2020-01-02: Centenario dalla nascita ISAAC ASIMOV
– TERZA PUNTATA –
Seconda parte della lunga ed articolata guida preparata da Umberto Scopa (collaboratore del sito http://www.fantascienza.net/robot/ ) un testo fondamentale per introdurci nell’opera dello scrittore.
Terzo appuntamento introduttivo per questo SPECIALE dedicato al centenario dalla nascita di ISAAC ASIMOV , indimenticato scrittore e scienziato russo, naturalizzato statunitense, scomparso nel 1992. #Asimov02gennaio2020, #fumettomaniaproject2020, #AnteprimaAsimovsuLoScarabocchiatore
Mario Benenati, ideatore dei progetti culturali di Fumettomania Factory
P.S.: c’è stato un anteprima di questo speciale, con un articolo del sottoscritto, pubblicato sulla bellissima rivista Gold “Lo Scarabocchiatore” di Mirko Leo. Per maggiori informazioni vedasi il link scaricabile (delle prime 15 pagine della Rivista Gold: ) su facebook http://bit.ly/2PFZHM1
Guida spericolata nel ciclo della FONDAZIONE di ASIMOV
– SECONDA PARTE –
di Umberto Scopa
collaboratore del sito http://www.fantascienza.net/robot/
4) Il Visisònor
Ma proviamo a vedere qualcosa di più nell’epoca del Mule, capire i nuovi tempi, cogliere qualcosa che va oltre le avventure narrate. Si nota un salto di qualità nel nuovo potere che il Mule incarna. Se ricordate, prima del Mule, c’era stata una fase in cui il potere poggiava sul controllo del sapere, poi una fase in cui poggiava sul controllo del denaro attraverso il commercio, la terza, cioè l’epoca del Mule, denota un ulteriore salto di qualità. E’ il potere che si afferma attraverso il controllo della sfera emozionale degli uomini. Il Mule ha un potere mentale che determina negli individui uno stato di adesione e fedeltà alla sua persona, piegando ogni loro resistenza. Non è solo capacità di persuasione, è una specie di attrazione che provoca negli individui colpiti un rapimento estatico, un benessere interiore che li pervade, avvolgendo la loro volontà. E’ una vera e propria felicità interiore quella che provano i convertiti. Il Mule è il primo personaggio del ciclo della Fondazione che finalmente ha la statura per opporsi alla leggendaria figura di Seldon. Il Mule è quell’uomo solo che in quanto individualità sfugge alle previsioni della psicostoria, l’uomo solo che controlla le masse è la variabile impazzita che può rendere vani gli studi sui comportamenti naturali delle masse. E la sua arma è il controllo emotivo del prossimo.
E se le cose stanno così mi permetto un azzardo, portando a conseguenze ancora più estreme questo discorso. E cioè ritenere che Asimov abbia voluto dirci che il vero potere, nella forma più grande e importante cui l’uomo possa aspirare, sia la capacità di emozionare il prossimo. Se non l’ha detto lui, me ne prendo il merito io.
Se ci pensiamo, questo è il potere che una sola disciplina aspira a possedere, cioè l’arte.
E questo mi viene in mente se penso ad un passo del libro che mi ha colpito più di ogni altro in cui il Mule, sotto le sembianze del buffone, riesce a gene- rare una forma di estasi nel prossimo, esibendosi con uno strumento musicale che si chiama Visisònor, uno strumento che emette una mescolanza di suoni e luci. La descrizione degli effetti di questa esibizione artistica è un esempio dell’immaginazione visionaria di Asimov e del potere evocativo del suo linguaggio. Mi ha colpito che un fatto apparentemente marginale nella narrazione trovi in Asimov una descrizione così estesa; in ogni caso è così bello che gli dedico una trascrizione integrale: “si sentì co – me un leggero tremito nell’aria che seguiva la scala musicale (…). Una piccola sfera di colori cangianti si formò lenta – mente elevandosi a mezz’aria, da questa caddero piccole gocce senza forma che precipitando si intrecciavano formando disegni schematici. Poi si raggrupparono in piccole sfere, ognuna di colore diverso, e Bayta cominciò a scoprire strane cose. Si accorse che chiudendo gli occhi i colori sembravano diventare più vivi, che ogni tonalità di colore aveva un suo suono particolare, che non riusciva a identificare i colori, e infine che le sfere non erano sfere vere e proprie, ma piccole figure umane. Piccole figure, piccole fiammelle tremolanti, che danzavano e s’intrecciavano in mille modi, che sparivano nel nulla e ricomparivano, che s’incontravano fondendosi in un nuovo colore.
Istintivamente Bayta paragonò quelle forme alle macchie colorate che si vedono di notte chiudendo le palpebre, poi la musica assunse un ritmo di marcia e le figure parvero danzare in circoli concentrici formando una spirale grande e varia mentre ogni sfera ridiventava una piccola figura. Improvvisamente si lanciarono contro di lei e Bayta alzò le mani per proteggersi, ma caddero senza toccarla ed ella si trovò al centro di una cascata multicolore, mentre una luce bianca e rapida le scendeva lungo le spalle e le braccia fino a raggiungere la punta delle dita da dove tornava a levarsi in alto brillando a mezza altezza. Un suono di cento strumenti accompagnava la visione tanto da rendere difficile separare i due effetti di musica e luce (…) le piccole figure erano diventate figurine di donna dai capelli di fuoco, che ruotavano troppo velocemente perché le potesse distinguerle chiaramente. Si univano l’una all’altra formando figure geometriche. Sembrò che le figurine sorridessero e anche la musica era come una risata sommessa. Le figure geometriche si unirono, lanciandosi una nell’al tra, mentre dal basso sorgeva rapidamente un palazzo. Ogni mattone era di un colore diverso, ogni colore era solo una piccola scintilla, ogni scintilla tremolava e cambiava disegno in continuazione mentre nel cielo si formavano minareti incastonati di gioielli. Un tappeto luminoso si formò alla base della costruzione, coprendo ogni spazio vuoto e dal tappeto sorsero degli alberi che piegando i loro rami seguivano una musica propria.
Bayta era seduta completamente affascinata dalla visione. La musica assumeva ora a tratti tonalità liriche. Allungò una mano per afferrare uno di quegli alberi fioriti e la fragile pianta si sbriciolò in tante piccole scintille che scomparvero presto nel nulla.
La musica ora esplose in un suono di venti cimbali e di fronte a lei un’area sembrò prender fuoco mentre una cascata di colori finiva sulle sue ginocchia mandando spruzzi e incanalandosi in una rapida corrente. Attraverso le ginocchia si formò un ponte e sul ponte v’erano due figure (…) un palazzo un giardino e piccoli uomini e donne sopra un ponte, la scena si estendeva a perdita d’occhio galleggiando sopra una base ondulata che gonfiava e si dirigeva verso di lei….Poi ci fu una pausa terrificante, un movimento concentrico mentre tutta la costruzione si sgretolava. Tutti i colori si ammassarono in una sfera che si restrinse, s’alzò e scomparve.Ora non v’era altro che il buio” (18).
Questa magia di luce e musica è opera del buffone, l’altra faccia di un feroce dominatore, il Mule.
Se Asimov dedica tanto spazio a questo episodio, tanto impegno e passione per farci rivivere questo momento magico, significa forse che il suo peso nell’economia della storia è degno di maggior considerazione di quello potrebbe sembrare ad una prima lettura.
5) La seconda Fondazione
Immaginate di essere ciechi. Che tutto il mondo sia popolato da ciechi. E che in questo mondo poche persone dotate della vista siano una minaccia per tutti. Siete minacciati e in condizioni di evidente inferiorità. Quale arma straordinaria, che avete peraltro a portata di mano, potete usare contro il vostro nemico? E’ come l’uovo di Colombo. Ma intanto che ci pensate, sospendo la risposta e proseguo nella mia personale rivisitazione della storia galattica di Asimov.
Gli uomini della Fondazione dell’epoca susseguente a quella del Mule dovranno affrontare questo scontro cruciale contro un nemico invisibile dotato di poteri mentali che loro non possiedono.
Ma andiamo con ordine.
Come si manifestano nella storia della galassia uomini dotati di questo potere?
Nella storia della Galassia è ancora viva la memoria del Mule, un essere superiore capace di sconfiggere addirittura la Fondazione, che significava poi aver sconfitto addirittura il progetto Seldon. Il Mule aveva sconfitto la storia, che Seldon aveva già scritto con le sue previsioni. L’umanità vive in una condizione psicologica di sbando, perché avverte l’assenza di quella mano invisibile che la guidava, sente che sotto i suoi piedi il tracciato di Seldon è sparito. Ma sarà sparito davvero? Non tutti ne sono convinti. Ricordate dai paragrafi precedenti che sia il Mule, sia i suoi avversari, avevano intrapreso una febbrile ricerca della fantomatica Seconda Fondazione. Per il Mule la Seconda Fondazione è l’ultimo nemico da sconfiggere per il controllo totale dell’Universo, per i suoi avversari, invece, è l’ultima speranza contro il Mule. Ma ne l’uno, ne gli altri, sanno dove sia e cosa sia in realtà e soprattutto che finalità abbia nel progetto del suo creatore Hari Seldon.
Nei libri di storia gli studenti di tutta la galassia leggono le gesta di Bayta Darrel che ha impedito al Mule di scoprire la seconda Fondazione, uccidendo suo zio Ebling Mis (che involontariamente gliela stava rivelando). Questo fatto apre uno scenario nuovo. Ora c’è la certezza che la seconda Fondazione esiste ed è più che mai decisivo trovarla per le sorti dell’Universo e del progetto Seldon.
Non posso ovviamente raccontare tutto, devo brutalmente ridurre la storia della Galassia in poche parole, avare di particolari e sfumature.
Dunque, in sintesi, accadrà che non saranno i ricercatori a trovare, ma i ricercati a farsi trovare. Il Mule, convinto di averli trovati e messi con le spalle al muro, scopre di essere caduto in una trappola e messo lui stesso, invece, con le spalle al muro. Scopre di essere di fronte a esseri dotati dei suoi stessi poteri mentali. Ma mentre i suoi poteri sono uno “scherzo della natura” perché il Mule è un mutante, que- gli uomini sono invece il prodotto di un progetto che li ha creati e resi capaci di controllare la mente degli altri uomini. Sono il frutto di una metodica e scientifica applicazione. A mio personalissimo giudizio sono più mostri del Mule. Nella battaglia mentale che si scatena il Mule viene piegato. E non verrà ucciso, perché questi uomini non hanno bisogno di uccidere, ma il Mule ne uscirà condizionato mentalmente, quindi docile e inoffensivo. Per sempre. E pur continuando a governare morirà poco più che trentenne, perché questo era il destino di un uomo il cui fisico non poteva sopravvivere più a lungo, causa le malformazioni.
Che triste fine per il Mule, scusate questo inciso. Per carità il Mule era stato un uomo feroce e siccome la storia la scrivono i vincitori, questa è l’immagine che ne resterà e che resta di solito ai lettori.
Ma i libri di storia mentono sempre e io ho bisogno di riscrivere brevemente la sua biografia da un diverso angolo visuale. Il Mule era un mutante. Era vittima del destino, non aveva scelto di essere il Mule. Ne avrebbe fatto a me- no, credo. Sua madre era morta dandolo alla luce (19) .
Aveva subìto sin dall’infanzia delle terribili umiliazioni per via del suo corpo scheletrico e di quella protuberanza al posto della bocca, come una piccola proboscide. Immaginatevi a scuola: “viene.. viene… l’elefantino!…” e tutti a ridere. Questa è una mia immagine, ma tra le righe del romanzo si può intuire che pressappoco doveva essere andata così. E poi ci sono quegli occhi tristi che lo accompagnano sempre nel suo cammino di dominatore, che Asimov non riesce ad omettere tra le righe che descrivono le sue gesta spesso spietate. E che dire di quel pensiero, che comincia a sfiorare la mente del Mule, il pensiero di quanto sia misero il potere su uomini condizionati, senza sapere mai se lui stesso avrebbe potuto essere apprezzato e magari amato davvero, spontaneamente, da altri esseri umani liberi? Eppure secondo me, un piccolo lampo nella sua vita c’è stata. Quando era sotto le sembianze del buffone, al seguito di Bayta Darrel, nessuno conosceva la sua identità e lui non stava usando i suoi poteri mentali, perché Bayta e i suoi accompagnatori dovevano essere liberi mentalmente per essere al massimo dell’efficienza nella ricerca della seconda Fondazione. Ecco, in quella vicenda si intravede un legame affettivo tra Bayta e il Mule. Sono certo che negli ultimi giorni della sua esistenza indocilita il Mule avrà allietato il morso dei ricordi pensando a quel momento in cui una donna si era affezionata a lui spontaneamente.
E gli uomini della Seconda Fondazione? Sono uomini integri, non malformati, che si sono scientemente costruiti come dei condizionatori mentali, hanno piegato il Mule e ora sono loro il centro dell’Universo, imperano e nessuno sa chi siano e da dove vengano.
6) Tutte le strade portano a Trantor
Ma dove vivono questi superuomini? Nessuno sa quale sia il loro pianeta. Infatti l’incontro-scontro col Mule è avvenuto su un pianeta che non è quello dove la Seconda Fondazione risiede. Quello che si sa è che la Seconda Fondazione esiste davvero e che il suo potere è immenso. E questo comunque non è poco, anzi apre un nuovo scenario che ancora una volta è bifronte. Da un lato infatti l’universo ha ritrovato la sua fede in Seldon, perché sapere che esiste la seconda Fondazione significa che il progetto Seldon è ancora vivo e presente. Non dimentichiamo che Seldon aveva il fine di garantire il miglior futuro possibile all’universo. Il migliore dei mondi possibili, come direbbe Pangloss del Candido di Voltaire. E questo spiega una diffusa fiducia nel futuro che rasserena e incoraggia i popoli della Galassia, congiunta alla fiducia nel fatto di godere della protezione della Seconda Fondazione che proprio Seldon aveva creato.
Ma c’è un altro lato.
Questo potere immenso della Seconda Fondazione. Un potere così grande, come il controllo mentale consente, non può non suscitare anche una certa inquietudine. La prima Fondazione non è felicissima di passare in secondo piano e forse si è legata al suo ruolo di supremazia e di potere più che al progetto Seldon.
Sospinta dalla rinnovata fiducia nel futuro e rassicurata dalla supervisione dei grandi manovratori invisibili, la prima Fondazione riuscirà a vincere una durissima guerra contro le mire espansionistiche del pianeta Kalgan.
Ma comincerà al tempo stesso a concepire la seconda Fondazione come un avversario insidioso, un nemico e per giunta un nemico difficile da combattere, perché introvabile, benché presente e attivo.
Arrivo al dunque, perché non è mio compito raccontare lo snodo dei fatti, ma solo coglierne gli aspetti di maggior interesse. Viene realizzata da uomini della prima Fondazione un arma geniale che permette non solo di individuare i padroni del controllo mentale della Seconda Fondazione, ma anche di neutralizzarli.
Gli uomini della Seconda Fondazione sono come uomini che vedono in un mondo di ciechi, per usare una metafora. E questo mi riporta al quesito del paragrafo precedente: come possono dei ciechi neutralizzare dei vedenti che li minacciano? E’ presto detto: si fabbrica uno strumento capace di produrre una luce accecante, innocuo per i ciechi, ma micidiale per i vedenti. E questo accade. Fuor di metafora lo strumento è un arma che emana onde percepibili solo da quelle stesse facoltà cerebrali ipersensitive che permettono il controllo mentale.
Lo strumento funziona e gli uomini della Seconda Fondazione vengono neutralizzati.
A questo punto i vittoriosi non possono fermarsi a questa vittoria, devono scoprire su che pianeta si trova la Seconda Fondazione. Hari Seldon aveva dato a suo tempo una sola indicazione enigmatica. La seconda fondazione era stata istituita al confine delle stelle, “stars end” letteralmente, una specie di finis terra e dell’universo. E’ questa indicazione che suggerisce un’avvincente ragionamento che permette di individuare la posizione del pianeta della Seconda Fondazione. Nessuno aveva considerato fino a quel momento che l’Universo era curvo e quindi, l’estremo opposto su una superficie curva si trova esattamente al punto di origine. Dunque “stars end” è Terminus, sede della Prima Fondazione.
“(…) e quale posto più sicuro? Chi si sarebbe messo a cercarli qui? E’ il solito principio del luogo più ovvio che è meno sospettabile. E perché il povero Ebling Mis era rimasto tanto sorpreso per la scoperta? S’era messo alla ricerca disperata della seconda Fondazione per metterla in guardia, per scopri re che il Mule aveva conquistato tutte e due le Fondazioni in un colpo solo (…)” (20)
Ma il finale del libro non dà al lettore il tempo di godere in pieno di questa bellissima trovata narrativa che subito se ne profila un’altra.
Oscuri personaggi, che si riconoscono immediatamente come membri della seconda Fondazione, concludono il romanzo con una conversazione nella quale esaminano dal loro punto di vista gli accadimenti. E si scopre che tutto quello che è accaduto è stato manovrato da loro. E un nuovo puzzle improvvisamente si compone con tutti i pezzi che corrono al loro posto e si incastrano perfettamente. Il Mule era uno scherzo della natura e soprattutto un entità individuale, di quelle che la psicostoria non poteva prevedere. Il suo avvento aveva messo in crisi il progetto Seldon. Ecco che i membri della Seconda Fondazione devono entrare in azione per rimettere il progetto sui giusti binari. Sconfiggono il Mule, ma al tempo stesso – per farlo – devono rivelare la loro esistenza. Eliminato il problema Mule, ora, c’è un altro problema non meno grosso, cioè che per eliminare il Mule la Seconda fondazione si è rivelata e questo nel progetto era un fattore non previsto che altera la naturale evoluzione della storia.
Infatti la prima Fondazione è condizionata nei suoi comportamenti dal fatto di aver saputo che la Seconda Fondazione esiste e su di lei può contare. In questa fiducia si adagia mentre nel progetto Seldon avrebbe dovuto agire come se contasse solo su se stessa. Non è una differenza da poco. Quindi occorre rimettere le cose come erano quando la Prima Fondazione non contava sulla certezza dell’esistenza della Seconda Fondazione. E come si può fare? Semplice, si mette in scena una finta sconfitta della seconda Fondazione ad opera della prima Fondazione. 50 martiri si immolano e affrontano il loro destino, si fanno scoprire e annientare, neutralizzati dall’arma che ho descritto poco fa; la prima Fondazione, canterà vittoria, penserà di aver eliminato il nemico e tornerà ad avere la convinzione di essere l’unica guida dell’universo. Il corso della Storia è stato riassestato.
Ecco che quella vittoria della prima Fondazione sulla Seconda, di cui ho parlato poco fa, era solo l’ennesima messa in scena, orchestrata dai manovratori occulti.
Si potrebbe osservare che almeno la Prima Fondazione aveva scoperto il pianeta dove la Seconda Fondazione era insediata. “Stars end” non era forse su Terminus?
E invece non è così. Gli oscuri personaggi di cui sopra continuano nella loro spiegazione e ci rivelano che l’universo in realtà è una doppia spirale e il capo opposto di una doppia spirale è il centro. Il centro della Galassia è Trantor, naturalmente, ex sede dell’Impero Galattico. Che la Galassia fosse una doppia spirale non è una trovata dell’ultimo momento. Asimov tra le righe ce lo ha detto centinaia e centinaia di pagine prima, addirittura nel primo romanzo del ciclo (21). Ci aveva dato l’indizio per la soluzione del terzo romanzo.
Per chi non fosse soddisfatto della spiegazione della doppia spirale, che non è proprio autoevidente, segue comunque una spiegazione molto più intuitiva e comprensibile. Il concetto di “lato opposto” rispetto a Terminus non era solo un concetto astronomico, infatti Seldon era un sociologo e per un sociologo l’opposto della periferia poteva essere solo il centro (22), elementare no?
Star’s end era solo un immagine poetica creata da Seldon. E nelle pagine conclusive testualmente si legge questa frase “Tutte le strade portano a Trantor, dice un vecchio proverbio, qui quindi è la fine delle stelle” (23).
Conclusioni
Concludo semplicemente invitando chi fosse interessato a ripercorrere le centinaia di pagine del ciclo della Galassia di Asimov e magari ricavarne un’immagine diversa da quella che ho rappresentato io, da semplice appassionato.
Io in queste pagine ho rivisitato l’immaginario di Asimov facendo balzi enormi nel tempo narrativo, un po’ come fanno i personaggi della sua storia quando con le loro astronavi fanno i salti nell’iperspazio per raggiungere angoli remoti dell’universo distanti migliaia di anni luce.
Invito a cercare le analogie tra il crollo dell’impero galattico e il crollo dell’impero romano. Non fa mistero, peraltro, Asimov di aver tratto ispirazione dall’opera di Gibbon “Storia del declino e della caduta dell’impero romano”. E poi i segnali espliciti non mancano, come la frase “tutte le strade portano a Trantor”. Invito a cercare quante idee e immagini la saga di Star Wars abbia saccheggiato dalle pagine di Asimov. Rileggete la descrizione di Trantor e i poteri mentali. Ma copiare non è una gran colpa, in fondo, forse è molto peggio copiare senza cogliere neppure le cose più interessanti. Un po’ come uno che entra al Louvre di notte per rubare un estintore. Star Wars è un ciclo favolistico, che rappresenta il bene e il male che lottano su fronti contrapposti. Star Wars copia immagini, personaggi, ma non ha saputo o non ha voluto vedere cosa c’era di più prezioso nel ciclo della Fondazione: parlo dalla capacità di rappresentare un mondo psicologicamente multiforme, dove ogni personaggio ha molte facce e può esser visto da prospettive diverse; un mondo dove il bene e il male non militano su fronti opposti, ma appaiono per lo più inestricabilmente mescolati fra loro in ciascuno dei personaggi e delle situazioni. E’ questo –credo – che rende così verosimile una rappresentazione del mondo umano di qualsiasi epoca.
Note:
18 – Il crollo della Galassia centrale – Isaac Asimov – Oscar Fantascienza mondadori – 1975 – pag. 133
19 – Il crollo della Galassia centrale – Isaac Asimov – Oscar Fantascienza mondadori – 1975 – pag. 94
20 – Trilogia Galattica – L’altra faccia della spirale – Isaac Asi – mov – Ed.Euroclub Italia spa – Bergamo – 1981 – pag. 613
21 – Cronache della galassia – Isaac Asimov – Oscar Fanta – scienza Mondadori – 1975 – pag 36
22 – Trilogia Galattica – l’altra faccia della spirale” – Ed.Euro – club Italia spa – Bergamo – 1981 – pag. 624
23 – Trilogia Galattica – l’altra faccia della spirale” – Ed.Euro – club Italia spa – Bergamo – 1981 – pag. 625
GLI ARTICOLI DI QUESTO SPECIALE
- Prima puntata – https://www.fumettomaniafactory.net/2020/01/02/100-anni-fa-nasceva-isaac-asimov/
- Seconda puntata– https://www.fumettomaniafactory.net/2020/01/09/guida-spericolata-nel-ciclo-della-fondazione-di-asimov-prima-parte-di-umberto-scopa/
VERSIONE INGLESE DELL’ARTICOLO DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
https://www.fumettomaniafactory.net/2019/06/24/2020-01-02-special-isaaac-asimov-english-version/
BREVE BIOGRAFIA DI ISAAC ASIMOV
Scrittore e scienziato russo, naturalizzato statunitense
Introduzione (Biografia, scaricata da https://biografieonline.it/, che si ringazia
Isaac Asimov nasce il 2 gennaio 1920 a Petrovichi, vicino a Smolensk, in Unione Sovietica. Nel 1923 la famiglia si trasferisce negli States, a New York, dove in seguito Isaac compirà gli studi.
Le doti straordinarie del bambino prodigio emergono da subito. Basti pensare, ad esempio, che a soli cinque anni impara a leggere da solo (quasi come Leopardi) e che da quel momento in poi non smetterà più di leggere libri e di studiare.
Leggendarie, in questo senso, sono le sue frequentazioni assidue alle biblioteche nazionali, sua unica fonte di “sostentamento” intellettivo nei primi anni della sua vita e per molto tempo ancora, poi. La passione per la fantascienza lo contagia nel 1929 quando nel negozio del padre (a quei tempi i candy stores americani non vendevano soltanto dolciumi, ma anche giornali e riviste) scopre le riviste di “Science Fiction”, di cui diviene subito un assiduo lettore.
Le promesse vengono ampiamente mantenute e il padre non potrà che essere orgoglioso di un figlio che prima si laurea in Chimica alla Columbia University di New York, (Bachelor of Science Degree, 1939) e che poi, non contento, si laurea anche in Filosofia (Master of Arts, 1941).
Dopo l’entrata in guerra degli USA, Isaac Asimov lavora come chimico presso la U.S. Navy Yard a Philadelphia. Tra il 1949 e il 1958 è professore alla Boston University School of Medicine.
Successivamente, grazie al successo delle sue opere, abbandona l’attività accademica e diventa uno scrittore a tempo pieno, dando così vita alla sua produzione sterminata, frutto della sua vena che definire prolifica sarebbe davvero riduttivo.
Di fatto Isaac Asimov è unanimamente considerato uno dei maggiori scrittori di fantascienza di tutti i tempi. La sua fortuna è dovuta al felice connubio tra invenzione letteraria e verità scientifica che riesce a rendere i suoi libri verosimili e fantastici insieme, veri specchi di un futuro possibile. Nell’ambiente letterario è nota la sua fine vena satirica e ironica, che si può riscontrare anche in alcune sue opere, soprattutto nelle prefazioni.
Conosciutissimi, in Italia come nel resto del pianeta, sono, tra i libri di Asimov, quelli appartenenti
al ciclo sul futuro della robotica (Io, Robot; Il secondo libro dei Robot) e al ciclo di “Foundation” (tradotti con i titoli di “Cronache della galassia”, “Il crollo della galassia centrale” e “L’altra faccia della spirale”).
Isaac Asimov muore il 6 aprile 1992 in seguito a delle complicazioni nel sistema cardiovascolare, gettando nello sconcerto migliaia di appassionati in tutto il mondo.
Nel 2002, la seconda moglie, Janet Jeppson, rivela che la morte di Asimov era stata provocata dall’Aids, malattia che aveva contratto nel 1983 durante una trasfusione di sangue. Non sarebbe stato lo scrittore a voler mantenere il segreto, quanto più probabilmente l’ospedale, per evitare uno scandalo.
RINGRAZIAMENTI
L’immagine, del banner proposto per la promozione del progetto è stata realizzata da Silvano Beltramo, e ci è stata concessa gratuitamente dalla STEREOTOMY – The Alan Parsons Project Tribute Band, che ringraziamo, e della quale proponiamo la LOCANDINA del loro spettacolo dedicato ad Asimov ed una breve BIOGRAFIA.
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