SPECIALE “LE DONNE NEL FUMETTO” – TRENTASETTESIMA PUNTATA –
Riprendiamo dopo qualche mese di pausa (per permettere la programmazione degli ultimi 13-14 articoli comprese alcune interviste interessanti ad autori nazionali ed internazionali che stiamo completando) questo speciale.
Oggi ho il piacere di presentare, per la prima volta su questo web magazine, un intervento di Adriana Roveda (socia ANAFI e primo membro femminile del consiglio direttivo in carica ); Adriana è una fotografa eccezionale che ci racconta, in un lungo ed interessante articolo, le fantaeroine nella storia del Fumetto.
Da questo momento in poi, fino alla sua conclusione , pubblicheremo anche una ricca Gallery di disegnatori nazionali ed internazionali, 4 interviste e 2 articoli della sezione storica. Restate con noi
Buona lettura
Mario Benenati, direttore culturale del web magazine Fumettomania
La galassia delle fanta-eroine
(prima parte)
di Adriana Roveda
INTRODUZIONE
Siamo negli anni ’60, nel pieno del boom economico, un periodo ricco di fermenti sociali e culturali. Nel 1961, in una importante mostra a Parigi, avviene la consacrazione del movimento della Pop Art sulla cui scia nascono riviste specializzate dedicate allo studio e alla ricerca storica, sociale, estetica dei comics. Sono gli anni dei sovvertimenti ideologici, dove i vecchi condizionamenti e schemi vengono soppiantati da nuovi modelli, più rivoluzionari, suggeriti dai media, anni in cui la parola d’ordine è libertà: dalle istituzioni autoritarie in primo luogo, ma, soprattutto, dalle inibizioni e dai tabù sessuali fino a quel momento imposti dal cattolicesimo e dalla società borghese benpensante. Non c’è da stupirsi se, di questo nuovo tessuto sociale, anche i fumetti, seppure specchi parziali di una cultura, ne diventano gli interpreti. E’ su questo scenario che si affacciano nuove figure femminili nei fumetti: le fanta-eroine, pronte a schiavizzare l’uomo, seducenti, bellissime e aggressive. Interpreti di un erotismo sovversivo apparentemente rispecchiano l’evoluzione della donna in quel periodo, in realtà rappresentano l’espressione del disagio collettivo maschile, avvertito sia dai lettori che dagli stessi disegnatori che percepiscono il profondo mutamento nella donna come una minaccia esistenziale. Si giunge pertanto a dissacrare, a volte al limite del grottesco, l’anticonfomista immagine della donna attribuendole una libertà sessuale esasperata, dove vige l’anarchia morale, facendola ritornare al ruolo di oggetto sessuale e collocandola in un’ambientazione avveniristico-fantastica oppure realistica o storica ma deformata, a garanzia del presente equilibrio di potere uomo-donna, che si vuole in qualche modo ribaltare.
Nascono così alcuni filoni che daranno poi vita ad un genere a sé stante quello del fumetto erotico che conoscerà un periodo d’oro di grande ascesa verso la metà degli anni ’60 per poi degenerare, tranne alcune eccezioni, negli anni ‘70, soprattutto in Italia, in pubblicazioni di qualità spesso bassissima finchè all’inizio degli anni ’80 la parabola discendente del fumetto erotico appare ormai irreversibile.
La primissima protagonista femminile del fumetto di fantascienza può ritenersi Connie Kurridge, ‘la coraggiosa’, che fu creata nel 1927, il 13 novembre, quando vennero pubblicate le prime tavole domenicali; solo dal 13 maggio 1929 usciranno giornalmente le strips sul Ledger Syndicate e saranno pubblicate fino al 1944. Inizialmente le storie sono d’avventura classica, solo successivamente, all’inizio degli anni ’30, diventeranno di genere fantascientifico. In Italia fà la sua apparizione nel 1938 sulle pagine dell’Intrepido con il nome di Liliana, anche se la primissima apparizione (precedente a quella sull’Intrepido) risale ai numeri 54/59 di Mastro Remo (1935). Creata dal disegnatore Frank Godwin, questa eroina, benché non priva di un certo fascino, con addosso un ridotto costume da ballerina, ha una carica erotica piuttosto morigerata, considerando anche i tempi cui apparteneva, ben lontana da quella delle fanta-eroine degli anni ’60, soprattutto da quella spregiudicata di Barbarella, che può considerarsi la precorritrice del genere.
IN FRANCIA …
Barbarella (1962, Jean Claude Forest , V Magazine ed. Georges H. Gallet, pubblicato in Italia, sul mensile Linus, dall’ottobre 1967, come le ’Nuove avventure di Barbarella’) nasce in Francia come protagonista di avventure di fantascienza ambientate nel lontano anno 40.000 e si ispira nei tratti somatici all’attrice Brigitte Bardot, il più popolare sex-symbol di quegli anni. Bella, dai lunghi capelli biondi e dalle labbra carnose, in abiti estremamente succinti, molto spesso si spoglia. Utilizza il suo corpo provocante come una micidiale arma di difesa e di attacco con una estrema libertà, sia che si tratti della scelta del partner (può essere indifferentemente terrestre, uomo o donna, creatura dello spazio o addirittura un robot), sia che si tratti di affrontare sanguinari criminali galattici e inquietanti mostri di ogni razza, non ha bisogno di eroi forti al suo fianco, le sue sole armi sono sensualità e forza di volontà. Le vicende di Barbarella sono pervase sia da una forte vena erotica sia da una grande fantasia e senso dell’humor tanto da rendere unico nel genere questo racconto fantascientifico. Inutile aggiungere che, spesso vessata dalla censura, la vita editoriale di Barbarella sarà costellata dalle più svariate revisioni e modifiche nel tempo sia al personaggio principale che ad alcuni comprimari.
Ne ripercorriamo alcune dove sono più evidenti questi cambiamenti rispetto alla versione originale, in bicromia, pubblicata in 8 episodi in V Magazine nel 1962 (fig. 1). Fin dalla prima pubblicazione in volume, che risale al 1964 a cura di Terrain Vague (fig. 2) anch’essa in bicromia ed ogni capitolo colorato con un colore diverso, alcune vignette sono state ridisegnate rispetto alla versione di V Magazine. Nel 1968, il volume viene ristampato dall’editore belga Èric Losfeld, con le foto del film in copertina (c’era già stata una ristampa nel 1966 dell’edizione del 1964) (fig. 2a) ma, seguendo i divieti di censura con l’uscita del film di Vadim, vengono apportate nuove modifiche al personaggio: Barbarella non appare più nuda, il libro comunque è sempre in due tonalità. Nel frattempo le sue avventure vengono importate anche in U.S.A. e pubblicate sulla rivista Evergreen Review in versione originale (ed. Grove Press, 37/1965-39/1966) (fig. 2b)per essere successivamente ristampate, a cura dello stesso editore della rivista, in volume in una prima edizione del 1966 e in una seconda edizione, dopo l’uscita del film, nel 1968.
In Francia nel 1974 viene pubblicata una nuova riedizione a cura di Le livre de poche, in formato ridotto, con una nuova copertina che riporta un semplice disegno di Barbarella (fig. 3) le modifiche del 1968 vengono cancellate, scompare la bicromia e le vignette vengono rimontate per adattarsi al nuovo formato. Una nuova riedizione compare nel 1984, a cura di Dargaud che pubblica Barbarella nella raccolta Le eroine del fumetto, questa volta a colori, di nuovo il personaggio viene modificato, in particolare il volto, mantenendo però la stessa tuta spaziale e vengono modificati anche altri personaggi (fig. 4). La fascinosa eroina di Forest, nonostante le traversie editoriali del passato è stata tradotta e rieditata in diversi paesi e lingue non cadendo mai definitivamente nell’oblio, anzi, la viaggiatrice dello spazio ha trovato nuova vita nel 2017 nella serie di fumetti targata Dynamite, scritta dall’autore britannico Mike Carey (Lucifer, Hellblazer), con l’arte dell’illustratore turco Kenan Yarar (Vampirella, The Sovereigns ). (fig. 5)
Nel 1964, due anni dopo il successo di Barbarella, Forest ci riprova con Bébé Cyanure, (in Italia pubblicata con il nome di Bibì Cianuro), una graziosa lolita dal caschetto nero, sexy ma molto più castigata di Barbarella, che si fa accompagnare nelle sue avventure per l’universo, che si svolgono nell’anno 3250, dal fratello Kid, con un improbabile canotto spaziale. Pubblicata sulla rivista di grande formato Chouchou dell’editore Filippacchi questa serie non ebbe lo stesso successo di Barbarella e chiuse i battenti dopo l’uscita di soli 13 episodi nell’aprile del 1965, salvo essere ristampata dalla Glènat nel 1975 in b/n (fig. 6 e 7)
Forest però non si dette per vinto ed inaugurò, nel 1965, una terza serie erotico-fantascientifica con Marie Mathématique. Marie Math, come verrà poi soprannominata, nasce di fatto per una serie di sei pellicole d’animazione bianco e nero, di cinque minuti, per la TV, nella trasmissione Dim Dam Dom, musicato da Serge Gainsburg, (noto anche per la famosa, quanto scandalosa per i tempi, Je t’aime…moi non plus). Le canzoni interpretate da Serge Gainsbourg e scritte in una forma antica, il virelai, da André Ruellan, cognato di Forest, diventeranno parte attiva del successo ottenuto dalla serie che mette di fatto in scena ‘la prima eroina TV di science-fiction’. (fig. 8)
Molta più popolarità ebbe però la serie Scarlett Dream, nata in Francia nello stesso anno e che durò fino al 1975. Ideata e disegnata da Robert Gigi su testi di Claude Moliterni. Scarlett, (ispirata all’attrice Marlène Jobert), è una sorta di agente speciale, un’eroina super-intraprendente, che affronta con coraggio qualsiasi situazione avventurosa, anche la più pericolosa, in un mondo del futuro tecnologicamente avanzato, usando sapientemente il proprio corpo e la propria bellezza, su ordine del misterioso Daunay. A differenza di Barbarella e di altre eroine Scarlett è però portata al romanticismo, è infatti alla costante ricerca dell’amore nel senso più spirituale del termine, questo elemento distintivo in Scarlett subisce però dei cambiamenti, dalla prima versione, abbandonata alla fine degli anni ’60 dopo la seconda avventura, rispetto alla seconda versione del 1975, dove perde in sentimentalismo per lasciare posto ad avventure sempre più irreali. (fig. 9)
… E IN ITALIA
Intanto in Italia sull’onda del successo delle fanta-eroine francesi, accanto alle prime traduzioni di Barbarella, appaiono anche prodotti nostrani, spesso imitazioni di quelli importati.
Nel 1965 debutta Alika (di Giorgio Gich, Ugo Sammarini, Paul Bennet, ed. Cofedin), eroina con ‘licenza d’amare’ a differenza di Barbarella ‘l’infedele dello spazio’, anch’essa bionda e bella, modellata su Brigitte Bardot ed Anita Ekberg anche se in copertina appare spesso bruna, è una creatura extraterrestre che proviene dal lontano pianeta Absur, dalle sembianze umane e vestita succintamente. Il fumetto però è destinato, per reggere la concorrenza e i gusti dei lettori, a subire alcuni cambiamenti, dall’inziale carattere avventuroso delle prime storie si passa ad esaltare la componente erotica di Alika fino a percorrere, ma senza successo, la velata satira di costume. La serie si interrompe dopo soli 20 numeri nel luglio 1967. (fig. 10)
Il 1965 è anche l’anno in cui debutta Selene (di Paul Savant alias Marco Rostagno, testi di Dadus, ed. Littera) sicuramente la più riuscita imitazione nostrana di Barbarella, anch’essa ispirata fisicamente a Brigitte Bardot, affronta storie fantastiche proiettate nel futuro; peccato che le storie siano un po’ troppo scontate e banali, pertanto la pubblicazione di questo fumetto avrà termine l’anno successivo dopo soli 7 numeri. (fig. 11) E’ anche l’anno di Astrella (di Eros Kara, testi di Rocca, ed. Cervinia) che però ha breve durata, vengono pubblicati solo 6 albi. Avventure nello spazio anche per questa eroina che è in grado di comunicare con tutti gli abitanti dell’universo grazie ad una cintura inventata dal padre, lo scienziato Malcom.
Nel 1966 altre due eroine, Gesebel e Uranella, iniziano a crearsi un loro spazio nel genere.
Gesebel creata dal duo Magnus&Bunker, è una corsara dello spazio, dedita alla guerra verso altri pianeti e alla rapina spaziale, ed è l’affascinante e cinica regina di un pianeta abitato da sole donne che guida per il cosmo in continue scorrerie. Gli uomini in questo fumetto vengono tenuti in schiavitù e considerati oggetti di piacere. In realtà Magnus&Bunker abbandonarono il personaggio dopo soli 6 numeri che passò prima a Erasmo Buzzacchi (testi) e Roberto Corbella Peroni (disegni) fino al n. 20 e successivamente, per gli ultimi 21-23, al compianto Luigi Corteggi in arte Cortez (venuto a mancare nel 2018), autore anche delle splendide copertine dell’intera serie. (fig. 12) Dopo quasi due anni dalla sua pubblicazione Gesebel chiuse i battenti nell’ottobre del 1967 finchè nel 1986 gli editori Luigi Bernardi e Paolo Ferriani dedicano a Gesebel una monografia nella serie ‘I quaderni del fumetto italiano’ facendone una lucida analisi critica (Alessandro Distribuzioni).
Nel 1990 lo stesso Max Bunker riporta in auge la bella e spietata eroina dello spazio ristampandone in bianco e nero, con le stesse copertine di Luigi Corteggi, le prime 6 storie proprio quelle concepite con Magnus (dall’editoriale del primo numero: “I critici ritengono che Gesebel sia una delle opere minori del duo Magnus & Bunker. Forse tutti i torti non li hanno. Infatti il concetto di ‘minore’ è sempre riferito a un modesto esito commerciale e ad una durata limitata. Entrambi gli elementi ci sono stati. Gesebel durò 23 (o 24?) numeri, vivacchiando con alti e bassi, più bassi che alti, per circa due anni prima di estinguersi nel mare magnum dei fumetti incompresi. Ricordo quando Magnus premeva su di me perché facessi qualcosa di fantascienza, io che di fantascienza ne avevo sempre masticata poca (…). Così per accontentare i miei cari fans pubblico una mini-serie, i primi sei numeri, quelli di Magnus & Bunker, perché la vera Gesebel è questa qui“. M.B.) Infine, recentemente, nel 2017, l’Editoriale Cosmo ha pubblicato in un unico volume cartonato deluxe la raccolta di tutte le storie di Gesebel create da Max Bunker e Magnus. Gesebel è stata tradotta anche in Francia e pubblicata sulla rivista contenitore, di picoclo formato, Jezabel edita da Sagèdicion, (1967), (fig. 12a) (fig. 12b) e su riviste edite da Rhodos Presse ed Élisa Presse (Baroud 2° serie, 1974 – Navaja, 1975) e Clarus Editions (Rayon Lambda, nel 1975).
Uranella (di Floriano Bozzi, autore anche delle copertine, testi di Michele Gazzarri, Pier Carpi e Nino Cannata – ed. Bianconi) è invece una affascinante extraterrestre, principessa del pianeta Neutron, dal quale viene scacciata dal mago Morbus. La nostra fanta-eroina, accompagnata dal giovane cavaliere Antares, affronta le sue disavventure in ambienti siderali e scenari medioevali immaginari, fra mille capovolgimenti di scena, il fumetto ebbe un discreto successo ma chiuse nel 1968 al n. 20, solo in Francia continuò la sua vita editoriale per altri 6 numeri poi ripubblicati in Italia sotto il nuovo nome Jessica, modificandone lievemente l’aspetto e facendole indossare una minigonna, mentre l’ambientazione diventa quella di un fantasy medioevale (fig. 13).
TORNANDO IN FRANCIA
Intanto in Francia sulla scia del successo di Barbarella nascono prodotti più sofisticati, dove l’influsso della Pop Art, a livello grafico, e le nuove ideologie di dissacrazione globale, a livello narrativo, si fanno sentire. Nascono una serie di eroine che si muovono in ambienti surreali lasciandosi alle spalle il mondo fantascientifico senza però abbandonare la connotazione erotica-seduttiva seppure in un contesto più intellettualizzato.
Jodelle, fisicamente ispirata a Sylvie Vartan (1966, di Guy Peellaert, testi di Pierre Bertier, ed. Èric Losfeld, negli U.S.A. edita da Grove Press), svolge il ruolo di agente segreto al servizio dell’imperatore Augusto in una surreale Roma imperiale, insieme alle sue compagne seduce e uccide. Le storie narrate in chiave satirica si svolgono evidentemente in un clima di fantapolitica, la connessione diretta degli eccessi dell’Impero Romano con il mondo degli anni sessanta del ventesimo secolo non offre alcun dubbio. Non a caso Umberto Eco definirà Jodelle : “un metafumetto pop per adulti”. (fig. 14) Jodelle però ha vita breve, poiché il suo autore l’abbandonò per passare nel 1967 ad un altro personaggio: Pravda la survireuse, letteralmente ‘la sbandata’ (ai testi Pascal Thomas, inizialmente sulla rivista satirica Hara-Kiri e successivamente in volume dall’editore Èric Losfeld). Questa eroina, ispirata nelle fattezze a Francoise Hardy, è una sorta di versione femminile del selvaggio di Marlon Brando, micro giubbotto di cuoio, cinturone e stivali, in sella alla sua moto avveniristica a forma di pantera, attraversa una fanta-metropoli, dove si svolgono principalmente le sue avventure reazionarie. E’ molto più estremista di Jodelle, Pravda vuole la distruzione di questa metropoli e con essa tutti i simboli della tecnologia soffocante, è un personaggio crudele, sessualmente indipendente, sprezzante delle convenzionalità, aggressiva e senza pietà umilia e soggioga la popolazione di maschi violenti e militaristi. (fig. 14b)
Sempre in Francia nel 1967 si inserisce in questo contesto la mitologia di Epoxy (di Paul Cuvelier, testi di Jean van Hamme, ed. Èric Losfeld). Anche le storie di Epoxy si lasciano alle spalle il mondo fantascientifico svolgendosi nella Grecia mitologica grazie ad un misterioso quanto onirico salto indietro nel tempo. L’eroina si ritrova a contatto con personaggi mitici e vive avventure, soprattutto erotiche di ogni genere, tuttavia, a differenza delle eroine che l’hanno preceduta, Epoxy non è padrona delle situazioni e non ha la stessa autodeterminazione, è costretta piuttosto a subire.
Il 1967 è anche l’anno di Saga de Xam (di Nicolas Devil, testi di Jean Rollin, ed. Èric Losfeld), questo fumetto, pur partendo da un pretesto fantascientifico, si inserisce nel filone fanta-erotico con ambizioni più intellettuali, in quanto è una suggestiva allegoria sulla violenza che domina il mondo, di cui Saga ne diventa il simbolo. (fig. 15)
NEGLI USA ED IN INGHILTERRA
In America invece, in quegli anni, debutta Phoebe Zeit-Geist (1965, titolo originale The Adventures of Phoebe Zeit-Geist disegnata da Frank Springer, ai testi di Michael O’Donoghue, pubblicata originariamente in bicromia sulla rivista d’avanguardia Evergreen Review per complessive 13 puntate successivamente ristampate da Grove Press in diversi stili b/n, bicromia e a colori, 1968-1969). (fig. 16) Phoebe dovrebbe essere la risposta americana alle libertine eroine francesi. Il nome della creatura di Springer significa letteralmente, in tedesco, spirito del tempo: le storie di Phoebe Zeit-Geist sono infatti caratterizzate da continui viaggi e avventure surreali, nel tempo e nello spazio, durante i quali la protagonista, quasi sempre nuda, è vittima di ogni possibile abuso e viene uccisa in ogni puntata nei modi più efferati, la sua condanna è pertanto l’immortalità. Il fumetto è una satira sociale che si avvale di sofisticate metafore ‘intellettuali’, gli si riconosce un senso dell’ironia fuori del comune, se si và oltre le nudità della protagonista, anche se alla fine non riesce a riscattare il gusto per il macabro ed il sadico profuso nelle avventure. (fig. 16a)
In Inghilterra, verso la fine degli anni ’70, il tabloid The Sun pubblica la serie Scarth del disegnatore spagnolo Luis Roca, testi della scrittrice inglese Jo Addams. (fig. 17) La giovane protagonista, Scarth, muore investita da un’auto, soccorsa, viene riportata in vita dopo un trapianto di cervello. Siamo nel 2170, nessuno sa chi sia e l’identità le viene data da un computer in base a pochi dati, praticamente priva di passato, senza ricordi, la nostra eroina comincia una carriera di modella tra le galassie e viaggi nel tempo. Le storie sono tutte intessute sulla maglia del giallo-rosa con dei tocchi di romanticismo che ben si adatta alla science-fiction. La serie fu vittima di censura, a Scarth tocca il titolo per il primo nudo integrale del fumetto britannico, e la pubblicazione fu interrotta nel 1972, al culmine del successo, il titolo della serie fu cambiato in Scarth A.D. 2170 e in seguito fu intitolato Scarth A.D. 2195. In Italia fu pubblicata dall’editoriale Corno (Eureka Pocket n. 31/1976 e precedentemente sull’omonima rivista contenitore dal 1972 al 1974) con il titolo Scarth – Una donna anno zero. (fig. 17a)
Tornando in Italia …
… qualche anno dopo il debutto di Alika, Selene, Gesebel e Uranella, farà la sua apparizione Cosmine, ‘l’atomica del sesso’. (fig. 18)
Siamo nel 1973, la Ediperiodici (Elvipress), che il quel periodo ha il pregio di pubblicare a costi relativamente bassi degli albi a colori grazie ad una tecnica inusuale ma molto efficace, introduce nel già florido mercato fumettistico italiano, avido di novità, questa nuova serie. Purtroppo avrà una vita veramente breve, soli 10 numeri dal novembre 1973 all’agosto 1974. Il formato tascabile completamente a colori, dai toni bellissimi, sarà uno dei motivi che farà apprezzare il fumetto. Gli autori delle storie sono: Silverio Pisu per i testi (famoso per essere stato il narratore della celebre collana Fiabe Sonore della Fabbri), Giorgio Cambiotti (il creatore di Jacula) e Annibale Casabianca per i disegni (dal n.1 al n.9), l’ultimo numero, il 10, invece, viene splendidamente disegnato da Milo Manara. (fig. 18a) Si tratta di una vera e propria miniserie, con finale compiuto ma che poteva prestarsi ad una eventuale continuazione, che però non è mai stata realizzata.
Cosmine è molto bella, ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle sue seducenti caratteristiche fisiche, benché il costume futuristico da lei indossato non lasci nulla all’immaginazione, le sue forme perfette in realtà danno vita ad un robot. Non solo Cosmine è molto bella ma è anche molto saggia e dotata di una straordinaria memoria universale. Guida l’umano Jesus, un cosmonauta innamorato di lei, nel corso di una lunga missione nello spazio, dal cui ritorno, dopo alcune vicissitudini, fra cui il rapimento di Jesus, trovano il mondo sconvolto da una guerra atomica. Inizia così una nuova missione, non più nello spazio ma sulla terra, per redimere l’umanità impazzita e degenerata in seguito alla guerra e per poter ricostruire dalle rovine una nuova società. La nostra eroina inoltre è dotata di una straordinaria umanità e bontà, elemento questo innovativo rispetto alle protagoniste che l’hanno preceduta. Non dimentichiamo che però Cosmine è un robot costruito e programmato proprio da Jesus, per servirlo in tutti i sensi anche e soprattutto dal lato sessuale. Le storie di Cosmine sono costellate da alcune ingenuità e qualche incongruenza ma nello stesso tempo sono individuabili elementi non privi di una certa originalità. Prima di tutto la protagonista, che non è né umana nè extraterrestre ma è un robot, ed è in grado di provare emozioni, elemento questo piuttosto originale per un fumetto in secondo luogo è in controtendenza per i tempi: con Cosmine la donna torna al ruolo di donna-oggetto. C’è da aggiungere anche che il fumetto può ritenersi anticipatore del genere catastrofico post-atomico che verrà sfruttato verso la fine degli anni ’80. Con Cosime si chiude in Italia il periodo d’oro delle fanta-eroine, salvo un ritorno negli anni ’80. Il mercato fumettistico è, da qualche anno, nel pieno di una svolta, si delinea un nuovo genere di cui il filone fanta-sexy ne è stato precusore, quello del fumetto per adulti, in cui l’erotismo assume connotati sempre più marcati.
DALLA FRANCIA IL FENOMENO AXA
In quegli stessi anni in Francia viene realizzata da Joan-Miquèu Ciochetti, Calabrun, pubblicata da Edicions Cap e Cap nel 1975. La storia è scritta da Marcèu Esquieu e Chrestian Rapin, e inchiostrata da Bernard Ciochetti. (fig. 19) I disegni sono molto belli e fantasiosi, il disegnatore ha fatto sapientemente ricorso ad effetti grafici e montaggi originali a sottolineare la fantasiosità mistica del soggetto, la lingua usata nei dialoghi, l’antico provenzale, ne sottolinea ancora di più il fascino, l’edizione originale riporta, a piede di ogni tavola, la traduzione in francese moderno. Calabrun è la figlia del Conte Maurèl di Roccasicura, la sua storia è un ciclo completo mistico-avventuroso, con tanto di maghi, di nani, di streghe, di magiche trasfigurazioni e di mirabili prodigi.
Dalla Francia ritorniamo di nuovo in Inghilterra facendo anche un piccolo salto temporale. Siamo nel 1978, il disegnatore spagnolo Enrique Badía Romero matura il progetto di una nuova striscia, imperniata su un personaggio femminile, avvenente e sexy in collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore inglese Donne Avenell.
Da questo connubio il 4 luglio nasce Axa per il quotidiano The Sun. (fig. 20) Le striscie vengono pubblicate quotidianamente dal tabloid inglese a partire dal 1978 fino al 1986 quando la serie, nonostante il successo internazionale, viene interrotta dopo 18 avventure da 120 strisce ciascuna, le strisce già realizzate e ancora inedite non saranno mai pubblicate. Oltre alle strisce Romero realizza alcune avventure di Axa in grande formato per dare maggiore effetto alle vignette ed offrire una visione più scorrevole, dinamica, le strisce a tre vignette vengono pertanto scomposte e verticalizzate. Dopo l’avventura di Axa Romero riprende a disegnare Modesty Blaise che aveva sospeso per la nuova eroina e di cui si era occupato dopo la morte del suo autore, Jim Holdaway, dal 1970 al 1978.
Intanto anche il mercato americano, sensibile alle novità, dimostra interesse nei confronti di Axa, ed è l’editore Ken Pierce che se ne occupa per primo, mettendo in distribuzione nel 1981 la ristampa delle strips inglesi, la prima edizione in assoluto della serie americana, con logo Marvel Comics, il colosso editoriale per eccellenza del fumetto d’oltreoceano. (fig. 20a)
Ken Pierce continuerà con la pubblicazione e la ristampa delle strisce inglesi, questa volta con l’etichetta Eclipse Comics, una delle numerose case statunitensi indipendenti nate a cavallo degli anni ottanta e novanta, che ne cura la distribuzione in 9 volumetti dal 1982 al 1988, oltre alla prima ristampa a colori del 1985 (fig.20b). Il formato è 7”X10” (18X25cm) con copertina a colori e l’interno di 64 pagine in bianco e nero, non solo, l’editore Pierce avanza anche la richiesta a Romero di continuare con nuove avventure.
La stesura narrativa viene però consegnata alla penna dello scrittore statunitense Chuck Dixon, al posto di Donne Avenell, e vengono immesse sul mercato a cadenza bimestrale (con etichetta Eclipse) due edizioni: la prima del 4/1987, la seconda del 8/1987, completamente a colori, nel formato comic books, ma il programma, dopo due serie, si arena al terzo albo. (fig. 20c)
A differenza delle strisce britanniche che presentano la nostra eroina con pochissimi vestiti, spesso neanche uno, nella versione americana viene mostrata con un bikini in stile barbarico. I 9 volumi dell’editore Pierce sono la serie completa delle strips inglesi e in Italia sono stati tradotti fino alla 14esima avventura, le sue avventure sono apparse sulle pagine della rivista a fumetti Il Mago (ed. Mondadori, 1979-1980), sull’Intrepido e Albo TV (ed. Universo, 1983). Inoltre nel 1979 la Comics Library di Roma inizia a pubblicare una decina di numeri ma si ferma nel 1981 con il 10° episodio per poi riprendere nel 1985 con 4 numeri che presentano l’11° e il 12°, nel 1994 le Edizioni Camillo Conti pubblicano anche i successivi episodi, il 13° e il 14° (La sfida – I mutanti). Anche la rivista contenitore settimanale Robinson, che presentava serie a fumetti a puntate di produzione statunitense, incluse tra le storie la serie Axa, in realtà della rivista uscirono però solo 4 numeri, inclusi il n. 0 pilota e lo speciale, arenandosi al n. 2.
In Svezia, la serie è stata pubblicata sulle riviste di fumetti Agent X9 speciali (1985-1987) e Magnum Comics (1988-1994) che immettono sul mercato le avventure di Axa fra altre storie e in diverse edizioni anche in Danimarca (Action Comics), Norvegia e Finlandia fino al 1996. (fig. 20d) (fig. 20e) L’intraprendente e coraggiosa sexy-eroina di Romero è stata tradotta, ristampata e pubblicata nel tempo non solo in diverse edizioni ma in diversi paesi del mondo persino in India, in Turchia e in Sud Africa nel formato a pagina intera con 5 strisce per pagina (Sunday Times, 28 settembre 1980).
Anche la piccola casa editrice svizzera Uchronia aveva iniziato a ristampare la serie ma si è interrotta a 4 albi. Ha fatto comunque in tempo a stampare un breve speciale (Axa La Leggenda, spillato di 25 pag. in B/N) disegnato nel 1989 da Romero su testi di Wayne, un prequel alle strisce. Finchè nel 2012 a 82 anni Romero decide di portare a termine l’ultimo episodio di Axa rimasto incompiuto, pubblicando una edizione limitata in spagnolo per tutti i suoi fan, un tomo con copertina rigida e formato orizzontale (30,5 x 21,5 cm, 120 pag.) con due strisce per pagina in bianco e nero per un totale di 40 strisce che rappresentano la continuazione e l’epilogo dell’avventura The Betrayed, completato da numerosi extra dedicati alle precedenti avventure ed alcune illustrazioni inedite (fig. 20f).
Inoltre l’anno successivo nel 2013 Romero pubblica anche un libro in cui racconta la storia di Axa, ne descrive i processi creativi, dalle origini fino all’ultima storia in formato strip creata appunto nel 2012, il tutto corredato da aneddoti e un gran numero di illustrazioni e foto in bianco e nero, il libro contiene anche la storia di Axa, a colori, che è stata pubblicata in spagnolo sulla rivista Creepy (n. 52-59/1983-1984) e in svedese su Magnum Comics (n. 6/1988). L’instancabile Romero ha di nuovo omaggiato l’eroina che gli ha portato così tanta fortuna realizzando un volume contenente ben 400 illustrazioni, di cui 120 inedite a corredo di ogni capitolo, con base tematica gli animali, raccogliendone le numerose vignette in cui comparivano insieme con Axa e altri personaggi della serie. (fig. 20g)
Finisce qui? Ci sono personaggi che non muoiono mai! Dopo la realizzazione del progetto nel 2011 di un game per cellulari su una storia realizzata appositamente ma basata sul primo episodio, esiste anche un progetto cinematografico che la Saturn Harvest di Los Angeles sta cercando di portare sul grande schermo in collaborazione con October Pictures. In realtà il progetto del movie che dovrebbe avere il titolo di AXA: Battle for the Serpent Gate è in fase di realizzazione dal 2005 e nel 2008, “Unizarre International Film & Television Productions” è stato ufficialmente nominato produttore della versione cinematografica e sarebbe in corso anche il rilancio di una nuova serie di fumetti. (fig. 20h) Una curiosità il nome di Axa fu ispirato a Romero dal quello della moglie e della figlia, Ana, inserendo una consonante fra le due vocali.
Brevemente la storia: anno 2080, dopo la guerra nucleare il pianeta è diviso fra due mondi, chi vive in quello asettico e tecnologico della Cupola, e chi sopravvive all’esterno in un mondo primitivo, selvaggio, tornato alla barbarie. In questo futuro post-apocalittico Axa si rifiuta di vivere nella cupola, ribellandosi ai governanti oppressivi che vorrebbero soffocare la società al suo interno. Fuggendo nella natura selvaggia, si ritrova a vivere una serie di avventure, coperta di stracci e armata di spada, vagando senza meta nelle terre aride e oscure segnate dalla grande contaminazione.
TORNANDO IN ITALIA ..
… mentre le avventure di Cosmine concludono un ciclo, il periodo d’oro delle fanta-eroine, assistiamo negli anni 80 al proliferare di diversi personaggi femminili stile bad girl, piuttosto violenti e arroganti, nonché numerose figure femminili dalle caratteristiche marcatamente sexy destinate ad alimentare il genere erotico sempre più diffuso in quegli anni ma destinato ad un lento declino, con qualche eccezione, una di queste è Milady nel 3000 (1980), personaggio scaturito dal tratto geniale di Magnus già cimentatosi con il fumetto futuroide come abbiamo già visto con le avventure di Gesebel (1966-1967). (fig. 21) Milady rispecchia però la maturità artistica e il genio del suo autore, che, in questa fase, è prioiettato nella sperimentazione di generi piuttosto eterogenei, dall’erotico per la Edifumetti, al crudo realismo dello Sconosciuto, al fantasy medioevale della Compagnia delle Forca, dove ritorna l’umorismo di stampo alanfordiano, per passare ai Briganti, una curiosa miscela di passato e di futuro fantascientifico contaminato da riferimenti orientali e al thriller di Vendetta Macumba, dove l’orrore e l’erotismo sono gli ingredienti principali, per concludere, a giusto coronamento di queste fasi alterne, con l’aristocratica Milady.
“Troppo aristocratica”, dichiarò Magnus, “e non veramente suo”, ma, per quanto rinnegato dal suo autore è un personaggio in cui ha saputo sintetizzare meglio le contraddizioni sociali, anticipando conflitti che la società avrebbe affrontato anni più tardi, non solo, Milady è l’espressione della natura più calligrafica, grazie alla sperimentazione e ai virtuosismi del tratto volutamente raffinato ed elegante, e mistica dell’artista, dovuta ad una sapiente miscellanea di influenze orientali Zen e arti marziali, altre ispirate dalla tradizione (i richiami visivi all’opera di Alex Raymond qui sono particolarmente evidenti) e altre provenienti dall’attualità.
Rivela Magnus che altri spunti gli sono venuti dal libro Le trecento poesie tibetane che narrava di medicina, calcoli astronomici e del corpo di ballo imperiale che aveva ottomila danzatrici. Il risultato è questo fantasy dal sapore esotico, l’ambientazione stessa oscilla tra un misticismo orientaleggiante e un materialismo tecnologico, proprio perchè Magnus ricrea un universo fantascientifico aristocratico e decadente, dove sono gli intrighi e le abitudini corrotte di corte, nonché i valori stessi dei personaggi, a prendere il sopravvento ai combattimenti stellari. I personaggi sono sfaccettati pur nella compostezza del ruolo a loro assegnato, soprattutto Milady sintetizza perfettamente queste caratterisiche.
Paulonia Romana, in arte Milady, contessina della dinastia imperiale Zumo nonchè Colonello Imperiale, ostentando una apparente sicurezza, agisce in un contesto dove non ci sono extraterrestri o mostri alieni, ma in un mondo in cui l’uomo ha raggiunto il controllo assoluto dell’universo con i cyborg e le macchine più sofisticate, non è un cyborg o un robot, ma un essere umano con la paura del dubbio, dell’amore, della solitudine e della morte; alla perenne ricerca del modo di liberarsi di questi sentimenti che considera patrimonio genetico di una razza imperfetta. Il tratto che forse più la contraddistingue è proprio la forte negazione delle emozioni e dei sentimenti quello che, da sempre, per la ferrea disciplina militare, vengono considerate debolezze. Accanto a questa rigorosa maschera, attraverso la quale non esita a trattare bruscamente i suoi sottoposti, Milady rivela un forte lato torbido.
Milady nel 3000 fu pubblicata in Italia a puntate sulle riviste Il Mago (Mondadori, n. 94-95-96, gennaio-marzo 1980, n. 105, dicembre 1980) (fig. 21a) ed Eureka (ed. Corno, 2 episodi, sul n. 2/284, febbraio 1984), e nel 1985 a cura della Glittering Images di Firenze la cui edizione in b/n presenta un finale inedito, non apparso sulle riviste. Con l’approvazione dell’autore, nel volume sono stati tolti i titoli dei singoli capitoli, invertendo inoltre l’ordine del secondo e del terzo. (fig. 21b) Successivamente verranno ristampati a colori tutti gli episodi della prima serie in Francia dalla Metal Hurlant (1980-1981), negli Stati Uniti dalla Heavy Metal (1981), in Belgio dalla Ansaldi (1986) e dalla Glènat Italia (1988). L’aristocratica Milady verrà pubblicata anche in Spagna sulla rivista underground El Vìbora Comix – “Comix para supervivientes” nel 1990 (Ed. La Cùpula) in b/n, nell’ambito di un mini-ciclo di 4 numeri dedicati all’arte di Magnus. Granata Press nel 1992 le dedica una edizione in b/n supplemento al 9 di Schegge, mentre nel 2001 Ed. Flashbook pubblicherà una ristampa a colori in volume cartonato di tutti gli episodi, infine nel 2009 RCS Rizzoli-Lizard nel volume Erotico e fantastico, Opere 1980 -1995, in cui vengono raccolte alcune tra le più belle storie di Magnus, tra queste non poteva mancare Milady.
A conclusione della saga era previsto un secondo volume dal titolo Milady: Il quarto millennio.Lo stile di Milady fu concepito fin dall’inizio per il colore, ma la prima pubblicazione a episodi, apparsa sul Mago, fu in bianco e nero (come disse lo stesso Raviola: “Magnus sogna solo in bianco e nero”). (fig.21c)
Ricordiamo a tal proposito la mostra antologica che si è svolta a Bologna il 14-18 marzo 2007, dal titolo “Magnus Pirata dell’Immaginario”, a cura dell’associazione culturale Hamelin, in cui è stato esposto al pubblico un meraviglioso disegno a colori realizzato su lucido da Magnus, utilizzato per la copertina di Milady, in occasione della prima puntata dell’opera su Il Mago n. 94 del gennaio 1980.
(…segue… il prossimo mese)
NOTE BIOGRAFICHE
Adriana Roveda
Mi chiamo Adriana e sono da diversi anni un’appassionata di collezionismo e fumetti. All’amore per il fumetto e l’immagine ho unito quello per la fotografia e per il mondo digitale, sono nati così i miei primi reportage fotografici e video su eventi e autori del mondo dei comics.
Nel 2016 è uscito il volume Facce da Comics (ed. Allagalla), un omaggio fotografico al mondo dei fumetti ma soprattutto ai suoi protagonisti. Attualmente faccio parte del consiglio dell’ANAFI, la più grande e longeva associazione di appassionati e collezionisti in Italia.
SPECIALE LE DONNE NEL FUMETTO: SOMMARIO WEB
INTRODUZIONE
COPERTINA E SOMMARIO
La pagina del nostro sito dedicata allo speciale: https://www.fumettomaniafactory.net/contenuti-extra/speciale-le-donne-nel-fumetto/
SEZIONE STORIA
prima puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/03/15/speciale-le-donne-nel-fumetto-un-ricordo-mgp-maria-grazia-perini/
terza puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/03/30/le-prime-donne-del-fumetto/
Decima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/09/22/speciale-le-donne-nel-fumetto-betty-boop-sogno-degli-anni-trenta/
Undicesima puntata – https://www.fumettomaniafactory.net/2019/10/21/speciale-le-donne-nel-fumetto-miss-america/
dodicesima puntata – ttps://fumettomaniafactory.net/2017/10/06/speciale-le-donne-nel-fumetto-tutte-quasi-le-donne-superman-batman/
tredicesima puntata– https://www.fumettomaniafactory.net/2018/12/17/diversita-genere-nel-fumetto-supereroistico-statunitense-speciale-le-donne-nel-fumetto/
quattordicesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/10/23/speciale-le-donne-nel-fumetto-grazia-nidasio-fumetto-al-suo-meglio/
quindicesima puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/10/30/speciale-le-donne-nel-fumetto-le-donne-crescita-walt-disney/
sedicesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/11/09/speciale-le-donne-nel-fumetto-le-donne-flash-gordon/
diciassettesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/11/20/speciale-le-donne-nel-fumetto-piccole-fanzinare-crescono/
diciottesima puntata– https://fumettomaniafactory.net/2017/12/08/speciale-le-donne-nel-fumetto-idyl-jeffrey-catherine-jones/
diciannovesima puntata – https://fumettomaniafactory.net/2017/12/20/il-mondo-di-mafalda/