Il fumetto che piace, il fumetto che vende (da Fumettomania n.9)

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In questo primo fine settimana di agosto ci avviamo verso la conclusione degli articoli estratti dal n. 9 della nostra fanzine (pubblicata nel maggio del 1997), con due testi opinionistici, entrambi scritti da Domenico Cutrupia (storico collaboratore della rivista), entrambi legati alla situazione del mercato fumettistico, del 1996-97.

Buona lettura

Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine


Il sommario del n. 9 è riportato di seguito (con i LINK ATTIVI degli articoli già pubblicati sul sito)


Questo articolo è la prosecuzione della riflessione di Massimo Todaro, che abbiamo già pubblicato a maggio, avente per titolo: Ancora aumenti?…Grazie, non fumo!

Il fumetto che piace, il fumetto che vende

di Domenico Cutrupia (novembre 1996)

Brillano pieni di colori dai loro angoli nelle edicole di ogni paese. Copertine superbe, con un una grafica tale da sembrare videogiochi ultra raffinati. Protagonisti slanciati, muscolosi, paradossali con facce serie, severe e nomi ridicoli, assurdi. I loro autori, disegnatori o sceneggiatori, sono sulla bocca di tutti, sulla copertina di ogni rivista amatoriale o semi professionale. Sono i fumetti americani che spesso disturbano quando indulgono in forzati contorcimenti narrativi tipo soap opera.

Da quanto se ne parla (se ne legge) sembrano gli unici fumetti possibili, l’unico standard concepibile. Dal ragazzino imberbe al critico esperto, tutti (quanti?) a discutere, sviscerare, analizzare lo stile di tal autore o le storie di tal fumetto, dietro tutto questo fumo si stupirebbe l’osservatore imparziale quando scoprisse che questi fumetti americani sono preziosi per il furore di pochi.

Il vero fumetto che tira, il fumetto che vende e piace agli italiani è il fumetto italiano.

Nathan Never- albo del 1997
Nathan Never- albo del 1997

Si scannino quanto vogliono le varie MARVEL, PLAY  e STAR, BONELLI mantiene ferme le sue posizioni e, incurante di loro, avanza e passa. La vera avventura che vogliono leggere gli italiani è Zagor e Mister No. L’America che vogliono conoscere è quella di Tex. Chi cerca stimoli culturali per nuove letture cerca Martin Mistère. La lettura che i giovanissimi prediligono non sono gli X-Men o Ghost Rider, ma Dylan Dog.

E chi vuole qualcosa di più trova Nathan Never. Un fumetto avventuroso ed intelligente che ci porta dalle tenebre di Conrad ai monoliti di Kubrick in un futuro nichilista dove l’uomo ha perso il controllo sulla tecnica e ha rinunciato alla pretesa di esercitare dominio e forma sul mondo. Un bel fumetto che è finalmente un modo per cominciare ad abituare il difficile pubblico italiano ad una fantascienza adulta intesa come mezzo per meditare le realtà del presente attraverso le metafore del futuro.

Ma non posso non citare, per andare oltre Bonelli, gli esperimenti della Star Comics, Lazarus Ledd e Samuel Sand: oltre tutto li compro regolarmente ogni mese. Insomma, esterofili incalliti, aprite gli occhi e accorgetevi del fumetto italiano nel quale potrete trovare i virtuosismi stilistici tipici del fumetto americano e i tecnicismi grafici caratteristici del fumetto giapponesi.

Uniti però dalla cultura italiana ed europea che, consentitemelo, è inimitabile ed insuperata. 

Manovre infernali – From Hell

di Domenico Cutrupia (novembre 1996)

Tante volte abbiamo visto o sentito illustri commentatori telegiornalistici lamentare un anacronistico interesse delle masse per dottrine esoterico-teosofiche” pochi anni dal duemila.

Si stupiscono questi dotti di fine millennio che nell’era della tecnica e della culto della scienza la gente possa cercare qualcosa d’altro. Si stupiscono e non capiscono che l’era della tecnica, smontando e screditando tutto ciò che tecnica non è, non ha lasciato che il nulla a soddisfare esigenza ancestrale di spiritualità che ciascun uomo ha.

Così, a pochi anni dal duemila, mentre i più insicuri si danno anima e corpo alle nuove forme di culto religioso, gente più tranquilla e in pace con se stessa si accontenta di quanto gli offre la narrativa popolare; una narrativa, anche leggera come i fumetti, che scherza col soprannaturale e del soprannaturale. E per questo che piace il fumetto di Todd Mc Farlane, Spawn. Un fumetto che al di là dei colori e dei disegni spettacolari comunica al lettore deliziato il fascino seduttivo di mondi ultraterreni che si sottraggono alla conoscenza empirica.

Non è semplicemente un fumetto americano, un fumetto come Spawn i cui caratteri più interessanti sono stati disegnati narrativamente da europei come Alan Moore e Neil Gaiman.

Un fumetto che piace ed un fumetto che vende.

Se ne è accorta al MARVEL Italia che, con indubbia tracotanza, ha sottratto i diritti per l’Italia del fumetto della TMP alla STAR Comics. A me, che seguo Spawn da Image Star #1, ha dato indubbiamente fastidio vedere interrotta la numerazione e ricominciare da uno. Avevo pure preso in simpatia la Star che è stata l’unica casa editrice ha citarmi nelle rubrica della posta (egocentrico? No, riconoscente). Certo avevo preso male la chiusura di Hammer, ma conti in rosso vuol dire guai.

Dopo avere letto di tanti protagonisti di storie fumetti con moralità cavalleresca d’altri tempi, pensavo che  un clima simile potesse esserci tra gli operatori del mondo del fumetto in Italia. E invece no, non si tratta di un acquario pieno di pesciolini colorati ma di un vasto mare ricco di squali e barracuda. Mi raccomando, caro Star, coccolati i tuoi Lazarus e Samuel perché da un giorno all’altro potresti ritrovarti senza americani e giapponesi.

Da parte mia devo riconoscere che l’edizione Marvel Italia di Spawn è eccellente e continuerò a seguirla.

Si sa, i soldi chiamano soldi.


L’INTERO NUMERO NOVE DI FUMETTOMANIA

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NOTE EXTRA

FUMETTOMANIA INDEX 1990 – 2012

ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.

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