SPECIALE “LE DONNE NEL FUMETTO”
– TRENTANOVESIMA PUNTATA –
Ad un mese di distanza, dalla prima parte, torna Adriana Roveda (socia ANAFI e primo membro femminile del consiglio direttivo in carica ), per la seconda parte del suo lungo articolo sulle fantaeroine nella storia del Fumetto.
Adriana è una fotografa eccezionale che ci racconta spesso il fumetto con la sua fotocamera, sui social potrete ammirare le sue belle foto.
Mettetevi comodi, dunque, per gustarvi questa bella lettura e se vi piace l’articolo condividetelo.
Mario Benenati, direttore culturale del web magazine Fumettomania
La galassia delle fanta-eroine
(seconda parte)
di Adriana Roveda
INTRODUZIONE
Stiamo per percorrere gli ultimi due decenni, gli anni ’80 e ’90, anni ormai segnati dall’avvento dell’informatica e dell’elettronica, e soprattutto dalla massiccia invasione dell’estetica nipponica.
Con l’arrivo dei manga e dei cyborg, il genere fantascientifico propone ambientazioni post-atomiche e panorami apocalittici sempre più inquietanti. Le scene di sesso e violenza si fanno più esplicite, le emozioni più forti, anche il linguaggio grafico diventa sempre più spettacolare, di stampo volutamente tecnologico, avvicinando in tal modo il fumetto al mondo dei videogame (basti pensare al fenomeno Lara Croft). Gli eroi sono alternativamente uomini o donne, in un rapporto di parità ormai consolidato, anche i rapporti sentimentali nelle strips risentono della generale crisi di valori, ancora una volta il fumetto si rivela lo specchio ideale delle tematiche esistenziali ricorrenti. La confusione dei sessi è una delle novità di quest’ultimo periodo, dopo la liberazione dagli stereotipi sessuali iniziata negli anni ’60. Su queste premesse in questi anni, si realizza nuovamente una svolta nella proposizione di personaggi femminili e di nuove eroine protagoniste dei fumetti.
Il 1981, l’anno successivo alla pubblicazione di Milady, fà il suo debutto un’altra eroina italiana: Anyhia, l’amazzone. (fig.1) Pubblicata direttamente in volume dall’Editrice Nord questa serie è stata realizzata da Roberto Bonadimani che ne ha curato anche la sceneggiatura e per la quale riceverà il premio Italcon a Modena come migliore fumetto europeo di fantascienza. A Bonadimani verranno conferiti diversi premi e riconoscimenti fra questi a Lucca Comics nel 1998 il Yellow Kid alla carriera. La sua produzione, quantitativamente limitata e quasi tutta pubblicata su Cosmo Informatore e in volumi dall’Editrice Nord, è il risultato di una vera passione per la fantascienza e per il disegno oltre che di un impegno costante e paziente che continua tuttora. In uno dei suoi profili autore dichiara:
“Nel corso degli anni ho pubblicato quattro libri e svariati racconti e illustrazioni, ma quasi sempre a livello amatoriale: ho sempre considerato questa attività un interesse puramente personale che mi ha impedito di assumere quel tipo di carattere che mi avrebbe permesso di trasformarla in un lavoro a tempo pieno”.
Sin dall’inizio Bonadimani rifiuta il rigido schematismo delle tavole riquadrate ordinatamente preferendo ricrearle ogni volta diverse, secondo l’esigenza del racconto, sempre attento alla distribuzione dei bianchi e dei neri e curando particolarmente gli sfondi, il suo è uno stile unico inconfondibile pur essendosi ispirato in gioventù a mostri sacri della letteratura disegnata tra i quali Crepax (“Ma non ho mai copiato nessuno, e non lo faccio per vantarmi… non l’ho mai fatto perché non ne sono mai stato capace. Dagli altri prendevo lo stile, l’anima, ma poi facevo comunque a modo mio” da una intervista rilasciata a Vincenzo Raucci Ink n.16/2000) (fig.2)
Anyhia, l’amazzone dai lunghi capelli biondi, selvaggia, quasi sempre seminuda, è molto sensuale benché caratterizzata da uno spirito ribelle, tipico di molte eroine del fumetto fantasy. E’ una guerriera fedele a Xsanta, grande sacerdotessa del dio Zsoss, guida della serena comunità di Aeterna, città in eterno contrasto con la bellicosa Afan, inutile aggiungere che la nostra eroina si muove in un mondo leggendario e fantastico, dove nel corso delle sue avventure, incontrerà personaggi e creature di ogni tipo: da spaventosi mostri a malvagi stregoni, ma, alla fine, con l’ausilio di amuleti magici e della sua fedele spada, riuscirà a sconfiggere i suoi nemici. Come premio finale per le sue prodezze, Anyhia avrà l’amore del generale Etron e l’onore di diventare l’alfiera della dea Hath, protettrice delle amazzoni. Anyhia è però un’amazzone pacifista, nonostante sia abile con la spada e schierata contro i guerrafondai della città di Atlan. Le sue avventure avranno un seguito nel 1983 sempre a cura dell’Editrice Nord (I signori dei sogni – Una nuova avventura di Anyhia l’amazzone).
Attualmente Bonadimani stà adattando i due volumi di Anyhia l’Amazzone, inserendo materiale inedito e ritoccando, apportando delle migliorie, le tavole già pubblicate.
IN SPAGNA …
Restando in Europa anche la Spagna ha le sue fanta-eroine altrettanto sexy quanto agguerrite e senz’altro merita attenzione l’apparizione di Sarvan nei primi anni ottanta. Viene pubblicata per la prima volta nel 1982, come racconto in due atti, dalla Cimoc, una straordinaria e indimenticabile rivista spagnola di fumetti per adulti ormai scomparsa (a partire dal n. 18 dell’agosto 1982 fino al 1986, ed. Norma) (fig.3) Disegnata da Jordi Bernet su sceneggiatura di Antonio Segura, Sarvan indossa un bikini di pelliccia che, spesso, nella furia della lotta perde con facilità e affronta i suoi nemici sguainando una spada di forgia barbarica, emule femminile di Conan il barbaro, vive in un mondo semi-primitivo in cui gli elementi magici si fondono con quelli della fantascienza. (fig 3a)
Sembra opportuno pensare che Segura, nella stesura delle avventure di Sarvan, sia stato ispirato da Il mattino dei maghi (titolo originale Le matin des magiciens) di Jacques Bergier e Louis Pauwels (Librairie Gallimard 1960, in Italia pubblicato dalla Mondadori nel 1963), libro metaforicamente definito dagli autori di realismo-fantastico, e anche da Erich Von Daniken, in particolare dalle sue teorie sulle visite degli extraterrestri sulla Terra e le loro influenze sulla cultura, pur tuttavia dando un tocco personale alla trama. La storia di Sarvan ad una attenta lettura si presta a diverse chiavi interpretative, il testo è flessibile e presenta al lettore molti messaggi sublimali e simbolici che sono evidenti specialmente nel secondo e terzo livello della storia, (troviamo il Destino, rappresentato da una donna con due teste, una recante il bene, l’altra il male, la Vita rappresentata da una scacchiera gigante), graficamente ben interpretati da Bernet, la cui sensibilità è in grado di portare l’erotismo della nostra eroina al più alto livello di qualità immerso in una morbida patina di naturalezza. (fig. 3b) (figg. 3c)
L’odissea appassionante della bella e coraggiosa Sarvan della casta di Kloks, sottoposta ad avventure e prove durissime, e del suo amore per il misterioso astronauta Heloin, caduto sul suo pianeta, sono state pubblicate in volume anche in Francia nel 1985, dalla francese Dargaud, e successivamente con il titolo Le secret de Gor dalla Magic Strip-Himalaya nel 1986. In Italia le stampò anche l’Eureka a colori (1 episodio sui n. 2 e 3 – 1984, 1 episodio sui n. 4, 6, 7, 8 – 1984), ma la pubblicazione, diretta allora da Silver e Alfredo Castelli, chiuse prima della conclusione della storia per poi essere ripresa dalla rivista Comic Art a partire dal n. 5 del novembre 1984 (quarto episodio, intitolato Liblak Liwhitte), questa volta nella versione in bianco e nero. Anche la rivista Skorpio nel 1988 (dal n.53 al n.36) pubblica una versione del secondo episodio che alterna tavole in bianco e nero ed a colori. Infine nel 2009, per la prima volta in Italia, le avventure di Sarvan vengono pubblicate in volume a cura delle Edizioni Allagalla.
TORNIAMO IN ITALIA …
“Ho sempre pensato ad una ragazza bruna come protagonista dei miei fumetti e dato che mi affascinano le atmosfere evocate dalla luna e ho curiosità e interesse per il mondo dei druidi, ho unito i vocaboli “bruna,
druido, Luna” e ho inserito una doppia u per evitare che nelle altre lingue il nome venisse storpiato. Così si è formata la parola Druuna”
ha dichiarato Paolo Eleuteri Serpieri, che spiega così la nascita della sexy formosa eroina dell’omonima saga ambientata in un futuro post-apocalittico, senza tempo, in cui si uniscono fantascienza ed erotismo, sicuramente uno dei personaggi maggiormente riconoscibili del fumetto italiano, per i disegni molto espliciti e per il contenuto destinato ad un pubblico di soli adulti. (fig.4)
Serpieri rappresenta Druuna come una donna bella e sensuale, di carnagione olivastra, dai tratti mediterranei perfetti, dalle forme barocche e dai lunghi capelli neri, musa ispiratrice l’attrice Valerie Kaprinski, che nella maggior parte dei casi assume il ruolo di oggetto sessuale desideroso di essere tale e che si piega ad ogni genere di avance e violenze. Il percorso nella psiche e nel corpo di questa donna ideale, in fondo solo alla ricerca del suo eterno amore, è molto lungo e, lungi dall’aver termine, la saga si complica ed arricchisce di nuovi simbolismi dal sapore fantascientifico. Il mondo che vede protagonista la nostra eroina è un mondo nuovo, dimenticato, in cui non vi è più traccia di presenze viventi e in cui tutti lottano per qualcosa che non ha niente di umano compresa Druuna. Il messaggio principale ripetuto in tutte la serie e sottolineato nell’ultimo volume è che un mondo in cui la creatività tecnologica maschile supera la creatività fisica femminile riduce la nostra umanità e il valore della vita. La protagonista a questo punto, trascendendo il suo ruolo di oggetto sessuale, incarna il simbolo stesso della vita e come tale rappresentato nel corpo femminile. Druuna è l’ultimo essere umano vivente, simbolo quindi di una forte affermazione eco-femminista sulle conseguenze negative di un’epistemologia scientifica strettamente maschile che cerca di separare la mente dalla materia e che nel processo di conoscenza distrugge proprio le cose che sono ricercate: trascendenza, creatività e vita.
… ED IN FRANCIA
L’ultima autentica fanta-eroina dell’eros nello spazio fu pubblicata in Francia per la prima volta nell’estate del 1985 sulla rivista contenitore dell’editore Dargaud Charlie mensuel (poi Charlie et Pilote) e Pilote (fig. 4a) (fig. 4b),in un secondo tempo anche dalla rivista Metal Hurlant e in volumi dalla casa editrice Bagheera (Creatura nel 1990, Carnivora nel 1992, Mandragora nel 1995, Aphrodisia nel 1997, Il pianeta dimenticato nel 2000 e Clone nel 2003, mentre Dargaud ha stampato precedentemente in volumi nel 1985 e nel 1987 Morbus Gravis e Druuna), negli Stati Uniti se ne occupò la rivista Heavy Metal che le dedicò uno speciale nel 1993 (Heavy Metal Special, Software). (fig. 4c)
In Italia Druuna è stata pubblicata prevalentemente dalla casa editrice Comic Art di Rinaldo Traini.
Le storie, prima di essere pubblicate in volumi, sono state pubblicate sulla rivista L’Eternauta (Morbus Gravis apparso a puntate sui n. 42 – 48 dicembre 1985 – giugno 1986, Druuna, sui n. 56 – 60 giugno 1987 – marzo 1988), e successivamente in volume sia cartonato (collana Grandi Eroi, due edizioni del n. 33, Druuna e Morbus Gravis 2, in albo a colori brossurato e in cartonato formato rivista, n. 78 Creatura, solo cartonato, il n. 89 Morbus Gravis, solo cartonato, il n. 108, Carnivora, solo cartonato) che in brossura con copertina morbida (collana Best Comics, n. 12-16-42 Morbus Gravis 1 e 2 e Creatura, 3 episodio). Appariranno nel tempo successive edizioni sulla rivista Blue (n. 41 del giugno 1994), e volumi cartonati di pregevole edizione da parte dell’editore Alessandro Distribuzioni di Bologna (Aphrodisia nel 1999 riedito nel 2004, Creatura, Carnivora, Delta, Morbus Gravis e Il pianeta dimenticato nel 2000, Mandragora e Clone nel 2004, in tutto 8 volumi che non dovrebbero comprendere però tutte le storie ma essere un misto fra edito ed inedito), anche la Blue Press (ed. Castelvecchi), collana Blue Book, pubblica nel 1995 Mandragora e nel 1997 pubblica Aphrodisia, senza dimenticare l’edizione in volumi della Scarabeo di Torino a partire dal 2010, a cui si è aggiunto nel 2018 un nuovo albo intitolato: Druuna Venuta Dal Vento (Druuna – Serpieri collection, in tutto 6 volumi compreso il prequel Anima 0, titolo originale Anima: Les Origines edito da Glénat in coproduzione con Scarabeo dopo la pubblicazione del primo volume nel 2015, il volume 0 è impreziosito inoltre con magnifici schizzi sia a colori che in bianco e nero e un racconto breve dal titolo Forse risalente al 1981) (figg. 4d)
Nel 1986, sul bimestrale Okapi (8 episodi dal n. 357 al n. 364), debuttano invece le avventure umoristiche e fantastiche di una giovane coppia: Arlette Coudrier, lentigginosa rossa dall’aria sbarazzina, e il marito Charles Delco (disegni di Dan Jean-Pierre Danard su testi di Jacques Lob). I nostri due eroi sono proprietari di una stazione di servizio all’interno di un asteroide situato tra Marte e Giove, appartenuta allo zio di Arlette, Edwin Faraway, ricercatore e scienziato pazzo, scomparso prematuramente dopo aver inventato una macchina capace di disintegrare la materia vivente per poi ricomporla. Le avventure dei nostri eroi si dipanano intorno a questa macchina in un susseguirsi di colpi di scena che tengono avvinto il lettore. (figg. 5)
Le avventure di Arlette e Charley, si svolgono in due volumi: Le Mécano Des Etoiles – Il meccanico delle stelle (Les Aventures Sidérales D’Arlette Et Charley, gennaio 1986, Bayard ed. collana Collection L’Aventure) e La Dixième Planète – Il decimo pianeta, il secondo volume è stato in parte pubblicato in episodi sul già citato bimestrale francese.
Restando in Francia in quegli stessi anni, Patrick Cothias e Alfonso Font firmano per la rivista Circus (ed. Glènat) Alise et les Argonautes, Alice e gli argonauti, (Circus n. 102-107/1986, n.114-117/1987, n.118-121/1988), (fig.6) favola ambientata in un mondo di manipolati e manipolatori, ispirata al drammatico scenario politico della Spagna di Franco, a sua volta ispiratrice di mondi fantapolitici paradossalmente verosimili, e in cui è evidente la base filosofica del fumetto fantascientifico di Alfonso Font ovvero il concetto stesso di crescita inteso come “capire i collegamenti fra le cose”. La storia, svolta in diversi episodi ed autoconclusiva, è stata poi ristampata dallo stesso editore in due volumi cartonati nel 1987 e nel 1988. (figg.6a)
In Italia il fumetto Alice e gli Argonauti, viene fatto conoscere al pubblico dalla rivista L’Eternauta (n. 61, aprile 1988, ed. Comic Art) con l’episodio La notte del presidente. (fig.6b)
ANNI ’90: TRA L’ITALIA E L’ARGENTINA
Giungiamo quindi agli anni novanta più precisamente al 1992, anno in cui fà la sua comparsa la serie Cybersix in storie a puntate rigorosamente disegnate in bianco e nero sulle pagine della rivista Skorpio (n.22/1992)
e, successivamente, su Lancio Story come inserti speciali, a cura dell’Eura editoriale. La pubblicazione degli episodi proseguirà fino al n.18/1996 per un totale di 117 capitoli autoconclusivi (fig.7).
La serie però ebbe talmente un grande successo di pubblico che spinse la casa editrice a dedicare a questo personaggio un mensile tutto suo in formato bonelliano a partire dal novembre 1993, dapprima con cadenza mensile, successivamente bimestrale fino al 1999. In realtà il primo numero non ebbe un immediato riscontro ma non per colpa degli autori ma per la stampa non proprio perfetta, probabilmente venne scelto un tipo di carta sbagliata e, pertanto, i neri delle immagini, soprattutto quelli delle figure, risultarono piuttosto impastati (fig.7a) Cybersix venne naturalmente pubblicata anche in Argentina a partire dal 1993 nel numero 33 della rivista Puertitas, in questo e nei due numeri successivi vennero inseriti gli episodi introduttivi della serie italiana, mentre nell’anno successivo le venne dedicata anche una miniserie a colori di tre numeri (La ciudad de los monstruos), successivamente rieditati in un unico volume (El libro de la bestia). Nel 1995 uscirono degli speciali e degli episodi pubblicati sulla rivista mensile Comiqueando (dal n. 10 al n. 19). In quello stesso periodo la Planeta De Agostini cercò di portare la serie in Spagna, tentativo fallito dopo la pubblicazione di pochi numeri, più che altro albi speciali mentre la casa editrice Vents d’Ouest si occupò della traduzione in lingua francese di Cybersix nel novembre del 1994, promovendone la diffusione sia in Francia che in Canada, vennero pubblicati albi di grandi dimensioni, a cadenza quasi trimestrale, per un totale di 12 volumi in bianco e nero, ciascun albo contente due storie dell’equivalente edizione italiana.
Verso il 2000 venne realizzata anche una serie a cartoni animata televisiva basata sul personaggio che però ebbe breve durata e si fermerà ad una prima serie di 13 episodi (fig. 7b), precedentemente nel 1995 venne girato anche un film-tv in Argentina a cura dell’emittente televisiva Telefe ed, infine, il personaggio ridisegnato in stile manga. Nel 2018, dopo il tentativo nel 2009, da parte di Coniglio editore di ristampare la serie, anche la Cosmo Editoriale ha iniziato a ripubblicare i monografici degli anni novanta e le storie brevi apparse sul settimanale Skorpio fermandosi però con la pubblicazione al n. 10.
La serie creata dallo sceneggiatore Carlos Trillo e dal disegnatore Carlos Meglia (scomparso a soli 50 anni il 15 agosto 2008, nella realizzazione di alcuni albi affiancato da Felix Saborido), entrambi argentini, mette in mostra fin dalle sue prime avventure una profondità ed originalità di testo non comuni rispetto ai fumetti seriali proposti in quel tipo di riviste o da altre case editrici in quegli anni, nonché scenografia e grafica molto innovative.
Nel testo infatti appaiono evidenti sia l’uso continuato di didascalie, con la voce narrante della protagonista, sia la presenza di numerose citazioni letterarie (da Mary Shelley, Pessoa, a Borges, Oscar Wilde, ecc.) ma anche cinematografiche e fumettistiche, disseminate qua e là, caratteristiche che conferirono alle storie un ritmo ben diverso, rispetto a quello dei comics a cui il pubblico era abituato. In realtà c’è una precisa intenzione dell’autore che è quella di sviluppare il suo discorso sulla dicotomia e per farlo si avvale di una convenzione narrativa particolare, fatta appunto di citazioni di ogni tipo, di cui spesso abusa ma ideale per reggere il gioco che protrarrà per tutta la serie, di far credere al lettore una cosa e contemporaneamente contraddirla, senza però dichiarare il falso. Le vicende narrate anche di crudo realismo risultano ricche di pathos ma anche permeate di ironia e assurdità atte a dissacrarle tipiche delle sceneggiature di Trillo che è stato spesso anche coautore di Alberto Breccia. Ogni personaggio poi creato da Trillo è come una maschera teatrale al limite della caricatura, e la stessa città dove si svolgono le vicende, Meridiana, è un immenso scenario teatrale (“Meridiana è cupa, Meridiana è sporca, Meridiana è pericolosa, anche per chi la conosce bene. Meridiana è un ricettacolo delle bassezze dell’animo umano, un ritratto velenosamente vero di una civiltà arrivata allo sfacelo”). (fig. 7c) Meglia da parte sua, avvalendosi dell’esperienza fatta nel mondo dei cartoni animati con Hanna & Barbera Studios, asseconda graficamente la sceneggiatura di Trillo usando un tratto plastico e lineare, assegnando ai personaggi caratteristiche somatiche tali da renderli simili ad un cartoon, a volte anche con una eccessiva caratterizzazione ed estremizzandone determinati particolari al limite del grottesco. Il risultato è un serial innovativo per il suo genere, un vero e proprio cartone animato a fumetti, in cui l’eroe protagonista in realtà non è nemmeno un eroe classico, anzi in Cybersix la figura dell’eroe classico viene ribaltata facendone un antieroe, il personaggio principale protagonista, Cyb, è costantemente in fuga. Altro elemento piuttosto originale è la mancanza di buonismo: i personaggi non si redimono mai. Apparentemente ci sono buoni o cattivi ma in realtà solo amici e nemici.
La storia: Cybersix, non è un essere umano, ma un essere della serie Cyber di terza versione, geneticamente modificato dal dottor Von Reichter, uno scienziato pazzo tedesco che ricorda vagamente nell’aspetto Hitler.
La prima serie, gli Idea Fissa, è semplice ma perfetta, si tratta di esseri muscolosi ma stupidi in grado di eseguire qualsiasi ordine. Gli esseri della seconda serie, i Techno, possono ricoprire qualsiasi carica sociale senza la minima difficoltà, basta programmarli. I Cyber, la terza serie, appunto, dovevano essere la sintesi perfetta: esseri dal quoziente intellettivo più elevato e più forti fisicamente, i migliori sotto tutti gli aspetti, senonchè, tutti e 5.000 gli esemplari usciti dalla sperimentazione rivelano in breve tempo la preoccupante tendenza a ribellarsi agli ordini e a rifiutare l’autorità di Van Reichter che pertanto decide di distruggere l’intera serie. Grazie all’aiuto di un vecchio inserviente di colore, la Cyber numero sei, una bambina di circa 10 anni, riesce a salvarsi dallo sterminio e a rifugiarsi nella città di Meridiana, assumendo l’identità di un ragazzino morto in un incidente stradale. In questa città e grazie alla falsa identità maschile Cybersix cresce, si laurea e si dedica successivamente all’insegnamento. Di giorno veste quindi i panni di un timido insegnante di letteratura, Adrian Seidelmen, e di notte si trasforma in una bellissima donna dalle forme prorompenti che si aggira fra i tetti della città vestita di latex e avvolta in un mantello nero, cercando i nemici (Idea fissa e Techno) da annientare e dai quali succhiare una sostanza indispensabile per la sua sopravvivenza, nemici dai quali deve anche fuggire, perché Von Reichter è sulle sue tracce e vorrebbe annientarla. Cyb ha pochi amici umani, fra questi il giornalista Lucas Amato con il quale ha un rapporto piuttosto complicato e tormentato di amore-amicizia fatto di sospetti, equivoci, malintesi e sentimenti celati e contrastanti (Amato pur conoscendo entrambi Adrian e Cybersix non sa che sono in realtà la stessa persona). Dopo varie vicissitudini avrà un figlio da lui riscattando la sua condizione di donna e di essere umano non artificiale. Lucas però non lo saprà mai perché viene rapito prima ancora che Cyb possa dirglielo e quando riuscirà a fuggire perde la memoria. Nel frattempo il bimbo, di nome Gengis, viene rapito appena nato da Von Reichter, sottoposto ad un accrescimento veloce e costretto ad odiare la propria madre.
Nonostante il grande successo di pubblico e i numerosi riconoscimenti assegnatigli dalla critica, fra i quali ricordiamo in Italia,
il premio Fumo di China per il miglior personaggio e il miglior fumetto realistico, e il premio ANAFI per la migliore iniziativa editoriale, la serie venne comunque conclusa prematuramente.
IN ITALIA …
Legs Weaver, eroina del futuro, nasce in realtà come comprimaria di un altro eroe del futuro: Nathan Never. La sua prima comparsa nella serie risale infatti al giugno del 1991 sull’albo n. 1 di Nathan Never intitolato Agente Speciale Alfa. Nonostante nella serie non sia la protagonista assoluta si distingue molto presto dagli altri personaggi secondari tanto da conquistare una testata autonoma. Sarà il primo fumetto Bonelli dedicato ad un personaggio femminile, (fig. 8) a partire dal gennaio 1995, dopo l’uscita di alcune avventure su tre albetti allegati alla serie sopra citata, in gergo editoriale spin-off (Nathan Never Special n. 2 giugno 1993, Le mura di Blackwell – Nathan Never Special n. 3 dicembre 1993, Miraggi – Nathan Never Special n. 4 novembre 1994, Arriva Legs), con l’albo Le Dame Nere, sceneggiato da Antonio Serra e disegnato da Gianmauro Cozzi e Teresa Marzìa (la copertina è di Mario Atzori, che diventerà anche il copertinista della serie che uscirà dapprima a cadenza bimestrale poi mensile a partire dalla fine del 1996). (fig. 8a).
La serie avrà anche la particolarità di essere disegnata quasi interamente da donne tra le quali citiamo: Anna Lazzarini, Elena Pianta, Lola Airaghi, Patrizia Mandanici, Vanna Vinci e la sopra citata Teresa Marzìa.
Una curiosità, in occasione della mostra di Impruneta nel 1994 venne presentato un albetto pubblicitario di 34 pagine per il lancio della serie dedicata a Legs Weaver, introduzione di Moreno Burattini, dal titolo Il mio nome è Legs, in cui sono raccolte tavole dei primi numeri in lavorazione per mostrare al lettore un’anteprima dei personaggi, degli ambienti e dello stile dei disegnatori (fig. 8b)
La serie ebbe vicende alterne, nonostante i tentativi di rilancio da parte della casa editrice volti a mantenerla in vita, pertanto nonostante un restayling generale venne interrotta nel 2005 con il n. 119 dal titolo L’ultima missione e Legs reintegrata nella continuità di Nathan Never (Nathan Never Special n. 16 dicembre 2006, Il ritorno di Legs). Bisogna attendere il maggio del 2008 con la nascita di un nuovo filone a lei dedicato all’interno della collana Universo Alfa, chiamato La squadra fantasma, con l’albo intitolato Minaccia Androide sceneggiato da Stefano Vietti e disegnato da Patrizia Mandanici. (fig. 8c) Dopo l’uscita nel 2017 del volume Le dame Nere, che raccoglie cinque albi della serie regolare che furono pubblicati tra il 1995 e il 1998, nel giugno 2018 finalmente la nostra eroina ritorna da protagonista di due storie, piuttosto corpose, inserite nel quadrimestrale n. 41 di Agenzia Alfa, la cui realizzazione viene affidata a Francesca Palomba (autrice anche della copertina con Alessandro Russo) in collaborazione con Andrea Bormida e Luciano Regazzoni, su soggetto di Andrea Garagiola, per la storia Nora e, in collaborazione con Alessandro Russo, che firma anche la sceneggiatura, per la seconda dal titolo il Signore del Buio.
L’eroina, originariamente creata dal trio di sceneggiatori sardi Medda, Serra e Vigna, si ispira all’attrice statunitense Sigourney Weaver alias Ellen Ripley protagonista della
saga di Alien, non solo fisicamente ma anche nell’incrocio dei nomi e del personaggio interpretato, ma che ricorda molto anche il soldato Mc Coy del film Strade di fuoco di Walter Hill del 1984, per la durezza del carattere.
Legs, il cui vero nome è Rebecca Lawrence Weaver, si è guadagnata il suo soprannome nel carcere di Blackwall, dove è stata detenuta, sia per la sua velocità nella corsa sia per le sue evidenti doti fisiche (legs significa infatti gambe, vedi Nathan Never Special n. 2 06/1993, Le mura di Blackwell) (fig. 8d) La permanenza in carcera sarà la prova più dura e decisiva per il temperamento di Rebecca. In carcere ci è finita con l’accusa di uxoricidio, in realtà è innocente e vittima delle macchinazioni di Corinne, figlia di Oliver Lawrence proprietario dell’Accademia Rogers, che la spingerà prima a contrarre matrimonio con il padre e successivamente ad abbandonare la scuola militare, in cui Rebecca entrò per superare alcuni suoi problemi caratteriali causati dall’ambiente familiare e per dare una svolta alla sua vita, dopo un’infanzia infelice. All’Accademia si distingue subito per la grande propensione all’uso di armi militari di ogni tipo e grazie all’aiuto di una compagna di stanza la ragazza riesce anche a superare alcune gravi lacune in altre materie finchè appunto non viene avvicinata da Corinne. In cambio di una riduzione della pena accetta di lavorare per Edward Reiser, capo dell’Agenzia Alfa, un’agenzia privata di sicurezza e vigilanza, a fianco di un altro poliziotto Nathan Never, ricevendo ed eseguendo ordini e incarichi di ogni tipo. La nostra poliziotta del futuro non solo affronta traffici illeciti, rapimenti, complotti spaziali con coraggio e determinazione grazie all’uso disinvolto delle armi e della forza fisica, forgiata anche dall’esperienza carceraria (una delle sue frasi favorite è: “Con la violenza si risolve tutto”), qualità da notare appartenenti allo stereotipo maschile, ma anche grazie al suo inesauribile sorriso, all’ironia e ottimismo, e anche alla sua avvenenza, esattamente il contrario del suo collega ed amico Nathan, per il quale nutre comunque un forte legame di amicizia e rispetto.
Ma mentre nella serie Nathan Never, Legs rimane più o meno la stessa semplice e dura eroina dai modi mascolini, dal carattere d’acciaio, nella nuova serie la sua personalità
appare sdoppiata, compie una vera e propria evoluzione sia fisica, mostrando un corpo da pin-up che psicologica, molto più vicina a quella di una donna vera anche se con dichiarate tendenze omosex, tema questo che viene affrontato dagli autori di rado e in modo discreto, la sua tendenza potrebbe anche essere bisex, in alcuni episodi la sua sessualità appare ambigua ma il tutto viene mostrato più con ironia che con morbosità. Il mondo di Legs è però principalmente popolato di figure femminili, divide le sue avventure e anche la vita con altre donne: la dolce e conturbante May Frayn, ex-ladra d’opere d’arte e Agente Alfa, rimpiazzata in seguito dall’atletica Janet Blaise, anch’essa agente, dotata di poteri telepatici e molto simile nell’aspetto a Lara Croft. Anche graficamente il cambiamento è radicale, Legs subisce l’influenza del disegno nipponico e statunitense. (fig. 8e)
Da questi cambiamenti si evince il tratto distintivo di Legs rispetto alla serie che l’aveva inizialmente ospitata. Le sue storie sono decisamente più stravaganti e spesso vi è commistione fra fantascienza e fantasy. I primi 30 numeri presentano storie brillanti, battute al fulmicotone, richiami costanti al mondo nipponico e alla fantascienza retrò nonchè al mondo della commedia all’italiana: le due protagoniste della testata sono costantemente rappresentate in pose sexy ma sempre ironiche, in un contesto che, anche se a volte eccessivo, rende Legs Weaver una testata assolutamente anomala nel panorama di personaggi ed eroi maschili proposti dalla Bonelli.
Con Legs assistiamo ad una vera e propria rivalsa delle donne nello spazio, che si ricollega a quel contesto sociale di cui abbiamo parlato nell’introduzione, che rispecchia la realtà, un’epoca di cambiamenti e di ridefinizione dei ruoli e dei rapporti interpersonali fra uomo-donna e in generale.
Infine un accenno all’ultima eroina futurista di casa Bonelli: Lilith di Luca Enoch, autore anche di Sprayliz (1992), una studentessa liceale con la segreta passione per il graffitismo e Gea (1999), altra adolescente, rimasta orfana, che vive da sola, in possesso di una spada magica e il cui compito principale è quello di fermare mostri e creature spaventose che giungono al nostro mondo, attraverso dei portali spazio temporali vestendo i panni del Baluardo, altre protagoniste guarda caso di serie al femminile, in cui Enoch dimostra di avere una sensibilità narrativa fuori dal comune nel rappresentare la donna nel fumetto e Lilith non fa eccezione, confermando la predilezione dell’autore per i personaggi femminili (fig. 9)
Con Gea, mini serie che durerà dal 1999 al 2007, Enoch, autore sia del soggetto che dei testi e dei disegni, riprenderà l’elemento
fantascientifico già trattato precedentemente in Legs, ma dondogli una impronta molto personale mescolandolo al tema della magia di evocazione mentre tutta la serie è ricca di citazioni che rimandano ad antichi testi sacri e filosofici, come numerosi sono i richiami alla mitologia. Nel corso della storia le vicende della protagonista si intersecano con diverse tematiche molto care all’autore, non mancano riflessioni sui temi dell’immigrazione, sulla xenofobia, sulla violenza ed in generale sui malesseri sociali, che diventano sempre più centrali con il procedere della narrazione. (fig. 9a)
Sia Gea che Lilith, oltre ad avere in comune la fantascienza ‘enochiana’ e nomi antichi che evocano i due volti dell’antica Dea Madre, hanno in comune anche la struttura editoriale e di pubblicazione, entrambi semestrali e dalla durata quasi decennale, anche se in realtà per la saga di Gea la previsione di uscite era di 20 numeri. Lilith però a differenza di Gea è una giovane donna e non più una adolescente, inoltre la serie è strutturata in modo tale da consentire una maggiore variazione di scenario durante la storia corredato da un accuratissimo studio storico del contesto in cui sono ambientate le avventure della protagonista. Lilith è una crono agente inviata nel tempo, ogni volta in un diverso periodo storico per rintracciare determinate persone, portatori inconsapevoli del Triacanto ritenuto un parassita, per assolvere alla missione per cui è stata ‘generata e cresciuta’ quella di ‘salvare l’umanità dal triste destino che la attende’ l’estinzione provocata dai portatori inconsapevoli del parassita ed in questi viaggi temporali è affiancata dallo Scuro, che vede solo lei, un bestione molto simile ad una pantera, che è anche una compagnia durante la solitudine del compito che le è stato affidato.
‘Il suo nome è Lyca, la bambina perduta cantata dal poeta visionario William Blake’ ed è la predestinata per ‘discendere e ascendere lo spazio tempo senza sosta, rintracciando i primi portatori del Triacanto ed estrarlo da questi prima che esso si diffonda in modo irrecuperabile. Per fare ciò dovrà trasformarsi radicalmente; si lascerà alle spalle spietà e scrupoli morali e Lyca, la bambina perduta, diventerà Lilith, la predatrice’. (cit. introduttiva) (fig 10)
La nuova creatura di carta e china di Enoch dalle sembianze di Selene, vampiro interpretato da Kate Beckinsale in Underworld, è un esempio di fantascienza distopica, che utilizza come espediente il viaggio nel tempo creando delle realtà alternative a quelle che conosciamo, infatti a partire dal secondo numero è lo stesso autore ad inserire al termine di ogni albo la rubrica dal titolo Ucronìa, letteralmente nessun tempo in cui mostra al lettore, attraverso una spiegazione documentata, le ‘conseguenze del passaggio’ di Lilith e di come questo passaggio ha modificato il corso della Storia. Per tutta la durata della serie la giovane donna, che è praticamente morta per poter viaggiare nel tempo, dovrà affrontare da sola un’impresa difficile e importante, gravandosi di una responsabilità non voluta, con tutte le angosce ed i dubbi che possono affliggerla nel corso della missione, per esempio in quei casi in cui viene messa di fronte alla scelta di dover uccidere persone innocenti. Anche se è diventata una assassina dai poteri sovrannaturali che non muore mai, ha ancora un briciolo di umanità e durante la sua missione si innamora e soffre anche lei, indubbiamente la protagonista ha tante sfaccettature che diventano sempre più evidenti durante la storia. Con l’evoluzione del personaggio anche la narrazione prende risvolti diversi fino all’epico sorprendente epilogo finale. (fig. 10a)
Luca Enoch, che anche in questa serie come in Gea, è ideatore, soggettista, sceneggiatore, disegnatore e copertinista degli albi, ci regala una di quelle rare perle artistiche, allegoria e frutto di profonde riflessioni filosofiche e metafisiche sul genere umano e sul suo destino, e pur non essendo di facile lettura rappresenta la consacrazione del fumetto a Nona Arte. Il tratto di Enoch, unico ed inconfondibile, è il degno corollario alla storia, pur sconfinando nella linea chiara laddove la scena lo richiede riesce a caricare graficamente di pathos e drammaticità l’atmosfera, anche l’uso dei retini è condotto sapientemente e le scelte grafiche non sono mai casuali, realistiche e con diverse concessioni alle impostazioni grafiche giapponesi alternate alle solide gabbie bonelliane, una sintesi grafica in cui difficilmente riscontriamo delle sbavature o eccessi, frutto di una solida preparazione professionale dell’autore che risale agli esordi, quella di grafico ed illustratore. Nel 2016 al Napoli Comicon, la serie risulterà vincitrice ai premi Micheluzzi come miglior serie dal tratto realistico.(fig. 10b)
NOTE BIOGRAFICHE
Adriana Roveda
Mi chiamo Adriana e sono da diversi anni un’appassionata di collezionismo e fumetti. All’amore per il fumetto e l’immagine ho unito quello per la fotografia e per il mondo digitale, sono nati così i miei primi reportage fotografici e video su eventi e autori del mondo dei comics.
Nel 2016 è uscito il volume Facce da Comics (ed. Allagalla), un omaggio fotografico al mondo dei fumetti ma soprattutto ai suoi protagonisti. Attualmente faccio parte del consiglio dell’ANAFI, la più grande e longeva associazione di appassionati e collezionisti in Italia.
SPECIALE LE DONNE NEL FUMETTO: SOMMARIO WEB
INTRODUZIONE
COPERTINA E SOMMARIO
La pagina del nostro sito dedicata a questo speciale: https://www.fumettomaniafactory.net/contenuti-extra/speciale-le-donne-nel-fumetto/
SEZIONE STORIA
prima puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/03/15/speciale-le-donne-nel-fumetto-un-ricordo-mgp-maria-grazia-perini/
terza puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/03/30/le-prime-donne-del-fumetto/
Decima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/09/22/speciale-le-donne-nel-fumetto-betty-boop-sogno-degli-anni-trenta/
Undicesima puntata – https://www.fumettomaniafactory.net/2019/10/21/speciale-le-donne-nel-fumetto-miss-america/
dodicesima puntata – ttps://fumettomaniafactory.net/2017/10/06/speciale-le-donne-nel-fumetto-tutte-quasi-le-donne-superman-batman/
tredicesima puntata– https://www.fumettomaniafactory.net/2018/12/17/diversita-genere-nel-fumetto-supereroistico-statunitense-speciale-le-donne-nel-fumetto/
quattordicesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/10/23/speciale-le-donne-nel-fumetto-grazia-nidasio-fumetto-al-suo-meglio/
quindicesima puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/10/30/speciale-le-donne-nel-fumetto-le-donne-crescita-walt-disney/
sedicesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/11/09/speciale-le-donne-nel-fumetto-le-donne-flash-gordon/
diciassettesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/11/20/speciale-le-donne-nel-fumetto-piccole-fanzinare-crescono/
diciottesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/12/08/speciale-le-donne-nel-fumetto-idyl-jeffrey-catherine-jones/
diciannovesima puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/12/20/il-mondo-di-mafalda/
Trentasettesima puntata – https://www.fumettomaniafactory.net/2019/02/20/eroine-di-inchiostro-la-galassia-delle-fanta-eroine-dossier-prima-parte/