20 maggio 2021
Braccio di Ferro o Popeye, per chi lo conosce con il nome originario, è un’icona fumettistica che dopo tanti anni sta ritrovando un suo spazio anche in Italia.
Nella settimana post anniversario dei trent’anni, dell’associazione culturale, pubblichiamo un bell’intervento dell’amico Gordiano Lupi (editore, scrittore, traduttore e talent scout di Piombino) proprio su Braccio di Ferro.
Aggiornamento dell’16 giugno:
Con questa recensione abbiamo stabilito un record: è la prima volta, dopo dieci anni, che un nostro testo è stato così pesantemente attaccato e criticato!
Se da un lato, dopo la gentile supervisione della Redazione e dell’amico Andrea Leggeri, abbiamo visto che erano presenti nel testo delle informazioni poco chiare e qualcuna inesatta, dall’altro lato si ribadisce che è una recensione scritta di getto, con affermazioni anche di opinioni personali (discutibili, criticabili ma personali), il testo non era, e non voleva essere, un saggio da pubblicare in libreria.
E’ comunque positivo che si sia creato un confronto e che ci sia stata una critica.
Magari fossero tutti così attenti su facebook ai testi che vengono pubblicati …
Buona la seconda … lettura
Mario Benenati, curatore del web magazine Fumettomania
Il meglio di Braccio di Ferro
Intro
Popeye il marinaio di Elzie Crisler Segar (Chester, 1894 – New York, 1938) è uno dei più celebri personaggi del fumetto mondiale, nato sulle pagine del New York World 35 anni dopo il ragazzino giallo Yellow Kid di Richard Felton Outcault.
Gli statunitensi sono una fucina di idee, il fumetto (ancora privo di ballons) inteso come striscia giornaliera (avventura quotidiana a puntate, comica autoconclusiva) e come tavola domenicale (grande pagina a colori) trova in Joseph Pulitzer (proprio lui, il grande!), editore del New York World, un grande alleato; la presenza del fumetto darà un motivo in più ai genitori di comprare il quotidiano.
A parere del sottoscritto, l’Idea del fumetto pubblicato nel quotidiano in Italia non ha funzionato abbastanza; ricordo che negli anni Settanta soltanto Paese Sera e Il Giorno avevano la pagina dei fumetti, da noi è stata preferita la strada delle specifiche pubblicazioni settimanali e delle riviste contenitore (Linus, Il Mago, Eureka, Sgt. Kirk…) da edicola.
Popeye debutta negli USA come comprimario della tavola The Timble Theatre che Segar incentra sule avventure dello sbadato detective Castor Oyl e della sorella Olivia; è solo un marinaio ignorante e sgrammaticato che si esprime con un gergo buffissimo, difficile da rendere in italiano (ma ci riusciremo). Solo successivamente all’esordio di Popeye, appaiono nella serie: lo scroccone Poldo, la gallina Berenice, lo stravagante Gip, il cattivo Brutus, la Strega del Mare, il bieco Barbaspina …
Pillole di Storia su Segar
Segar proviene da una famiglia povera, non ha frequentato licei o scuole d’arte, solo un corso di disegno per corrispondenza, le sue prime strisce sono per il Chicago Herald, quindi passa al King Features Sindicate dove inventa The five-fifteen, una striscia con John Sappo e la moglie Myrtle (il personaggio ha il nome della consorte di Segar!) alle dipendenze del professor Wotassnozzle (edita in Italia su Il Mago e Comix per molti anni).
Il personaggio di Popeye (pop – eye, appunto, marinaio con un occhio guercio) è un’idea geniale, piace la trovata che mangiando spinaci diventi invincibile (pensata per far vendere una pietanza che i bambini odiavano), affascina il suo ruolo di ignorante romantico, innamorato di Olivia e difensore dei bambini.
Un genio come Segar muore molto giovane (42 anni, di leucemia) ma lascia validi eredi, gente del valore di Bela Zaboly, Doc Winner, Tom Sims, soprattutto Bud Sagendorf (che prosegue la serie fino al 1994), infine Bobby London.
Oggi Popeye è disegnato da Hy Eisman per le tavole originali della domenica, mentre ogni giorno escono le ristampe pescate dalla sterminata produzione di Sagendorf.
In Italia
Popeye – salvo rari casi – in italia è sempre stato tradotto come Braccio di Ferro ed è stato fatto conoscere al grande pubblico da Oreste del Buono sulla mitica Linus nel 1965 (seppure, prima della rivista di Del Buono, fosse stato pubblicato su parecchie testate, molte edite da S.A.E.V. e Mondadori: Cine Comico, Almanacco Topolino, Paperino, Albi d’oro, ecc…, nonché quotidianamente sull’Unità dal 1962 al 1967. Si ringrazia la Redazione e Andrea Leggeri, per questa nota di approfondimento), quindi ha avuto un periodico edito da Bianconi, interamente realizzato da autori italiani.
Per anni sono andate di pari passo le ristampe (mai complete) per collezionisti della produzione nordamericana e le storie scritte e disegnate in Italia da autori come Motta, Dossi, Colantuoni, Sbattella, Sangalli …
Popeye
Adesso, dopo lunghi anni, possiamo dire che la cronologia del Popeye d’oltreoceano è stata completata grazie a una straordinaria produzione Rizzoli, uscita a dispense con La Gazzetta dello Sport, curata da Luca Boschi, che ha ricostruito le vicende e ha accertato la paternità degli autori, chiarendo che Segar aveva lasciato molto materiale inedito che Winner, Sims e Zaboly hanno sistemato a dovere (La collana della Gazzetta ha pubblicato integralmente la sola opera di Segar, e degli altri autori solo una piccola selezione di storie, Ndr e Andrea leggeri).
Prima ci aveva provato la Comic Art ma il progetto era risultato incompleto, così come gli Oscar Mondadori tematici e le riviste non avevano mai fatto chiarezza cronologica. Una volta sistemato il Popeye americano, restava da occuparsi del Braccio di Ferro italiano, da sempre considerato minore, ma molto venduto e apprezzato tra i ragazzi degli anni Sessanta – Settanta.
Le storie del periodo Bianconi
L’Editoriale Cosmo è uscita in edicola con una serie antologica mensile, giunta al quinto numero (trovate la copertina in fondo all’articolo, NdR), che ripubblica le migliori storie del periodo Bianconi insieme ad alcune chicche degli anni Quaranta disegnate da Bela Zaboly e Doc Winner.
Accanto a questa opera encomiabile, è uscito un volume brossurato edito da Salani (collana Nuvole) – Il meglio di Braccio di Ferro – stampato su identica carta dei pocket da edicola della Bianconi, che contiene 22 storie complete, tanti retroscena e molte curiosità sul personaggio.
Il Braccio di Ferro italiano è diverso da quello statunitense, vive da noi, credo sulle coste liguri (non viene mai detto) perché il padre Non Trinchetto (Braccio di Legno) è un accanito bevitore di Barbera (novità tutta italiana). I suoi nemici sono la Strega Bacheca (non la Strega di Mare) e Timoteo (non Brutus, Bluto o Bruto, come negli USA), ha come amico un gigante buono che si chiama Grissino (quest’ultimo appare nel 1960 in un albo Usa realizzato da Sagendorf. In Italia è stato molto utilizzato anche come protagonista, fino ad ottenere una sua testata di 14 albi nel 1974. Nota della Redazione e di Andrea Leggeri), che vive in un’isola deserta a poche leghe marine dalla città costiera di Braccio di Ferro.
Poldo è più simpatico che nelle vignette americane, ma resta uno scroccone vagabondo mangiatore di panini imbottiti, così come il gestore della bettola dove lui va a tentare di pranzare si chiama Baffi di Foca, non Bettolacci.
Infine abbiamo un Pisellino che striscia per terra come un neonato ma ragiona come un adulto, i terribili Mings che minacciano la città e Olivia, eterna fidanzata contesa tra Braccio e Timoteo.
Molte tematiche del fumetto italiano provengono dai cartoni animati americani di Max e Dave Fleischer (che parer mio erano modesti, rispetto al resto della loro produzione), modificati con la serie tv prodotta negli anni 60 dal King Features Syndicate, che riducono le potenzialità del personaggio a mere scazzottate surreali con il nemico di turno, dal finale sempre identico.
Il Popeye di Segar, invece, lasciatemi dire che aveva una vera e propria valenza letteraria.
In conclusione
Il meglio di Braccio di Ferro e la pubblicazione mensile edita da Editoriale Cosmo ci aprono un mondo fino a oggi relegato ai mercatini artigiani dove i collezionisti si accaparravano gli albi originali a prezzi altissimi. Le storie del volume edito da Salani sono state selezionate dagli stessi autori (Sangalli e Dossi), tra le migliori che hanno scritto e disegnato.
I ragazzi di oggi e (soprattutto) i nostalgici di ieri avranno modo, con poca spesa, di gustare la genuinità e la spontaneità del fumetto anni Sessanta.
Erano tempi eroici, l’editore Bianconi aveva adattato casa propria a redazione, nei primissimi pionieristici anni di attività (solo successivamente la casa editrice ebbe varie sedi e una sua industria grafica di proprietà: la GiBiEmme, Nota della Redazione e di Andrea Leggeri), produceva decine di albi colorati e in bianco e nero: Felix, Geppo, Nonna Abelarda, Soldino … Non erano ancora giunti i tablet e i cellulari connessi a ogni ora del giorno a mostrar cosa del proprio tempo si può fare …
Gordiano Lupi
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BIOGRAFIA
Gordiano Lupi (Piombino, 1960).
Ha fondato nel 1999 la rivista – casa editrice Il Foglio Letterario, che dirige. Ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Collabora con Poesia di Nicola Crocetti, Valdicornia News, Inkroci, Futuro Europa. Traduce molti scrittori e poeti cubani (Alejandro TorreguitartRuiz, Virgilio Piñera, Zoé Valdés, Felix Luis Viera …). Ha pubblicato libri monografici sul cinema italiano. Tra i suoi lavori: Cuba Magica – conversazioni con un santéro (Mursia, 2003), Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana (Bastogi, 2004), Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana (Stampa Alternativa, 2006), Fellini – A cinema greatmaster (Mediane, 2009), Una terribile eredità (Perdisa, 2009), Storia del cinema horror italiano in cinque volumi. Ha tradotto La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante (Sur, 2012).
Tre suoi romanzi sono stati presentati al Premio Strega e sono dedicati alla sua città: Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino (Acar, 2014), Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano (Historica, 2016), Sogni e altiforni – Piombino Trani senza ritorno (2018), scritto con Cristina De Vita.
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