Nel novembre 1992 uscì il n. 4 cartaceo della rivista Fumettomania.
Quel numero della Prozine Fumettomania, finì il suo ciclo distributivo intorno a maggio 1993, e a quel tempo il sottoscritto stava vivendo un momento difficile a livello universitario.
Per cui un po’ per problemi economici, un po’ per difficoltà personali, un po’ per far cresce la neonata associazione culturale, ed un po’ perché vedevamo una situazione editoriale strana (che da li a poco sarebbe degenerata con la chiusura di editori, delle riviste d’autore), ci fu una piccola pausa che durò fino al 1995.
Nella prima metà del 1995 facemmo un esperimento: un fascicolo formato Bonelli fotocopiato con poche pagine, era lo strano n. 5 di Fumettomania con il quale tornavamo anche a partecipare alle Fiere del fumetto.
Da quel numero estraiamo un triplice pezzo su 3 fumetti italiani: DYLAN DOG, MARTIN MYSTÈRE e NATHAN NEVER.
Mario Benenati, responsabile di Fumettomania Factory Magazine.
DYLAN DOG, MARTIN MYSTÈRE E NATHAN NEVER
di Carmelo Proto e Salvatore Bucca
DYLAN DOG
HUUUAAARRG. L’urlo che accoglie chi suona al n.7 di Craven Road non è un semplice campanello ma è il sogno che sta dentro di noi. I sogni sono la realtà da svegli, il sonno la nullità, gli incubi noi stessi. Dylan Dog, per chi lo conosce, un amico il cui mestiere è quello di indagatore dell’incubo.
Ma cosa è l’incubo? Kafka nel suo romanzo “Il castello” crea atmosfere oniriche ed inquietanti ed è in questo mondo che viene Dylan Dog soccorrendo ed aiutando (beato lui) belle ragazze, quasi sempre vittime o assassine. Dylan combatte la realtà “incubo” con l’amore, con l’amicizia, la lealtà, dl dolore. Con queste armi soltanto si può sconfiggere l’urlo che si annida dentro di noi
Questo fa di Dylan non un semplice fumetto ma un manuale per riscoprire il valori perduti: amicizia, amore, solidarietà, rispetto. Dylan Dog aiuta a ritrovare se stessi ed a riassaporare questi valori perduti.
C.P.
MARTIN MYSTÈRE
Archeologo, antropologo, giornalista.
Questo è il professore Martin Jacques Mystère, americano di nascita, italiano di adozione, per carattere e personalità cittadino del mondo. E non soltanto del mondo dei fumetti, ma anche del mondo del mistero e dell’ignoto, del mondo dell’arte e della letteratura; insomma di tutto ciò che affascina e attrae, di tutto ciò che ci invita a sognare e ritagliare un angolino di spazio, nella frenesia di tutti i giorni, cui abbandonarsi.
Qualità non ultima infine, (che tutti vorremo fosse di ogni insegnante) è che il professore Martin Mystère non interroga mai ma, con la sua amabile parlantina, spiega, spiega sempre.
S.B.
NATHAN NEVER
Benvenuti nel futuro. Quando Orson Wells via radiofonica spaventò l’America con la sua trasmissione “in diretta” leggendo “La Guerra dei Mondi” la Fantascienza era solo un romanzo. Oggi è la realtà basti pensare all’alta tecnologia.
Ridley Scott regista di Alien e Blade Runner citava già una visione futurista molto simile alla realtà ed è in questa realtà che Nathan Never rende vita, forma, stile. N.N. oggi si conferma come un fumetto d’autore, basta guardare i testi che spaziano da Conrad a Conan Doyle, da Asimov a H.G. Wells e a Bram Stoker. I disegni di Mari e di De Arigelis, le copertine di Castellini danno vitalità al personaggio, non un eroe, ma un uomo pieno di alienanti dubbi ed incertezze.
Queste caratteristiche fanno dei Nathan non un personaggio di fantasia ma un essere umano in cerca dell’altra sua metà. Come tutti in fondo perché tutti crediamo di conoscerci ma ci conosciamo solo a metà, per questo ci affanniamo nella ricerca del nostro io perduto assimilando come Nathan Never gioie, dolori, paure, ansie e amori fino a ritrovarsi in simbiosi con l’infinito.
C.P.
L’INTERO NUMERO CINQUE DI FUMETTOMANIA
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