
Continua l’approfondimento critico dedicato a Frank Castle, il Punitore, a cura di Dario Janese, che ci guida (in questo ventitreesimo articolo) nella lettura dell’evoluzione del Punitore dalle origini agli anni ’90 (del secolo scorso).
Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo, grazie.
Mario Benenati, curatore di Fumettomania Web Magazine
Nota introduttiva per chi ci legge: questi articoli (estratti dal blog di Dario: “Lone Ranger, di storia critica del fumetto”) vengono ri-pubblicati, a distanza di oltre sette anni, nel nostro web magazine e completati con l’aggiunta di immagini.
Siamo a – 5 per un evento che festeggeremo il prossimo 30 aprile
da LONE RANGER, un BLOG DI STORIA CRITICA DEL FUMETTO
IL DIARIO DI GUERRA DELLA NUOVA AMERICA – PARTE SECONDA
(Articolo originario del 28.12.12)
L’esistenza di Frank Castle è incompatibile con ogni forma di politica correttezza: in quasi 40 anni di attività (l’articolo è del 2012, nda) ha rotto pressoché tutti gli standard di violenza: nell’ultima pagina di MARVEL SUPER ACTION 1 di inizio 1976 (la sua terza apparizione pubblica) piazza una fucilata al ventre di una donna – per autodifesa (si trattava di una killer e stava per pugnalarlo), ma fino ad allora MAI si era vista una cosa del genere.
Il repertorio si precisò anche in SPIDERMAN GIANT SIZE 4, del 1975, allorché il Punitore fa da Virgilio a Spidey sulla realtà terrificante della guerra batteriologica. l’Editore continuò a preferire limitare le apparizioni del personaggio a costosi speciali per il pubblico adulto, anziché rischiare una serie che avrebbe di sicuro attirato attenzione e creato polemiche indesiderate per una Casa che destinava comunque gran parte delle sue testate alla lettura di adolescenti.
ANNI OTTANTA
La situazione cambiò soltanto negli Anni Ottanta, quando la moda dei giustizieri alla Rambo suggerì alla redazione un tentativo di cavalcare l’onda del reaganismo imperante e provare una miniserie pilota, che nel 1986 venne affidata all’esperto scrittore di BATMAN Steven Grant e disegnata da Mike Zeck.
CIRCLE OF BLOOD toccava temi delicati come la situazione carceraria e la possibilità di una lobby in grado di finanziare un suo sistema di giustizia privata: mostrava situazioni scabrose e dipingeva figure di una zona grigia tra bene e male, dove il tema eroico scompariva per lasciare il posto alla lotta per la sopravvivenza, all’inganno e alla manipolazione, al teatro della debolezza e della meschinità umana su cui il Punitore si staglia come una figura spietata ma dolente, quasi shakespeariana.
Superata la prova del grande pubblico, il semaforo si fa verde per la prima serie ufficiale dedicata a Frank Castle. L’anno seguente debutta THE PUNISHER, e il suo successo immediato porterà addirittura a una
seconda testata di nome PUNISHER WAR JOURNAL (dall’abitudine di Frank di registrare quotidianamente il suo diario di guerra) nel 1988.
Gli americani non sembrano avere mai abbastanza delle sanguinose gesta di Castle, che abbatte criminali senza distinzioni di etnìa, colore e genere (anche se per una regola non scritta tende ad evitare le donne).
Il solo limite che il Nostro si pone è di non colpire mai le forze dell’ordine che normalmente cercano di arrestarlo e/o gli sparano addosso , neppure se si tratta di poliziotti corrotti. Questo principio verrà meno solo nel 1993, quando al termine della lunga saga SUCIDE RUN Frank eliminerà lo psicopatico agente Blackwell, colpevole però di aver ucciso un suo stesso collega.
ANNI NOVANTA
La richiesta popolare giungerà nel 1992 ad attribuirgli addirittura una terza serie, WAR ZONE, disegnata dallo straordinario figlio d’arte John Romita jr., mentre le comparsate di Frank sulle altre testate, da SPIDERMAN a DAREDEVIL a GHOST RIDER, si moltiplicheranno sino all’inflazione.
Difficile dire se il declino successivo delle testate sia stato dovuto a saturazione del mercato o a un mutamento dei gusti del pubblico: ma sicuramente l’America di Clinton, più socialmente consapevole e scottata dalla Prima Guerra del Golfo, è molto più tiepida nei confronti del Punitore. Le sue serie si riducono man mano ad una, sino a scomparire di nuovo con PUNISHER 104 del 1995. Il Giustiziere viene lasciato solo con la sua crociata, ormai percepita come il ripetersi monotono di un ciclo di violenza fine a se stesso.
2- continua
BREVE BIOGRAFIA
Dario Janese, torinese, 1964, sociologo e storico americanista, dall’infanzia cultore del Fantastico in tutte le sue forme espressive. Scrittore, saggista e curatore di laboratori letterari e di informazione civile, ha tenuto cicli di divulgazione dell’opera di Lovecraft, Ballard e Pasolini e di lettura storica delle Scritture. Da vari anni conduce un blog (Lone Ranger) di storia critica del fumetto e vari gruppi Facebook sulle espressioni del Fantastico nella cultura popolare.
NOTE EXTRA
GLI ARTICOLI DI DARIO su IL PUNTORE sono stati :
articolo del 13 aprile 2020
https://www.fumettomaniafactory.net/il-diario-di-guerra-della-nuova-america-il-mondo-secondo-il-punitore/