Dopo un mese molto denso di impegni (febbraio), ed in vista della conclusione dei due progetti sul territorio (fine aprile), abbiamo deciso di prenderci una breve pausa. Durante questi due mesi cercheremo di dedicarci, di nuovo, al trasferimento in digitale degli articoli tratti della nostra fanzine cartacea (1990-2012).
Siamo arrivati al n. 11, della nostra amata pubblicazione, che risale a dicembre 1998; con quel numero l’associazione iniziava un lungo percorso (l’idea di base era quella di dedicarsi a temi specifici), che durò fino al 2010. Con il n. 11 ci fu il ritorno ad una copertina vera e propria, le pagine passavano da 20 a 32, anche se la tiratura rimase invariata (cioè circa 350 copie).
Dopo l’intervista agli autori messinesi di The Funky, ed un articolo sulle varie autoproduzioni del 1997-98, tra cui spiccavano le produzioni the Bonerest (con l’esordio di Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli) e quelli della Factory, oggi si scrive della Bonelli editore.
La Bonelli in queste settimane ‘piange’, cosi come noi lettori, la scomparsa dell’immenso Alfredo Castelli e noi ne ricordiamo un momento importante, il 1998-99, che segnò un passo decisivo nell’evoluzione della casa editrice con un testo dell’amico barcellonese Salvatore Bucca, all’epoca vorace lettore di fumetti bonelliani, pubblicista e membro della redazione di un mensile di informazione, cultura e politica barcellonese.
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Il sommario del n. 11 è riportato di seguito
- 2 editoriale di mario benenati
- 3 The Funky: intervista agli autori e recensione
- 5 Un anno di Autoproduzioni
- 6 Zero Tollerance: gli ultimi capolavori Marvel
- 6 Chi è Batman?
- 8 Nuvole a Cremona:
chiacchierate con Stefano Ricci, Giovanna Anceschi, Massimiliano De Giovanni,- Otto Gabos, Vanna Vinci, Carlo Ambrosini e Claudio Chiaverotti
- 14 In principio era Tex (che stiamo pubblicando oggi)
- 16 Portfolio
- 18 Intervista a Stefano Benni e Impressioni sullo spettacolo ‘Sconcerto’
- 20 Sognando la realtà realizzando i sogni
- 21 Zograf, racconti di guerra
- 21 Spazio indipendenti
- 22 Recensioni:
- Tex e Martin Mystère
- 24 Recensioni Manga:
- Ushio e Tora; e Berserk
- 26 Voce alle fumetterie: Intervista ad Alex Bertani
- 28 L’indiscutibile Supremazia di Alan Moore
- Anticipazione: Jonathan Steel
- 31 Sulle tracce di fumettomania
- 31 Bilal e Ade Capone
IN PRINCIPIO ERA TEX
di Salvatore Bucca (ottobre 1998)
Chiuso il 1998 con le celebrazioni a Tex (quarant’anni del personaggio, NdR), abbiamo però dimenticato tutta una serie di altri traguardi che hanno riguardato la BONELLI. Se l’anno appena trascorso infatti sarà giustamente ricordato come l’anno del ranger di Gianluigi Bonelli, non può venire ignorata, come invece è stato fatto, l’evoluzione editoriale che proprio partendo da Tex e dal lontano 1948 ha segnato la casa editrice milanese.
1998 quindi come anno di svolta per la Bonelli, portatore di svariate iniziative editoriali che hanno caratterizzato come non mai la casa editrice. Tutta una serie di nuove testate, di iniziative collaterali a vecchi personaggi, che hanno. definitivamente tolto di mezzo il mito della Bonelli editrice lenta e prudente ad immettere nel marcato novità editoriali.
Forse (ma questo lo vedremo casomai poi) non è la Bonelli ha cambiare rispetto al mercato ma quest’ultimo a spostarsi talmente veloce da richiedere alle case editrici di seguirlo in una girandola di proposte e novità che solo fino a pochi anni fa sembrava prerogativa esclusiva (o quasi) dei comics americani. Si, perché solo a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 si è fatta sentire questa esigenza e questa corsa alla novità che prima, soprattutto per i consumatori di fumetti made in Italy, era praticamente inesistente.
Si è parlato di “nuovi settori del mercato da coprire” oppure, come si dice in altra parte della rivista di “allargare il portafoglio”.
Sono in ogni caso lontani anni luce i tempi in cui la Bonelli sorprendeva i lettori proponendo il primo Special della sue testate (‘Cico Story”, 1979). L’albo fuori serie ‘sul simpatico messicano “spalla” di Zagor, allora sorprese piacevolmente perché per la prima volta un protagonista della Bonelli si metteva da parte per lasciare spazio, con un apposito volume, ad un comprimario. Cosa fino ad allora impensabile. Tutto sembrava essersi comunque esaurito con quell’esperienza estemporanea e non vi furono iniziative analoghe per altri personaggi.
Sarà l’arrivo di Ken Parker (1977) prima e di Martin Mystère (1982) poi ad imprimere un’accelerazione alle novità in casa Bonelli. I meriti del primo sono noti e sono stati esaminati in lungo e in largo. Ci piace ricordare tuttavia l’innovazione portata dal personaggio di Berardi e Milazzo soprattutto nella scrittura e nel modo di presentare il prodotto fumetto: il piacere del lettore di trovare rimandi, finalmente non più velati, alla letteratura e al cinema, l’ironia di vedere riuniti in un fumetto personaggi che al fumetto poco o nulla dovevano ma che, per piacere degli autori, venivano in esso omaggiati. Tutta roba rara per un fumetto di allora. Più direttamente con Ken Parker fu possibile capire che un legame tra fratelli di carta poteva rinnovarsi anche all’interno dello stesso albo (sia pure ancora in nuce, presentato allora come simpatico omaggio ad altri personaggi). Sempre con Ken Parker, infine, occorre ricordare il tentativo più recente, rilevatosi poi fallimentare, di proporre anche al mercato italiano il formato magazine, rivista contenitore di fumetti, articoli ed altro.
I meriti di Martin Mystère forse sono meno appariscenti ma non meno importanti. Causa il fatto che il protagonista ed il suo autore sono vittima di una sfrenata ed ormai proverbiale logorrea, è spesso passata sotto silenzio (!) la svolta che il personaggio di Castelli ha portato all’universo bonelliano. Primo ad essere ambientato ai nostri giorni; primo a legare strutturalmente il fumetto con altre forme di cultura, primo infine a dare il via (è questo quello che più conta ai fini del nostro discorso) a quella rivoluzione editoriale fatta di speciali, cross over, almanacchi, fuori serie & affini che adesso sembra essere la regola della casa editrice milanese.
Lo spartiacque quindi è il periodo che va dall’uscita e dalla consacrazione di Ken Parker all’uscita di Martin Mystère (1977/1982); alcuni timidi tentativi di nuove proposte compiute proprio in questo periodo (sempre nel 1982 uscirono per i tipi della Bonelli altre due serie: Judas, western classico e Jil cowboy metropolitano on the road) mostrarono irrefutabilmente che il mercato era ancora quello di un tempo. E’ solo a partire dagli anni novanta che lo stesso, seguendo l’evoluzione dei media, subisce una accelerazione che alla Bonelli hanno deciso non di ignorare ma di cavalcare, lasciando al futuro il compito di dire se sia una scelta giusta o meno.
Intanto, finite le celebrazioni, Tex e noi con lui, sappiamo di non avere più sconfinate praterie nelle quali cavalcare a briglia sciolta con pochi altri fidati compagni di viaggio, ma di vivere, per esigenze di mercato, in spazi sempre più stretti e caotici dove difficilmente riesci a ricordare il volto (non importa se quello di un attore famoso) del personaggio che hai appena incontrato nella lettura di un fumetto.
NOTA A MARGINE
La produzione bonelliana allo stato attuale (anno 1999, NDR), praticamente, abbraccia tutti i generi. Manca solo l’Erotico, storicamente fuori dai canoni dell’editrice milanese, e il genere di Cappa e Spada, attualmente poco usato anche nel cinema e nella letteratura ma, alla bisogna, la versatilità di un personaggio come Zagor, ad esempio, può far incontrare tra le foreste di Darkwood un D’Artagnan in ogni momento.
Per il resto si passa dal western classico di Tex, a quello orrorifico con venature new age di Magico Vento. Abbiamo poi il genere avventuroso vecchia maniera di Zagor, quello ambientalista di Mister No (con la possibilità di spaziare con quest’ultimo anche nel vecchio filone della guerra); abbiamo il poliziesco (che alla Bonelli si ostinano a definire giallo) di Nick Raider; il ‘noir’ onirico di Napoleone e il ‘noir’ psicoanalitico di Julia; il post-apocalittico di Brendon; il fantasy con alcune serie comprese in Zona X; poi la fantascienza rappresentata da Nathan Never e dai suoi tardi epigoni: Legs, le avventure dell’Agenzia Alfa e alcune serie sempre di Zona X. Abbiamo naturalmente l’horror con tutte le sue sfaccettature di Dylan Dog e l’indefinibile, omnicomprensivo Martin Mystère. Insomma ce ne per tutti i gusti e per tutte le tasche.
A proposito di queste ultime ecco una mappa aggiornata (ma certamente non agile) delle pubblicazioni, e non sono poche, targate Bonelli Ed.
- Tex, mensile; Tex trestelle, mensile, TuttoTex, quindicinale; Tex ristampa, mensile; Tex Gigante, annuale, Almanacco del West, annuale.
- Zagor, mensile; Zagor Special, annuale
- Mister No, mensile; Mister No Special, annuale.
- Zagor e Mister No poi, si dividono l’Almanacco dell’ Avventura, annuale.
- Martin Mystère, mensile; Tutto Martin Mystère, mensile; Martin Mystère Extra, trimestrale, Martin Mystère Special, annuale; Martin Mystère Gigante, annuale; Almanacco del Mistero, annuale.
- Dalla costola di Martin Mystère poi sono nati: Zona X, mensile, Storie da Altrove, periodicità ancora indefinita.
- Dylan Dog, mensile; Dylan Dog prima Ristampa, mensile, Dylan Dog seconda Ristampa, mensile; Dylan Dog Book, mensile; Dylan Dog Super Book, bimestrale; Dylan Dog Special, annuale; Dylan Dog Gigante, annuale; Almanacco della Paura, annuale.
- Nick Raider, mensile; Nick Raider Special, annuale; Almanacco del Giallo, annuale.
- Nathan Never, mensile; Nathan Never Special, annuale, Nathan Never Gigante, annuale; Almanacco della Fantascienza, annuale.
- Da Nathan Never sono stati clonati: Legs, mensile; Legs Special, annuale, Legs (scritto così, in corsivo) periodicità ancora da definire e le Avventure dell’Agenzia Alfa, semestrale.
- Passiamo poi ai più recenti Magico Vento, mensile; Napoleone, bimestrale, Brendon, bimestrale, Julia, mensile.
L’INTERO NUMERO UNDICI DI FUMETTOMANIA
L’Associazione FUMETTOMANIA FACTORY – APS, che opera dal 1991 a livello nazionale – senza mai dimenticare le attività svolte nel territorio della propria sede operativa a Barcellona P.G., – ha come finalità la promozione, la divulgazione e la valorizzazione delle tematiche correlate al linguaggio del fumetto.
La “mission” di Fumettomania, è quella di attrarre ragazzi di tutte le età promuovendo progetti a loro dedicati, che parlino di argomenti attuali e coinvolgenti, utilizzando il fumetto, che si profila come forma d’arte autonoma che contiene in sé il codice linguistico della letteratura (le parole), le sue modalità di fruizione, ma anche la sequenzialità del cinema e l’attenzione figurativa delle arti visive tradizionali.
L’impegno dell’Associazione – a 33 anni dalla fondazione – è quello di diffondere la cultura del Fumetto e, fra i nostri obiettivi, c’è la volontà di continuare i progetti culturali e sociali sul territorio con laboratori rivolti a giovani appassionati e alle scuole, mostre personali e collettive dedicate al fumetto, all’illustrazione e affini, presentazioni di fumetti ed incontri con gli autori
NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 – 2012
ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.