Quinto blocco di testi estratti dal n. 7 della fanzine fumettomania, il cui direttore responsabile era il nostro grande amico Luca Boschi (scomparso lo scorso 3 maggio).
Vista la qualità degli articoli li stiamo pubblicando singolarmente, a meno di articoli o interventi che siano accumunati da argomenti simili, come accade oggi che presentiamo due brevi testi di Giorgio Cambini, espertissimo di fumetti USA (specialmente negli anni 80 e 90) dedicati al mitico Groo e ad alcuni comics degli Indipendent Pubblisher.
Si ringrazia il socio D. A. per aver sistemato le scansioni dei testi di questi articoli.
Buona lettura
Mario Benenati, responsabile del sito Fumettomania Factory Magazine
Il sommario del n. 7 era questo
- Mr. Punch , Il nuovo capolavoro di Neil Gaiman e Dave McKean presentato in anteprima. – pag. 2
- Expo Cartoon, presente e futuro – pag. 4
- Il fumetto italiano made in Phoenix – pag. 6
- Death of Groo – pag. 6
- Cosa c’è di nuovo in USA – pag. 7
- Fred in Italia – pag. 8
- Moliterni e la Bande Dessinée – pag.9
- General Press – pag. 10
- Viaggio nella psichedelica – pag. 14
- English Comics – pag. 12
- Un maestro del fumetto italiano – pag. 14
- Nathan Never e Martin Mystère – pag. 15
- Il fumetto a scuola – pag. 16
- Sulle tracce di Fumettomania: Il fumetto a Scuola. – pag 16
- Al di là delle Alpi – pag. 17
- Esordienti in vetrina – pag. 18
DEATH OF GROO! OVVERO, LA FINE DI UN’ERA?
di Giorgio Cambini (dicembre 95 – febbraio 1996)
Sono ormai trascorsi quattro mesi da quando Mark Evanier ha annunciato alla sua inimitabile maniera, sulla pagina delle lettere di Groo, che il numero 12 sarebbe stato l’ultimo per lungo tempo.
Molti hanno scarsamente considerato l’evento, ma in realtà questo annuncio segna la fine (almeno momentaneamente) di un genere nel fumetto USA: la comedy sofisticata che Neil Simon ha portato sul grande schermo con capolavori come “A piedi nudi nel parco” e che, con alto linguaggio, i fratelli Marx hanno reso immortale.
Certo, Groo ha tempi e modi bel diversi dalla fine, elegante commedia di Simon e manca dell’irresistibile girandola di gags che Grucho Marx utilizzava per tramortire i suoi rivali sullo schermo.
Quello che Groo ha sempre dato, però, è proprio una fusione di questi due modi di “fare ridere”: il divertissement elegante alla Simon è presente nei numeri dove Aragones e Evanier volevano spezzare il ritmo altrimenti frenetico (vedasi la Graphic Novel “Life of Groo”, oppure i numeri in cui Groo trova il suo fedele amico Rufferto) e questi numeri risultano godibilissimi anche da coloro che preferiscono Jack Lemmon a Benigni.
Poi c’è l’inarrestabile serie di gags Evanier che colpiscono una dopo l’altra, tanto che il lettore le “sente” dopo qualche minuto, tanto è assorbito dalla girandola di esplosioni comiche: Arcadio provoca sempre questo effetto, come Taranto e le due streghe Arba e Kadarba.
Ma non sono questi numeri dedicati alla celebrazione di uno stile di fare comicità quelli che hanno reso Groo un esempio di professionalità e soprattutto amore per il proprio lavoro. Groo è un grande quando viaggia al suo ritmo, che non è quello incalzante dei fratelli Marx, oppure di Eddie Murphy, ma nemmeno il compassato Simon, oppure il cerebrale Woody Allen. Groo riesce a crearsi il suo ritmo, ed è grande per questo.
Il linguaggio stesso utilizzato da Evanier ed Aragones è personalissimo, e non deve rubare ad alcuno. Anzi, è proprio questo uso di un linguaggio personale che fa si che il rendere omaggio ad altri non scade nel ricopiare, ma è un inchinarsi ad altri grandi autori e modi del fare commedia.
“Altri” grandi, perché Groo è un grande della commedia scritta, il primo realmente alla pari con i grandi della comicità mondiale nel 1900 in forma sequenziale.
Per questo continuo a ripetere: Groo è morto, lunga vita a Groo!!
COSA C’E’ DI NUOVO NEGLI USA?
di Giorgio Cambini (dicembre 95 – febbraio 1996)
Dopo il facilmente prevedibile (ricordate, l’avete letto per primi su Fumettomania, nel n. 6 NdR) ridimensionamento della pachidermica MARVEL, il mercato fumettistico americano, che poteva trarre spunti per partire con materiale veramente innovativo, ha invece denunciato una preoccupante involuzione.
L’auspicato “nuovo corso” del fumetto USA non c’è stato. Gli “indipendenti” (ha ancora senso questa parola?) hanno curato il proprio orticello nella paura di finire come la MARVEL. La IMAGE continua a sfornare Bad Girl comics, cioè fumetti con svestite fanciulle che si muovono alla ricerca delle pose più conturbati (il pretesto è un combattimento, di solito contro altra altrettanto svestita nemica) e non coltiva altre pretese di intelligenza, ora che si è salvata la faccia pubblicando Bone di Jeff Smith, che fin’ora era rimasto una luce nell’oscuro panorama della comedy a fumetti del dopo-Groo.
Bone però sembra avere intrapreso la pericolosissima china della commercializzazione a tutti i costi, e di solito questo porta alla fine precoce di un pur valido prodotto. Basti guardare alle Teenage Mutant Ninja Turtles (un premio a chi se le ricorda) di Baird e Eastman. Una volta atterrate sulla piattaforma del successo (tre film per bambini, il prodotto “deficientizzato” per un pubblico di bambini che non era il suo originariamente) il comic con questo nome è via via peggiorato, perdendo quello che lo avevo reso un prodotto veramente valido.
Cerebus continua la sua strada, cioè Dave Sim continua a raccontarci la propria vita, o meglio (anzi, peggio) la propria visione della vita, e Cerebus è sempre più volutamente snob e cerebralistico. Per lo meno Sim ha dichiarato ormai da un pezzo che questo è il suo prodotto e che lo gestisce come meglio vuole. Chi siamo per contraddire uno che da solo ha tirato fuori 200+ numeri di una testata indipendente?
La VERTIGO non è un’indipendente, ma merita lo stesso trattamento: si sta specializzando nel genere Thriller-Horror, ma lo fa con grande qualità e senza accettare compromessi. Hellblazer e Preacher sono grandi, e Goddess è stata una miniserie molto divertente.
La DC Comics ha trovato un gruppo molto valido di autori inglesi (Ennis, Milligan … ) e sfrutta questa miniera. C’è chi lo fa e chi preferisce lesinare sui contratti e perdere tutti i migliori (nessun riferimento ad una ex-grande)-
Le testate che attualmente preferisco sono Dawn e Poison Elves, entrambi della stessa SIRIUS. Dawn continua ad avere storie con troppe pretese morali, ma è sempre uno spettacolo da vedersi, e Joseph Michael Linsner è il Tiziano del panorama fumettistico mondiale.
Poison Elves è un prodotto di un Dave Sim più cattivo. Drew Hayes ci racconta di un elfo assassino con la moralità che Hitler chiedeva alle sue SS.
La storia è però ben tracciata e i disegni sono molto belli. Siamo anche qui sul bianco e nero, ma questa è probabilmente la cornice ideale per Lusiphur e le sue rocambolesche avventure; consiglio Poison Elves a tutti coloro che vorrebbero che Neil Gaiman scrivesse solo un tantino più accessibile, a quelli che hanno amato il primo Stephen King, a chi crede che Spike Lee sia un razzista, ma anche il migliore regista al mondo ed a chi ama le storie urbane, ricche di violenza come Pulp Fiction e Natural Born Killers.
Il resto? poco o niente, e se un titolo emerge per un attimo si dimostra un fuoco di paglia. La situazione indipendenti non è mai stata così florida (di titoli) e così avara (di buoni titoli) al tempo stesso.
L’onda sta però cambiando, e le case editrici che fin’ora hanno consolidato, cercheranno tra poco di dare spazio alla nuove idee. Noi aspettiamo, come i cinesi che attendevano sul bordo del fiume il cadavere del nemico morto.
La Marvel è già passata. Ora attendiamo al vera New Wave del fumetto USA.
L’INTERO NUMERO SETTE DI FUMETTOMANIA
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NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2021
ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.