I suicidi della Marvel (da Fumettomania n. 6, 1995)

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Il mese di agosto è stato veramente intenso!
Talmente così pieno di impegni, legati allo speciale sui 60 anni dell’Uomo Ragno, che dopo che la prima parte del n. 6 della fanzine pubblicata il 6 agosto, e la seconda parte il 7 agosto, i rimanenti articoli li stiamo pubblicando tra ieri, oggi e domani.

Quarta parte, dunque, degli articoli che costituivano il n. 6 della fanzine fumettomania.
Oggi ci soffermiamo sulla Marvel (del 1995) : dopo l’excursus su Epic Illustrated (una bella rivista USA edita negli anni 80 che abbiamo conosciuto in pochi) di stamattina, oggi pomeriggio approfondiamo con Giorgio Cambini alcuni avvenimenti accaduti nel 1995-96 alla “Ex casa delle Idee”

Si ringrazia il socio Antonio Barreca per aver sistemato le scansioni dei testi di questi articoli.

Buona lettura

Mario Benenati, responsabile del sito Fumettomania Factory Magazine


Il sommario del n. 6 (novembre 1995)


MARVEL: UN SUICIDIO ANNUNCIATO

di Giorgio Cambini (luglio-settembre 1995)

Tempi duri (finalmente! diranno alcuni) per i Marvel Zombies. Dopo anni di minestre riscaldate propinate a un pubblico pronto ad accettare qualunque obbrobrio, purché targato X-Man o Spiderman, la MARVEL ha infine fatto il passo più lungo della propria gamba. Un passo che, in pochi anni, si dimostrerà esiziale per quella che un tempo era “casa delle idee”.

Amazing X-men 1 1995 Series March 1995 Marvel Comics
Amazing X-men 1 1995 Series March 1995 Marvel Comics

CRONOLOGIA

La Marvel è da sempre attiva nel mercato secondo la teoria per la quale il miglior modo di vendere è quello di essere l’unico a vendere. In base a questa teoria da anni esce con un numero di testate sproporzionato alle richieste del mercato. Per anni addirittura la Marvel ha supportato testate “in rosso” pur di mantenere la quantità di materiale in commercio.

Questa linea editoriale si è sempre rivelata altamente penalizzante per le piccole case editrici, come per coloro che hanno provato ad autoprodursi. Tra essi, per un Dave Sim che con Cerebus è sulla breccia da anni, ci sono decine e decine di autori di prodotti validi che sono rimasti stritolati dai vari “New Warriors” o simili.

Questa strategia di mercato è sempre andata mano nella mano con la presuntuosa e anacronistica teoria per la quale è la casa editrice che “fa” il prodotto, e non l’autore, il “creativo”.

Questa posizione, peraltro comune anche all’altro colosso editoriale, la DC Comics, è rimasta incontrastata fino a metà degli anni ’80. Già da allora, infatti, le prime defezioni di autori importanti (John Byrne su tutti) costrinsero la DC a cambiare rotta, e a riconoscere a scrittori e disegnatori i diritti sui personaggi da loro creati.

Non era più la casa editrice a “fare fumetti”, ma si creava un nuovo ruolo, quello di editore di un prodotto creativo di proprietà dell’autore.

Con la nascita dell’imprint EPIC, si pensava che anche la Marvel avesse recepito questo cambiamento. Invece, la posizione Marvel è andata via via inasprendosi, fino all’eclatante caso della “fuga” in massa dei talenti che hanno dato vita alla IMAGE.

La posizione Marvel è rimasta, quindi, alle soglie del nuovo millennio, quella di venti anni fa: “Io pubblico i miei personaggi, ho i miei seguaci, e a questi impedisco di provare altre testate inondandoli di cross-over, titoli multipli e gadget a non finire“. Posizione presuntuosa, e comunque poco realistica se applicata a un mercato in cui il target del prodotto, cioè l’acquirente del fumetto sta cambiando.

Da sondaggi recenti si è visto che l’acquirente tipo di fumetti ha 7 anni in più rispetto all’ ’85, ha altri gusti e altre disponibilità. Comunque, fino a qui la Marvel già a molti era sembrata un leviatano in procinto di arenarsi, ma nessuno sospettava ciò che avrebbe avuto l’impudenza di fare.

Preview - cover October 1995
Preview – cover October 1995

La Marvel annuncia che, a partire dal mese di agosto (del 1995, NdR), l’unica agente di distribuzione della Marvel sarebbe stata la Marvel stessa, tramite la****, appena rilevata. Questa cosa, apparentemente irrilevante, appare gravissima agli occhi di un osservatore attento. Questa mossa significa, in pratica: “Se volete i miei prodotti, che oggi sono il 35% del vostro fatturato, dovete rivolgervi da me”. Nulla di male, direte voi. Bene, facciamo un po’ di conti spiccioli.

Un rivenditore (diciamo un piccolo negozio) acquista i fumetti da un distributore, con uno sconto variabile a seconda della quantità di merce acquistata. Così, se Joe Comics acquista $2000 di comics avrà il 40% di sconto. Se ne acquista $6000 avrà il 48% e così via. Se Joe Cornics deve acquistare i suoi fumetti da due fonti, il suo sconto si riduce sensibilmente: prendiamo i $2000 mensili totali dell’esempio precedente. Lo sconto del 30% dice che Joe Comics spende $1200 per acquistare i suoi $2000.

Vediamo ora la nuova situazione: dei soliti $2000 il 35% sono prodotti Marvel, quindi $700 vanno al distributore Marvel, il quale farà uno sconto basso, visto il piccolo ordine effettuato. Diciamo il 10%. Gli altri $1300, dal “vecchio” distributore, saranno a uno sconto più basso, visto che non sono più $2000. Diciamo il 20%.

Questo significa che il povero Joe Comics compra gli stessi fumetti, ma, invece di spendere $1200 (con $800 che vanno per le spese, il magazzino, l’invenduto e, finalmente, per potere mangiare qualcosa alla fine del mese) spende $1670. Si nota subito la differenza tra le due spese: se Joe Comics sopravvive con $800 di guadagno lordo, non può certo tenersi a galla con $330.

A questo punto interviene la Marvel (come se non avesse fatto già abbastanza): “Lo sconto fatto non ti basta? ti offro il 2% in più (che sforzo!!) se tu acquisti l’85% delle testate che pubblico in almeno 5 copie.” La Marvel a Luglio (sempre del 1995, NdR) pubblicava 73 testate, e la sua affiliata MALIBU (inclusa anch’essa in questa vergognosa offerta) 23. Il totale è di 96 testate.

Un rivenditore per usufruire del 2% di sconto dovrebbe acquistare almeno 61 titoli a 5 copie cadauno, oppure 86 titoli a 3 copie cadauno. Facciamo presente che la Marvel pubblica anche titoli irrinunciabili come Barbie, la Sirenetta, War machine …… a questo punto è chiaro il messaggio che la Marvel ha inviato ai piccoli rivenditori: “Scegliete: o noi o tutti gli altri”.

Non è facile per un rivenditore rinunciare improvvisamente al 35% del proprio fatturato. Inoltre la Marvel, oltre a fornire fatturato, offriva un notevole indotto: tutti i lettori che, insieme alle 40 testate mutanti ed ai cross-over, acquistava magari una copia di Sandman oppure Bone. Tutto questo spazzato via da un giorno all’altro.

Logo Diamond comics

LA REAZIONE

La DC non poteva certo rimanere a guardare mentre la Marvel disintegrava il mercato. Nasce così l’accordo con la IMAGE (ormai terza forza del mercato) per collaborare in sede di distribuzione dei propri prodotti.

La Diamond comics di Baltimora viene nominata distributore di DC e Image. Il rapporto che viene mantenuto con le altre ditte di distribuzione è diverso: la Diamond è il tramite tra DC e Image e i distributori. Non si arroga l’esclusiva di distribuzione dei prodotti DC come fa la Marvel, che effettivamente taglia fuori i distributori.

Immediatamente tutti i piccoli editori, compresi coloro che si autoproducono si aggregano al carro Diamond, che diventa un po’ il carroccio della libertà di espressione contro l’oppressione Marvel. Anche Dave Sim e il suo Comic Fund, sia pure con cautela, si riconoscono nel “movimento” Diamond, condannando al contempo la Marvel. In Settembre esce la miniserie di Billy TucciShi-Cyblade” che celebra la guerra in atto della fantasia degli indipendenti contro il monolito Marvel.

IL COMMENTO

Indubbiamente quella della Marvel appare una mossa da disperati più che un tentativo di conquistare fette di mercato.

I fatti parlano molto chiaro: dalla creazione della Image la Marvel ha perso qualcosa come il 14% del mercato.

La politica di cieca ottusità, in atto anche in Italia sotto la brillante guida di M.M. Lupoi (che continua a dire che Sal Buscema è un grande disegnatore e che le storie dei Vendicatori sono emozionanti …. mah!) ha portato la Marvel sempre più in basso.

Mentre l’altra grande, la DC, ha saputo evolversi, seppur mantenendo la sua megalitica apparenza, grazie a scelte editoriali azzardate ma fruttifere, come la creazione della linea VERTIGO, che ha portato grande prestigio alla ditta, la Marvel avanza presuntuosamente come uno Juggernaut, sicura di schiacciare chiunque sotto le proprie ruote.

Il problema è che forse il momento degli Juggernaut è finito, e lo stile Marvel è superato, più dal punto di vista di strategia economica quanto piuttosto di linea editoriale. La Marvel appare avviata alla fine economica, e a breve si dovrebbero notare i primi effetti.

Ormai John Romita Jr. è l’ultimo disegnatore decente rimasto, e Jean Marc De Matteis l’unico scrittore. La creatività, che con l’addio di Chris Claremont era scomparsa, ancora latita. Quella casa editrice che negli anni settanta si autodefiniva “la casa delle idee” non ha uno sprazzo geniale da anni. I personaggi sono sempre gli stessi, e le storie sono sempre le stesse. Per quanto tempo potrà andare avanti vendendo ai lettori le stesse storie di dieci anni fa?

FINE QUARTA PARTE


Gli altri articoli, tratti dal n.6 della fanzine Fumettomania, sono stati pubblicati il 5 ed l 7 agosto e l’8 settembre

https://www.fumettomaniafactory.net/lazarus-ledd-e-sulle-tracce-di-fumettomania/

https://www.fumettomaniafactory.net/un-fumetto-diviso-in-due-intervista-agli-esposito-bros/

L’INTERO NUMERO SEI DI FUMETTOMANIA

copertina-prima pagina di Fumettomania #6 - novembre 1995
FM#6 – novembre 1995

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NOTE EXTRA

FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2012

ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.

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