Arrivati quasi a fine mese torniamo occuparci del nostro magazine cartaceo pubblicato dal 1990 al 2010.
Oggi, continuo a presentare gli articoli tratti dal n. 9 della nostra fanzine (pubblicata nel maggio del 1997), estraendo il testo di un incontro con alcun autori francesi: Gourmelen, Claude Moliterni, Loisel, Boucq e Fred, che ammiravo ed ammiro (seppure qualcuno di loro non è più tra noi), al quale ho avuto il piacere di assistere durante l’Expocartoon del 1995.
Di Claude Moliterni e di Fred abbiamo già scritto, il 18 e 19 ottobre 2022, presentando in questo magazine le due interviste realizzate loro sempre ad Expocartoon 1995.
Buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Il sommario del n. 9 è riportato di seguito
- 2 Ancora aumenti?…Grazie, non fumo! di Massimo Todaro
- 3 Al di là delle Alpi, di Mario Benenati e G. M.
- 7 Cages di Dave McKean, di Lorenzo Fratini
- 8 Il ragazzo e le sette sfere .articolo su Dragon Ball di Ambrogio Isgro’
- 8 La Sailor mania e Marmelade Boy, due ‘cartoni’ manga, di Danila Franzone
- 12 Il ritorno di Luther Arkwright. Intervista a Byan Talbot di M.Benenati e Giovanni Genovesi
- 12 Novità nei comics.indipendenti? di Giorgio Cambini
- 14 Sovereign Seven: un “nuovo” supergruppo? di Salvatore Bonanzinga
- 14 Anteprima: MAGICO VENTO, di Mario Benenati
- 16 Il Corvo Presenta… di Giusy Modaffari
- 16 Manovre infernali – From Hell, di Domenico Cutrupia
- 17 C’era una volta , di Lucio Sottile
- 17 Il fumetto che piace, il fumetto che vende, di D. Cutrupia
- 18 Sulle tracce di … Fumettomania – Autori vari
- 19 Internet e dintorni, notizie dal mondo dei fumetti di Mario Benenati
Una delle cose più interessanti della manifestazione autunnale dell’Expo Cartoon di Roma, doveva essere la presenza straniera, intesa come autori e come editori. Anche per quest’anno (era l’autunno del 1996, N.d.R), ci siamo consolati con qualche autore.
Lo stesso giorno dell’intervista a Bryan Talbot (che potrete leggere laa prossima settimana , NdR) abbiamo preso parte ad un breve incontro con tre grandi, disegnatori francesi, nell’ordine: Fred, Régis Loisel e l’immenso François Boucq, e con lo sceneggiatore Jean Pierre Gourmelen. Completavano la “tavola rotonda” Claude Moliterni esperto del fumetto francese e l’italiano Giulio Cesare Cuccolini, quale esperto di fumetti e moderatore del dibattito.
AL DI LA’ DELLE ALPI
con Fred, Régis Loisel, François Boucq, Jean Pierre Gourmelen e Claude Moliterni
di Mario Benenati e G.M. (gennaio-febbraio 1997)
Traduzione dei test in in francese di Gisella Medici
Dall’altro lato del tavolo i presenti erano pochi, troppo pochi per degli autori che avrebbero meritato la sala strapiena. Ancora una volta i lettori di fumetti avrebbero potuto mettere da parte i manga o i fumetti Marvel e arricchire il loro bagaglio culturale, che continua ad assottigliarsi sempre di più.
Cuccolini dopo aver presentato Gourmelen e Claude Moliterni, prosegue con Loisel e Boucq (approfondimenti sugli autori nei box grigi, per la rivista, sotto per noi che leggiamo questo articolo sul sito, ovviamente quelli all’anno 1995, NdR)…
Siamo nel 1989, Boucq collabora con Jérome Charyn con il quale creò il volume “La Femme du Magicien (La moglie del mago)”. Quello che vorrei sottolineare è che questi due autori, Loisel e Boucq hanno due universi completamente diversi, ma allo stesso tempo vicini dal punto di vista fantastico, se volete fargli delle domande.
Gianfranco Goria dell’Associazione Anonima Fumetti : che cosa ha significato per lei disegnare le storie di Peter Pan e voleva inviare un qualche messaggio al lettore della storia?
Loisel: Credo che il personaggio di Peter Pan sia mitico, straordinario, perché rappresenta il mondo dell’infanzia. Tanto tempo fa ho visto il film di Walt Disney, e ho avuto subito il desiderio di adattarlo in modo molto libero, a mio modo. Raccontare la genesi, l’origine, la storia di un ragazzo che si chiama Peter che poi diventa la leggenda Peter Pan. Ho letto, anche il romanzo e ho tratto degli elementi del personaggio per tracciarne le origini. Cercavo di raccontare alcuni avvenimenti che comunque si ricollegavano a quello che esisteva nel romanzo.
L. G.: Quindi lo stimolo di partenza è stato il film della Disney, soltanto dopo c’è stato un avvicinamento al romanzo in se, scegliendo il proprio modo di vedere, di interpretare il personaggio: è stata questa la genesi del volume a fumetti?
Loisel: La genesi non è avvenuta proprio attraverso il romanzo. Sono stato molto deluso dal romanzo. Mi aspettavo qualcosa di magico, lo volevo vedere con il mio sguardo di bambino, e forse il fatto di averlo letto da adulto mi ha fatto rimanere deluso. Ho pensato “il racconto deve essere meglio”, perché Disney, nell’ adattarlo, non ha potuto inventare niente; eppure gli ha dato un tocco di magia. Sicuramente nel romanzo ho trovato degli elementi che non conoscevo e che meglio hanno definito il soggetto.
Ad esempio, il rapporto con la madre, la sua identità di assassino, quasi per caso, questa è una dimensione che non conoscevo e da qui che ho cercato di creare un personaggio, di trarne l’origine.
Ho scelto la parte del romanzo, quella borghese. Ho preso, quindi, l’altra faccia di questa medaglia; forse proprio il lato del bambino povero, pieno di amore. Ho cercato di raccontare la storia di questo bambino e di questo mondo di amore, ch’egli cerca di inventare, di raccontare ad altri bambini che necessitano di amore.
Ho unito l’immagine del primo Peter con quella nata dall’incontro con questo mondo magico e mitologico dove esistono queste forme pan. Insomma ho cercato le origini, di vedere dove e come è nata questa figura di Peter Pan.
Michele Ginevra del Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona: Volevo chiedere a François Boucq, in merito alle storie intitolate ‘I Pionieri dell’avventura umana’ (pubblicate a suo tempo sulla rivista di fumetti italiana Comic Art), se questa serie, di brevi storie, esce ancora in Francia e più in generale a quali progetti sta lavorando…
François Boucq: Continuerò sempre sullo stesso filone, con queste storie brevi, ma cercherò anche di staccarmi un pò dalla mia attività di grafico, di disegnatore; credo che il rigore delle storie corte è giustificato dalla possibilità di sviluppare poi delle storie lunghe, in cui si sviluppano le capacità dei racconti corti, in modo che ci possa essere la stessa densità, sia nelle storie corte che in quelle più lunghe.
Per quanto riguarda i miei progetti futuri intendo lavorare su storie umoristiche corte, principalmente, a volte anche lunghe.
M. G.: Nelle storie brevi, prendi molto in giro, anche in modo feroce, il comportamento della massa. Però in un certo senso, c’è una massa di lettori che ti legge. Quando scrivi queste storie, come nascono?
C’è veramente un fastidio vero verso questi comportamenti della massa, verso questi luoghi comuni? Oppure l’intento è semplicemente divertire il lettore? Cioè c’è più satira o più umorismo?
F. Boucq: Il mio scopo, nelle storie corte , non è di prendere in giro le persone, ma più che altro è voler usare quello che io vedo delle persone: i loro comportamenti, come testimonianze surrealiste, di immagini che essi hanno della vita.
Quello che mi interessa più di tutto è di vedere, di mostrare anche fino a che punto siamo in un universo totalmente surrealista, al di là delle convenzioni che forse ci sono fra di noi e che rendono questa vita conveniente per alcuni e non per altri. Vorrei essere un pò più attento a questi comportamenti, a come una persona compra una cosa, che relazioni ha con il suo ‘entourage’.
Più che altro mi voglio rendere conto come ogni vita dell’essere umano è unica e voglio raccontare questa specificità, questa unicità. Parlo delle persone, forse più vulnerabili, ma più che altro mi interessa l’aspetto poetico del quotidiano che a volte può sembrare un pò crudo.
Un modo di raccontare legato al grafismo che ho scelto, che è privo di artificio. E’ una visione che cerca di essere più lucida possibile e a volte anche la più cruenta, questa è la realtà.
La mia intenzione è di immergermi nell’universo poetico della quotidianità, più che di cercare di violentare persone che non ne hanno bisogno sicuramente.
Gianfranco Goria: Ho saputo che sta lavorando ad un progetto su Blueberry, il personaggio di Jean Giroud. Che relazione ha questo progetto, con quello che ha detto prima?
F. Boucq: Questa è una cosa fra me e Giroud, io sono andato in Arizona a fare un viaggio. Al ritorno ho visto Giroud, ci siamo messi a parlare dell’Arizona e di altro e mi ha chiesto se volevo fare un episodio di Blueberry. Mi sono detto “può essere divertente”. All’inizio era una cosa che doveva essere segreta, fra me e lui. Poi, come al solito, Giroud l’ha raccontato a tutti. Io ancora non ho deciso niente. Non c’è alcun contratto firmato. Credevo potesse essere interessante continuare un personaggio già di successo. Pensavo che fosse un universo così interessante, così forte che mi potesse appassionare.
Mi sono detto “sarebbe bello farlo!”. E’ soltanto una possibilità, che non si deve trasformare in una clonazione di Blueberry, come altri autori hanno fatto. Il personaggio è vecchio, bisogna cercare un’altra fisionomia, potrebbe essere interessante, quello che mi piace è di disegnare dei paesaggi così vasti, usare questa manovra dell’esterno, visto che il personaggio ha già sessant’anni. Si tratta di un epoca del far west che si trova proprio in una versione più moderna, con delle macchine.
Mario Benenati, della fanzine Fumettomania: Nelle sue storie ‘Bocca di Diavolo’ e ‘La Moglie del mago’, sembra quasi che ci sia un passaggio tra l’umorismo nero, da lei accennato prima, al simbolismo, un simbolismo presente in ogni tavola.
E’ una ricerca costante sua, oppure il riflesso di un momento, del periodo in cui lei ha disegnato queste due storie?
F. Boucq: Credo che il simbolismo sia un esperimento, volevo entrare nel mondo simbolico. Un essere umano non è certo un meccanismo fisso. Ci sono delle vocazioni, secondo me, delle dimensioni superiori all’essere umano, che superano l’aspetto meccanicistico del corpo umano e che ovviamente mi interessano.
Io non credo che l’essere umano sia limitato solo alla sua vocazione meccanicistica, secondo me il disegno e il fumetto, non sono soltanto l’espressione di forme anatomiche, di forme meccaniche, sono delle vocazioni analogiche della persona umana. Tutto dipende dal livello a cui ci si ferma.
Ciò che mi interessa è esplorare il più lontano possibile, non so le mie forze dove mi porteranno, questo è quello che desidero fare, non soltanto fumetti, per raccontare la storia di questo o di quel personaggio.
Nasce anche un’aspetto psicologico, un’evocazione di quello che può essere un essere umano, si può dire “questo individuo” e dargli un nome, e limitare la sua individualità”.
Nel fumetto come in qualsiasi persona ci deve essere una visione che vada oltre, la dimensione umana: un individuo è anche un essere umano, quindi la personalità non solo la persona. L’individualità deve essere unica, quindi rappresenta un essere simbolico, questo ‘essere’ simbolico tesse dei legami col mondo simbolico.
Sono diversi livelli di relazione che ci possono essere fra le persone, e queste creano delle storie che possono essere lette a diversi livelli.
Cuccolini: Ieri sera, il signor Boucq ed io, abbiamo parlato della diversificazione del fumetto francese. Io credo che sia importante e l’inviterei a ripetere e a ribadire ciò di cui abbiamo parlato ieri, visto che lo considero molto originale.
Boucq: Cercherò di riprendere il filo del discorso di ieri.
Secondo me il fumetto può essere considerato come una specie di entità, si può dire che una storia è come un essere completo. Un eroe non è il punto cruciale della storia, è il fine, è soltanto un mezzo, attraverso il quale l’autore vuole comunicare, vuole mandare degli aspetti interiorizzati di se stesso, che deve cercare di figurarli attraverso altri personaggi, e instaurare un dialogo fra questa coscienza simbolizzata, dall’eroe stesso, e ad altri aspetti dell’essere.
Per esempio Tin Tin, fumetto conosciutissimo, è proprio il messaggero della coscienza del lettore, che si immerge in lui, il quale può avere delle relazioni, dei rapporti, con il suo essere concupiscente (simbolizzato appunto, da questa coscienza), che entra in relazione con il suo essere scientifico. Il fumetto è il mezzo con cui il lettore può entrare in sintonia finalmente con diversi aspetti, e diventare cosciente allo stesso tempo dei diversi tipi di relazione che si possono avere.
Ogni storia è quindi basata su una costruzione abbastanza semplice: in un rapporto armonioso; si verifica una frattura che rompe l’armonia stessa, e la storia serve proprio affinché l’eroe vada a riconquistare questa armonia, attraverso le prove e le avventure che dovrà superare. Si tratteranno tutti gli aspetti dell’eroe, e alla fine ci sarà la riconciliazione.
Da questo punto di vista credo che la trama del fumetto abbia un’aspetto rivelatore proprio nei confronti del lettore, il quale deve prendere coscienza di questa disarmonia che si è creata, e capire che può essere riconquistata attraverso le prove, come una specie di analogia della nostra vita. Come Tin Tin, noi tutti siamo gli eroi della nostra vita, e davanti a noi ci troviamo ad avere delle relazioni esterne, diversi aspetti umani, abbiamo fiducia delle persone di cui abbiamo bisogno durante le prove, anche noi dobbiamo superare questi ostacoli per riacquistare un’armonia.
Gianfranco Goria : Questa proiezione è uguale sia nel fisso che nell’animato?
Boucq: La specificità del fumetto è che l’immagine fissa cerca di tradurre il movimento in modo sintetico, mentre l’immagine animata è più in termini analitici. L’immagine del fumetto cerca di evocare la totalità di un movimento, mentre quella animata ne descrive la totalità, attraverso l’analisi di tutti questi movimenti.
Quindi sono due tipi di approccio al movimento completamente diversi, antagonisti quasi. Tutto il lavoro del disegnatore, dell’autore di fumetti consiste nel descrivere il movimento che c’è nella realtà, trovando il mezzo grafico, più appropriato, che permetta di tradurre la totalità del movimento.
M.B.: Rispetto a quanto detto prima, c’è un reale riscontro nel mercato francese? Può l’autore esprimere tutto questo?
Boucq: Nella concezione del fumetto francese o nella possibilità di produrre il fumetto?
M.B.: Sia nella concezione e poi, in un secondo momento nella possibilità di produrla.
Boucq: Non è qualcosa che io concepisco e poi applico, è, più che altro, una presa di coscienza che ho trovato nel fumetto. Non è una teorizzazione legata all’ esperienza, ma è l’esperienza che poi mi fa formulare queste spiegazioni e le teorie.
Credo che nel fumetto europeo, soprattutto in quello francese ed italiano, ci sia un lavoro che derivi da tutti i lavori artistici dei secoli precedenti, che esso sia un pò il risultato di tutta l’esperienza grafica dei pittori e di tutta una cultura.
Gianfranco Goria: Signor Fred, intanto le faccio i complimenti per le tecniche narrative molto particolari da lei utilizzate già da parecchi anni, che sono, a mio avviso, dei gioielli da studiare per capire come il fumetto sia in grado di esprimere delle cose incredibili; oltre i complimenti per avere fatto queste cose e di continuare a fare poesia ed espressione, cioè utilizzo del fumetto come forma di narrativa molto particolare, nelle modalità espressive, nei modi di raccontare cose utilizzando la forma grafica su una tavola di fumetto. Detto tutto questo, inizierei con una domanda di genere completamente diverso.
A me interessa, e forse anche agli autori italiani, sapere qualcosa di più sulla sua esperienza con il governo francese? Nel campo della cultura, visto che lei occupa un posto importante nella cultura francese.
Fred: Ultimamente sono stato nominato dal ministro della Cultura per rappresentare il fumetto e tutti i problemi annessi, degli autori, degli editori, dei festival, ecc. Continuo a lavorare e mi fa piacere, all’inizio ho esitato perché ho molti impegni ufficiali. Presiedo una commissione che si riunisce tre/quattro volte all’anno, che studia le possibilità delle idee dei giovani e dei meno giovani che fanno fumetti, e del loro modo di esprimersi, perché in questo hanno dei problemi, autori che sono sicuramente interessanti.
La mia carica consiste nel presiedere questa commissione, formata da una decina di persone: giorna listi, editori, grafici, autori. Si cerca di fare il meglio per aiutare e valorizzare il fumetto. il lavoro di questa commissione è quello di vedere quali possono essere gli aiuti da dare gli autori e gli editori di fumetti, come si possano orientare e indirizzare delle nuove basi, dei nuovi cammini.
Gianfranco Goria : Il mio interesse, per l’operato di Fred, è legato al fatto che adesso stiamo cercando di avviare un discorso analogo anche in Italia. Chiaramente lo scarto, culturale e storico, inerente la penetrazione del fumetto nella cultura italiana, rispetto a quello francese è ancora molto forte ma noi contiamo che si possa colmare al più presto questo divario, anche in vista di una Europa unita.
Cuccolini: Ringrazio tutti i presenti, per aver presenziato a questo incontro e dichiaro chiuse le ‘ostilità’.
LE BIOGRAFIE DEGLI AUTORI
Régis LOISEL. (disegnatore, soggettista e sceneggiatore)
Nato a Saint-Maixent il 4 dicembre 1951. La sua carriera comincia con la pubblicazione “Quete de l’Oiseau du Temp” su sceneggiatura di Serge Letendre. Una saga che riscuote fin dalla prima uscita un enorme successo. A tutt’oggi (1995, NdR) sono stati venduti più di 180 mila esemplari per ogni titolo. Alcune puntate di questa saga sono state pubblicate in Italia negli anni ‘80, sulla rivista PILOTE (Ed. L’ISOLA TROVATA). Con la casa editrice VENT d’OUEST crea la serie “Peter Pan” il cui ultimo album è in via di pubblicazione. Parallelamente realizza poster e cartoline edite da lui stesso.
Il suo nuovo lavoro di maggior rilievo, Emporio (2003-04) , è ancora un exploit: condividere con un altro autore – Jean- Luis Tripp, nella fattispecie – sia l’elaborazione del disegno che della sceneggiatura, exploit che comprende il vasto lavoro di ricerca quasi antropologico sul mondo rurale del Québec degli anni ’20. E tornano elementi della sua poetica, come l’iniziazione all’età adulta, un osservatore che giunge dall’oblio (il morto che osserva non è lontano dal vecchio che racconta in Velissa), il sentimento dolcemente malinconico, quasi struggente, di un’infanzia (o di mondo) che non torneranno più. E’ uno dei più validi esponenti del fumetto francese.
In Italia i suoi lavori sono stati pubblicati da Alessandro Editore e dall’Editoriale Cosmo e sono tutti acquistabili.
https://regisloisel.com/loisel/biographie
François Boucq – (disegnatore, soggettista e sceneggiatore)
Nato a Lille il 28 novembre 1955. Debutta sui settimanali realizzando caricature. Nel 1975 appare sulla rivista “Mormoli” e più avanti comincia una collaborazione con “Pilote’ dove pubblica “Les Cornets d’Humour”. In seguito pubblica le avventure di Rock Mastard su “Fluide Glacial” e le “Lezioni del professor Bourremon” su sceneggiatura di Pierre Christin. A partire dal 1983, cominicano ad apparire regolarmente sulla rivista “A Suivre” brevi storie che in seguito saranno raccolte nei seguenti albi: “Les Pioniers de l’Aventure Humane “(1984), “Point du Fuite pour les Braves “ (1986), “Pedagogie du Trottoir” (1987) e “La Dérisoire Effervescence des Comprimés” (1991). Con il romanziere Jérome Charyn crea “La femme du Magicien” e “Bouche du Diable” (1989), entrambi pubblicati sulla rivista italiana COMIC ART. Continua a collaborare con “A suivre” ma questa volta con lo sceneggiatore Alexandro Jodorowsky per “Face de Lune” (1991), anche questa presentato all’interno di Comic Art. Nel 1993 pubblica “Un point c’est Tout!”.
Boucq con Jodorowsky ha creato F Trésor de l’ombre (1999) e il western Bouncer (2001) con Humanoïdes Associés. Oltre a questi ambiziosi album che hanno creato insieme, Boucq è l’unico autore del fantasy totalmente fuori dagli schemi Aventures de la Mort et Lao-Tseu (1996) e Jerome Moucherot (The Adventures of Jerome Katzmeier, Europe Comics 2017) , edito da Le Lombard. Il suo arrivo a Le Lombard con Rock Mastard è stato preceduto dalla realizzazione della cartella stampa della collezione Troisième Degré. Nell’ultimo decennio, Boucq ha creato anche una serie di altre serie. Il 2007 vede la pubblicazione di Le Janitor (Dargaud 2007; The Keeper, Europe Comics 2016), frutto della sua collaborazione con Yves Sente.
Nel 2011 ha lavorato al volume 4 della serie XIII Mystery con Alcantehe (Dargaud). Con Charyn ha creato Little Tulip (Le Lombard, 2014), e nel 2015, con una sceneggiatura di Marcel Gotlib, ha continuato le avventure del più francese dei supereroi, Superdupont (Dargaud, Europe Comics in inglese). Lo stesso anno pubblica anche Le Procès Carlton (Le Lombard).
In Italia alcuni suoi lavori sono stati pubblicati da OBLOMOV edizioni e dall‘Editoriale Cosmo e sono tutti acquistabili.
Claude Moliterni (sceneggiatore, saggista e giornalista)
Nato a Parigi il 21 novembre 193. Animatore di vari festival dal 1964, è il creatore del festival d’Angouleme, della convention de la Bande Dessinée a Parigi (1965), del Festival de Chambéry. Partecipa da più di 30 anni a tutte le attività culturali dedicate ai fumetti in Italia ed in particolare a Lucca prima, e ad Expo Cartoon dopo. Ha scritto diverse opere sul fumetto come il “Dictionnaire Mondial de la Bande Dessinée” per Gallimard, e più recentemente “La Chronologie de la Bande Dessinée” per Flammarion.
E’ incaricato dal Ministero della Cultura Francese di organizzare iniziative in favore del fumetto per il Centyro Culturale Francese. E’ stato per 20 anni direttore della redazione di “PILOTE” e di “CHARLIER MENSUEL” e direttore editoriale della DARGAUD. Nel 1989, si associa con Marya Smirnoff delle edizioni Bagheera. Dal 1995 abbandona le edizioni per dedicarsi alla saggistica, e più specificamente alla redazione di opere sul fumetto e alla creazione di un CD rom sulla storia del fumetto.
Autore di diversi personaggi pubblicati nelle riviste da lui dirette, come Marc Jordan su disegni di Bruno Brunetti oppure Agar su disegni di Robert Gigi.
(Moliterni è morto a 76 anni, tra il 20 ed il 21 gennaio 2009, NdR)
FRED (Othon Aristidés) – disegnatore, soggettista e sceneggiatore
Nato a Parigi il 5 marzo 1931. Comincia la sua carriera sulla stampa francese dal 1954, poi con Cavanna ed il professor Choron, crea il giornale “Hara-Kiri” dove pubblica diverse serie. Dal 1955 si unisce allo staff di Pilote e crea Philémon una saga ch si impone tra le più poetiche e orginali nel campo del fumetto (15 albi pubblicati dalla casa editrice DARGAUD).
Parallelamente porta avanti la carriera di sceneggiatore al fianco dei disegnatori: Mic Delinix, Alexis, Jean Claude Mézières, George Pichard e Hubuc. Nel 1979 pubblica “Cythère l’apprendista stregone” in “Pif gadget”, in seguito “Magic Palace Hotel” e “Parade” (1982). Illustra “Le Journal de Jules Renard” con l’editore FLAMMARION.
Nel 1988 disegna un vero capolavoro “L’Historie du Corbac aux Baskets” edito da DARGAUD, seguito nel 1995 dal “Conteur Electrique”, altro capolavoro. Fred è stato premiato a Lucca con lo “Yellow Kid”, due volte ad angouleme per il miglior album dell’anno e con il “Grand Prix”, ed un altro “Yellow Kid” nel corso dell’Expocartoon del 1995 (Ulteriori informazioni li trovate nel n.8 di Fumettomania con un sua intervista).
Ha vissuto a Puiseux-le-Hauberger e alla fine si è stabilito in una casa di riposo a Domont. Si sono tenute diverse esposizioni del suo lavoro e nel 2011 è stato pubblicato un libro retrospettivo intitolato “Fred, L’Histoire d’un conteur éclectique”.
Durante la sua carriera Fred ha ricevuto vari premi per il suo lavoro innovativo. Dopo un periodo di peggioramento della salute, nel febbraio 2013 è stato pubblicato l’ultimo libro “Philémon”, 25 anni dopo l’ultimo capitolo della serie. Fred Othon Aristidès è deceduto due mesi dopo, nell’aprile 2013.
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NOTE EXTRA
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