GATTI NERI, CANI BIANCHI – due romanzi a fumetti di Vanna Vinci. recensione

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GATTI NERI CANI BIANCHI
Reminiscenze parigine (vol. 1)
e Lungo la strada (vol. 2) 

Testi e disegni di Vanna Vinci
17×24 cm, 144 e 152 pagine,
colore, brossura, € 16.00 cad.
Kappa Edizioni (collana Mondo naïf)

di Mario Benenati

Vanna Vinci è una autrice italiana di fumetti, pluriaffermata, la cui caratteristica predominante fino ad oggi è stata quella di narrare storie di giovani, nel passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta; ed affronta questo tema da alcuni anni, ed ogni volta aggiunge un piccolo tassello al suo universo.

Con questi due nuovi romanzi a fumetti, pubblicati nel 2009 e nel 2010, ci sono delle conferme e qualche novità.
Il personaggio protagonista è una ragazza di venti anni, Gilla, così come in altre storie di Vanna, che “fugge” dalla sua famiglia, dal fidanzato, e si trasferisce a Parigi alla ricerca di stessa e per organizzare il suo futuro. Qui incontra una “tribù” variegata di personaggi, giovani alla ricerca di una sistemazione come lei, ma anche “giovani” sessantottini che non hanno ancora accettato la loro età, il trascorrere del tempo, e tutti sono accomunati dall’essere affascinati dalla città di Parigi. Anche Gilla subirà questo fascino e inizierà una serie di avventure, di viaggi, all’interno e all’esterno di se stessa, che la porteranno ad una prima maturazione, e mettere da parte l’adolescenza.

Ad accompagnarla in questi viaggi ancora una volta (come in altre storie dell’autrice) ci sono delle figure eteree, dei fantasmi, alcuni vicini a lei perché conosciuti da bambina, alcuni sconosciuti; quest’ultimi sono delle figure complesse dell’aristocrazia francese ed italiana e dell’alta società parigina degli anni ’60, che non hanno ancora trovato pace e che quasi vengono richiamate dal limbo, in cui giacciono, dallo stato d’animo della ragazza. Ognuno di loro, Roberto, la principessa di Lamballe, Zelda Fitzgerald e la Marchesa Casati, si rivelerà prezioso per la crescita della protagonista.

Un’altra conferma, nei due libri, è lo stile di Vanna, con molti primi piani, dialoghi serrati, l’uso delle note e delle parole fluttuanti dei brani musicali utilizzati nella storia. Mi sembra migliorato l’uso del colore, con delle pagine in cui assume il filo conduttore della narrazione, al pari delle immagini e dei dialoghi.

La novità sta nell’approccio storico ed in quello urbanistico che ruota intorno ai fantasmi della storia, che è molto fedele, e nella ricca documentazione che l’autrice ha utilizzato per questo suo nuovo lavoro e che sapientemente viene riportato come appendice, in una sorta i diario, alla fine di ognuno dei due libri. Altra novità è il richiamo agli anni ’60 e ’70, del secolo scorso, sia con alcuni personaggi importanti nella storia quali Cicci e Giorgio , sia per l’uso dell’abbigliamento e degli accessori.

Insomma una bella storia, ben disegnata, che attira il lettore in una vorticosa avventura per niente banale. Ancora una prova d’autore per Vanna.

L’unica nota “stonata”, sono le copertine, quella del primo volume è molto bella, mentre quella del secondo volume è un po’ simile (nella posa della protagonista e nei colori) a quella del volume precedente, con il rischio di confondere un po’ l’eventuale acquirente.

Nota bene: Questa recensione fa parte dello speciale “Le Donne nel Fumetto”, che per alcuni mesi ci ha accompagnato con articoli dedicati alle autrici ed ai personaggi femminili del mondo dei fumetti, in attesa di diventare un nuovo numero del magazine Fumettomania.

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