basta. Si impara a fare il fumetto come si impara a parlare, a fare cinema, a fare altre cose.
La partenza e stata sempre l’Etnografia, la ricerca delle leggende e delle tradizioni locali.
Su queste leggende i ragazzi, prima insieme ovviamente agli insegnanti e all’animazione che facevamo noi, imparavano a capire perché quelle leggende erano in quel posto e da che cosa nascevano (perché la leggenda è sempre una forma mascherata di storia, per dirla brutalmente) poi passavano ad un piano narrativo, cioé prendere la varie leggende cercare di.concatenarle a qualcuno mettendosi nella logica di un Ente, di una persona che vuole fare promozione al proprio territorio e quindi costruivano una storia con il meccanismo “io inizio a raccontare, poi attacco, prosegui tu, prosegui il terzo, ecc.”, l’insegnante interviene quando la situazione finisce in un vicolo cieco, cioé quando il bambino non si accorge di una incongruenza e quindi lo si ferma.
Alla fine salta fuori un canovaccio che e a grandi linee il soggetto, questo va poi sgrossato, sempre attraverso i ragazzi, trasferito sotto forma di sceneggiatura e di campitura della tavola e poi disegnata, naturalmente con tutto lo studio dei personaggi: come nasce un personaggio, che caratteristiche deve avere, anche gli oggetti che lo circondano.
Queste logiche degli oggetti sono state guardate con lezioni apposite con i bambini in maniera che si rendessero conto della capacita linguistica anche dei singoli oggetti, del vestiario, di tutto. Fatta questa logica sono nati i personaggi, ed e stata realizzata questa storia. Prova del nove, vedere se questa storia che a noi sembra tanto bella e realmente una storia che funziona oppure una cazzata pazzesca. Prendiamo la storia e la mandiamo ad una grande disegnatore ed anche un grande sceneggiatore, Sergio Toppi.
Lui riceve la tavola e noi gli diciamo “se la storia ha un valore prova ad illustrarla Tu” dopo che l’abbiamo fatta noi, Sergio Toppi riceve i1 lavoro e realizza la storia lui sul soggetto dei ragazzi, facendogli vedere come la fantasia di un professionista possa arrivare, sulla base di quello che hanno scritto i ragazzi, a immaginare sempre situazioni nuove.
Processo successivo: superare la difficolta di riuscire a fare la seconda parte del progetto, la realizzazione grafica, coinvolgendo come nella prima fase tutto la classe. La seconda parte di realizzazione del disegno diventa infatti piuttosto negativa, perché non riesce a coinvolgere contemporaneamente tutti i ragazzi della classe, allora e più produttivo innestare la fotografia, piuttosto che il disegno, perché questo rimarrebbe limitato a quelle tre o quattro persone che sanno disegnare.
La fotografia permette questo, prima si fanno i disegni, gli schizzi per lo storyboard, poi i ragazzini si dividono, chi decide di fare l’attore, che decide di fare il truccatore, chi decide di fare il fotografo, lavorano tutti e si realizza lo stesso fumetto col fotoromanzo. Poi si fa la campitura della tavola.
In questo caso i ragazzi della scuola media erano quattro classi coinvolte e hanno realizzato quattro storie complete, che sono: una storia di tipo comico, una di tipo soprannaturale horror, una di tipo soprannaturale non horror, una storia di tipo giallo. Le storie funzionano, sono state raccolte in volume, con tutta la spiegazione didattica, sceneggiatura, ecc…
E l’altro prodotto, “Martin Mystére sui sentieri della paura”?
Quello non nasce dalla scuola ma per la scuola, anche se può essere letto come una qualsiasi storia di Martin Mystére, e una racconto di circa trenta tavole progettato per il cinquantesimo della Liberazione.
Abbiamo provato a vedere se é possibile fare uno strumento didattico da utilizzare per le scuole con un linguaggio non celebrativo, abbiamo preso Martin Mystére abbiamo immaginato che la spalla, in questo caso Robert Rotz (?), questo Antropologo amico di Martin vada da lui perché é stato incaricato di fare un prodotto non celebrativo sulla resistenza, cioé già spieghiamo le premesse teoriche già all’interno.
La storia e divisa per capitoli con una tecnica simile a quella del fotoromanzo, però un impaginazione a fumetto, i rumori da fumetto e i testi da fumetto non da fotoromanzo. La storia è quella di due ragazze, di cui una ebrea, di parte di madre che sono sfollate che poi hanno un percorso, non avventuroso, ma quello di tutti i giorni delle persone di quel periodo che ci rimettono le penne. La storia e anche articolata su due piani, cioé il testo è pensato per delle esercitazioni di tipo didattico che vengono aiutate con la mostra (quella di Expocartoon) montata facilmente in qualsiasi scuola.
FINE SECONDA PARTE
L’INTERO NUMERO SETTE DI FUMETTOMANIA

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NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2021
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