Torniamo a tempo pieno ad occuparci del nostro magazine, ed in particolare della pubblicazione in digitale degli articoli cartacei tratti dalla fanzine, mentre stiamo preparando le buste da spedire e quelle da consegnare brevi mano ai sostenitori del crowdfunding (terminato lo scorso 19 marzo).
Oggi, viglia della festività di Pasqua, diamo spazio ad un articolo, l’ultimo tratto dal n. 8 della nostra fanzine, scritto da Domenico Cutrupia e dedicato alla serie fantascientifica Hammer (pubblicato dalla Star comics, nel 1996, NDR) una serie molto bella che ancora oggi viene ricordata come un bel prodotto editoriale.
Dalla prossima volta leggeremo gli articoli tratti dal n.9 della fanzine cartacea (pubblicata nel 1997).
Anche Hammer è una serie da recuperare, che sarà disponibile nella nostra struttura del BAM FUMETTO .
Buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Il sommario del n. 8 è riportato di seguito
- Introduzione – pag. 1 (copertina)
- Sfogliando un fumetto – pag. 2
- Delitti e fumetti. Intervista ad Alfredo Castelli – pag. 4
- Indipendence – pag.6
- Un anno di ESPerimenti – pag.6
- Hammer amore mio – pag.7 (che pubblichiamo oggi)
- Batman Engines – pag.8
- Esordienti in vetrina: Speciale Portfolio – pag.9
- Eightball – pag.13
- Bone notizie da MACCHIA NERA – pag.14
- Cuore di Trekker – pag.14
- Avventura e sentimento, tutto sul nuovo Martin Mystère Gigante – pag.15
- Novità dal fronte americano – pag.16
- La battaglia è iniziata, intervista a Rinaldo Traini – pag.16
- Internet e dintorni, news sui fumetti – pag.18
- Sulle tracce di Fumettomania – pag.19
Helena, Helena amore mio!
di Domenico Cutrupia (agosto-settembre 1996 )
Fredda e un po’ perfida come figlia di Leda e di Zeus, Helena Svensson ci ha prima sedotti e poi abbandonati. Stavolta non è scoppiata una guerra epocale: non c’è nessun Menelao tradito, né un geniale Omero tra noi.
Mi mancheranno le avventure di Colter, Helena e Swan. All’inizio, quando Ade Capone anticipò per sommi capi le caratteristiche della prima serie di fantascienza pura della STAR Comics (v. Starmag. #50), mi aveva tiepidamente incuriosito. Ma col tempo mi ha convinto: nulla di così originale era mai stato fatto. Non si trattava di un clone di una produzione americana, come è stato Nathan Never con il Rick Deckard di P. Dick e R. Scott.
Il #0 di Hammer è stato qualcosa di eccezionale con quella copertina in stile Frank Miller, con l’attenzione, la cura e l’arte di Olivares, con l’eloquente, efficace costruzione narrativa dei due co-sceneggiatori G. Borsoni e Olivares.
E’ normale che l’accoglienza del pubblico sia stata più forte per il numero zero rispetto alla serie, come anche ci dice Ade Capone (v. Lazarus ledd #37). Forse è stato un salto troppo forte il salto dallo stile usato nella copertina del numero zero e quello usato nella serie dal #1: effettivamente una differenza notevole.
I disegni nelle storie sono sempre stati eccezionali e mi ha molto meravigliato Maurizio Bossarol che li ha visti come una palla al piede per il risultato commerciale di Hammer (V; FdC #35). La Star Comics si è fatta i conti e ha deciso di tagliare le sue produzioni nostrane. E’ giusto che si guardi all’aspetto economico; anche Leonardo da Vinci dipinse la Gioconda per soldi.
La crisi del mercato a causa del sovraffollamento ha confuso gli orizzonti degli analisti della Star che non hanno capito quanto oro valesse ciò che avevano in mano. Bastava resistere, ma non possiamo giudicare: un imprenditore nel campo dei fumetti è sempre un imprenditore, non è detto che capisca ciò che pubblica.
Scusate, forse mi sto lasciando trasportare dal fascino che ha esercitato su di me Helena. Boscarol ha ragione quando dice che il gruppo Hammer con il suo lavoro ha mirato alto, ma era lo spessore e la forza di Hammer a farli volare. Forse il gruppo Hammer non ha capito ciò che aveva in mano e a sentire (leggere) Ade Capone è proprio così (v. Lazarus Ledd #34).
E’ un peccato che le condizioni del mercato abbiano tolto alle altre case editrici, Bonelli compreso, il coraggio di dare spazio all’astronave Hammer, se ne rammarica anche Fabio Licari (V; FdC #35).
Forse le caratteristiche del fumetto seriale andavano un po’ alle avventure di Colter, Helena e Swan, ma sono sicuro che il progetto Hammer è una miniera d’oro che non deve essere abbandonata.
Anche Star Trek tremò a causa dei dati di ascolto nel ’68, ma ci fu il coraggio di insistere da parte dei detentori di copyright e trademark. Ora, ai detentori dei diritti di Hammer, al gruppo Hammer, io chiedo di insistere. Lo chiedo per me, per gli appassionati di SF, per la fantascienza italiana.
Sogno una collana di romanzi sui quali capeggia in alto il logo del fumetto. Nello stesso formato dei romanzi di Star Trek pubblicati dall’editore Fanucci. Questo è il futuro di Hammer. Ho letto e leggo di tutto, ma poche cose mi piacciono come le coinvolgenti costruzioni narrative di Stefano Vietti e compagnia bella.
Vi prego, realizzate il mio sogno.
L’INTERO NUMERO OTTO DI FUMETTOMANIA
LO POTETE VISUALIZZARE E SCARICARE DAL SITO DALL’APP HyperComix
NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 – 2012
ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.